Quella mattina di terrore in una scuola al Nuovo Salario – di Alessandro Pino

15 Mar

Trentatrè anni or sono – il 13 marzo 1984 – la capitale visse una mattina di terrore e ansia per gli alunni e il personale della scuola “Ignazio Silone” al Nuovo Salario – allora ultraperiferia, oggi pieno centro abitato – presi in ostaggio da un individuo che entrò 

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nell’istituto uccidendo con una fucilata il bidello Ernesto Chiovini e ferendone altri cinque. Alla fine il sequestratore fu catturato, in molti se ne presero il merito  ma se non ci furono ulteriori spargimenti di sangue fu soprattutto per l’eroismo dell’allora maresciallo dei Carabinieri Salvatore Veltri – oggi luogotenente in congedo – che si offrì in ostaggio disarmato. Da qualche anno la 

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Salvatore Veltri

scuola Silone non è più attiva; si era parlato di riconvertire l’edificio a caserma dei Carabinieri ma senza esito. Al bidello Ernesto Chiovini è stato intitolato il plesso scolastico adiacente ma di quell’episodio si sta man mano perdendo la memoria nella comunità.
Alessandro Pino

6 Risposte to “Quella mattina di terrore in una scuola al Nuovo Salario – di Alessandro Pino”

  1. Antonio Fusaro 3 aprile 2017 a 22:28 #

    Quella maledetta mattina io ero lì…abitavo proprio di fronte la scuola e io come tanti altri fummo subito allertati dagli indimenticabili custodi del parco…gran trambusto inizialmente dove non si capiva cosa stesse accadendo…poi quegli spari …e,.l’intervento delle forze dell’ordine.che decisero di evacuare.l’istituto scolastico facendo scendere parte della scolaresca con delle.scale.dalle finestre poste sul fianco dell’edificio. Proprio di fronte.a noi che attoniti e confusi assistevamo a quanto stava.accadendo. Io come.altri.ci offrimmo volontari per.aiutare in un modo o in un altro…logicamente.le forze dell’ordine impedirono qualsiasi iniziativa…non ci rendevamo conto della pericolosità di quanto stava accadendo. Avevo voglia insieme a qualcun altro di fare qualcosa, di aiutare, di collaborare per liberare quei ragazzi… poi il silenzio, ci fu come un’improvvisa pausa… come il fermo immagine in un film… e dopo.poco l’irruzione dei militari dal portone.principale. Avevano arrestato quell’uomo che accecato dalla disperazione aveva compiuto un omicidio uccidendo un altro uomo che forse di.problemi ne aveva quanto.lui se non di più…

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  2. lucianamiocchi 5 aprile 2017 a 09:34 #

    grazie per la testimonianza.
    LM

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    • Stefano Corazzi 9 agosto 2017 a 15:12 #

      Anche io ero li. Quella era la mia scuola.
      Eravamo in classe a fare lezione. All’improvviso ci fu un forte boato; credemmo che una lavagna fosse caduta in qualche aula vicino a noi… poi le urla.
      La maestra ci intimò di rimanere in classe e così facemo: Appoggiati tutti contro il muro.
      Ricordo ancora che le bambine piangevano mentre noi ragazzi incoscienti, ridevamo.
      Dopo un tempo che non saprei quantificare, si aprì la porta dell’aula. Le forze dell’ordine entrarono e ci dissero di seguirle rasenti il muro delle varie aule.
      Ci fecero uscire da una finestra che dava al cortile dell’allora scuola elementare (La Cocco Ortu).
      Fuori vi era un assembramento di gente: Genitori in ansia e in lacrime, forze dell’ordine e giornalilsti.
      Mia madre fece un enorme fatica a trovarmi.
      Successivamente appresi che la persona che aveva fatto irruzione, abitava in uno dei complessi dove abitavo io (Salvatore Scoca, il complesso Antares). Non so se sia vero o meno io non lo conoscevo, ma mi ha fatto molto strano sapere che una persona del genere abitasse a poche centinaia di metri da me.
      Vari giornalisti ci intervistarono ma non ricordo nulla di quel momento.
      E’ una giornata che non si può dimenticare.

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  3. Nickname 8 marzo 2018 a 18:34 #

    Magari scriviamola bene la storia, altrimenti può sembrare strumentale e ipocrita quella conclusione sui “meriti”!
    Vero che è stato ucciso un eroico bidello perché voleva impedire l’ingresso all’uomo armato, ma non me ne risultano di altri feriti, tantomeno 5 che quell’istituto non li aveva proprio!
    A offrirsi come ostaggio, senza la minima esitazione e cercando per ore di convincere il sequestratore con scuse il più possibile credibili, fu l’allora sindaco di Roma Ugo Vetere, non a caso meritatamente insignito della medaglia d’argento al valor civile.
    E nell’articolo completo, di cui ora si trova solo la copia cache, si parla anche di paura per il personale della scuola, eppure erano fuggiti tutti prima della lunga trattativa, persino l’insegnante della classe sequestrata!

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  4. il precisino 13 marzo 2018 a 10:19 #

    Ma se il fatto è del 1984 gli anni sono 34, non 33!

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  5. Alessandro Pino 13 marzo 2019 a 09:29 #

    Riceviamo dal Luogotenente Salvatore Veltri e pubblichiamo: “Per i signori che coraggiosamente si nascondono dietro falsi nomi per sostenere le tesi politiche, li invito ad andare a leggersi la comunicazione dell’allora S. Procuratore Margherita Gerunda, delle querele fra alcuni giornalisti e l’unità che sosteneva la tesi raccontata dall’anonimo veneziano! Le persone erano fuggite proprio perchè intrattenute dalla lunga trattativa. L’anonimo veneziano, sa quanto è durata? Sa come si è svolta? O spariamo solo le balle politiche? La medaglia di bronzo, perchè è stata concessa? Allora, prima di scrivere idiozie, si documenti e poi, firmandosi, ne parla. Con facoltà di querela, fino a prova contraria. MI FIRMO MAIUSCOLO, COSì LO LEGGE MEGLIO: SALVATORE VELTRI”

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