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Riapre la piscina all’aperto del Salaria Sport Village!

16 Giu

[ROMA] Arriva l’estate e da sabato 19 giugno riapre la piscina olimpionica all’aperto del Salaria Sport Village. L’annuncio è stato dato sul sito ufficiale della struttura. Per tutte le informazioni del caso si può telefonare allo 06-88561600/01.

(A cura di Alessandro Pino)

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Tra poco si torna nelle palestre e nelle piscine ma la sorte del Salaria Sport Village rimane incerta a causa di nodi irrisolti. Solo una ferma volontà politica può sbloccare la situazione – di Luciana Miocchi

19 Mag

19 maggio 2021

L’agenzia giornalistica Dire ha dato notizia delle risultanze dell’ultima assemblea della commissione trasparenza dell’assise capitolina, avente all’ordine del giorno la situazione attuale del Salaria Sport Village, bene definitivamente confiscato nel luglio scorso all’imprenditore Diego Anemone, nel mirino della Federazione Italia Gioco Calcio che avrebbe l’intenzione di utilizzarlo come centro federale, con gli utenti che hanno pagato abbonamenti annuali ma non ne hanno potuto usufruire e i residenti delle zone limitrofe che hanno paura di non poter avere più accesso alla struttura che chiedono a gran voce di essere ascoltati.

Nella velina si legge che la criticità principale riscontrata è di natura finanziaria e obbligazionaria: “tasse e tributi arretrati da pagare, il rischio di richieste di risarcimento danni, contratti di lavoro da onorare, un progetto da sviluppare. Il futuro del Salaria Sport Village e’ tutto da scrivere. A cominciare dalla presa in possesso da parte di Roma Capitale”. Il mega centro sportivo sulla Salaria, a Settebagni è ancora nelle mani dei commissari giudiziali e non in quelle del Campidoglio. Le questioni aperte tra l’Agenzia delle Entrate e quella dei Beni Confiscati sono emerse durante la seduta della commissione trasparenza, in modo lampante. Come riferisce sempre l’agenzia Dire, la convocazione della seduta è stata provocata dalla comunicazione inviata lo scorso 9 aprile dal capo dipartimento Risorse economiche, Stefano Cervi, agli assessorati al Bilancio, Patrimonio, Sport e Scuola e ai rispettivi dipartimenti competenti, in cui veniva messo in evidenza il monte imposte di cui è debitore il complesso sportivo, che andrebbe ripianato da Roma Capitale al momento dell’acquisizione ufficiale. Lo stesso Campidoglio è però creditore per quanto riguarda i tributi di propria competenza: sicuramente per IMU e TASI per gli anni 2006/2007 mentre per gli anni 2013/2014 si tratterebbe di iscrizioni a ruolo per avvisi di accertamento non pagati, non meglio specificati. Sempre secondo quanto riportato da Dire, “sono stati emessi avvisi di accertamento impugnati con giudizio ancora pendente” e per gli anni di imposta successivi “non risultano avvisi emessi in quanto dopo il sequestro vige la sospensione di imposta”. Almeno una notizia in qualche modo confortante. La doccia fredda però arriva subito dopo: su questi tributi “a seguito del trasferimento del compendio Salaria Sport Village, Roma Capitale si troverebbe contemporaneamente ad essere creditrice e debitrice- scriveva Cervi- delle somme con conseguente annullamento del credito”. Cioè una perdita per l’Ente. A queste somme, vanno aggiunti 21.900 euro di Tefa (addizionale sulla Tari) da pagare alla Città’ Metropolitane di Roma e soprattutto 438.000 di Tari, un credito “di competenza esclusiva di Roma Capitale”, per il quale “vale il ragionamento in precedenza fatto per i tributi ICI-IMU-TASI”. Nel corso della commissione il direttore Cervi ha evidenziato che “non è’ previsto che lo stesso Ente diventi soggetto passivo dell’imposta ma le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate sono state altalenanti”. Questa situazione rappresenta “un aspetto del problema” della mancata acquisizione del Salaria Sport Village, come ha riconosciuto Paolo Saulini del dipartimento Patrimonio. Ma ce ne é anche un altro “non poco rilevante- ha spiegato Saulini- dei crediti vantati dallo Stato. Stiamo aspettando una definizione dalla Agenzia dei Beni Confiscati”. Tutto ciò a due anni dal protocollo di intesa firmato da Campidoglio e Federcalcio, che intende gestire il Salaria Sport Village e realizzarci la Casa delle Nazionali. La Figc- ha proseguito Saulini- si é detta disponibile a farsi carico dei debiti nell’ambito di interventi progettuali più ampi. Abbiamo buttato giù una delibera che prevedesse queste cose per l’immissione in possesso.  In teoria il bene, una volta preso, andrebbe gestito direttamente (dal Comune, ndr) ma alla fine la gestione andrà fatta dalla Federazione nelle parti in cui é possibile progettare la Casa delle Nazionali e per il resto vedremo. É una situazione molto complessa perché ci sono così tanti spazi che vanno verificati. Risorse per Roma sta lavorando con il dipartimento Urbanistica, perché nel tempo sono stati fatti diversi interventi. Tanti sono regolari ma qualcosa va aggiustato. Per quanto andrà fatto un progetto a step”. Il primo “è fare in modo che la Figc, come ha più volte manifestato, si faccia carico delle spese che l’Agenzia richiede  e intanto continuare la gestione perché lì dentro ci sono delle attività e quindi di fatto si tratta dell’acquisizione di un’azienda gestita ora dai commissari”, ha spiegato Saulini che  ha poi sottolineato che “nella prima fase non si potrà stilare subito un protocollo molto articolato (tra Roma Capitale e Figc, ndr) perché è complessa la situazione all’interno. É un’operazione per la quale ci vorrà un pochino di tempo. Abbiamo capito come quel complesso stava messo con le tasse, stiamo attendendo di capire la situazione a livello di danni o di diritti di terzi che possono esserci. Si parla di cifre che la Figc intende accollarsi. Dopodiché procederemo e andremo avanti”. Ma non c’è solo una questione di tasse a rallentare tutto l’iter di presa in possesso del bene: “Ci sono  questioni legate a partite delle vecchie società che hanno creato debiti nella gestione di impresa- ha detto concluso  Saulini- I commissari giudiziali qualche tempo prima della  confisca avevano fatto contratti a tempo determinato, quindi c’é  anche un problema di assorbimento di personale. Queste sono le problematiche. Stiamo attendendo alcune precisazioni fondamentali dall’Agenzia dei beni confiscati, quando avremo un quadro più preciso passeremo alla fase operativa”.

Quindi, la questione è semplice, nella sua complessità: per il Comune di Roma non sarebbe un’acquisizione a costo zero, ci sarebbero circa 500.000 euro accertati di tributi inevasi, a cui dovrebbe in qualche modo, attraverso un artificio contabile, rinunciare. Però a fronte di un valore stimato di alcuni milioni di euro, non proprio un’operazione in perdita. In più, alcuni contenziosi, da chiudere sul medio – lungo periodo e le posizioni lavorative delle persone che in questi anni hanno consentito lo svolgimento delle attività e il regolare funzionamento del circolo. Anche in questo caso, con buoni margini positivi e comunque, con all’orizzonte la possibilità di dare un bene a quel punto acquisito alla proprietà comunale, capace di produrre reddito, in gestione. Esiste già un protocollo di intesa con la FIGC, dichiaratasi disposta a coprire gli incassi dovuti al mancato incasso dei tributi e in linea di massima anche quelli delle altre passività. Ovviamente, in cambio di ciò il Campidoglio dovrebbe dare fare delle concessioni, la cui convenienza è tutta da sondare e studiare ma una cosa è chiara, il privato non ha interesse – e ci mancherebbe pure – a fare operazioni in perdita, ci deve essere un ritorno e anche buono: di soldi, di immagine. Soprattutto, poi, dovrebbe dare delle spiegazioni, sia contabili che all’opinione pubblica, dato il grande valore del compendio confiscato.

Il presidente del III Municipio Giovanni Caudo, che nei giorni scorsi si era messo a disposizione per avere informazioni direttamente dagli uffici della Sindaca ha così riferito: «Ho portato le giuste istanze dei cittadini alla Sindaca che ha firmato il protocollo con la FIGC. Il protocollo deve prevedere esplicitamente la possibilità di aprire le strutture sportive al territorio come chiesto dal Municipio già nel 2019 e dai cittadini. Ho avuto assicurazione dall’interlocuzione con la sindaca che si farà carico di questa richiesta anche con modifiche al protocollo».

Luciana Miocchi

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Manifestazione di lavoratori e utenti per sensibilizzare le istituzioni circa il futuro del Salaria Sport Village, dopo la confisca sospeso nel limbo – di Luciana Miocchi

18 Mag

Sabato 15 maggio, presso il Salaria Sport Village si è tenuta una manifestazione dei dipendenti e degli iscritti al circolo, nel giorno simbolo della riapertura delle palestre, in quanto per questa struttura, nonostante sia stata confiscata dallo Stato quando era in piena attività, non è ancora stata delineata una linea di gestione e di riapertura. Il Comune di Roma, a cui dovrebbe essere affidata non ha ancora preso in carico effettivamente l’attività.

Fabrizio Sbraga, dipendente dal SSV con varie mansioni dal 2013 e da poco titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e co-organizzatore della protesta pacifica, ha ripercorso gli eventi che hanno portato all’iniziativa: «a causa del Covid, nel marzo 2020 è scattata la cassa integrazione. Poi finalmente è arrivata la bella notizia, che a fine maggio le palestre avrebbero riaperto ed eravamo tutti speranzosi di ripartire con le nostre vite, rimboccandoci le maniche ancora una volta. Poi, la doccia fredda: viene comunicato che la struttura non riaprirà per varie motivazioni legate alla situazione dell’azienda confiscata e mandata avanti dai custodi del tribunale, una gestione che si basa solo sugli incassi. Purtroppo, i mesi di inattività avevano creato un buco nella cassa, dovuto ai pagamenti che non potevano essere rimandati, le bollette non aspettano. Ci hanno detto che a giugno avrebbero riaperto il tennis e il primo luglio la piscina esterna, data in gestione a Lazio nuoto, che ha riaperto la struttura ma non facendo lavorare i dipendenti già in forza ma i propri. A me hanno chiesto di occuparmi del front office per gli abbonati e ho lavorato un mese, dando idea che a settembre si sarebbe ripartiti. A fine luglio 2020, all’annuncio della confisca definitiva qui sono venuti tutti, dalla Sindaca Raggi alle personalità di Comune e Regione, anche Tardelli, per la FIGC. Noi lavoratori eravamo tutti contenti, è stata fatta una riunione a settembre con i dipendenti, belle prospettive con l’idea di attendere qualche mese perché si facesse il passaggio, a dicembre ci hanno detto che ormai era imminente, questione veramente di poco. Poi di rinvio in rinvio, la firma definitiva ha continuato a slittare, fino ad arrivare a marzo 2021, a un anno dal lock down, le uniche strutture aperte sono tennis canottaggio e padel; gli abbonamenti dei soci vanno in scadenza senza averli potuti utilizzare e nessuno riesce ad avere notizie da parte di chi doveva rispondere ai soci. Credo che non dipenda più nemmeno dalla gestione precedente, il bene è stato confiscato ed è diventato bene dello Stato. Quando si sono sentite voci di nuove riaperture, ho avuto messaggi dai soci che si informavano. A uno di loro è venuta l’idea di organizzare una manifestazione pacifica – proprio nel luogo da noi tanto amato, per sport, per passione e per lavoro – è andato alla Questura per avere le autorizzazioni ed essere in regola sotto ogni profilo. Io ho seguito la vicenda per rappresentare anche un po’ i miei colleghi che non hanno la mia stessa fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato. Abbiamo deciso di riunirci e di farlo qui perché sappiamo di avere uno dei centri sportivi più belli in assoluto, per quanto riguarda sicuramente la nostra regione ma credo anche d’Italia. Ci tengo a ribadire che abbiamo seguito tutte le regole, raccolto firme per la richiesta di autorizzazione, la Questura ha convocato il socio che si è fatto carico di tenere i rapporti, è stata fatta una manifestazione tranquilla e pacifica, cercando di dare un’idea pacifica e bella, sappiamo che i tempi possono essere lunghi, conosciamo i tempi italiani e romani ma siamo fiduciosi che potremo ritornare ad allenarci qui, ad avere e a dare l’opportunità di iscriversi anche per la prima volta in questo posto bellissimo, che strega, che da la sensazione di vivere in un posto di pace, immerso nel verde, a dieci minuti dal centro, un posto stupendo e pieno di verde, un’oasi sul fiume, ben assortito. Io ci lavoravo e mi allenavo in quel posto, ci passavo dodici ore della mia giornata, abito dall’altra parte di Roma ma è diventato il mio mondo. Un po’ mi è dispiaciuto che non siano state presenti figure istituzionali ma abbiamo intenzione di rifare un altro evento, vogliamo lottare per questo nostro piccolo paradiso».

Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, per il Comitato di quartiere di Settebagni Silvia De Rosa, vice presidente e Marina Fava, membro del direttivo, rinnovando l’impegno a far sentire con forza la voce del territorio, che giudica irrunciabile il diritto e la facoltà di poter usufruire della struttura .

Raggiunto telefonicamente il presidente del III Municipio, Giovanni Caudo cosi ha replicato: «Il comune ha ceduto alla Figc l’area ma non é chiaro se e quali accordi ha preso per mantenere la struttura a servizio del quartiere come avevamo chiesto. Stiamo insistendo con il Comune per avere chiarezza su questo aspetto cruciale per noi. È cambiato l’assessore allo sport, speriamo di avere prima possibile le informazioni necessarie. Siamo a fianco dei cittadini e degli associati alla piscina, abbiamo dato la disponibilità a un incontro per dare le informazioni che avremo dal Comune.»

Luciana Miocchi

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Con l’accordo ormai ufficiale tra Figc, Comune, Regione e agenzia nazionale per i beni confiscati, si apre una nuova era per il Salaria Sport Village. Nessuno dice se i residenti del quartiere e di quelli limitrofi potranno mai più accedervi – di Luciana Miocchi

25 Lug

Accordo tra Agenzia nazionale per i beni confiscati, Roma Capitale, FIGC e Regione Lazio.

Il Salaria Sport Village confiscato diverrà la casa delle nazionali del calcio. Abbonati e residenti sperano rimanga utilizzabile anche per i comuni cittadini ma al momento non v’è nessun cenno

Il 23 luglio c’è stato un sopralluogo al Salaria Sport Village, con il direttore dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità Bruno Frattasi, la sindaca di Roma Virginia Raggi, il presidente della FIGC Gabriele Gravina e alcuni funzionari di Roma Capitale e della Regione Lazio, in vista dell’assegnazione del centro sportivo, da parte dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata a Roma Capitale. In base a un protocollo già firmato, il Campidoglio e la Federazione Italiana Gioco Calcio porteranno avanti un progetto ambizioso per riqualificare il polo sportivo più grande d’Italia.Come riporta la nota Ansa, la Figc e Roma Capitale stanno lavorando per la realizzazione di un centro polivalente che possa ospitare la nuova “Casa delle Nazionali”: una sede tecnica destinata ad accogliere i raduni di alcune delle Nazionali azzurre, valorizzare tutte le strutture sportive esistenti grazie alla collaborazione con altre Federazioni e – per la prima volta in unico centro – realizzare un polo aperto a tutte le dimensioni sociali del calcio, in particolare quella della disabilità. È intenzionedella Federcalcio, infatti, farne sede della neocostituita Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale. Virginia Raggi sul suo profilo fb scrive: «A seguito di un protocollo già siglato con Figc lavoreremoa un progetto per creare una sede tecnica destinata a ospitare i ritiri di alcune delle Nazionali azzurre. L’intenzione è anche quella di valorizzare tutte le strutture esistenti all’interno del centro, con la collaborazione di altre Federazioni sportive. La Federcalcio, inoltre, ha manifestato la possibilità di farne sede della nuova Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale: sarebbe il primo esempio di un unico polo aperto a tutte le dimensioni sociali del calcio, in particolare quella della disabilità. Ho visitato la struttura insieme al direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità, Bruno Frattasi, e al presidente della Figc Gabriele Gravina. Il Salaria Sport Village sarà trasformato in un posto dedicato al gioco del calcio e allo sport come strumento di aggregazione e inclusione. Sarà un polo d’eccellenza dove poter praticare attività sportiva a tutti ilivelli». Nessun cenno sul destino degli abbonati che hanno visto sopendere l’attività né se la struttura, unica nelle vicinanze e capace di attrarre praticanti dai comuni limitrofi, rimarrà fruibile dai residenti oppure no. La questione è di grande importanza, per gli abitanti dei quartieri limitrofi, non essendovi altra struttura – e come sarebbe potuto essere altrimenti, il centro originario è li da quasi cinquant’anni – dove poter praticare tutta la varietà di sport offerti fino ad ora e a prezzi calmierati, essendo le più vicine strutture comunali a una decina di km di distanza. Il comitato di quartiere di Settebagni si è già attivato per segnalare la problematica legata allo sport, soprattutto per i più giovani, rappresentando il centro una grossa valvola di sfogo, anche e soprattutto per chi non voglia darsi soltanto al calcio, memore dei tempi in cui l’allora Banco di Roma era utilizzabile solo dagli impiegati dell’istituto di credito, dalle loro famiglie e da chi riusciva ad ottenere la qualifica di “ospite” e tutti gli altri dovevano sobbarcarsi trasferte poco agevoli anche solo per praticare il nuoto, ammirando da fuori la recinzione i tanti campi da tennis, ilpalazzetto del basket, i campi da calcio e da tennis, la pista di pattinaggio. Sarebbe tornare indietro nel tempo, quando la periferia brutta, sporca e cattiva veniva tenuta ai margini delle luci dell’eccellenza. Ma siamo nel XXI secolo, ormai. Il quartiere spontaneo sorto intorno al borgo campagnolo si è evoluto, sono arrivati i costruttori e i residenti hanno preso consapevolezza di essere cittadini al pari degli altri, che rivendicano e ottengono diritti e servizi. Il centro federale potrà essere una buona opportunità di lavoro e di crescita per la zona. Nessuno è intenzionato a guardarlo solo da fuori come nel tempo che fu. Luciana Miocchi

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Acquisito in via definitiva al patrimonio dello Stato il Salaria Sport Village. La vittoria di Davide contro Golia – di Luciana Miocchi

22 Lug

Confiscato definitivamente l’impianto sportivo del Salaria Sport Village per un valore di 145 mln di euro

OGNI TANTO VINCE DAVIDE

Il coordinatore romano del PD Corbucci: “ora il centro sportivo torni ai cittadini con tariffe pubbliche”

La vicenda politica e giudiziaria

La vicenda ha inizio ormai tanto tempo fa, tra l’inverno del 2008 e la primavera del 2009, quando un manipolo di cittadini e imprenditori di Castel Giubileo e Settebagni, sostenuti dall’associazione Italia Nostra cominciano a presentare esposti sull’enorme ampliamento del circolo sportivo Salaria Sport Village (ex Banco di Roma). Da Settebagni la questione approda rapidamente prima in III Municipio, dove a sostegno dei cittadini si schiera l’allora consigliere di opposizione dem Riccardo Corbucci e poi in Campidoglio quando Sindaco è Gianni Alemanno. Qui la battaglia politica e legale si amplia, coinvolgendo anche altri impianti sportivi della capitale, che come il Salaria utilizzano i poteri del commissario straordinario per i Mondiali di Nuoto 2009 per migliorare le proprie strutture, anche in deroga al piano regolatore e ai vincoli paesaggistici. Per diversi mesi il Governo a guida Berlusconi e il Comune di Roma si scontrano con i ricorsi presentati dai cittadini al tribunale amministrativo. Della querelle si occupano tutti i quotidiani, l’Espresso, le Iene, Report e Anno Zero, fino a quando Sabina Guzzanti non la porta sul grande schermo con il film “Draquila”. Nel 2010 arriva anche la Procura di Firenze che scoperchia il sistema “gelatinoso” sugli appalti dei grandi eventi.

I sequestri della struttura

Alla vigilia dei Mondiali di Nuoto 2009 il Salaria Sport Village subisce un primo sequestro preventivo, relativo ai presunti abusi edilizi riguardanti la parte del complesso interessata dal nuovo ampliamento. E’ un sequestro che non interrompe le attività del circolo e che sarà poi revocato in seguito alla sentenza che stabiliva come il Commissario straordinario avesse i poteri per consentire la costruzione delle opere eseguite anche in deroga alle normative urbanistiche. Tuttavia la vicenda è ormai nelle aule giudiziarie ed infatti nel 2014, la Gdf di Roma sequestra per la prima volta il Salaria Sport Village nella sua interezza, per evasione fiscale. Nel tempo il tribunale affida la gestione della struttura a diverse realtà, in modo da preservarne la funzionalità e l’interesse pubblico. Negli anni successivi arriva anche la confisca, poi confermata nei vari gradi di giudizio e divenuta definitiva a seguito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. Per effetto del provvedimento di confisca, lo Stato ha definitivamente acquisito al suo patrimonio l’intero capitale della Società Sportiva romana Srl e il relativo compendio aziendale composto da una club house, un bar ristorante, un centro benessere, una palestra, uffici, foresterie, spogliatori, impianti sportivi tra cui due piscine olimpioniche, campi da calcio e calcetto, campi da tennis, terreni, aree verdi e parcheggi per un valore complessivo di oltre 145 milioni di euro.

Qui di seguito l’intervista a Riccardo Corbucci, il consigliere del III Municipio che all’epoca si espose in prima persona nel denunciare le possibili irregolarità di un ampliamento in area esondativa del circolo pre-esistente, oggi coordinatore della segreteria del Partito Democratico di Roma.

Corbucci, si ricorda undici anni fa, quando tutto sembrava una piccola cosa quasi di paese, con un pedinamento casereccio per le vie di Settebagni, prontamente segnalato da alcuni residenti incuriositi da presenze estranee e mai viste all’interno del quartiere? Immaginava potesse finire così, con una confisca da 145 milioni di Euro?

Sono un romantico e un’inguaribile ottimista, e come scrisse proprio La Voce del Municipio ho sempre sperato che un giorno Davide potesse sconfiggere Golia. In questo caso Davide è stato incarnato da tanti cittadini, imprenditori, giornalisti e residenti del quartiere, oltre che dai magistrati che hanno fatto il loro dovere, che hanno restituito alla collettività uno degli impianti sportivi più belli e importanti di Roma. La confisca definitiva dell’impianto è solo l’ultimo atto di una battaglia politica e legale durata dieci anni ed iniziata nelle strade dei quartieri di Castel Giubileo e Settebagni insieme a persone che conoscevano la struttura delle origini e che più di tutti hanno sofferto della trasformazione dell’impianto e anche della cattiva pubblicità dovuta alla vicenda giudiziaria legata ai grandi eventi.

Però alla fine pedinavano lei.

Di quegli anni ricordo la grande solidarietà dei residenti, che si rendevano conto di quanto questa battaglia fosse difficile e che si trovavano in grande difficoltà, perché pur stando dalla parte giusta, conoscevano anche i protagonisti della vicenda. Quando venni pedinato con tanto di telecamera per le strade di Settebagni e diverse persone del quartiere mi avvertirono in tempo reale, consentendomi di fare subito denuncia e di interessare la stampa, compresi fino in fondo quanto quella battaglia fosse di tutti e che attraverso il mio ruolo di amministratore locale stavo semplicemente svolgendo una funzione a nome di un’intera comunità, che voleva soltanto si rispettassero i principi di legalità e giustizia.

Si è mai sentito solo ad affrontare i risvolti di questa vicenda?

Nel mondo politico a volte, si. Però ho avuto tanti compagni di viaggio che hanno sempre combattuto questa battaglia insieme a me. Sono persone con le quali sono rimasto legato e che forse non avrei avuto il piacere di conoscere se non sul campo di battaglia. La vittoria di oggi è la dimostrazione che non bisogna mai accettare l’arroganza del potere e che bisogna sempre stare dalla parte della legalità.

Benissimo, ora l’intero impianto è stato acquisito dallo Stato. Quale sarà il suo destino?

Non ho dubbi che il Salaria Sport Village debba tornare ad essere un impianto sportivo pubblico destinato prima di tutto a quei cittadini che nei quartieri di Castel Giubileo e Settebagni ci abitano e ci lavorano. Qualsiasi decisione dovesse prendere l’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati dovrà tenere conto di quanto prevede la sua istituzione, ovvero che questi beni siano restituiti alle comunità e ai territori per scopi sociali o istituzionali. Sono a conoscenza di un accordo tra il Comune di Roma e la Federazione Italiana Gioco Calcio per la realizzazione del progetto “Casa delle nazionali” nel complesso del Salaria. Sono favorevole a questo progetto, che può garantire un futuro solido alla struttura, tuttavia sono anche convinto che si debba prevedere una parte di gestione aperta al territorio. Penso ad esempio all’Asd Settebagni Calcio che si trova proprio di fronte al SSP attraversando la via Salaria ed ha sicuramente bisogno di sostegno ed anche ad esperienze positive provenienti dal mondo degli Enti del Terzo Settore, che possano rendere la struttura fruibile dai cittadini applicando tariffe pubbliche.

Luciana Miocchi

 

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Calcio femminile: la Roma XIV nella nuova serie B Nazionale – di Alessandro Pino

20 Mag

Un nuovo successo per le ragazze della Roma Decimoquarto, squadra di calcio femminile che ha il campo casalingo in Terzo Municipio presso il Salaria Sport Village di Settebagni: il prossimo anno giocheranno nel nuovo campionato di serie B Nazionale – istituito in seguito a un riordino dell’assetto calcistico deciso dai vertici federali – grazie al terzo posto ottenuto nel campionato di serie B a gironi appena concluso, l’ultimo appunto disputato con questa formula. La lotta per accedere alla nuova serie B è stata serrata fino all’ultima partita, che le ragazze di mister Gagliardi hanno vinto contro la Roma, squadra che si giocherà invece l’accesso alla massima serie con la Fiorentina.
Alessandro Pino

Calcio femminile: le gladiatrici della Roma XIV alla seconda stagione in B – di Alessandro Pino

22 Set

Dopo aver conquistato un ragguardevole quinto posto nello scorso campionato di calcio femminile – all’esordio in serie B – le ragazze della Roma Decimoquarto hanno iniziato la nuova stagione agonistica: in attesa della partenza del campionato ormai

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prossima, hanno superato il primo turno di Coppa Italia battendo sia in casa che in trasferta il Napoli Collana. Proprio per quanto riguarda il campo di casa c’è una novità: quest’anno sarà quello del Salaria Sport Village mentre gli allenamenti si svolgeranno sul vicino impianto messo a disposizione dal Settebagni Calcio Salario, entrambi nel Terzo Municipio della Capitale. «La stagione parte con i propositi di rafforzare il gruppo e di migliorare il quinto posto dell’anno scorso – dichiara il presidente della società blucrociata vincitrice del “Premio Montesacro”, Mauro Elisei – la netta favorita è la Roma Calcio Femminile e ci sono due outsider, il Pink Bari e il Napoli Collana che cercheremo di infastidire lottando per il secondo o terzo posto».
Alessandro Pino

(foto di Janina Keith – Kirk)

Addio a Cristiana Corsi, azzurra di Taekwondo alle Olimpiadi, campionessa europea e della vita – di Alessandro Pino

11 Mar

Portata via prematuramente da una lunga malattia, è da poco scomparsa Cristiana Corsi, pluricampionessa di Taekwondo che fu anche azzurra alle olimpiadi di Sidney e di Atene. Era nata a Roma nel 1976 e nel suo palmarès vantava anche la medaglia d’oro agli Europei del 2002 e al Campionato

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Mondiale Universitario  nel 2004. Divenne poi tecnico delle Nazionali continuando però a gareggiare e vincendo il bronzo agli Europei del 2008. Era inoltre membro della squadra Fiamme Oro e insegnava presso il Salaria Sport Village (nel Terzo Municipio della Capitale). Alle Olimpiadi si piazzò entrambe le volte quinta ma, come ricorda una sua amica e collega «anche se non ha vinto l’oro olimpico lo ha conquistato nei cuori di tutti noi, da persona ancor più che nello sport è stata una campionessa. Era solare e ci ha insegnato ad amare la vita sempre, anche negli ultimi giorni dal letto dell’ospedale aiutava tutti preoccupandosi per alcuni amici rimasti senza lavoro».
Alessandro Pino

Presunti Abusi edilizi dei Mondiali di nuoto di Roma 2009: tutti assolti in primo grado

4 Mag

logoNUOTOMONDIALI2009(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Tutti assolti “perché il fatto non sussiste” nella sentenza di primo grado del processo per l’inchiesta sulle piscine dei i mondiali di nuoto di Roma 2009, ad un passo dalla scadenza dei termini per la prescrizione. L’accusa contestava un possibile abuso edilizio in violazione a vincoli paesaggistici compiuti nei circoli privati coinvolti, per la realizzazione di piscine e in alcuni casi anche strutture ricettive, in vista dei Mondiali di nuoto, autorizzati in deroga dal Commissario Straordinario in forza di una contestata ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Sul banco degli imputati erano saliti, tra gli altri, oltre ad Angelo Balducci, ex Presidente del Consiglio Nazionale dei lavori pubblici ed a Claudio Rinaldi, ex commissario straordinario, anche i rappresentanti legali dei centri sportivi che avrebbero dovuto ospitare parte della manifestazione, cioè il Salaria Sport Village di Diego Anemone – già coinvolto nelle indagini per i lavori legati al G8, il Roma 70, l’Antico Tiro a volo, l’Agepi, il Cristo Re, Roma team sport, il Città futura, l’Axa Immobil sport, lo Sport 2000, il Real Sport Village, il Villa Flaminia, il Circolo Canottieri Tevere Remo, il Flaminio Sporting Club, il Gav New City. Già nel luglio dell’anno scorso era arrivata l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per quel che riguardava il circolo e il presidente dell’Aquaniene, oggi al vertice del Coni, Giovanni Malagò.

Un provvedimento, quello dei giorni scorsi, che non arriva come un fulmine a ciel sereno, dopo il precedente della sentenza del Consiglio di Stato che riconosceva facoltà al presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici di autorizzare in deroga i lavori per gli impianti destinati ai mondiali di Roma 2009. Anche la Corte Costituzionale aveva espresso un parere positivo sulla legittimità della legge che passava al dipartimento della Protezione Civile la competenza sui grandi eventi.

Per Vanessa Ranieri presidente Wwf Lazio “si tratta di uno sconcertante precedente che apre la strada ad una probabile deregulation a danno del paesaggio”.

Non rimane che attendere la pubblicazione delle motivazioni per capire se il PM Colaiocco proporrà appello oppure no.

Salta il sequestro preventivo delle strutture oggetto del processo per i presunti abusi edilizi. Ma il Salaria Sport Village rimane sotto sequestro conservativo

23 Giu

E’ stato reso noto ieri dai legali della società che gestisce il Salaria Sport Village, il centro sportivo che sorge a Settebagni, teatro tra l’altro delle intercettazioni di Guido Bertolaso, gli avvocati Cesare Placanica, Antonio Barbieri e Giovanni Aricò, che in data 13 giugno, Il Tribunale del Riesame di Roma, ha accolto la loro istanza, dando ordine di dissequestrare le palazzine e la piscina olimpionica realizzate ex novo con l’autorizzazione del commissario straordinario che gestiva l’evento, in deroga a tutti i vincoli gravanti sulla zona, area di fuoriuscita dal letto programmata del Tevere.Il sequestro delle strutture era avvenuto a maggio del 2009 per ordine del Gip Pavone, su richiesta del Pm Sergio Colaiocco nell’ambito dell’inchiesta su presunti abusi edilizi compiuti durante l’organizzazione dei mondiali di nuoto, perché ritenuti edificati contravvenendo al piano urbanistico di Roma Capitale.

Questa la dichiarazione riportata da la Repubblica: “Il dissequestro – ha detto l’avvocato Placanica – ci soddisfa in modo particolare, perché vede riconosciute le nostre tesi. Il Salaria sport village a questo punto recupera la piena funzionalità, senza alcun vincolo rispetto a qualsiasi utilizzo”.Allo stato non sono state diffuse le motivazioni che hanno portato il Tribunale del Riesame a concedere il dissequestro, già richiesto vanamente in un’altra occasione.L’impianto sportivo, tuttavia, rimane interamente sotto sequestro conservativo, quindi aperto e con la gestione regolare nell’interesse dell’erario, disposto dalla Guardia di Finanza il 17 maggio scorso, a seguito di un’indagine per un presunto giro di fatture false per un valore di venti milioni di euro. Anche altri beni intestati alla famiglia Anemone sono stati colpiti dallo stesso provvedimento, per un importo complessivo che sembrerebbe superare i 30 milioni di euro.  Il processo per i presunti abusi edilizi rimane comunque in essere e la prossima udienza è fissata per il 5 luglio prossimo. Dietro l’angolo però c’è lo spettro della prescrizione breve. In questo caso il termine scade nel 2014.

Riccardo Corbucci, vice presidente Pd del consiglio del IV Municipio, che tanto si è speso per far riconoscere gli abusi ed si è fatto promotore per una petizione che in caso di riconoscimento dell’illecito porti le strutture in seno al patrimonio pubblico, previa messa in sicurezza delle stesse –  vista la qualifica del terreno su cui sorgono, destinato ad essere allagato preventivamente nel caso che una piena del Tevere metta in pericolo il cuore di Roma, i cui argini sono stati tutti rialzati – al posto della demolizione paventata, ha così commentato la notizia: «abbiamo fiduca nella magistratura e osserviamo con attenzione gli esiti processuali, convinti che il Salaria sia abusivo e pericolo per i cittadini perché costruito in zona esondabile»

Luciana Miocchi

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

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