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Bretella A1-GRA chiusa, rotonda infinita, il fine settimana reclusi a Settebagni. E oggi c’è anche la domenica ecologica e lo sciopero di Fs. Manca solo un asteroide ma la giornata è ancora lunga…

24 Mar

Post esasperati sui social non fanno altro che fotografare l’esacerbazione dei residenti ma questo fine settimana si sono raggiunte vette mai viste prima.

Da mesi ormai, il traffico del quartiere di Settebagni e dell’intero quadrante di territorio che gravita sulla Salaria è ostaggio dei lavori a rilento delle eterne rotonde che sono state calate all’ingresso sud del quartiere, una nei pressi della parrocchia e l’altra cinquecento metri più in là, senza nessuno studio condiviso con i residenti, se non un “incontro” a decisioni già avvenute durante la consiliatura Caudo, per “fluidificare” il traffico sulla “grande viabilità” del tratto gestione anas eliminando il semaforo – non tenendo conto del centro abitato, della presenza della parrocchia. del supermercato, dei servizi nel quartiere e delle abitazioni sorte ai lati della strada, regolarmente autorizzate, come l’ultima a cui si sta lavorando e che tra poco dovrebbe diventare la sede di una grande concessionaria di auto e che verosimilmente aumenterà il traffico pedonale, come in ogni luogo che sia vissuto e non di mero passaggio, ovvero un “non luogo”, come li definisce l’odierna sociologia. Tralasciando i commenti di alcuni amministratori “che non si poteva perdere l’occasione dei fondi del PNRR” e su cui invece sarebbe il caso di fare una seria riflessione civica, perché a volte è meglio non approfittare di ogni occasione se ciò porta a un peggioramento della qualità della vita difficilmente recuperabile nel medio-lungo periodo, oppure studiare ma sul serio sul territorio, nel qual caso sarebbe emerso che l’unica rotonda veramente necessaria era quella alla base dell’ingresso dell’autostrada, dove per imboccarla, nei momenti di punta di traffico, si passa soltanto quando il semaforo di Monterotondo, sette chilometri più avanti, chiudendo, interrompe il flusso e dà il tempo di attraversare la sede stradale.

Fatto stà che i lavori dovevano finire a gennaio, come da cronoprogramma e invece pare che slitteranno a giugno, senza nemmeno poter invocare il cattivo tempo, dato che questo è stato uno degli inverni più miti di sempre. Autostrade aveva da fare dei lavori urgenti e indifferibili sui giunti della bretella che va dall’uscita dell’autostrada al raccordo anulare, tutto documentato dalle varie mail di risposta alle interrogazioni del comitato di Quartiere di Settebagni, e si è coordinata con Anas in modo da non sovrapporsi con lavori tanto invasivi. Infatti. Il cantiere sulla bretella, chiusure solo al fine settimana per limitare i disagi, nonostante tutto si è andato a incastrare con i cantieri non ancora terminati delle rotonde.

Non ci voleva la IA per immaginare cosa sarebbe successo dopo. La situazione, con il progredire dell’invasività dei lavori per le rotonde si è fatta sempre più severa, raggiungendo vette inimmaginabili già ieri, sabato 23 marzo, quando per tutta la giornata, l’intero volume di traffico che regolarmente transita dal raccordo sulla bretella direzione Firenze si è ritrovato a convergere sull’uscita 8 dello stesso, quella che sfocia sulla Salaria, trovando sulla propria strada i due colli di bottiglia dei cantieri Anas, paralizzando in brevissimo tempo tutto il traffico delle vie limitrofe, compreso il traffico della bretella direzione gra, rimasta aperta visto che i lavori li sono terminati e le corsie laterali del Gra, quelle del traffico locale perché invase dai mezzi che non riuscivano a defluire. Risultato: per andare da Castel Giubileo – quartiere attiguo a Settebagni, separato solo dalle corsie del Gra e che utilizza molti dei suoi servizi – poco più di un chilometro dal Brico e due dal supermercato più vicino – ci è voluta un’ora di media. Un’ora e quaranta invece per scendere da Talenti a Settebagni, ma anche da Colle Salario. Inutile aggirare l’ostacolo e puntare verso l’interno del III Municipio perché poi, sempre sulla Salaria, da Fidene, Villa Spada e via dei prati Fiscali, bisogna tornare. Per cui l’alternativa è stata o fare la fila o fare il giro panoramico dei dintorni, magari da Talenti passare per la Nomentana, girare per Tor Lupara, arrivare a Mentana, risalire a Monterotondo e fare la Salaria in senso inverso al solito oppure passare da prati fiscali, prendere la via Olimpica, scendere sulla Flaminia, arrivare a Castel Nuovo di porto e arrivare ancora una volta sulla Salaria in direzione opposta. Tempo di percorrenza identico ma almeno in movimento.

Quest’oggi la situazione si presenta identica, chi è costretto dalla necessità, mette in conto, già dalle prime ore del giorno, code degne degli esodi di ferragosto di un tempo che fu, le previsioni non sono buone, con la domenica ecologica, dal gra non si può nemmeno tagliare per l’interno, onde non incappare nei limiti della nuova ztl, non ancora ben chiari a tutti. Si aggiunge che nei festivi il servizio del trasporto pubblico sono quel che sono: praticamente azzerati. Ciliegina sulla torta, se ancora si avesse voglia o necessità di spostarsi: oggi c’è anche lo sciopero di ferrovie e la tanto preziosa Fl1, che mette in contatto il quartiere con Tiburtina, l’Università della Sapienza, Trastevere, Ostiense e l’università Roma Tre, Eur e Fiumicino, rischia di trasformarsi in un’altra trappola.

Sui social, intanto, molti denunciano il mancato avvistamento di pattuglie della polizia di Roma Capitale, almeno per quanto riguarda ieri. Rimane il dubbio però, su cosa avrebbero potuto fare, di fronte all’oceano di mezzi convogliato in un bicchiere già mezzo riempito di terra: un paio di incroci da presidiare all’uscita nord del quartiere, che però non potevano creare il consueto disagio perché i residenti si sono auto-relegati in casa pur di non affrontare le ore di fila immobile. All’interno, un silenzio surreale da vite sospese in attesa di qualcosa e telefonate ai parenti da parte di chi era uscito per commissioni nei quartieri vicini e avvertiva chi poteva di rimandare ogni uscita, stante la situazione che si stava ripercuotendo per le strade dell’intero municipio.

Sono previsti altri fine settimana di chiusura della bretella A1- Gra, i cantieri delle rotonde sono sempre li. Possibile non ci sia altra alternativa? Che non si possa accelerare i cantieri Anas, già in forte ritardo? Che non si possa chiudere solo di notte per più notti la bretella? Che non si possano inviare pattuglie per osservare da vicino quanto accade e testimoniare almeno la presenza di Roma Capitale su un intero territorio vessato da decisioni rivelatesi quanto meno discutibili, almeno per gli effetti più visibili e innegabili?

Certo, nel mondo ci sono questioni più gravi a cui provvedere ma è innegabile che ciò che si avverte con più forza è quello che accade più vicino a noi. Al momento, da questa parte di Roma Nord, la battuta più gettonata, dopo la concomitanza tra cantieri anas, cantieri autostrade, domenica ecologica, bus ad orario festivo e sciopero di Fs è “manca solo l’asteroide”. Non disperiamo, la giornata è ancora lunga..

Luciana Miocchi

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La Giunta Capitolina, insieme ad altri toponimi, approva l’intestazione di una piazza nel III Municipio a Franco Califano

10 Lug

Nella giornata del 7 luglio, la giunta Capitolina ha approvato una delibera su alcuni cambiamenti nell’intitolazione di strade e aree verdi della città, elaborati dalla Commissione Consultiva di Toponomastica di Roma Capitale. A Franco Califano, popolarissimo cantautore, produttore e paroliere, venuto a mancare nel marzo del 2013, verrà intitolata una piazzetta di Casale Nei, in III Municipio. Califano, nato a Tripoli ma Romano d’adozione, tanto da essere stato anche un cantore del popolo delle periferie. Nella zona scelta vi sono già diversi toponimi dedicati a rappresentanti del mondo dello spettacolo. La sollecitazione in questo caso è arrivata dai consiglieri dell’Assemblea Capitolina con una mozione, che ha seguito di poco quella presentata al parlamentino di piazza Sempione, firmata in maniera trasversale dai consiglieri Fabrizio Bevilacqua, Dario Quattromani, Marina Marina Mia Battisti, Antonio Comito, Federica Rampini, Giordana Petrella, Fabrizio Santinelli, Serena Troiani, Manuel Bartolomeo, Filippo Maria Laguzzi , Nicoletta Funghi, Simone Filomena. L’atto approvato in Municipio individuava il luogo nella piazzetta dell’archeologia, a Casale Nei, ciò fa presupporre che effettivamente sarà questa la scelta dell’ufficio di Roma Capitale.

A Ugo Vetere, sindaco di Roma dal 1981 al 1985, verrà intitolato un largo, già parte di via dei Fienili, nei pressi dell’abitazione di famiglia. Via Arrigo Solmi, Ministro della Giustizia all’epoca della promulgazione delle leggi raziali, diverrà via Deportati del Quadraro, a memoria del rastrellamento ad opera dei nazifascisti il 17 aprile 1944. Una richiesta formulata da più parti, tenendo conto che nella stessa via si trova il liceo che porta il nome di Teresa Gullace, martire della resistenza: la forzata coabitazione delle due figure storiche, ritenuta da sempre inopportuna perché mette sullo stesso piano vittime e carnefici trova quindi così un punto di cesura. A Giuseppe Meroldi, attivista politico, verrà intitolato un largo nel XIII Municipio, riconosciendone l’impegno a livello locale per il miglioramento delle condizioni di vita della periferia. Un parco verrà intitolato al Costa Rica ma in questo caso le agenzie di stampa non hanno riportato la motivazione mentre il giardino al centro di piazza delle Camelie, zona Prenestino – Centocelle) porterà il nome del partigiano gappista Pilade “Adriano” Forcella, in seguito a una risoluzione dello stesso Municipio.  

Luciana Miocchi

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Il due per mille dei partiti agli alluvionati dell’Emilia-Romagna, la proposta shock dei consiglieri del Municipio Montesacro

19 Mag

A seguito della grave alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, i cui esiti catastrofici hanno portato a richiedere i fondi europei per gli stati di calamità, il consigliere del gruppo misto del III Municipio, Fabrizio Bevilacqua ha protocollato una mozione d’impegno, firmata da buona parte dei suoi colleghi sia di opposizione che di maggioranza, che verrà discussa alla prossima seduta del consiglio municipale, affinchè le forze politiche, “dando esempio di eticità e intervento fattivo, non solo per proclami” come dichiara lo stesso consigliere, acconsentano a donare il 2 per mille del gettito fiscale spettante a maggio 2023 alla ricostruzione dei territori flagellati dal maltempo

Luciana Miocchi

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Il servizio giardini interviene sugli alberi pericolanti del parco Nobile – di Luciana Miocchi

2 Dic

E’ in corso l’operazione di messa in sicurezza degli alberi pericolanti del parco Nobile a Settebagni, come assicurato dall’assessore municipale Matteo Zocchi nei giorni scorsi. L’operazione, sollecitata varie volte nel corso del tempo, ha richiesto una calendarizzazione da parte dal servizio giardini comunale, in quanto il parco non è ancora, al momento, nell’elenco delle competenze del Municipio. Un guasto meccanico a una delle attrezzature poi, aveva ritardato ulteriormente l’avvio dei lavori.

Finalmente la parte finale del parco e l’area cani, dove era presente un grosso albero dal tronco corroso alla base, tornano ad essere fruibili.

Luciana Miocchi

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Il Parco Nobile ha bisogno di cure. Che forse arriveranno a breve – di Luciana Miocchi

30 Nov

Il parco delle panchine, era stato ribattezzato in maniera ironica, perchè all’inaugurazione se ne contavano ben quaranta, senza altro arredo urbano. Nel corso del tempo molte sono state divelte, si notano ancora i bulloni di ancoraggio per terra, qualcuna trasportata nell’area cani realizzata successivamente, qualcun altra è rimasta vittima di incidenti con il trattore che falcia l’erba, con i rottami rimasti in terra per mesi. Qualcuna è stata restaurata dai volontari: l’umidità però non concede scampo e anche quelle risistemate avranno bisogno di una mano di vernice a primavera per non perderle di nuovo.

Al momento tra le criticità da sistemare ci sono un buco abbastanza profondo, appianato in maniera artigianale da qualcuno, della larghezza di alcune betonelle e un grosso albero nell’area cani, corroso alla base e a rischio di crollo improvviso, specialmente in caso di pioggie battenti, che dato il periodo non sono poi cosi improbabili.

Il CdQ ha più volte richiesto interventi di manutenzione, compresa la realizzazione di una pista da bocce, in quanto nel quartiere hanno chiuso due bar abituale ritrovo di pensionati e non vi sono strutture pubbliche dove passare del tempo e nelle more delle decisioni dell’amministrazione, un gruppo di arzilli pensionati vi gioca comunque, immaginando, con tanta fantasia, un lembo di sabbia e partite interminabili.

Raggiunto telefonicamente, l’assessore del III Municipio Matteo Zocchi ha assicurato che l’intervento doveva essere già stato eseguito ma la rottura di un macchinario ha costretto a rinviare l’intervento, che presumibilmente avverrà nei prossimi giorni.

Luciana Miocchi

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    Asili nido di Roma Capitale in Terzo Municipio: domanda di iscrizione fuori termine, ecco come presentarla

    28 Lug

    [ROMA] Le famiglie interessate a presentare domanda di iscrizione fuori termine ai Servizi Educativi 0-3 di Roma Capitale per l’anno educativo 2022/2023, potranno farlo fino al prossimo 5 agosto; la relativa graduatoria sarà generata il 30 agosto 2022.

    Anche successivamente sarà possibile presentare domanda fuori termine e concorrere per le successive graduatorie previste nelle date stabilite dalla Deliberazione di Giunta Capitolina n. 266 del 25 luglio 2022 (23 settembre, 25 ottobre, 24 novembre, 15 dicembre e 15 gennaio).

    La possibilità di presentare la domanda tardiva è offerta a:

    tutti coloro che non hanno provveduto a farlo nell’ambito dell’Avviso pubblico di febbraio 2022;
    gli utenti incorsi nella decadenza della domanda per mancata accettazione;
    coloro che abbiano presentato formale rinuncia al posto;
    gli utenti ancora in lista d’attesa, i quali potranno fare istanza per servizi diversi da quelli indicati nella prima domanda e per i quali sono già in lista.
    I requisiti previsti per poter effettuare la domanda di iscrizione sono i medesimi del bando ordinario relativamente a informazioni richieste, punteggi e controlli formali.

    Nella domanda le famiglie potranno indicare fino a sei opzioni tra quelle indicate nel Bando annuale, scegliendo tra nidi a gestione diretta e nidi a gestione indiretta, rispettando la regola generale secondo cui le prime due opzioni devono obbligatoriamente essere riferite a nidi a gestione diretta, oppure a nidi in appalto o in progetto di finanza (salvo le deroghe previste dall’art. 5.2.1 dell’Avviso pubblico). Le restanti quattro scelte sono libere.

    Le famiglie possono indicare, in aggiunta o in alternativa ai nidi, anche due opzioni tra quelle elencate nel Bando annuale per le Sezioni Ponte e/o per gli Spazi Be.Bi.

    Le domande Fuori Termine dovranno essere presentate in formato cartaceo o tramite posta certificata ai Municipi territorialmente competenti, utilizzando il modulo domanda fuori termine iscrizione Nido 2022/2023 – con annessa informativa privacy – reperibile nella sezione Modulistica del portale di Roma Capitale

    È possibile presentare domanda di iscrizione fuori termine una sola volta.

    Si specifica che per la graduatoria del 30 agosto possono essere accolte esclusivamente le domande dei piccoli utenti nati entro il 31 maggio 2022, che compiranno quindi tre mesi entro il 1° settembre p.v.; diversamente, per le graduatorie successive, stabilite con cadenza mensile da settembre a gennaio, potranno essere accolte domande per i bambini che abbiano compiuto o compiranno tre mesi fino all’ultimo giorno utile per la presentazione della domanda.

    La possibilità di presentare la domanda non è estesa ai nascituri.

    Il modulo dovrà essere trasmesso all’Ufficio Nidi del Municipio Roma III attraverso le seguenti modalità:

    via email all’indirizzo asilinidocapitolini.mun03@comune.roma.it

    via PEC all’indirizzo protocollo.municipioroma03@pec.comune.roma.it

    Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio Nidi: tel. 0669604.611 / .612 / .738

    A cura di Alessandro Pino

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    A metà luglio in III Municipio ancora niente soggiorni diurni anziani al mare. Nonostante l’impegno riconosciuto all’assessora Romano, il consigliere Bevilacqua fa una dura critica alla politica – di Luciana Miocchi

    12 Lug

    L’estate più afosa da venti anni a questa parte. E i tanto attesi soggiorni diurni al mare, per gli anziani del III Municipio, al contrario del resto dei municipi romani, non sono ancora partiti. Una situazione in cui normalmente, l’opposizione potrebbe sguazzare, accusando la maggioranza di ogni nefandezza possibile. Invece la critica che muove Fabrizio Bevilacqua, consigliere formalmente ancora nel gruppo misto ma decano dei consiglieri e sempre a destra, è ben diversa e colpisce la generalità della politica territoriale.

    «La perdita di autorevolezza da parte della politica ha portato a questo. Nasce tutto da uno scontro in commissione con gli uffici. La p.o. dell’ufficio, durante una seduta, ha detto che la colpa del fatto che non sono partiti i soggiorni estivi per gli anziani è da ascriversi alla mancanza di personale. Non ne hanno a sufficienza. Io questo non l’accetto sotto l’aspetto pratico. Riconosco il lavoro fatto dall’assessora ai servizi sociali Maria Romano, fino all’ultimo, perché ci sono le lettere di febbraio, di marzo, di giugno, con cui lei chiedeva di provvedere immediatamente. É poi la parte tecnica del municipio, gli uffici, che trova il modo per farlo a norma di legge, nei tempi dovuti. Non lo hanno fatto perché hanno detto di avere troppo lavoro da fare e hanno dovuto lasciare indietro qualcosa.

    Hanno ammesso candidamente che c’era una volontà da parte loro di non farli perché gli mancava il personale, hanno scelto loro cosa non fare. La parte amministrativa si è arroga di poter fare le scelte di indirizzo – che spettano alla parte politica –  perché quando in commissione un dipendente, seppur p.o, si permette di dire “la colpa è vostra perché anche se l’assessore sono sei mesi che manda lettere noi non l’abbiamo fatto perché non abbiamo personale e qualcosa va lasciato, perché non posso far tutto”, allora significa che hai scelto tu, al posto della politica, cosa fare e cosa non fare.

    Se volessi essere polemico avrei potuto dire che però il tempo per fare le assegnazioni dirette per i bandi di natale hanno trovato ma per i centri anziani no. Per arrivare al punto che nella famosa commissione prendiamo atto che è successo questo, mi avveleno, in maggioranza tutti pippa, l’assessora ha riconosciuto che il problema è grave, non si può non fare i centri diurni.

    Ho chiesto la question time in aula e l’assessora Romano è venuta a rispondere, dopo aver parlato con Zagari il direttore dei servizi sociali a mezzi con un altro municipio – prima assurdità – a cui poi non è stato rinnovato l’interim, fatalità, dopo il polverone alzato. Lui, dopo aver preso atto di questo problema, ha spostato una dipendente da un altro servizio e l’ha messa a lavorare sulla manifestazione di interesse alle società che portano a spasso gli anziani. Pare che l’atto sia stato fatto in una settimana, dopodichè si aspettano le trafile burocratiche. Me ne sbatto di aver ragione, me ne sbatto di tutto,  l’unico risultato che voglio è che i vecchietti possano andare al mare. Anche in ritardo. Hanno preso l’impegno che avrebbero fatto tutto in tempi brevi, contando di far partire tutto entro il 15, 20 luglio. Comunque, i prezzi sono decisamente superiori a quelli che ci sarebbero stati dal 1 al 20.

    La grave colpa che attribuisco a questa maggioranza è che ha accettato supinamente di avere un direttore dei servizi sociali, un responsabile apicale, della quattordicesima città italiana per estensione (paragone con l’ampiezza territoriale del Municipio ndr)  part time con un altro Municipio.  In termini amministrativi non può essere! Significa sminuire il Municipio, significa che non ti importa più di tanto dei servizi sociali e della scuola, che sono l’aspetto portante di questo ente locale, quando tre quarti del bilancio del Municipio è speso su queste due voci. Io capisco che ci sono le “imposizioni” ma fare così… e lo dico per il bene che voglio a questo territorio, credetemi. Io non ce l’ho con l’assessora Romano, che ha fatto l’impossibile, il problema è che si è creata questa spaccatura interna con gli uffici, dichiarata in commissione, sentita da tutti. Il dramma vero è che siamo intervenuti in due, uno di maggioranza e uno di opposizione, contro questa esternazione da parte degli uffici. Due su venticinque! La sudditanza psicologica nei confronti degli uffici, ma andiamo. Perché, altra domanda che ho fatto in commissione, in sei mesi dopo tutto quelle lettere della Romano, non si è trovato tempo e personale per farlo? Poi dopo che la questione è uscita per mezzo dell’opposizione, in quarantotto ore fanno l’istruttoria e garantiscono che in ritardo ma i centri partiranno? Conosco la serietà della persona che ha garantito e non dubito delle sue parole ma comunque sa che abbiamo creato un danno. Quelli sono fondi, quarantamila euro, che sono stabiliti e stanno fermi li dentro. Se partivano regolarmente dal primo luglio al 15 di agosto ci mandavi 200 persone, come l’anno scorso. Se parti il 30 luglio e devi coprire anche la fascia di ferragosto per mettere una toppa, il problema è che ce ne mandi non più p200 ma cinquanta, sessanta. Perché i prezzi cambiano. Aumentano. Al dieci di agosto, al prezzo di uno ce ne mandavi tre. Ecco perché si fanno a luglio, perché con gli stabilimenti balnerari riesci a fare un accordo diverso.

    Gli uffici hanno dimostrato, in questo caso, di giocare sulla pelle degli anziani. Io ho visto le lettere di sollecito della Romano, di sei mesi e non sono riusciti a fare nulla, ora in fretta e furia ci riescono? In altri tempi, quando la politica aveva un senso, a fare politica cerano persone serie. Un conto erano gli scontri che potevi avere con Giamberardino stesso (presidente del municipio degli anni 90) e gente che comunque lontano da me, i Fratini, i Palumbo (ex consiglieri di sinistra) che potevamo essere distanti ma su alcune cose, fermi. Poi entrava in campo la politica. Se avessi beccato loro a fare una stupidaggine di questo tipo, sa le teste che rotolavano? Oggi ti “ si sa”. Non lo posso concepire. Gli anziani aspettano per una anno  di passare una giornata decente, gente che sta da sola, come fai a dire ormai è successo, come se non fosse successo niente? Prima o poi lo dovranno capire no?».

    Luciana Miocchi

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    Scoppia il caso raccolta firme a Settebagni – di Luciana Miocchi

    1 Giu

    Con una nota diffusa alle agenzie di stampa, il Pd del III Municipio insorge oggi contro le modalità di raccolta delle firme a sostegno della permanenza della postazione dell’ares 118 nel quartiere di Settebagni, che un’iniziativa di una non meglio specificata dirigenza vorrebbe portare altrove, ancora non si sa dove nè quando.

    E’ da qualche giorno, infatti, che, a seguito di una riunione promossa dal consigliere municipale Fabrizio Santinelli, Fdi, con la partecipazione dei consiglieri regionali Antonello Aurigemma e Laura Corrotti, nella quale veniva manifestata l’intenzione di promuovere una raccolta di firme da effettuare con la collaborazione delle principali attività commerciali di Settebagni, sono comparsi i fogli di raccolta firme da consegnare in regione. Trattandosi di iniziativa nella quale non era stato coinvolto il comitato di quartiere in maniera diretta, un primo post di promozione veniva fatto ritirare  su proposta di alcuni membri in disaccordo non con la finalità – più che giusta e condivisibile – ma con le modalità della raccolta, anche a seguito della segnalazione, sia di persona che sui social, da parte di alcuni residenti e riguardanti difetti della modulistica che non riportava la normativa necessaria e mancante, nei casi contestati, anche della lettera contenente la petizione. Fatto che può comportare una ammenda che può arrivare ai 50.000,00 euro per violazione della privacy nel trattamento dei dati personali, come da normativa vigente.

    In seguito alla differenza di vedute sull’argomento, il direttivo, dopo una consultazione informale, optava per la pubblicazione, per chi non avesse ravveduto nessun ostacolo, tramite il proprio profilo personale.

    La pubblicità sui social ha portato la questione oltre i confini del quartiere e così è arrivata questa mattina la nota del Pd, che fino a quel momento non aveva reagito nemmeno a un volantino provocatorio a firma del Santinelli, del seguente tenore letterario:

    Gira da qualche giorno a Settebagni una raccolta firme promossa dal gruppo Fratelli D’Italia che non soltanto racconta ai cittadini una bugia sul 118, ma viola tutte le normative in materia di raccolta dei dati e di tutela della privacy. La segnaleremo ovviamente al garante per la privacy ed invitiamo i cittadini a non fornire i propri dati personali ad una forza politica che ovviamente li userebbe per la propaganda elettorale. Per quanto riguarda lo spostamento del 118, come Partito Democratico abbiamo già espresso, nell’ordine del giorno approvato giovedì 27 maggio, le nostre preoccupazioni. Nella riorganizzazione del servizio sanitario locale abbiamo chiesto alla Regione Lazio e alla ASL RM 1 di attivarsi per mantenere, nello Spoke previsto in Via Salita della Marcigliana, anche la postazione del 118. Voler strumentalizzare questa situazione, che ci dovrebbe vedere tutti uniti ed impegnati nell’interesse del territorio e dei servizi offerti alla cittadinanza, dando la responsabilità al PD, è indice di una grave ignoranza e della volontà di ingannare i residenti del quartiere carpendo i loro dati per finalità politiche che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico. Continueremo a batterci per aumentare i servizi sul territorio e per smascherare becere operazioni di propaganda elettorale” lo dichiarano in una nota Filippo Maria Laguzzi e Federica Rampini, rispettivamente Presidente del Consiglio e capogruppo del Partito Democratico del III Municipio di Roma.”

    Nel frattempo, sembra che si stia provvedendo alla correzione dei moduli incriminati, anche se rimane qualche dubbio sulla validità dell’intervento postumo. C’è da scommettere che le contromosse arriveranno in tempo reale. Nel frattempo il quartiere aspetta delle risposte.

    Luciana Miocchi

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    Sparisce la Lega dal consiglio del III Municipio di Roma Capitale: Fabrizio Bevilacqua passa a Fratelli d’Italia – di Luciana Miocchi

    6 Apr


    Con una nota trasmessa all’AdnKronos, FdI annuncia l’adesione al partito di Fabrizio Bevilacqua, consigliere municipale del III Municipio, eletto a Ottobre con la Lega ma con una lunga militanza a destra, già dal 1993, quando giovanissimo fece in tempo a candidarsi con il simbolo del Msi. Il coordinatore romano di FdI, Massimo Milani così si è espresso: “siamo davvero onorati di questa scelta. Fabrizio si aggiunge ai consiglieri Giordana Petrella, Manuel Bartolomeo, Fabrizio Santinelli e Serena Troiani che costituiscono un gruppo già forte e autorevole nel III Municipio”. Un’accoglienza ufficiale , calorosa e ricercata quella di Bevilacqua che, insieme a Milani, al capogruppo di Fdi alla Regione Lazio Fabrizio Ghera e al dirigente della federazione Bruno Prestagiovanni, è stato ricevuto dal vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli. ”Per Fratelli d’Italia – ha detto Rampelli – il rapporto con il territorio è sempre stato un valore aggiunto, soprattutto a Roma. E Fabrizio, lo dimostrano le sue decennali battaglie, è un riferimento per tutti i cittadini di quel popolosissimo Municipio di Roma che conta oltre 200mila abitanti e che si porta dietro annose criticità che insieme affronteremo nell’interesse dei cittadini. Un benvenuto a Fabrizio Bevilacqua”.

    Luciana Miocchi

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    Cristiano Bonelli, ex presidente del III Municipio di Roma Capitale è il nuovo assessore all’Urbanistica, erp e personale del VI Municipio – di Luciana Miocchi

    6 Mar

    Cristiano Bonelli, Lega, già presidente Pdl del III Municipio ai tempi del Sindaco Alemanno, è il nuovo assessore all’Urbanistica, erp e personale della giunta Franco, unica compagine di centro destra ad amministrare un Municipio di Roma Capitale dopo l’ultima tornata elettorale, il VI, quello delle Torri. Subentra a Rosario Onorati, prima Pd poi Lega, che lascia pare per motivi personali, di famiglia o di lavoro, le fonti sono discordanti.

    Queste le prime parole del nuovo assessore, una vita spesa per Montesacro, dove è ancora tutt’oggi ricordato: “mi piacerebbe si smettesse di catalogare il municipio di Tor Bella Monaca come periferia difficile. In pochi giorni ho conosciuto già tante brave persone che si dedicano alla vita di quartiere in modo propositivo. Metterò in campo buona volontà e l’esperienza maturata negli anni passati e studio attento del territorio. Ho al mio fianco una bella squadra, dalla giunta ai consiglieri di maggioranza. Il Sindaco qui dovrà dimostrare le sue reali capacità e il desiderio di investire risorse adeguate“.

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    Storia di improbabili ciclovie con parcheggi acrobatici e traffico prossimamente in tilt. Come una buona idea può diventare pessima se non si verifica sul campo – di Luciana Miocchi

    5 Mar

    Erano state annunciate nella passata sindacatura e, su via di prati fiscali e in altri punti del municipio III, anche realizzate. Il progetto delle ciclovie sta andando avanti, il dipartimento di Roma Capitale ne ha ora disegnate in via delle isole curzolane e in viale ionio. Allungando le proteste degli utenti. Molti ciclisti non le usano perchè pericolose, a contatto diretto con i parcheggi delle auto e quindi a rischio di impatti improvvisi con gli sportelli aperti inopinatamente. Spesso interrotte da pali, secchioni dell’immondizia e fermate della bus, in alcuni punti di viale ionio lo spostamento degli stalli auto per far posto alla corsia riservata ai cicli ha portato alla riduzione a una sola corsia della strada, con conseguente prevedibile formazione di ingorghi mostruosi, non appena il cantiere sarà terminato. Che i lavori siano stati autorizzati senza i necessari sopralluoghi preventivi allo scopo di correggere le problematiche ? Cosa farà il dipartimento quando si moltiplicheranno le segnalazioni? Qualcuno avrà il coraggio di riparare gli errori di progettazione, a costo di investire ingenti risorse pubbliche?

    Luciana Miocchi

    Non ci sono ancora macchine parcheggiate negli stalli disegnati in terra. Poi cosa accadrà?
    Semaforo di immissione in via Pantelleria. Le macchine sono in fila per svoltare a destra. Per andare dritto bisogna passare sui segni bianchi, ora che ancora si può

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    Apre il 2 dicembre l’ufficio postale mobile a Settebagni – di Luciana Miocchi

    30 Nov

    Il Comitato di Quartiere di Settebagni aveva già spedito una pec per rinnovare la richiesta di informazioni circa il destino del furgone di Poste Italiane allestito a ufficio postale mobilie, parcheggiato da alcuni giorni nel piazzale antistante Roma 111, in via Salaria ma non ancora entrato in funzione. Il Cdq ha contattato poste, la presidenza del Municipio, l’Ufficio del Sindaco e Poste. Nel pomeriggio il presidente del Municipio Paolo Marchionne, con una telefonata ha portato la notizia che tutti stavano aspettando: il due dicembre, finalmente, l’ufficio postale mobile aprirà al pubblico, ponendo cosi fine ai pellegrinaggi nelle poste dei quartieri limitrofi.

    Pare che il ritardo sia da ascriversi alla mancanza dei servizi chimici. Problema risolto, non resta che fare il conto alla rovescia.

    Luciana Miocchi

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    Settebagni, l’ufficio postale chiude per più di un mese. Disagi anche per i prelievi al postamat – di Luciana Miocchi

    5 Nov

    L’ufficio postale di RM 111 chiuderà per più di un mese, dal 15 novembre al 22 dicembre 2021, se le consegne saranno rispettate. Nessuno degli operatori sembra informato sul tipo dei lavori che verranno eseguiti, d’altra parte non v’è ancora un direttore nominato, la sede è vacante e si va avanti con i sostituti da un bel po’. Se per il pagamento delle bollette la soluzione si può trovare facilmente presso i punti abilitati da lottomatica e altri intermediari, le preoccupazioni maggiori sono per i servizi di spedizione pacchi, raccomandate e notificazioni giudiziarie per le attività e per il postamat, perché durante tutta la durata dei lavori non sarà possibile rifornirlo di contanti, quindi l’unica alternativa per prelevarli rimane l’atm della banca Intesa, qualche centinaio di metri più in là, con le ovvie commissioni aggiuntive. Un bel problema, soprattutto per la popolazione più anziana. C’è agitazione tra l’utenza, il presidio di poste serve sia il quartiere di Settebagni che quello di Castel Giubileo e una buona parte di Colle Salario e di recente ha subito un declassamento, per cui c’è anche il timore che alla riapertura scompaia l’apertura pomeridiana, soluzione molto comoda anche per le centinaia di attività produttive del bacino d’utenza, che pare dipenda però dalle disposizioni del direttore titolare, quando arriverà, secondo le sue valutazioni.

    Per ovviare alle necessità degli utenti è stato predisposto un sportello dedicato presso l’ufficio postale di via Sinalunga, a Fidene, dove rivolgersi per il ritiro delle raccomandate in giacenza e tutte le problematiche legate ai depositi del 111. La direzione ha scelto quello perché è il più vicino. Infatti lo sportello della Motorizzazione, sulla via salaria, è ormai chiuso in via definitiva. Purtroppo per i residenti più fragili, sarà una via crucis fino alla riapertura, un duro colpo all’autonomia: non c’è un collegamento diretto dei trasporti pubblici, bisogna contare su un passaggio offerto da parenti o amici. E anche per chi guida, via Sinalunga soffre da sempre l’assenza di parcheggi, con tutte le complicazioni del caso.

    Non resta che sperare nella celerità dei lavori, anche se da stime approssimative potrebbe volerci molto di pìù del mese dichiarato e che Poste Italiane, per lungo tempo un presidio di prossimità anche nei posti più sperduti della penisola al pari dei Carabinieri, che in questo caso distano poche decine di metri, rendendo di fatto l’ufficio uno dei più sicuri di Roma, mantenga tutti i servizi con l’orario di apertura pomeridiano.

    Luciana Miocchi

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    Elezioni del 3 e 4 ottobre 2021: I Quattro candidati principali alla presidenza del III Municipio – di Luciana Miocchi e Alessandro Pino

    1 Ott
    La sede della presidenza del Terzo Municipio di Roma Capitale in piazza Sempione

    Breve presentazione di vecchie e nuove conoscenze in corsa per amministrare lo sterminato territorio di Montesacro, in rigoroso ordine casuale

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    Un professore per i Cinque Stelle : Dario Quattromani

    Il Candidato dei Cinque Stelle ha l’arduo compito di far dimenticare l’ingloriosa uscita di scena della prima giunta a guida pentastellata, caratterizzata da un’alta litigiosità

    “A dicembre compio 43 anni. Sono nato a La Spezia ma vivo nell’area metropolitana di Roma dal  1981, abitando all’Aurelio e a Ostia. Dal 2003 ho iniziato a lavorare in zona e sono residente qui a Porta di Roma dal 2007. Studio e insegno Scienze Politiche all’Università, mi sono occupato degli attivisti al tempo del Meet Up prima e delle liste di Beppe Grillo poi. Successivamente e piano piano, mi sono confrontato con loro nella attività di studio.

    Dario Quattromani, candidato Movimento Cinque Stelle

    Cosa l’ha portata a candidarsi alla Presidenza del III Municipio?

     Fondamentalmente l’idea era di sistemare delle situazioni che si erano create nel corso degli anni all’interno dei gruppi municipali per ovvii motivi legati all’andamento delle scorse elezioni. Collaborando dal di fuori ai gruppi municipali ho visto l’occasione per dare un segno di unità all’attività. C’è stata una votazione interna tra gli attivisti quest’estate e oltre a me c’erano altre persone che si sono presentate e ognuna ha espresso la preferenza per il candidato presidente. Io ho portato la mia idea di lavoro e ho raggiunto la maggioranza dei voti. Ci siamo confrontati anche con i consiglieri uscenti del Movimento all’interno che non avevano optato per una continuità a livello municipale, di conseguenza noi che volevamo lavorare sul III ci siamo trovati.

    Lei insegna materie politiche, questo può avvantaggiarla?

    Conosco i tempi della politica per professione – insegno infatti a contratto Scienza della Politica all’Università della Tuscia e alla Link Campus e da quest’anno anche alla D’Annunzio – per studi precedenti e per attività successiva perché negli ultimi quattro anni mi sono occupato della comunicazione del gruppo del Movimento in Città Metropolitana, dove sono funzionario di ragioneria.

    Saprebbe smorzare eventuali rivalità interne che sono poi quelle che creano problemi…

    Ci sono realtà collettive, studi di psicologia del gruppo che devono sempre essere messi all’ordine del giorno nella gestione di una squadra, ci sono dinamiche che sono presenti chiaramente in tutti i gruppi, in alcuni escono fuori e in altri meno, è chiaro che quando tutto è all’ordine del giorno possono sembrare più eloquenti. Quindi l’idea è di trovare una capacità di unire le problematiche precedenti avendole studiate, ho scritto e ho pubblicato su questo quindi ho studiato in maniera approfondita e quindi per evitare per esempio nella composizione della squadra problematiche precedenti.

    Che sono state secondo lei…

    Mah il problema di fondo è che io vado sempre nella ricerca di soluzione sul fatto di essere umano e quindi gli umani che si trovano ad avere delle responsabilità in un momento particolare della propria vita hanno anche la risposta a quella che è la gestione della presidenza di una Commissione, una attività di assessorato che magari era una esperienza che prima non c’era, avendola osservata dal punto di vista dell’opposizione, dell’attivismo che è cosa diversa dall’essere all’interno di una amministrazione- io lavoro in amministrazione da 18 anni- e quindi dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista politico

    A proposito di antipolitica…

    Fare politica come l’ho sempre considerata nel percorso che ho intrapreso continuando  gli studi  è il servizio più alto che si possa dare alla comunità di riferimento. L’antipolitica del Movimento Cinque Stelle nasce nei confronti di un tipo di politica che ho testimoniato anche nelle mie interviste quando nel 2015 pubblicammo un libro sugli attivisti del M5S che fu il primo lavoro dai tempi di Alberoni negli anni Settanta sugli attivisti di partito: studiammo le varie realtà locali e le varie differenze, io mi occupai di Roma, altri colleghi di altre città e scoprimmo che fondamentalmente l’antipolitica non era nei confronti del fare politica ma nei confronti dell’attività politica intesa come…a livello accademico parliamo di partiti di cartello, di partiti che rimangono nelle istituzioni e non producono per la comunità ma per mantenersi.

    A proposito di problemi…il Movimento è caduto anche in altri Municipi

    Prima del Terzo c’è l’Ottavo Municipio, successivamente ce ne sono stati altri che hanno avuto delle problematiche simili ma differenti nel caso particolare perché chiaramente ogni Municipio è differente. Troviamo delle realtà di alcuni municipi estremamente solide dal punto di vista strutturale, faccio l’esempio di Ostia, del Sesto Municipio, che hanno avuto meno problematiche di questo tipo perché avevano una struttura che negli anni si era solidificata ed era diventata un gruppo effettivo. Altri Municipi hanno chiaramente sofferto di problematiche che nascevano dalle gestioni precedenti degli stessi municipi e dal ricambio a volte che c’era o che non c’era dell’attivismo. Chiaro che i risultati dicono che il Movimento ha in alcuni municipi delle solidità importanti e in altri si è dovuto ricominciare, il nostro caso è uno di questi, legato anche a problematiche che prescindevano talvolta dal fare politica in sé, alla considerazione di certe situazioni, a volte anche con il senno del poi.

    Qual è il programma politico che vi siete dati per queste Elezioni?

    Obiettivo è innanzitutto quello di mettere al centro il cittadino nelle scelte della amministrazione municipale cosa che in questo triennio di amministrazione uscente non è avvenuto in maniera evidente, cosa che è fondamentale nel momento in cui il Municipio è l’amministrazione più di prossimità nei confronti dei residenti. Il cittadino torna ad essere centrale e perché da cittadino mi pongo come obiettivo – abito qui a Porta di Roma- sono venuto qui con un progetto d vita di un certo tipo, la realtà poi mi dimostra che le situazioni non sono ancora state gestite. La situazione dei servizi nei confronti dei cittadini, la ripresa della riqualificazione a livello dei mercati, che sono il cuore pulsante dei quartieri del Municipio e che permettono ai cittadini dopo un anno e mezzo di lockdown e di pandemia di riprendere i rapporti che erano stati non a causa loro allora interrotti e quindi la possibilità di ritrovare quel senso di comunità che è il cuore pulsante di un Municipio così vasto come il nostro, abbiamo una popolazione talmente estesa e un territorio che va a toccare talmente vari confini anche soprattutto naturali che è necessario ritrovarsi e comprendere di essere al centro delle decisioni che vengono prese dalla amministrazione.  Questo grazie agli strumenti che già sono presenti a livello comunale e che vanno portati avanti a livello municipale. Io  mi occupo di bilancio partecipativo e di assemblee di cittadini a livello scientifico, il miglior modo di riprendere questa partecipazione dei cittadini rispetto ai progetti è quello di uscire da situazioni clamorose come la gestione di piazza Sempione o come altre decisioni che sono legate a una gestione personale, non dal punto di vista degli interessi personali ma delle volontà personali, in questo caso…quindi l’idea di fondo è quella di non dimenticare i cittadini nelle scelte perché noi abbiamo un programma lo presenteremo questa domenica mattina ma che i cittadini possano partecipare alle eventuali modifiche che possono essere portate a integrazione rispetto a dei punti che chiaramente nel corso della amministrazione venissero fuori come fondamentali. Quindi chiedere questo spiegando cosa si può fare e cosa non si può fare e perché è importante riprendere il collegamento con le altre realtà confinanti.

    Un obiettivo per gli eventuali primi 100 giorni di amministrazione?

    I primi 100 giorni sono i momenti nei quali vanno messe le fondamenta di una gestione che poi andremo a portare avanti. Innanzitutto quando si arriva in una amministrazione si cerca di capire cosa c’è, che strutture abbiamo, perchè abbiamo i mezzi che non sono utilizzati, parlo di patrimonio disponibile, di servizi che magari sono sospesi per motivi che dobbiamo scoprire, fondamentalmente lo stato dell’arte della amministrazione nel momento in cui abbiamo il passaggio di consegne e iniziare sicuramente a riqualificare i mercati rionali, a controllare le questioni che sono partite in questa poco animata consiliatura breve e modificare come le situazioni in corso possono essere migliorate per andare incontro ai reali bisogni dei cittadini. Chiaramente far comprendere cosa vuol dire che diventino il riferimento di ascolto della nuova amministrazione.

    Un punto del programma al quale tenete di più ?

    Fondamentale la ripresa per tutto il paese ma noi come municipio contiamo sul rapporto integrato tra il settore culturale e il settore del commercio, dobbiamo leggere questi due settori in maniera integrata perchè uno sia il volano dell’altro e permettono al municipio di guadagnare ciò che non riesce a essere fruito dai cittadini. Il ruolo della cultura, la presenza ad esempio anche all’interno dei nuovi mercati riqualificati, punti legati alla distribuzione di libri, banchi ad hoc per questo.

    E nei quartieri in cui questi mercati non ci sono?

    Trovare in sintonia con i comitati di quartiere delle modalità e situazioni di collegamento con associazioni culturali in modo da fornire servizi non presenti all’interno dei mercati ma che hanno dei riferimenti solidi nel territorio del municipio.

    Metro o people mouver?

    Il people mover è in fase di programmazione anche importante, i tempi sono differenti, il discorso fondamentale quale è: se noi vogliamo progettare da qui a 4/5 anni abbiamo la possibilità di lavorare con il people mover con tempi certi, con impatto minore rispetto agli scavi della metropolitana. Il problema quale è, non è che un mezzo di trasporto va per forza a sostituirne un altro, è necessario avere più possibilità di trasporto su uno stesso territorio che va a riempirsi e va ancora di più a popolarsi, quindi le prospettive non possono essere a dieci anni ma prevedere la necessità di un maggiore carico del trasporto e quindi iniziare con il people mover per poi vedere le possibilità…

    Cosa farete nell’ipotesi di un ballottaggio?

    Mi pongo nell’ottica di arrivare vincente al primo turno perchè chiaramente l’obiettivo è prima risolviamo una questione prima cominciamo a lavorare sul resto. Altrimenti bisognerà vedere con chi si andrà al ballottaggio.

    Perchè un non attivista dovrebbe votare cinque stelle?

    Legato e slegato alla mia presidenza, io sono qui, ho la possibilità di contribuire sul territorio, con un gruppo di persone col quale condivido dal primo decennio di questo millennio una serie di idee e di ragionamenti, che poi sono chiamate politiche ma erano prima di tutto la ripresa delle attività dei cittadini, io ai miei ragazzi faccio leggere Hanna Arendt, degli studi che ti permettono di comprendere il perchè è importa

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    Una dottoressa per Calenda: Marta Marziali, lista Civica

    Marta Marziali, Lista Civica per Calenda Sindaco

    Medico, impegnata nel volontariato da anni, neofita del mondo a se che è l’amministrazione di un territorio

    Note biografiche

    “Ho 43 anni, sono madre di quattro figli e sono un medico, specialista del servizio sanitario pubblico e lavoro da più di venti anni nel servizio sanitario territoriale. Questo vuol dire che mi occupo sia di ambulatori sul territorio che di assistenza domiciliare. Faccio parte del Global Heart Medicine. una associazione di medici che nel suo tempo libero fa consulenze per presidi di telemedicina in tutto il mondo. Durante il covid l’abbiamo riscoperta. Durante l’emergenza covid ho fatto parte di quei medici che nel loro orario extra hanno lavorato con le unità di soccorso territoriale per il covid a domicilio. Da sempre sono molto impegnata nel volontariato, la mia storia parte come scout, ho lavorato con vari gruppi della stazione Tiburtina per portare i pasti quando ero ragazza, poi tutti gli anni dell’università mi sono dedicata agli studi di medicina e ho ripreso negli ultimi anni soprattutto con la collaborazione con la Protezione Civile con associazioni che si occupano di assistenza ai più deboli, in particolare con la raccolta alimentare e la distribuzione di pacchi alimentari. Sono cresciuta a Monte Sacro, sono andata al nido alla scuola Cecchina, poi alla Montessori, mia madre era assistente sociale e le mie estati le passavo dentro le torri di Vigne Nuove.  Ho iniziato a lavorare al carcere Mammagialla di Viterbo, poi sono stata trasferita e ho sempre lavorato nelle estreme periferie e in tutto il Terzo Municipio. La scuola media l’ho fatta in quella che si chiamava la scuola azzurra dove adesso è il liceo Orazio, poi al Nomentano. Vivo nella parte alta di Città Giardino. Ho deciso di iniziare a pensare di far politica quando ho visto parlare per la prima volta la ministra Bonetti alla Leopolda, Perchè ha parlato del piano di quella che oggi è una legge, il family act. Sono una donna una mamma non mi sento giorgia meloni perchè sono una persona che vuole mettere insieme famiglia e lavoro ma voglio pensare che avere quattro figli sia un ulteriore contributo che io do alla società non solo con il mio lavoro e la mia carica umana ma con la possibilità di costruire un futuro di questo paese. Sentire che una ministra mi parlasse di un investimento che lo Stato voleva fare mi è sembrato una rivoluzione rispetto a quello che in Europa si fa da sempre. Tutta la città in generale non è a dimensione di famiglia. Devo far sì che altre donne come me si sentano accolte da una comunità, ci deve essere una rete solidale non di singoli isolati che si offrono ma di municipio”.

    Come è arrivata la candidatura alla presidenza del Municipio?

    Ero candidata come consigliera, Calenda ha visto il mio curriculum, voleva una donna, ha visto che avevo delle grandi capacità di comunicazione e competenze di conoscenza profonda del territorio perchè io visito e vado dentro le case conosco i drammi da dentro, conosco la solitudine degli anziani. Faccio karate in una associazione di questo municipio, le attività sportive sono state per molti ragazzi la salvezza e devono continuare a essere la salvezza. Carlo Calenda ha visto questo in me, una esperienza a 360 gradi sul nostro territorio, dal punto di vista della cifra umana della capacità di ascolto.

    Come si può riassumere il progetto politico che rappresenta?

    La sostanza è che Carlo Calenda ha candidato una donna che rappresenta molto di più le donne di altre candidature. Andrà in maniera indiretta a toccare i programmi comunali soprattutto per rifiuti e trasporti. Trasporti cercheremo di spingere non avendo competenze dirette è che venga completata la metro B e che venga iniziata la D perchè è un municipio che per 210000 persone ha due fermate della metro. Stiamo sostenendo la riapertura della stazione val d’ala che è un collegamento con Guidonia in parallelo a quella della metro. Uno dei grandi problemi di questo municipio è il traffico , l’obbligo a utilizzare il mezzo privato, ci sono quartieri che hanno un accesso ridottissimo ai mezzi pubblici, i trenini devono aumentare di frequenza e devono essere facili da raggiungere, quindi cercare di deviare il trasporto pubblico per rendere più rapido il passaggio con i trenini che già abbiamo. Punto per me fondamentale è il verde pubblico e tutte le attività culturali connesse, come mamma non posso pensare che l’unico spazio che hanno i nostri bambini sono dei parchi che sono completamente all’abbandono, ho girato una serie di associazioni che tengono cura dei parchi, in questo senso sia ripristinare i parchi municipali, uno dei punti centrali per noi è il recupero dei parchi, mettere i chioschi, dove ci sono ripristinarli e fare i bandi, dove non ci sono dare la possibilità di fare perchè il chiosco deve poter garantire la pulizia, l’apertura, per me i parchi devono essere chiusi la notte. I parchi e i chioschi possono diventare i garanti di un servizio di manutenzione che in questo momento il municipio per le poche risorse che ha… dal punto di vista culturale iniziare ad avere una offerta culturale che sia una alternativa valida, abbiamo un unico teatro che è quello degli Audaci, ho fatto tanti giri nei mercati a parte il famoso problema di Val Melaina che tutte le liste vogliono completare. I mercati sono un fiore all’occhiello ma devono diventare anche dei posti vivaci che possono assumere un significato sociale, loro vogliono mettere una linea internet perc cui la gente potrebbe decidere di avere delle postazioni con smart working all’interno dei mercati. All’estero sono stati recuperati fior di edifici, noi potremmo recuperare subito gli edifici che sono al parco della villa di Faonte ci sono due edifici già ristrutturati, uno dovrebbe diventare un museo archeologico ma sull’altro c’è una potenzialità incredibile di fare una struttura polifunzionale, di coworking, una struttura in cui fare delle attività per i giovani, una biblioteca leggera. Per me fare culturapartendo dalle biblioteche dagli spazi in cui si possa stare insieme e fare comunità, fare delle iniziative anche agili di cultura è fondamentale, abbiamo tutti i fondi delle opere a scomputo da realizzare.

    Perchè le persone dovrebbero votarla?

    Perchè abbiamo dal punto di vista pragmatico delle soluzioni nuove e dichiarate prima, la mondezza è dappertutto e nessun candidato vi dirà che è per la mondezza, la differenza è che Carlo Calenda dà delle soluzioni su come risolvere la spazzatura da undici mesi e per ogni punto del nostro programma abbiamo delle soluzioni, una idea di dove reperire i fondi e dove andare a realizzare questo. La nostra è una scelta di pragmatismo, io sono stata scelta perchè sono una donna del fare a differenza di…sono una persona pragmatica. Sul municipio perchè vogliamo riportare i cittadini al centro del municipio ma i cittadini di tutti i tipi, riportare delle soluzioni per il disagio sociale che siano trasversali vadano dagli anziani ai giovani alle famiglie, riportare una viabilità, riportare una serenità di un municipio in cui non ci si può mettere una ora e mezza al giorno per andare al lavoro, in cui sia possibile aver  degli spazi per l’attività sportiva, in cui ci sia una assistenza maggiore alla disabilità.

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    Una consigliera di esperienza per il centro destra: Giordana Petrella

    Con un’esperienza più che decennale nel parlamentino di piazza Sempione, era la scelta più logica sin dal primo momento, anche se la conferma della candidatura è arrivata sul limitare delle scadenze elettorali.

    Giordana Petrella, Fdi, coalizione di centro destra

    Brevi note biografiche

    Quarantadue anni, due figli, un compagno incontrato grazie al comune impegno politico, Manuel Bartolomeo, più giovane di qualche anno che l’ha sempre sostenuta, anche a volte facendo un passo indietro per non essergli d’impaccio su uno dei territori più difficili su cui possa muoversi una donna lavoratrice e madre, dimostrando che con la persona giusta a fianco nulla è impossibile.

    Come si è arrivati alla sua candidatura?

    Il mio partito, ovvero fratelli di italia, fin da subito ha espresso sul tavolo di coalizione la volontà che a rappresentarlo in Municipio fossi io. Nessuno degli altri partiti ha fatto delle controproposte, quindi, verosimilmente erano tutti, e di fatto lo sono stati, d’accordo sul mio nome. Il ritardo sulla rappresentazione della scelta dei candidati non è dipeso dal nostro Municipio ma è dipeso da Roma, perché magari su altri Municipi la decisione è stata più difficile ma in linea di massima una coalizione fa uscire i nomi tutti insieme, non uno prima e un altro dopo. La mia è stata una candidatura condivisa da tutti quanti e quindi sono lusingata dal fatto che è stato riconosciuto il mio impegno sul campo, che dura ormai da 13 anni. Non è stata una candidatura dall’alto ma proprio dal basso, una candidatura di territorio.

    Quali sono i punti cardine del vostro programma politico?

    E’ un programma abbastanza corposo. Di base io sono una persona che mai farebbe delle proposte ai cittadini sapendo in partenza di non poterle realizzare. Al di la del colore politico che rappresento, sono una che si mette sempre in gioco e, soprattutto, fa sempre un passo indietro rispetto a quelle che sono le richieste dei diversi quartieri. In un Municipio cosi grande le richieste possono essere differenti, cosi lontane le une dalle altre e mai rifarei l’errore dell’ultima passata amministrazione, che ha preso delle decisioni su progetti fondamentali, come per esempio quello di piazza Sempione, senza prevedere un confronto con la cittadinanza e poi il risultato si è visto, l’amministrazione ha dovuto fare dei passi indietro, come a riguardo dello spostamento della madonnina, l’esempio cardine di quello che è stato il finale di questa amministrazione. Ma troppi progetti non sono stati condivisi con la popolazione, invece per me questa è la base, cosi ho imparato a fare politica. Certo, è vero che poi chi amministra deve essere in grado anche di prendere delle decisioni che a volte vanno in contrasto con le idee che può avere un comitato piuttosto che un altro, un quartiere piuttosto che un altro, quindi poi sta all’amministrazione capire qual è l’obiettivo finale per il bene comune. Dopo di che, abbiamo dei progetti che sono davvero importanti e che toccano la realtà di quello che è il bisogno del territorio. Ad esempio, per il commercio abbiamo un progetto per l’e-commerce che sarebbe un po’ come un piccolo amazon di quartiere.

    Un altro punto fondamentale, i cassonetti della spazzatura: non possono essere tolti dal giorno alla notte, tanto più che in questi anni la città ha fatto enormi passi indietro sulla raccolta differenziata, eliminando in alcuni casi anche il porta a porta. Il problema principale della raccolta differenziata a Roma è innanzitutto di approccio: è sbagliato dire che bisogna differenziare per rendere più pulite le strade, il rifiuto differenziato può e deve diventare una risorsa, può avere un valore economico. Bisogna differenziare in primis per ottenere nuovi prodotti, la pulizia e il decoro devono essere una logica conseguenza di questo modo di pensare. Per questo con Enrico Michetti (candidato Sindaco per il cdx, ndr) abbiamo messo a punto un nuovo piano per rivoluzionare il sistema della raccolta differenziata. Il cittadino che diligentemente separa le varie frazioni dei rifiuti, svolge a tutti gli effetti un lavoro. E non esiste lavoro degno di questo nome che non venga giustamente remunerato. La nostra rivoluzione sulla raccolta differenziata si compirà esattamente così: riconoscendo un valore al cittadino che conferisce lo scarto separato secondo tutti i crismi. Il piano prevede di partire con la plastica, l’alluminio e il vetro, che possono essere raccolti tramite macchine automatiche di conferimento del rifiuto, dislocate in ogni angolo della città. Il cittadino porterà le bottigliette di plastica presso le macchine mangiaplastica, in base a quanta plastica porterà in riciclo gli verranno riconosciuti dei punti che si accumulano su una fidelity card, che possono essere spesi acquistando i servizi che rende la città: biglietti e abbonamenti degli autobus, ingressi in musei e parchi divertimento, sconto sulla TARI etc etc. Così facendo diamo vita ad un meccanismo virtuoso: nessuno butterà più per strada o nel cassonetto qualcosa che costituisce un valore, che può essere speso esattamente come si spendono i punti delle fidelity card dei supermercati. La città sarà di conseguenza più pulita, e gradualmente potremo cominciare a rimuovere i cassonetti dalle strade. C’è poi un piano per valorizzare il rifiuto differenziato, come ad esempio quello di realizzare piste ciclabili e marciapiedi con plastica riciclata, come accade in molte parti d’Europa. E la plastica sarà quella differenziata dai cittadini romani.

    Perché un cittadino dovrebbe votare proprio lei?

    Sono una persona semplice che ha deciso, ormai da tempo, di conciliare un impegno serio e costante sul territorio con quello di genitore. Sono convinta che non  tutta la politica è un male, esiste anche la politica del voler fare e dell’agire, quella che nasce dal basso, dal territorio, per senso di responsabilità, ci ho sempre “messo la faccia“. Questo municipio ha visto alternarsi amministrazioni incapaci di dare una continuità ai lavori di cui necessitava questo territorio, stiamo scontando la loro incapacità e le loro perenni divisioni politiche. Quello che noi proponiamo ai cittadini è un governo stabile serio competente e soprattutto che sia capace di allacciare il rapporto tra cittadini e istituzioni

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    Il ritorno dell’ex presidente: Paolo Emilio Marchionnecoalizione di centro sinistra

    Paolo Emilio Marchionne, candidato Pd per la Coalizione di centro Sinistra

    Eletto nella sfortunata consiliatura di Ignazio Marino, decadde quando questo si dimise, aprendo la porta ai cinque stelle. Non si ricandidò alle elezioni municipali suppletive di tre anni fa, ora ci riprova

    E’ l’unico dei candidati che ha già provato l’esperienza di amministrare un territorio grande come la città di Bologna. O, almeno, aveva iniziato, quando le dimisssioni da sindaco di Ignazio Marino interruppero il suo cammino dopo soli due anni. Il dilagare del movimento, forte dell’ondata emotiva causata dall’inchiesta del Mondo di Mezzo, arrivò fino a piazza Sempione, togliendogli la possibilità di tornare nell’Ufficio del Presidente. Archiviata prematuramente la litigiosissima consiliatura Capoccioni, non si ripresentò – o non fu ripresentato, questo negli ambienti esterni al PD non è mai filtrato – rimendo a bordo pista per i tre anni della consiliatura Caudo. Dopo aver vinto le primarie del centro sinistra, eccone il ritorno. Note biografiche e programma possono essere reperiti in rete, come da depliant elettorali sparsi un po’ ovunque: purtoppo il tour de force a cui lo ha costretto il mese di campagna elettorale serrato e pressante non ha dato il tempo né a lui né al suo entourage di rispondere alle stesse domande che sono state sottoposte agli altri candidati, con preghiera di evitare le risposte già preconfezionate e standard: note biografiche, come si è arrivati alla candidatura, i tratti piu importanti del programma e perché votare proprio lui/lei. Dopo tutto è comprensibile tale erculeo sforzo: una ulteriore bocciatura delle urne sarebbe un colpo durissimo, da cui potrebbe essere difficilissimo riprendersi.

    Luciana Miocchi                               Alessandro Pino  

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    Ora è ufficiale. Le elezioni amministrative si terranno il 3 e il 4 ottobre 2021 – di Luciana Miocchi

    3 Ago

    La conferma tanto attesa è arrivata: Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, ha firmato poco fa il decreto: si voterà il 3 e il 4 ottobre in 1.162 Comuni, di cui 18 capoluoghi – tra questi Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli, considerati il termometro su cui tarare le strategie per le prossime elezioni politiche – il turno dell’eventuale ballottaggio sarà due settimane dopo, domenica 17 e lunedi’ 18 ottobre.

    Luciana Miocchi

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    Manuel Bartolomeo, dirigente FdI di Monte Sacro, è uno dei primi ad annunciare la candidatura alle prossime elezioni municipali di ottobre – di Luciana Miocchi

    26 Giu

    (Roma, 26 giugno 2021)

    È stato uno dei primi in FdI a dichiarare la propria intenzione di partecipare alle prossime elezioni municipali. Rimasto fuori dal parlamentino di piazza Sempione nell’ultima tornata elettorale, Manuel Bartolomeo è tornato più deciso che mai a rappresentare ogni quartiere del Municipio III, tanto da averne inserito i nomi nel suo manifesto elettorale, al contrario di altri che hanno scelto di identificarsi in un quartiere in particolare.

    Allora Bartolomeo, la sua candidatura riporta di attualità il fatto che lei e la sua compagna, Giordana Petrella, più volte consigliera municipale del Pdl prima e di FdI poi, facciate politica entrambi nel terzo municipio e questo vi crea delle ostilità, soprattutto nell’area del centro destra. Come se lo spiega, visto il sostanziale disinteresse del centro sinistra per il vostro status familiare? Nel vostro schieramento vi temono? Siete considerati un pericolo per chi voglia ascendere al municipio? Non vi sentite un po’ i Bartella’s di Montesacro?

    Io e Giordana ci siamo conosciuti quando entrambi già facevamo politica attiva sul territorio, ognuno per conto suo. Credo che questo sia un valore aggiunto per la politica territoriale quindi non vedo perché dovremmo essere temuti da qualcuno, anzi! Ci tengo a precisare però che, nonostante gli obiettivi comuni, facciamo politica in modo diverso e quindi siamo ben distinti.

    I poteri del municipio, allo stato, sono alquanto limitati, le competenze spesso si accavallano intralciandosi con quelle del Comune. Perchè le persone continuano a candidarsi comunque?

    Perché il lavoro sul territorio è la base indispensabile della politica, perché il lavoro sul municipio è l’unico vero “front Office” con i cittadini. Credo che a distanza di quasi 10 anni dall’ultima vittoria del centrodestra a livello amministrativo romano, sia arrivato il momento di cambiare pagina dopo le due esperienze fallimentari del centro sinistra e una del Movimento 5 stelle i cittadini meritano l’impegno e la competenza

    Quindi impegno e competenza ritiene di possederle solo lei e il suo schieramento politico?

    Nessuno nasce con la bacchetta magica per cambiare un territorio con 1 solo mandato elettorale,ma con  l’impegno e il saper condividere e ascoltare i residenti si possono avere grandi risultati a differenza delle ultime 3 amministrazioni.

    Luciana Miocchi

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    Quattro candidature per le primarie del Centrosinistra

    19 Giu

    Un candidato ufficiale del Pd, un ex presidente del Municipio e due donne impegnate e battagliere

    dall’alto in senso orario Francesco Pieroni, Marina D’Ortenzio, Paolo Marchionne, Angela Silvestrini

    Nell’imminenza delle primarie che decideranno la candidatura per il centro sinistra alle elezioni municipali dell’autunno 2021, si presentano i candati espressione del III Municipio. Per restituire un’informazione corretta ed equidistante, ai quattro candidati sono state rivolte le stesse domande: una breve descrizione di se e delle cose che più li rappresentano e il quesito principe, ovvero “perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?”. L’ordine di risposta è scaturito semplicemente dall’ordine di invio, per iscritto, delle risposte fornite, cosi come le foto sono quelle inviate. A tutti e a tutte, gli in bocca al lupo più sinceri e un “vinca chi può”

    Francesco Pieroni

    «Sono tra i fondatori del PD nel III Municipio e questo è un punto che rivendico con orgoglio. Da giovanissimo, tra il 1997 e il 2002, sono stato già consigliere municipale e assessore ai lavori pubblici. Per molti anni ho lavorato in Regione Lazio come capo della segreteria dell’assessorato all’urbanistica prima, della commissione agricoltura, poi. Dal 2018 sono l’unico assessore del PD nella Giunta di Giovanni Caudo».

    Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?

    «Per me è una grande responsabilità rappresentare il partito democratico come suo candidato ufficiale. Sono convinto della necessità che sia il più grande partito della coalizione a dover guidare la rinascita della città, partendo dal Municipio ed arrivando al Comune di Roma Capitale con Roberto Gualtieri, anche lui candidato ufficiale del partito democratico, già ministro dell’economia e commissario a Bruxelles, con una squadra competitiva e credibile, che sappia mettersi in rapporto in sinergia e senza complessi con la regione Lazio e con il governo nazionale»

    Marina D’Ortenzio

    «La mia storia è una storia di militanza da sempre. Ho iniziato giovane il percorso politico spinta dal bisogno e dall’esigenza di cambiare il qui e l’ora delle nostre esistenze, dal sogno di realizzare l’irrealizzabile. Per me la politica, l’impegno, hanno senso solo se riescono a incidere sulla vita delle persone e il territorio è il punto di partenza, ora come molti anni fa. Non si tratta solo di una questione di incarichi istituzionali o di dirigenza politica, che pure ho avuto tanto con i Verdi che all’interno di SEL; non sono questi la condizione necessaria e sufficiente per occuparsi della cosa pubblica, per aspirare al bene comune. La vita è una imprevedibile scala di priorità, a volte chiare e nette altre volte meno, che si diverte a cambiare la distanza da salire. Cambiano gli orari, l’organizzazione delle giornate, gli incontri ma ciò che non passa mai è la tensione alla comunità, è lo scegliere i compagni e le compagne di viaggio con cui andare in mare aperto, senza paura, senza pregiudizi. Questa è la mia storia ed è lo spirito di Liberare Roma. Uno spirito attento con l’assillo di ricostruire e riannodare quei fili che sembravano spezzati. A partire proprio dai territori, dai Municipi, veri avamposti e presìdi irrinunciabili di mutuo soccorso, socialità, comunità. Come lo è il III Municipio. Per questo mi candido: per riannodare un’esperienza con radici forti e obiettivi reali. Che hanno a che fare con la vita».

    Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?

    «Da settimane sento dire, da più voci, che queste primarie sono ‘finte’ o quantomeno hanno un risultato in larga parte già scritto. È tutto vero fino a prova contraria. Ebbene, io assieme ai compagni e alle compagne di Liberare Roma siamo proprio quella prova contraria. Siamo la sfida, la voglia di contendere un campo che sembra essere assegnato, per provare a incidere da dentro, senza subalternità, senza paura ma con le idee ben chiare per una città e un municipio femminista, ecologista e di sinistra! Mi candido, ci candidiamo, per ridare a Roma l’amore e la dignità che merita. Una Roma che torni ad essere capitale dell’inclusione sociale, dei diritti, della lotta alle disuguaglianze».

    Angela Silvestrini

    «Da 25 anni lavoro all’Istat, dove, come primo ricercatore, svolgo la mia attività nel campo della demografia. Vivo con mio marito Rafael, nostra figlia Amaya di 12 anni, mia madre, due gatte e una cucciola di Labrador. Credo nell’importanza di una famiglia dove le diverse generazioni possano vivere sostenendosi vicendevolmente. Credo nell’amicizia fedele e leale, dove ognuno deve impegnarsi per restituire agli altri quello che ha ricevuto. Nel dialogo e nella politica come strumento per rendere migliore la vita di tanti, soprattutto i più deboli. Nel 2018 sono stata eletta consigliera nel III Municipio, dove sono vice presidente del Consiglio, della Commissione bilancio e della Commissione Politiche Sociali. Questa esperienza è stata per me molto positiva e occasione di crescita personale. Mi ha dato modo di confrontarmi su temi rilevanti, specialmente nell’ambito sociale, su cui si deve investire di più, avendo come obiettivo la cura a domicilio e la creazione di reti di cooprogettazione con l’associazionismo e il Terzo settore. Da questa esperienza si è rafforzata la convinzione che per governare bene un territorio bisogna essere e fare squadra».

    Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio lei.

    «Innanzitutto, per una questione di metodo che applico nella mia vita e nell’azione politica: cercare ciò che unisce e lasciare ciò che divide, facendo prevalere la forza del noi, mettendo la solidarietà e gli interessi degli ultimi in primo piano.  Se una città è costruita a misura delle persone più fragili è una città che funziona per tutti. Poi per la credibilità di una vita nella quale ho dedicato molto del mio tempo all’impegno gratuito per gli altri, per i più poveri, impegnandomi da quando avevo 15 anni con la comunità di Sant’Egidio. Fare politica per me non è una carriera personale, è mettermi a servizio degli altri. Non prometto mai successi, ma solo impegno personale. E non dico mai cose che non penso. Chi mi ha conosciuto in questi anni in Consiglio può testimoniarlo. E infine perché penso che la politica abbia bisogno delle donne. Una politica al femminile è una politica che non batte il pugno sul tavolo per intimorire, è una politica che ascolta, cerca di risolvere i problemi in modo pratico e si prende cura anche attraverso la capacità, tutta femminile, di affrontare contemporaneamente situazioni diverse ».

    Paolo Marchionne (già presidente del III Municipio durante la breve sindacatura Marino, ndr)

    «Sono nato nel 1981, sposato con Sara e papà di Enrico e Andrea. Fin da quando avevo 20 anni mi sono impegnato in politica e nell’associazionismo di quartiere. Appartengo al Partito Democratico, sono nella segreteria romana, e sono convinto che solo costruendo un fronte ampio di forze democratiche e progressiste, possiamo vincere e governare bene il territorio. Mi sono messo a disposizione di tante e tanti proprio per questo, ho risposto alla richiesta di chi, dentro e fuori il Pd, nelle altre forze politiche della sinistra, nelle esperienze civiche, nelle reti del volontariato, nei movimenti, avverte la necessità continuare quanto di buono e innovativo fatto dalla Giunta Caudo in solo tre anni, dal 2018, con un nuovo spirito unitario. Per queste ragioni la mia sia una proposta politica plurale, non nata solo all’interno di ristretti gruppi di partito e su compromessi. Ma per stare, come sempre, nelle strade, tra le persone, facendosi carico delle esigenze del territorio e dei bisogni delle persone. Veniamo da un anno terribile, insieme ne stiamo faticosamente uscendo. Il Municipio può essere uno strumento fondamentale per rafforzare la rete di supporto alle persone più in difficoltà, contrastare le disuguaglianze, per tutelare il commercio di quartiere e favorire nuove reti di impresa, rendere sicure le scuole pubbliche e magari tenerle aperte anche il pomeriggio, promuovere sport e cultura per tutti. Ecco sono questioni che partono dalle persone, dai loro bisogni, e solo in parte stanno nelle competenze burocratiche del Municipio. Spero che avremo modo di usare i prossimi cinque anni della nuova consiliatura per tramutare i Municipi in enti più utili e forti, con le competenze necessarie. Per fare questo salto occorre visione, esperienza e determinazione. La nostra è di certo la proposta più coraggiosa in campo».

    Luciana Miocchi

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    Tra poco si torna nelle palestre e nelle piscine ma la sorte del Salaria Sport Village rimane incerta a causa di nodi irrisolti. Solo una ferma volontà politica può sbloccare la situazione – di Luciana Miocchi

    19 Mag

    19 maggio 2021

    L’agenzia giornalistica Dire ha dato notizia delle risultanze dell’ultima assemblea della commissione trasparenza dell’assise capitolina, avente all’ordine del giorno la situazione attuale del Salaria Sport Village, bene definitivamente confiscato nel luglio scorso all’imprenditore Diego Anemone, nel mirino della Federazione Italia Gioco Calcio che avrebbe l’intenzione di utilizzarlo come centro federale, con gli utenti che hanno pagato abbonamenti annuali ma non ne hanno potuto usufruire e i residenti delle zone limitrofe che hanno paura di non poter avere più accesso alla struttura che chiedono a gran voce di essere ascoltati.

    Nella velina si legge che la criticità principale riscontrata è di natura finanziaria e obbligazionaria: “tasse e tributi arretrati da pagare, il rischio di richieste di risarcimento danni, contratti di lavoro da onorare, un progetto da sviluppare. Il futuro del Salaria Sport Village e’ tutto da scrivere. A cominciare dalla presa in possesso da parte di Roma Capitale”. Il mega centro sportivo sulla Salaria, a Settebagni è ancora nelle mani dei commissari giudiziali e non in quelle del Campidoglio. Le questioni aperte tra l’Agenzia delle Entrate e quella dei Beni Confiscati sono emerse durante la seduta della commissione trasparenza, in modo lampante. Come riferisce sempre l’agenzia Dire, la convocazione della seduta è stata provocata dalla comunicazione inviata lo scorso 9 aprile dal capo dipartimento Risorse economiche, Stefano Cervi, agli assessorati al Bilancio, Patrimonio, Sport e Scuola e ai rispettivi dipartimenti competenti, in cui veniva messo in evidenza il monte imposte di cui è debitore il complesso sportivo, che andrebbe ripianato da Roma Capitale al momento dell’acquisizione ufficiale. Lo stesso Campidoglio è però creditore per quanto riguarda i tributi di propria competenza: sicuramente per IMU e TASI per gli anni 2006/2007 mentre per gli anni 2013/2014 si tratterebbe di iscrizioni a ruolo per avvisi di accertamento non pagati, non meglio specificati. Sempre secondo quanto riportato da Dire, “sono stati emessi avvisi di accertamento impugnati con giudizio ancora pendente” e per gli anni di imposta successivi “non risultano avvisi emessi in quanto dopo il sequestro vige la sospensione di imposta”. Almeno una notizia in qualche modo confortante. La doccia fredda però arriva subito dopo: su questi tributi “a seguito del trasferimento del compendio Salaria Sport Village, Roma Capitale si troverebbe contemporaneamente ad essere creditrice e debitrice- scriveva Cervi- delle somme con conseguente annullamento del credito”. Cioè una perdita per l’Ente. A queste somme, vanno aggiunti 21.900 euro di Tefa (addizionale sulla Tari) da pagare alla Città’ Metropolitane di Roma e soprattutto 438.000 di Tari, un credito “di competenza esclusiva di Roma Capitale”, per il quale “vale il ragionamento in precedenza fatto per i tributi ICI-IMU-TASI”. Nel corso della commissione il direttore Cervi ha evidenziato che “non è’ previsto che lo stesso Ente diventi soggetto passivo dell’imposta ma le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate sono state altalenanti”. Questa situazione rappresenta “un aspetto del problema” della mancata acquisizione del Salaria Sport Village, come ha riconosciuto Paolo Saulini del dipartimento Patrimonio. Ma ce ne é anche un altro “non poco rilevante- ha spiegato Saulini- dei crediti vantati dallo Stato. Stiamo aspettando una definizione dalla Agenzia dei Beni Confiscati”. Tutto ciò a due anni dal protocollo di intesa firmato da Campidoglio e Federcalcio, che intende gestire il Salaria Sport Village e realizzarci la Casa delle Nazionali. La Figc- ha proseguito Saulini- si é detta disponibile a farsi carico dei debiti nell’ambito di interventi progettuali più ampi. Abbiamo buttato giù una delibera che prevedesse queste cose per l’immissione in possesso.  In teoria il bene, una volta preso, andrebbe gestito direttamente (dal Comune, ndr) ma alla fine la gestione andrà fatta dalla Federazione nelle parti in cui é possibile progettare la Casa delle Nazionali e per il resto vedremo. É una situazione molto complessa perché ci sono così tanti spazi che vanno verificati. Risorse per Roma sta lavorando con il dipartimento Urbanistica, perché nel tempo sono stati fatti diversi interventi. Tanti sono regolari ma qualcosa va aggiustato. Per quanto andrà fatto un progetto a step”. Il primo “è fare in modo che la Figc, come ha più volte manifestato, si faccia carico delle spese che l’Agenzia richiede  e intanto continuare la gestione perché lì dentro ci sono delle attività e quindi di fatto si tratta dell’acquisizione di un’azienda gestita ora dai commissari”, ha spiegato Saulini che  ha poi sottolineato che “nella prima fase non si potrà stilare subito un protocollo molto articolato (tra Roma Capitale e Figc, ndr) perché è complessa la situazione all’interno. É un’operazione per la quale ci vorrà un pochino di tempo. Abbiamo capito come quel complesso stava messo con le tasse, stiamo attendendo di capire la situazione a livello di danni o di diritti di terzi che possono esserci. Si parla di cifre che la Figc intende accollarsi. Dopodiché procederemo e andremo avanti”. Ma non c’è solo una questione di tasse a rallentare tutto l’iter di presa in possesso del bene: “Ci sono  questioni legate a partite delle vecchie società che hanno creato debiti nella gestione di impresa- ha detto concluso  Saulini- I commissari giudiziali qualche tempo prima della  confisca avevano fatto contratti a tempo determinato, quindi c’é  anche un problema di assorbimento di personale. Queste sono le problematiche. Stiamo attendendo alcune precisazioni fondamentali dall’Agenzia dei beni confiscati, quando avremo un quadro più preciso passeremo alla fase operativa”.

    Quindi, la questione è semplice, nella sua complessità: per il Comune di Roma non sarebbe un’acquisizione a costo zero, ci sarebbero circa 500.000 euro accertati di tributi inevasi, a cui dovrebbe in qualche modo, attraverso un artificio contabile, rinunciare. Però a fronte di un valore stimato di alcuni milioni di euro, non proprio un’operazione in perdita. In più, alcuni contenziosi, da chiudere sul medio – lungo periodo e le posizioni lavorative delle persone che in questi anni hanno consentito lo svolgimento delle attività e il regolare funzionamento del circolo. Anche in questo caso, con buoni margini positivi e comunque, con all’orizzonte la possibilità di dare un bene a quel punto acquisito alla proprietà comunale, capace di produrre reddito, in gestione. Esiste già un protocollo di intesa con la FIGC, dichiaratasi disposta a coprire gli incassi dovuti al mancato incasso dei tributi e in linea di massima anche quelli delle altre passività. Ovviamente, in cambio di ciò il Campidoglio dovrebbe dare fare delle concessioni, la cui convenienza è tutta da sondare e studiare ma una cosa è chiara, il privato non ha interesse – e ci mancherebbe pure – a fare operazioni in perdita, ci deve essere un ritorno e anche buono: di soldi, di immagine. Soprattutto, poi, dovrebbe dare delle spiegazioni, sia contabili che all’opinione pubblica, dato il grande valore del compendio confiscato.

    Il presidente del III Municipio Giovanni Caudo, che nei giorni scorsi si era messo a disposizione per avere informazioni direttamente dagli uffici della Sindaca ha così riferito: «Ho portato le giuste istanze dei cittadini alla Sindaca che ha firmato il protocollo con la FIGC. Il protocollo deve prevedere esplicitamente la possibilità di aprire le strutture sportive al territorio come chiesto dal Municipio già nel 2019 e dai cittadini. Ho avuto assicurazione dall’interlocuzione con la sindaca che si farà carico di questa richiesta anche con modifiche al protocollo».

    Luciana Miocchi

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    Scherza con i fanti ma lascia stare i Santi. La Madonna di Piazza Sempione atterra sulla scrivania del Ministro della Cultura – di Luciana Miocchi

    18 Mar

    Il progetto che vorrebbe ridisegnare Piazza Sempione continua a far parlare di sé: dopo essere stato reso pubblico con un’intervista su Repubblica, fatto oggetto di interventi in consiglio (ma legittimamente la giunta ha potuto operare senza portarlo in aula, occorre rammentarlo), protagonista di striscioni di contrapposti sentimenti e di processioni più o meno goliardiche, di manifestazioni di segno opposto e scaramucce degne del miglior Guareschi, sale agli onori degli scranni del Parlamento.

    La senatrice Paola Binetti, FIBP-UDC, ha presentato, durante la seduta nr 306,  un atto di sindacato ispettivo – l’equivalente di un’interrogazione amministrativa – al Ministro Franceschini Atto n. 4-05078, chiedendone l’intervento diretto, al fine di rivalutarne l’opportunità. Il quale dovrà necessariamente rispondere sulla questione.

    La Binetti, nota per i suoi interventi orientati da un fervente cattolicesimo, tocca si la questione della collocazione della statua della Madonna – un ex voto che il quartiere intese offrire per la fine della seconda guerra mondiale – ma anche quella della mancata informazione alla comunità, con la relativa impossibilità di attuare una partecipazione effettiva. Il testo del quesito, che si può leggere qui di seguito, è stato protocollato e pubblicato sul sito ufficiale del senato, disponibile per l’utenza.

    Premesso che:

    Piazza Sempione è “area tutelata” ai sensi degli artt. 10, comma 1, 134, 136 e 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni e integrazioni, e fa parte della “Città storica” di Roma ed è considerata dalla Carta per la Qualità di Roma Capitale tra i siti di “Rilevante interesse architettonico, urbano o ambientale”, nonché fra gli “Spazi aperti – Piazze e Larghi con alto grado di identità”, ai sensi del vigente Piano regolatore generale adottato con delibera del Consiglio comunale n. 33/2003 e s.m.i. (all. G1, f. 11), con il connesso regime di tutela; progettata nei primi anni Venti del secolo scorso dall’architetto Gustavo Giovannoni, rappresenta un unicum nella storia urbana di Roma, e presenta tratti di originalità e di pregio architettonico di assoluta rilevanza, documentati in una serie di studi;

    la Giunta del III Municipio di Roma Capitale, con prot. CD/103462/2020, con riferimento al progetto di “riqualificazione” della zona di piazza Sempione a Roma, ha previsto lo spostamento di un monumento in una piazza storica, sottoposta a vincoli di tutela, senza aver prima acquisito i prescritti pareri. L’approvazione del progetto è avvenuta senza alcuna condivisione con la cittadinanza (comitati di quartiere, parrocchia, categorie professionali), avendo la Giunta rinunciato al ricorso al “processo di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”, disciplinato dalle norme del Comune di Roma (delibera Consiglio comunale n. 57/2006 e s.m.i.) e senza nessuna condivisione col Consiglio municipale e con le Commissioni competenti. L’assenza dell’elemento fondamentale della partecipazione e del confronto ha minato alle basi la stessa redazione del progetto, che risulta, da un’analisi della Relazione che lo accompagna e delle tavole ad esso allegate, privo di elementi fondamentali per l’inquadramento storico, urbanistico-architettonico, che appare confuso negli obiettivi generali, carente nella spiegazione delle scelte di progetto;

    gli interventi sulla piazza previsti dal progetto approvato dalla Giunta non sono riconducibili ad un semplice concetto di “riqualificazione”, ma si sostanziano in modifiche importanti, tali da alterare il volto architettonico e l’assetto urbanistico della piazza. In particolare: “viene pedonalizzata tutta l’area antistante il palazzo Sabbatini, adibito a edificio del Municipio, con una profonda trasformazione del profilo architettonico dell’area; l’area pedonalizzata dovrebbe diventare un grande lastricato, che si distacca nettamente dal resto della piazza, per la tipologia e il colore del materiale utilizzato per la pavimentazione nonché per la netta delimitazione con paletti, catenelle, panchine collocate in posizione perimetrale; il distacco di questa nuova area dal resto della piazza è accentuato dalle caratteristiche dell’impianto di illuminazione. Nella piazza e in corso Sempione è prevista l’installazione di 38 pali della luce ritenuti non coerenti con lo stile architettonico della piazza; la suddivisione della piazza definita dal progetto è accentuata da una nuova destinazione d’uso delle sue parti: il versante sud resta l’unica parte destinata al transito veicolare, fortemente limitato dall’area parcheggi, previsti per recuperare quelli persi con la parziale pedonalizzazione”. L’insieme degli interventi previsti (pavimentazione (e sua perimetrazione), illuminazione, dislocazione dei posti auto) è tale da modificare la fisionomia della piazza, rompendone l’unità che l’ha sempre caratterizzata. Verrebbe realizzata una sorta di “piazza nella piazza”;

    gli interventi previsti dalla cosiddetta “riqualificazione”, anziché valorizzare i tratti originari della piazza, creano uno svilimento della stessa. Anche il previsto spostamento della statua della Madonna, attualmente posta al centro della piazza finisce per snaturarne il profilo originario. La statua viene inoltre abbassata, rimuovendo i due basamenti a gradoni. Il monumento, realizzato con i fondi raccolti dagli abitanti del quartiere e dai fedeli del “Divino Amore” come ex voto per la protezione accordata dalla Madonna durante la guerra, si trova in quella collocazione dal lontano 18 maggio 1947. Secondo la Giunta municipale la ragione principale per lo spostamento della Madonnina sarebbe quella di “valorizzarla”, risparmiandole la funzione di “spartitraffico”, mentre in realtà si finirebbe semplicemente con accantonarla e renderla meno visibile anche come punto di riferimento, diversamente da quanto accade da oltre 70 anni;

    in tutte le piazze aperte al traffico gli elementi architettonici di decoro come statue, fontane, obelischi, sono posti al centro delle stesse e, se il flusso del traffico lo richiede, sono anche “spartitraffico”. Il monumento alla Madonna di piazza Sempione è uno “spartitraffico” come lo sono la Fontana delle Naiadi a piazza della Repubblica, il monumento equestre di Garibaldi al Gianicolo, la statua del Bersagliere a Porta Pia, l’obelisco di piazza Marconi, la Fontana delle rane a piazza Mincio, senza che per questo qualcuno pensi di spostare questi elementi architettonici con la presunta motivazione di volerli valorizzare, alterando il tessuto architettonico della piazza. In ogni caso, bisogna osservare che non esiste alcuna esigenza di mobilità che suggerisca lo spostamento della statua della Madonna. Anzi, è l’esatto contrario: è proprio lo spostamento che potrebbe causare problemi al traffico;

    il Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale, nel proprio parere rilasciato con nota prot. n. 985 del 12 gennaio 2021, ha evidenziato i problemi che la nuova collocazione porrebbe al percorso della corsia preferenziale degli autobus, stabilendo una serie di prescrizioni per porvi rimedio e chiedendo in alternativa di “considerare la possibilità di ricollocare la statua al centro della piazza, lasciando così il sagrato della chiesa nella sua conformazione attuale”. L’evidente infondatezza delle ragioni addotte dalla Giunta per lo spostamento della statua della Madonna si aggiunge alla constatazione che tale spostamento, oltre a rappresentare di per sé un vulnus storico-urbanistico, contribuisce allo stravolgimento complessivo del volto della piazza,

    si chiede di sapere:

    se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire, prima che avvenga la trasformazione di Piazza Sempione con un progetto, che è ben lungi dal volerla riqualificare, affinché venga rivalutato l’intervento tenendo conto di tre elementi chiave:

    a) il mancato coinvolgimento della popolazione, dal momento che sono state raccolte oltre 3.000 lettere e manifestazioni di dissenso rispetto all’attuale disegno;

    b) il vissuto della pietà popolare nel quartiere, abituato a fare riferimento fin dal termine della seconda guerra mondiale a quella precisa immagine sacra della Madonna;

    c) il vulnus che si crea all’impianto urbano delle piazze di Roma, note in tutto il mondo per il preciso filo rosso, che ne lega gli aspetti storici, architettonici artistici e urbanistici.

    Luciana Miocchi

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    Tiburtina e Termini: il Raggruppamento Operativo Emergenze porta assistenza ai clochard | di Alessandro Pino

    23 Dic

    [ROMA] Il Raggruppamento Operativo Emergenze Protezione Civile- Onlus basata nel quartiere di Castel Giubileo- in collaborazione con il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, come negli scorsi anni alla abituale attività quotidiana per le persone più bisognose ed emarginate, nel periodo delle festività natalizie ha aggiunto un ulteriore sostegno per i senza fissa dimora che fanno delle stazioni ferroviarie della Capitale il loro tetto. La sera del 22 dicembre in particolare sono stati distribuiti duecentocinquanta cestini con generi di prima necessità nelle stazioni di Roma Termini e Roma Tiburtina, quelle con la più alta concentrazione di persone in evidenti condizioni di barbonaggio.

    <L’evento ha riscontrato notevole successo- ha dichiarato il Presidente del ROE Protezione Civile Giovan Battista Cicchetti Marchegiani- abbiamo ricevuto anche la visita del Direttore Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale,Giovanni Serra>.

    Alessandro Pino