Stalker assassinato dal padre della ex – di Alessandro Pino

17 Ago

 
 
Roma: pluripregiudicato viene ucciso dal padre di una donna che molestava da tempo dopo l’ennesima violenta provocazione. Nel  popolo della rete sono in molti ad approvare il gesto.
La borgata di San Basilio, periferia est di Roma, è stata il teatro di una storia di pesantissime molestie ai danni di una giovane donna che poteva finire come  troppi casi analoghi nei quali il persecutore di turno, nonostante denunce e diffide, ha continuato ad agire indisturbato arrivando anche a uccidere brutalmente il bersaglio delle sue morbose attenzioni. Questa volta è andata diversamente ma il sangue è stato versato comunque. Il copione fino a un certo punto è stato quello tristemente collaudato: un uomo pregiudicato per furto, Stefano Suriano, minaccia da tempo la sua ex compagna  malmenandone anche il padre, Carlo Nanni. La situazione viene segnalata formalmente alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura ma il molestatore, anzi lo stalker come si usa dire oggi, non fa una piega e prosegue imperterrito. Fino a un paio di giorni fa, quando Nanni, dopo l’ennesimo episodio di minacce e insulti, decide che è ora di finirla ma sul serio, non con le carte bollate. Assieme ad altre tre persone si mette a cercare Suriano a bordo di una macchina rubata, perchè forse neanche Nanni, pregiudicato anch’egli, rappresenta l’ideale di vicino di casa che tutti vorrebbero. Alla fine di questa caccia selvaggia Suriano viene trovato, inizia una feroce colluttazione al termine della quale rimane ferito mortalmente con un coltello e una mazzetta da muratore. Per gli inquirenti non è difficile intuire chi possa essere l’autore dell’omicidio: Nanni viene condotto nella caserma dei Carabinieri della Compagnia di Montesacro dove nel corso dell’interrogatorio ammette le proprie responsabilità, riferendo inoltre di avere gettato il coltello nell’Aniene dal ponte di via di Tor Cervara. Le ricerche dell’arma nelle acque limacciose del fiume sono ancora in corso. Intanto l’opinione pubblica si divide: da una parte c’è chi non ammette che in alcun caso si possa ricorrere a questa sorta di giustizia privata. Dall’altra però sono apparse  in rete, sui forum e nei social network, numerose manifestazioni di solidarietà verso l’arrestato e di malcontento nei confronti di un sistema giudiziario la cui inerzia ha fatto sì che il molestatore continuasse le sue provocazioni. Perchè è questo di cui bisogna prendere mestamente atto: c’era un grave problema, ovvero la persecuzione attuata contro una donna e i suoi familiari. La Legge non ha saputo – o voluto – risolverlo. Ci ha pensato – a modo suo, s’intende – la violenta giustizia sommaria delle borgate. Se dunque la civiltà è definita come “l’insieme dei modi di soluzione ai problemi dell’esistenza”, quale dei due sistemi bisogna considerare più “civile” ?
Alessandro Pino

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