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“Corro per Vale”: per il settimo anno tutti di corsa per le strade di Monte Sacro in ricordo di Valentina Col

12 Ott

[ROMA] Mi ci è voluto qualche giorno per fare decantare le belle emozioni suscitate dall’aver finalmente partecipato a “Corro per Vale”, la corsa podistica di Monte Sacro dedicata alla giovanissima pallavolista Valentina Col, tenutasi il 9 ottobre e giunta quest’anno alla settima edizione, con il supporto del Terzo Municipio e della Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti).

Sí, perché erano anni che volevo essere ai nastri di partenza come corridore e non solo in veste di giornalista: volevo vivere da dentro e non limitarmi a raccontare uno degli eventi che da anni rinsaldano il senso di appartenenza a un territorio, come dimostra la partecipazione di circa duecento persone supportate dai volontari in bicicletta e dislocati lungo il percorso per dare indicazioni ai corridori.

Alla partenza, dopo la distribuzione delle maglie ufficiali della corsa e dei numeri a ogni partecipante, il saluto dei genitori e della sorella di Valentina seguito da quello delle autorità: il presidente del Municipio Paolo Marchionne, l’assessore capitolino alla Scuola Claudia Pratelli e Roberto Tavani delegato allo Sport del presidente della Regione Lazio, mentre nel cortile si sono visti anche la vicepresidente del Municipio Paola Ilari e l’assessore municipale allo Sport Matteo Zocchi.

Si parte e inizia il percorso attraverso i luoghi di Valentina e dei quali trattiamo da anni: la partenza dalla ex Gil ora sala Agnini in piazzale Adriatico, la salita e poi la lunga discesa di viale Carnaro fino alla confluenza con viale Adriatico e l’immissione su corso Sempione all’incrocio con la Nomentana e di lì su viale Gottardo e l’ingresso nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene, da attraversare fino all’altro accesso sulla Nomentana di fronte a via Sannazzaro, da lì nel parco omonimo risalendo alle spalle del complesso

Un giro solo per la cinque chilometri, due per la dieci. L’asfalto e il terreno scorrono più rapidamente di quel che uno potesse pensare, il meteo è clemente e la temperatura gradevole. Finisco la corsa che respiro come Darth Vader ma sono arrivato in fondo, c’è una banda musicale ad accogliere i podisti all’arrivo ed anche per quest’anno il ricordo di Valentina è stato onorato nel modo più sano e virtuoso da tante persone, andando oltre una semplice commemorazione.

In suo nome i nostri quartieri trovano nuova vita e non si può che essere d’accordo con le parole della sorella di Vale, Martina: «Abbiamo la consapevolezza di essere un gruppo di persone che si riunisce non solo nel ricordo di Vale ma ormai è diventato un vero e proprio evento del Municipio».
Alessandro Pino

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Christian Raimo, un Assessore dentro e fuori le Istituzioni – di Luciana Miocchi

17 Mag

Lo si ama o lo si odia, di certo il suo pensiero non lascia indifferenti. Christian Raimo è assessore alla cultura del III Municipio dal 2018 e spesso, nonostante la carica, o forse proprio per quella, si è ritrovato a prendere posizioni che molti vedono inconciliabili con il ruolo che ricopre nelle Istituzioni. Ultima, quella riferibile all’occupazione, da parte di residenti stanchi di vederla inutilizzabile, della struttura sportiva ex Detroit, in via Monte Ruggero, centro per cui sono già stati spesi 250.000 euro di fondi pubblici e per cui, con un atto votato in maniera bipartisan quindici giorni fa, si è deciso di impiegare i fondi del pnrr destinati al Municipio. A complicare le procedure, una particella catastale da correggere, con i relativi tempi burocratici. Anche questa volta dall’opposizione si son levate richieste di dimissioni per incompatibilità tra la carica e le azioni. Articoli sulle ragioni degli occupanti se ne trovano ovunque ma sembra che chiedere direttamente a Raimo conto delle sue azioni sembra quasi un gesto impensabile. Eppure è una persona disponibilissima.

Professor Raimo, ha qualcosa da rispondere riguardo alle critiche e alle richieste di dimissioni in merito alle posizioni assunte sull’occupazione, da assessore di una giunta al governo del Municipio che ha anche approvato degli atti in merito alla riqualificazione e all’utilizzo del campo ex Detroit?

Nel senso che io sono abbastanza allibito ogni volta che sento l’idea del ruolo istituzionale che deve essere un ruolo depoliticizzato. Per me fare politica vuol dire farla dentro e fuori dalle istituzioni, quindi chiaramente non è che sono schizofrenico: io in quanto Assessore faccio degli atti e in quanto attivista porto avanti delle battaglie. Non è che i partigiani da una parte combattevano i fascisti e dall’altra parte pensavano di dover abbattere lo Stato, anzi. Immaginavano che dovessero migliorare la forma dello Stato. Chi ha fatto le più grandi riforme degli anni settanta, dalla scuola all’eliminazione dei manicomi, era un funzionario amministratore, chiaramente aveva un ruolo pubblico, che poi cercava attraverso l’attivismo, il volontariato e le forzature di portare verso una direzione che era quella auspicata dall’attivismo. Per me è un’idea vile del fare politica quella che poi se uno sta dentro le istituzioni deve fare soltanto un’attività istituzionale.

Ma cosi non mette in imbarazzo la sua stessa giunta, l’assessore allo sport, i consiglieri di maggioranza?

No, io penso che ci sia una dialettica interna molto franca, nel senso che, come dire, la mia idea di dialettica è una casa di cristallo, spesso le cose che ci diciamo in pubblico ci diciamo in privato ma non è che se uno mi mette in imbarazzo, mi fa delle critiche, io penso che c’è una forma di lesa maestà, io voglio cercare di far capire cosa è il bene pubblico. Il bene pubblico è uno spazio che va restituito il prima possibile all’uso pubblico dei cittadini. Se poi una parte di cittadinanza pensa che questa cosa deve essere fatta attraverso una partecipazione forte, delle assemblee pubbliche e non soltanto attraverso gli atti amministrativi, ben venga, poi discuteremo.

Ma qui si tratta di un ’occupazione, non è un’assemblea pubblica, è stata proclamata occupazione, quindi sarebbe un’altra cosa.

Che differenza c’è?

C’è che un’occupazione è di fatto un atto contro l’amministrazione, perché quella deve seguire un iter, dei passi ben precisi

E’ un’idea diversa dell’amministrazione. Tra le più importanti cose politiche che sono avvenute a Roma , spesso si è passati attraverso l’occupazione. Dalla delibera sulla casa all’importanza della restituzione dei beni settari.. Per me un libro fondamentale è l’Istituzione negata di Basaglia, un libro di una bellezza incredibile, che parte proprio dall’idea che dentro le istituzioni si può negare e contrastare la stessa istituzione e quindi trasformare i manicomi in settario pubblico per tutti. Questa cosa qui vuol dire dare più forza alle istituzioni perché vuol dire renderle permeabili, porose. La vogliamo chiamare occupazione? Un gruppo di persone ha preso e ha deciso di occuparsi di un posto che sta a venti metri da casa sua. Come lo vogliamo chiamare? E’ contro l’Istituzione? A me sembra che sia con l’istituzione. E’ un rapporto diverso.

Se l’Istituzione ha comunque fatto degli atti, delle delibere, sta seguendo un iter, sicuramente non si sta rispettando i tempi dell’amministrazione della cosa pubblica. Nel senso, Marchionne, il presidente del III Municipio, sarà contento?

Ma si. Alla fine spesso le cose vengono “fatte a regola d’arte”, con i processi “partecipati”…l’amministrazione dei cinque stelle era piena di questi progetti che da un punto di vista della carta erano perfetti e poi non gliene fregava niente a nessuno. Spesso c’è scritto partecipazione sulla carta, regola d’arte.. eccetera eccetera e poi questi posti non sono animati. Spesso invece l’animazione spontanea, vitale della cittadinanza porta poi a trovare anche esperimenti amministrativi e burocratici che sono più consoni all’oggetto stesso della politica.

Quindi pensa che non ci sia nessun tipo di malumore all’interno della giunta per questa sua presa di posizione?

Ma viva i malumori, a me dispiace se sono malumori personali ma se sono malumori o degli imbarazzi che poi si sciolgono e portano un maggior interesse su quell’area, ma chi se ne frega se è arrivato attraverso un malumore o attraverso la concordia. Importante è che poi si arriva a un punto, a un compromesso al rialzo, al punto di arrivo di trecento persone che occupano uno spazio e dicono “questo spazio è abitato dalla cittadinanza, troviamo il rimedio amministrativo più adatto per fare tutto questo”. Io penso che i cittadini non sono soltanto le persone che votano, io penso che i cittadini sono anche quelli che si mobilitano. Questa per me è una idea di democrazia solida, viva.

Però ci sono comunque delle regole da rispettare. Altrimenti è il Kaos e non si va avanti.

Non è il caos, non è il caos. No, perché io invece penso che il problema fondamentale è che le persone non fanno politica. Questa non è una lamentela. Fare politica, impegnarsi in politica, in movimenti, in associazioni è un dovere costituzionale, scritto nell’articolo 2 della costituzione.

La Costituzione è comunque la legge fondante del nostro Stato, dalla quale tutte le leggi traggono origine. Il principio è che si osservano le regole che ci si è dati.

Sulle regole c’è l’articolo 3 che dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli per il pieno sviluppo della persona umana. L’articolo 2 dice che c’è il dovere della solidarietà. Uno deve fare politica. Nel senso, se una persona non fa politica, non passa un po’ di tempo della sua vita a fare politica, per me sta andando contro il bene pubblico

Quindi l’amministrazione è superflua?

No, l’amministrazione è una parte della politica, non è tutta.

E Raimo cosa vuole fare? Politica, amministrazione e ideologia?

Sia l’attivista che l’amministratore. Ma come hanno fatto tutte le persone che hanno fatto politica. Pertini è stato in carcere sei volte!

Si ma c’è stato prima di essere Presidente della Repubblica. Non è che si è messo a fare il dinamitardo durante la presidenza.

Ma mica fai il dinamitardo, però su alcune cose ti metti a fare obiezione civile, ti metti a fare altre cose. Dico Pertini per dire una persona qualunque. Vogliamo pensare alle cose importanti che sono successe in questi anni, comunque è chiaro che fai politica in altro modo. Altrimenti se riduciamo la politica alla pubblica amministrazione è proprio una palla, proprio una lagna, ma non succederà mai niente! Che facciamo? Io penso che il ruolo di un’amministrazione sia anche quello di innescare un processo partecipativo . Ieri al Detroit c’erano duecento studenti! Duecento studenti ma dove li trovi che la domenica, invece di cazzeggiare si mobilitano a ripulire un parco. E lo vogliono far in quel modo lí, quindi? Che facciamo, gli diciamo che non si fa?

Se è una cosa loro si, se una cosa è pubblica ed è soggetta a determinate regole, assecondandoli ci si pone fuori dall’istituzione, dalla legalità, perché l’istituzione si muove in determinati binari , no?

L’istituzione così è veramente vuota. A prescindere. Cioè tu pigli tutti i teorici, da Habermars a Abel pongono l’istituzione in un modo molto ma molto diverso. Io ho citato prima Basaglia ma l’Istituzione mi sembra molto legata a un concetto liberale da ottocento. Tutta la situazione politica del novecento,  tutta la situazione della pubblica istituzione non è questo.  Questa è un’idea liberale, da Statuto Albertino. Nemmeno nella  costituzione si parla di Istituzione. C’è una differenza molto precisa, leggiti i libri di Roberta Calvano sulle Istituzioni come processi vitali o come processi formali. Se l’istituzione è solo un processo formale e non viene continuamente sfidata, anche attraverso una forma dinamica delle regole. Le regole non sono regole fisse, vivono nel diritto vivo. Da Onida (Valerio, ex presidente della Corte Costituzionale ndr), al suo ultimo libro, a tutta la letteratura di Ferraioli (Luigi, professore universitario e filosofo del diritto), proprio qual è il concetto di Istituzione oggi. Detta cosi teoricamente.

Detta alla spiccia io voglio che le persone partecipino alla politica. Io non posso dire alle persone come devono fare politica. Le persone fanno politica come cavolo gli pare. Se domani mattina le persone si stendono sulla metro e dicono la metro non passa da due mesi. Vogliamo fare una protesta?  Io mi stendo insieme a loro. Chiaramente non mi limiterò a quello. Cercherò di farmi un bucio di culo e di andare a cercare di capire con Metro come fare a far ripartire le corse.

Mettiamo un punto. Quale è la sua partecipazione a questa occupazione? Gli da un sostegno ?

Gli dò un sostegno, cerco di capire quali sono.. Verifico il mio operato,  cerco di stare li, se mi limitassi a quello…

Quindi non ritiene che il suo sostegno sia incompatibile con la carica di assessore di una giunta municipale?

Per niente. Anzi, ritengo che sia determinante perché di fatto, questo fa si che una giunta riesca ad essere porosa ai processi vitali di protagonismo di chi fa politica nella città. Penso che questo sia un ruolo fondamentale. Quello che ho firmato facendo l’Assessore mi chiede questo, non mi chiede semplicemente di fare gli atti formali che vogliono il Sindaco e i movimenti politici. Mi chiede di valorizzare il protagonismo politico delle persone che stanno nei territori. E questa è la prima cosa, è fondamentale. Poi, che l’opposizione voglia trovare le ragioni per sfidarmi rispetto a questo , questa è un operazione che trovo molto scadente. Quello che chiedo all’opposizione ogni volta è: fate politica, fate una politica sfidante. L’hanno fatto, hanno occupato quel posto? Trovate un altro posto con cinquecento persone e liberatelo. Facciamo vedere che Non ci stiamo sfidando a colpi di social perchè quello ha trasgredito le regole. Io non sono  un ribellista, io sono un intellettuale, sono una persona che studia , che si fa un bucio di culo così, sono una persona che cerca di capire come organizzare processi partecipativi. Se uno pensa soltanto a vedere se si sono messe le dita nella presa per vedere se per caso ha fatto scattare il corto circuito, è vile. Io vorrei che le persone all’opposizione ripensassero a come riportare l’elettricità dall’altra parte, non a chi ha messo le dita nella presa e ha fatto un corto circuito. E’ una sfida vera  e questa non c’è mai. Qualunque obiezione,  notazione, qualunque osservazione che mi ha fatto l’opposizione è sempre perché c’è stato un qualche momento, in cui forse, da un punto di vista delle regole io sono stato più libero, diciamo cosi, meno leguleio, meno preciso, E’ possibile un opposizione fatta cosi? Mai su un’idea, mai su un processo partecipativo, mai su una sfida vera, che ci stanno 300 persone che vogliono qualcosa invece ci stanno 300 che ne vogliono un’altra, mai su una soluzione intellettuale, mai che palle! Ma che opposizione è? Sembra che sono un ragazzino di quindici anni che fa i pasticci  e c’è chi mi rimprovera.

( per approfondire http://ex-detroit-occupato-dallopposizione-chiedono-le-dimissioni-dellassessore-raimo-che-fa-lattivista-di-luciana-miocchi )

Luciana Miocchi

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Apre il 2 dicembre l’ufficio postale mobile a Settebagni – di Luciana Miocchi

30 Nov

Il Comitato di Quartiere di Settebagni aveva già spedito una pec per rinnovare la richiesta di informazioni circa il destino del furgone di Poste Italiane allestito a ufficio postale mobilie, parcheggiato da alcuni giorni nel piazzale antistante Roma 111, in via Salaria ma non ancora entrato in funzione. Il Cdq ha contattato poste, la presidenza del Municipio, l’Ufficio del Sindaco e Poste. Nel pomeriggio il presidente del Municipio Paolo Marchionne, con una telefonata ha portato la notizia che tutti stavano aspettando: il due dicembre, finalmente, l’ufficio postale mobile aprirà al pubblico, ponendo cosi fine ai pellegrinaggi nelle poste dei quartieri limitrofi.

Pare che il ritardo sia da ascriversi alla mancanza dei servizi chimici. Problema risolto, non resta che fare il conto alla rovescia.

Luciana Miocchi

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Stà per aprire un ufficio mobile nel cortile delle Poste di Roma 111 – di Luciana Miocchi

20 Nov

Qualche settimana fa l’annuncio sui vetri dell’ufficio postale di Settebagni aveva portato a conoscenza dell’utenza che i locali sarebbero stati chiusi per un mese, causa ristrutturazione defli stessi e che gli uffici più vicini aperti sarebbero stati quello di Piazza de Lucia a Serpentara e quello di Via Sinalunga, dedicato ai correntisti e ai librettisti del 111. Impossibili da raggiungere senza auto. Grande disagio per l’impossibilità di usare l’ATM. Dopo diversi contatti e dietro pec di richiesta del comitato di quartiere di settebagni alla presidenza del Municipio quale Ente di e a Poste Italiane, oggi nel parcheggio dell’ufficio pt di settebagni è apparso l’ufficio mobile. La notizia era trapelata in via ufficiosa già da qualche giorno ma nemmeno al Cdq si osava crederci veramente, nonostante le conferme verbali. Alcuni disagi sicuramente permarranno ma difronte quelli derivanti da una trasferta in altri quartieri, con gli uffici già sovraccarichi della propria utenza, saranno sicuramente sopportabili, specialmente in vista della riapertura, che si spera possa addirittura essere in anticipo.

Luciana Miocchi

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Targa commemorativa per Gigi Proietti per il primo anniversario della sua scomparsa – di Luciana Miocchi

2 Nov

Il mercato di piazza degli Euganei, nel cuore del Tufello era già stato intestato qualche tempo fa a Gigi Proietti. Oggi, nel giorno del primo anniversario della sua scomparsa, una targa ricordo è stata consegnata dal neo presidente del III Municipio, Paolo Marchionne, nelle mani della presidente dell’ags Alessandra Ranzani e dell’operatrice del mercato Simona Maiello, in rappresentanza di tutti gli esercenti.

Luciana Miocchi

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Quattro candidature per le primarie del Centrosinistra

19 Giu

Un candidato ufficiale del Pd, un ex presidente del Municipio e due donne impegnate e battagliere

dall’alto in senso orario Francesco Pieroni, Marina D’Ortenzio, Paolo Marchionne, Angela Silvestrini

Nell’imminenza delle primarie che decideranno la candidatura per il centro sinistra alle elezioni municipali dell’autunno 2021, si presentano i candati espressione del III Municipio. Per restituire un’informazione corretta ed equidistante, ai quattro candidati sono state rivolte le stesse domande: una breve descrizione di se e delle cose che più li rappresentano e il quesito principe, ovvero “perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?”. L’ordine di risposta è scaturito semplicemente dall’ordine di invio, per iscritto, delle risposte fornite, cosi come le foto sono quelle inviate. A tutti e a tutte, gli in bocca al lupo più sinceri e un “vinca chi può”

Francesco Pieroni

«Sono tra i fondatori del PD nel III Municipio e questo è un punto che rivendico con orgoglio. Da giovanissimo, tra il 1997 e il 2002, sono stato già consigliere municipale e assessore ai lavori pubblici. Per molti anni ho lavorato in Regione Lazio come capo della segreteria dell’assessorato all’urbanistica prima, della commissione agricoltura, poi. Dal 2018 sono l’unico assessore del PD nella Giunta di Giovanni Caudo».

Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?

«Per me è una grande responsabilità rappresentare il partito democratico come suo candidato ufficiale. Sono convinto della necessità che sia il più grande partito della coalizione a dover guidare la rinascita della città, partendo dal Municipio ed arrivando al Comune di Roma Capitale con Roberto Gualtieri, anche lui candidato ufficiale del partito democratico, già ministro dell’economia e commissario a Bruxelles, con una squadra competitiva e credibile, che sappia mettersi in rapporto in sinergia e senza complessi con la regione Lazio e con il governo nazionale»

Marina D’Ortenzio

«La mia storia è una storia di militanza da sempre. Ho iniziato giovane il percorso politico spinta dal bisogno e dall’esigenza di cambiare il qui e l’ora delle nostre esistenze, dal sogno di realizzare l’irrealizzabile. Per me la politica, l’impegno, hanno senso solo se riescono a incidere sulla vita delle persone e il territorio è il punto di partenza, ora come molti anni fa. Non si tratta solo di una questione di incarichi istituzionali o di dirigenza politica, che pure ho avuto tanto con i Verdi che all’interno di SEL; non sono questi la condizione necessaria e sufficiente per occuparsi della cosa pubblica, per aspirare al bene comune. La vita è una imprevedibile scala di priorità, a volte chiare e nette altre volte meno, che si diverte a cambiare la distanza da salire. Cambiano gli orari, l’organizzazione delle giornate, gli incontri ma ciò che non passa mai è la tensione alla comunità, è lo scegliere i compagni e le compagne di viaggio con cui andare in mare aperto, senza paura, senza pregiudizi. Questa è la mia storia ed è lo spirito di Liberare Roma. Uno spirito attento con l’assillo di ricostruire e riannodare quei fili che sembravano spezzati. A partire proprio dai territori, dai Municipi, veri avamposti e presìdi irrinunciabili di mutuo soccorso, socialità, comunità. Come lo è il III Municipio. Per questo mi candido: per riannodare un’esperienza con radici forti e obiettivi reali. Che hanno a che fare con la vita».

Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?

«Da settimane sento dire, da più voci, che queste primarie sono ‘finte’ o quantomeno hanno un risultato in larga parte già scritto. È tutto vero fino a prova contraria. Ebbene, io assieme ai compagni e alle compagne di Liberare Roma siamo proprio quella prova contraria. Siamo la sfida, la voglia di contendere un campo che sembra essere assegnato, per provare a incidere da dentro, senza subalternità, senza paura ma con le idee ben chiare per una città e un municipio femminista, ecologista e di sinistra! Mi candido, ci candidiamo, per ridare a Roma l’amore e la dignità che merita. Una Roma che torni ad essere capitale dell’inclusione sociale, dei diritti, della lotta alle disuguaglianze».

Angela Silvestrini

«Da 25 anni lavoro all’Istat, dove, come primo ricercatore, svolgo la mia attività nel campo della demografia. Vivo con mio marito Rafael, nostra figlia Amaya di 12 anni, mia madre, due gatte e una cucciola di Labrador. Credo nell’importanza di una famiglia dove le diverse generazioni possano vivere sostenendosi vicendevolmente. Credo nell’amicizia fedele e leale, dove ognuno deve impegnarsi per restituire agli altri quello che ha ricevuto. Nel dialogo e nella politica come strumento per rendere migliore la vita di tanti, soprattutto i più deboli. Nel 2018 sono stata eletta consigliera nel III Municipio, dove sono vice presidente del Consiglio, della Commissione bilancio e della Commissione Politiche Sociali. Questa esperienza è stata per me molto positiva e occasione di crescita personale. Mi ha dato modo di confrontarmi su temi rilevanti, specialmente nell’ambito sociale, su cui si deve investire di più, avendo come obiettivo la cura a domicilio e la creazione di reti di cooprogettazione con l’associazionismo e il Terzo settore. Da questa esperienza si è rafforzata la convinzione che per governare bene un territorio bisogna essere e fare squadra».

Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio lei.

«Innanzitutto, per una questione di metodo che applico nella mia vita e nell’azione politica: cercare ciò che unisce e lasciare ciò che divide, facendo prevalere la forza del noi, mettendo la solidarietà e gli interessi degli ultimi in primo piano.  Se una città è costruita a misura delle persone più fragili è una città che funziona per tutti. Poi per la credibilità di una vita nella quale ho dedicato molto del mio tempo all’impegno gratuito per gli altri, per i più poveri, impegnandomi da quando avevo 15 anni con la comunità di Sant’Egidio. Fare politica per me non è una carriera personale, è mettermi a servizio degli altri. Non prometto mai successi, ma solo impegno personale. E non dico mai cose che non penso. Chi mi ha conosciuto in questi anni in Consiglio può testimoniarlo. E infine perché penso che la politica abbia bisogno delle donne. Una politica al femminile è una politica che non batte il pugno sul tavolo per intimorire, è una politica che ascolta, cerca di risolvere i problemi in modo pratico e si prende cura anche attraverso la capacità, tutta femminile, di affrontare contemporaneamente situazioni diverse ».

Paolo Marchionne (già presidente del III Municipio durante la breve sindacatura Marino, ndr)

«Sono nato nel 1981, sposato con Sara e papà di Enrico e Andrea. Fin da quando avevo 20 anni mi sono impegnato in politica e nell’associazionismo di quartiere. Appartengo al Partito Democratico, sono nella segreteria romana, e sono convinto che solo costruendo un fronte ampio di forze democratiche e progressiste, possiamo vincere e governare bene il territorio. Mi sono messo a disposizione di tante e tanti proprio per questo, ho risposto alla richiesta di chi, dentro e fuori il Pd, nelle altre forze politiche della sinistra, nelle esperienze civiche, nelle reti del volontariato, nei movimenti, avverte la necessità continuare quanto di buono e innovativo fatto dalla Giunta Caudo in solo tre anni, dal 2018, con un nuovo spirito unitario. Per queste ragioni la mia sia una proposta politica plurale, non nata solo all’interno di ristretti gruppi di partito e su compromessi. Ma per stare, come sempre, nelle strade, tra le persone, facendosi carico delle esigenze del territorio e dei bisogni delle persone. Veniamo da un anno terribile, insieme ne stiamo faticosamente uscendo. Il Municipio può essere uno strumento fondamentale per rafforzare la rete di supporto alle persone più in difficoltà, contrastare le disuguaglianze, per tutelare il commercio di quartiere e favorire nuove reti di impresa, rendere sicure le scuole pubbliche e magari tenerle aperte anche il pomeriggio, promuovere sport e cultura per tutti. Ecco sono questioni che partono dalle persone, dai loro bisogni, e solo in parte stanno nelle competenze burocratiche del Municipio. Spero che avremo modo di usare i prossimi cinque anni della nuova consiliatura per tramutare i Municipi in enti più utili e forti, con le competenze necessarie. Per fare questo salto occorre visione, esperienza e determinazione. La nostra è di certo la proposta più coraggiosa in campo».

Luciana Miocchi

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Giovanni Caudo. Candidato presidente del III che vorrebbe essere acclamato da tutta la sinistra. Dissidenti del Pd lo vorrebbero al posto della candidata ufficiale del partito alle primarie

16 Apr

30849127_10215911759497078_843100189_oDomenica 15, ore 11,30 fermata Metro Conca d’Oro. In una mattinata piovigginosa e con il sole latitante, Giovanni Caudo ha esposto, sul piazzale antistante l’entrata principale, il suo manifesto politico di candidato alla presidenza del III Municipio, che andrà a elezioni il 10 giugno. L’invito è circolato su fb e rilanciato da Leu, Possibile e diversi esponenti del Pd, tra cui alcuni di quelli che non sono andati all’assemblea del Pd municipale che ha deciso la candidatura ufficiale del Pd di Paola Ilari alle primarie di coalizione.

L’ex Assessore della Giunta Marino, finita abbattuta dalle dimissioni davanti al Notaio ad opera degli stessi consiglieri comunali del Pd, ha fatto un discorso i cui punti erano fissati in un fascio di fogli che portava stretti a sè, davanti un gruppo di persone che hanno raccolto la chiamata festiva. Un intervento di pochi minuti, aperto con i ringraziamenti agli amici che lo hanno voluto nominare come possibile candidato alla presidenza di un territorio vasto 97 km quadrati con una popolazione di 200.000 abitanti, molto più di una grande città e a Ignazio Marino, che lo aveva voluto Assessore all’Urbanistica. Racconta del sogno di una coalizione che si sta costruendo, uno “spazio Aperto”, un percorso nuovo che parta dal Municipio. Cita per prima la metro che corre qualche decina di metri più sotto, che ha treni che partono all’incirca ogni 11 minuti, mentre alla Tiburtina ci sono treni che partono ogni 7 minuti e la Fm1 che non ha collegamenti rapidi con i bus, vuole aumentare l’interconnessione il prof. Caudo, però non tocca assolutamente il tema di come farlo avvenire, visto che Atac non aumenta km percorsi se non taglia prima da qualche altra parte e che la B1 è una derivazione, ha parte dei binari in comune con la B e quindi aumentarne la frequenza è un qualcosa che fu escluso già in fase di inaugurazione, ai tempi di Alemanno.

In effetti, il suo discorso ha un respiro ampio, sembra più orientato verso una visione cittadina, da professore qual è di urbanistica, che da amministratore localissimo quale può essere un presidente di Municipio con scarsi poteri effettivi, come al momento risulta essere un minisindaco di Roma Capitale: cita il passo di un discorso di Valter Tocci “bisogna mobilitare le energie e selezionare una nuova classe dirigente” che come dice «si guarda al municipio, ricostruire il contatto con la città e dare una proposta politica nuova alla città. Partire dal Municipio non è una diminutio ma è l’unica strada seria che la politica oggi ha. Nei prossimi giorni, nelle prossime ore, se si costituirà un’assemblea costituita da tutte le persone, i partiti e le associazioni che vogliono partecipare a questo percorso politico, questo atto politico che oggi è portato in piazza prenderà la sua concretezza. Se qualcuno pensa che questa cosa non si debba fare, continua a presidiare le macerie della sinistra, che è l’unica chance di questa città, prenderemo la nostra decisione in quel momento, noi vogliamo fare insieme un percorso inclusivo, per chi viene da sinistra, per chi è andato altrove, per chi è qua è per chi vuole venire a sinistra». Ha le idee chiare anche sulla politica e sulla destra e la sinistra: « non è vero che la sinistra e la destra non esistono più. la sinistra è un luogo centrale; è questa piazza. Non esiste la buona politica ma esiste la politica». Su una eventuale candidatura a Sindaco risponde: «almeno per il momento non è per il Sindaco ma è propedeutico» (in effetti, a giugno si eleggono soltanto i presidenti ed il consiglio dei Municipi VIII e III, ndr).

30232698_10215911755816986_765516036_oCaudo non lo nomina mai apertamente, ma auspicando che tutte le associazioni e i partiti convergano sulla sua figura fa implicitamente riferimento anche al Pd, che però ha già nominato ufficialmente, con l’assemblea municipale del partito, Paola Ilari, il proprio candidato che andrà alle primarie di coalizione il 28 aprile, aperte a chiunque voglia presentarsi, depositando almeno duecentocinquanta firme a sostegno. Vorrebbe probabilmente cercare di tenersi fuori da quella che invece si sta configurando come una resa dei conti interna al Pd, la stessa che si è consumata a livello nazionale, tra le varie correnti e infatti, tra la gente venuta ad ascoltarlo ci sono, riconoscibili a colpo d’occhio, molti esponenti zingarettiani venuti a portare sostegno al suo progetto, che però, se ritenessero legittime e valide le decisioni prese dall’organo del proprio partito, non dovrebbero nemmeno essere qui, in quanto il nome del professore di Roma Tre non è stato portato tra quelli possibili per la scelta della candidatura ufficiale in seno all’assise minicipale. Ad un certo momento è partita anche la raccolta delle firme necessarie per presentare la candidatura alle primarie di coalizione, tanto che lo stesso Caudo, dopo aver appreso la notizia è salito di nuovo sul palchetto improvvisato e megafono alla mano ha dichiarato che la raccolta non si stava tenendo con il suo benestare. Risulta però difficile credere che possa davvero pensare che il Pd faccia un passo indietro davanti la sua figura, almeno se non vuol perdere la faccia, dopo aver reso di dominio pubblico il nome del proprio candidato ufficiale e fatto uscire diversi comunicati di dirigenti che ribadiscono il sostegno alla Ilari, già segretaria municipale del partito.

Caudo ha poi sciolto gli indugi a scendere nell’agone politica nello stesso pomeriggio, con un post pubblicato sul suo profilo facebook, tenendosi però sempre sul vago riguardo la possibilità di partecipare alle primarie di coalizione.

Ma quanto mondo politico era effettivamente presente? Chi scrive ha potuto riconoscere – scusandosi fin da ora per ogni possibile involontaria omissione – confusi tra i presenti, tra gli altri,  Alfredo D’Antimi,  ex consigliere Pd di alcune consiliature fa, poi passato per varie compagini politiche; Francesco Pieroni, segretario municipale dei democratici nel 2009; Mario Ciarla, ex vice-presidente del consiglio della regione Lazio, coordinatore della Mozione Orlando e attualmente vice capo di Gabinetto di Nicola Zingaretti; Francesca Burri, una dei quattro consiglieri dissidenti del M5S che ha contribuito a sfiduciare Roberta Capoccioni, ex presidente del Municipio, ricandidata alla stessa carica per le elezioni di giugno 2018; Paolo Marchionne, ex presidente Pd del Municipio e capogruppo nell’ultima consiliatura, Yuri Bugli e Federica Rampini, consiglieri Pd uscenti. Poi esponenti di Leu e di Possibile, come David Tozzo, delegato nazionale.

Per ascoltare il discorso di Giovanni Caudo: dalla pagina di Possibile  https://www.facebook.com/dirittopossibile/videos/204126009

Luciana Miocchi

Parco Bolivar chiuso da un anno: cosa c’è “sotto” ? – di Alessandro Pino

19 Gen

A quasi un anno dalla chiusura – avvenuta a febbraio scorso per svolgere lavori di manutenzione in seguito al crollo di un pino sulla recinzione – rimane ancora interdetto al pubblico il parco intitolato a Simon Bolivar, sullo storico Monte Sacro, nel Terzo Municipio della Capitale. La riapertura era stata annunciata già ad aprile dall’allora presidente del Terzo Municipio, Paolo Marchionne, senza che vi fosse un seguito effettivo nemmeno con il subentro della giunta pentastellata di Roberta Capoccioni. Sulla vicenda esistono teorie contrastanti in seno alla stessa maggioranza municipale: soltanto qualche giorno fa la presidente del Municipio Roberta Capoccioni con un intervento in rete ha confermato la possibile presenza di uno stato di dissesto idrogeologico della collina. L’origine del paventato pericolo di smottamenti – con rischio anche per i mezzi impegnati nella manutenzione del verde – era stata attribuita in ipotesi a una rete di caverne usate come rifugio antiaereo, esistenti sotto la collina. La tesi del dissesto però viene confutata con forza dalla consigliera di maggioranza Francesca Burri, 

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presidente della Commissione municipale Ambiente, che ha reperito in rete e reso nota a sua volta una perizia eseguita sull’area a dicembre con esito negativo. Sulla materia così si è espressa la presidente del Comitato Città Giardino, Simona Sortino: «Vorremmo avere dall’amministrazione un quadro chiaro che ci faccia comprendere la situazione attuale, anche dall’assessore (municipale all’Ambiente, ndr) Mimmo D’Orazio quale è la progettualità in vista della riapertura e chi intendono consultare affinché questa possa avvenire nel più breve tempo possibile». Per la prossima settimana si attende la presenza in Commissione Ambiente – dopo la seduta del 17 gennaio in cui si sono confrontati i consiglieri di maggioranza Francesca Burri, Francesca Liuzzi, Massimo Moretti, Mario Novelli e quelli di opposizione Federica Rampini, Francesca Leoncini, Vincenzo Di Giamberardino oltre a Simona Sortino e Manuel Bartolomeo presidente del CdQ Talenti – del dirigente dell’ufficio capitolino “gestione territoriale ambientale e del verde”; uno dei punti da sciogliere sarà capire quale sia l’ufficio competente ad agire nel caso particolare, per restituire all’utenza un luogo molto amato e frequentato.
Alessandro Pino

Una giornata a secco e torni all’Ottocento (Settebagni, Terzo Municipio della Capitale) – di Alessandro Pino

26 Apr

Nonostante la giornata piovosa, lo scorso 25 aprile è stato passato completamente all’asciutto nel quartiere di Settebagni (Terzo Municipio della Capitale): a causa della rottura di una conduttura  sulla Salaria nei pressi di via Piombino  – e la conseguente chiusura dell’erogazione – tutta la ex borgata è rimasta senz’acqua dalla mattina fino alle dieci di sera circa. Il tam tam su Facebook nei gruppi di zona era iniziato subito, alla ricerca di novità e scambiandosi   

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vicendevolmente il responso dell’oracolo ovvero il centralino dell’Acea, evidentemente tempestato di chiamate. Il nervosismo  cresce anche perché le risposte date al telefono dagli operatori dell’azienda idrica  (ma dopo un po’ verrà inserito un messaggio registrato) sono giudicate insoddisfacenti, qualcuno suggerisce di andare in massa alla stazione dei Carabinieri per presentare un esposto, si leggono proposte a dir poco sorprendenti come quella di bloccare la Salaria per protesta e intanto si comincia a comprare cassette di minerale nei due supermercati del quartiere; chi può spostarsi arriva fino a Castel Giubileo per rifornirsi con le taniche al “nasone”, lì l’acqua ancora scorre altrimenti si sarebbe dovuti andare fino al Tevere.  Almeno così oltre dissetarsi sono assicurate le minime operazioni di igiene come lavarsi le mani o i denti e pazienza se con l’acqua a temperatura ambiente. Va molto peggio su un altro fronte, quello delle funzioni fisiologiche, essendo poco simpatico rimanere senza la possibilità di scaricare lo sciacquone. E cominci a riflettere su come si vivesse quando non esisteva l’acqua corrente in casa. Le ore trascorrono, si interessano della situazione tre noti politici locali (il presidente uscente del Municipio Paolo Marchionne, l’ex presidente e consigliere di opposizione nell’ultima consiliatura Cristiano Bonelli e l’assessore municipale uscente alla Scuola e Trasparenza, Riccardo Corbucci) e finalmente si trova una squadra di operai che comincia a scavare, dopo che un sopralluogo svolto in mattinata. Già si temeva di doversi svegliare il giorno dopo ancora a secco quando verso le ventidue viene dato il sospirato annuncio “rihabemus aquam!” e il flusso idrico riprende gradualmente fino alla parte collinare. Il giorno dopo, l’inevitabile strascico di polemiche (ma per chi è saturo delle medesime, evitabilissimo) e una riflessione affacciatasi come detto alla mente già la sera prima: già, ma una volta come  si viveva? All’improvviso ti rendi conto di come ciò che appare scontato (aprire un rubinetto in bagno e lavarsi le mani, tirare lo scarico come anche premere un interruttore e illuminare un ambiente al chiuso) tanto scontato in realtà non sia. Ma la riflessione dura poco: nemmeno hai iniziato a immaginarti uno scenario apocalittico in cui si torna a condizioni di vita quotidiana ottocentesche se non medioevali , che già ricominci a lamentarti perché il telefonino ti si impalla e naviga a rallentatore.
Alessandro Pino

(Si ringrazia Silvia De Rosa per l’immagine)

Il “Centro Tangram” per il trattamento delle disabilità in festa dopo l’accreditamento definitivo in Regione (Terzo Municipio della Capitale)

20 Apr

Con una allegra e davvero sentita festicciola tenutasi nei locali di via Ida Baccini (zona Talenti – Bufalotta, nel Terzo Municipio della Capitale), lo scorso 16 aprile è stato celebrato l’agognato accreditamento definitivo presso la Regione Lazio del “Centro Tangram”, struttura di eccellenza per il trattamento delle disabilità gestita dalla cooperativa Idea Prisma ’82 e operante da oltre venti anni diventanto un punto di riferimento per il territorio al punto da vincere nel 2014 il “Premio Montesacro”.  Un risultato sospirato e che per più di tre anni ha tenuto con il fiato sospeso non solo gli operatori del centro ma

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soprattutto le famiglie dei circa centotrenta assistiti – sia piccolissimi che adulti, nei casi più gravi al limite della ingestibilità per corporatura e impeto delle reazioni – a causa di una situazione di burocrazia ottusa e kafkiana come spesso se ne vedono in Italia, legata alla documentazione di abitabilità e sicurezza dell’edificio in cui ha sede il Centro. Comprensibile la loro angoscia dovuta alla prospettiva di trovarsi senza il parziale sollievo di un centro di riabilitazione dove si presta assistenza anche in regime semiresidenziale, dando coì modo ai congiunti dei pazienti di recarsi al lavoro, sbrigare le incombenze quotidiane con minor disagio e – anche se sembra non bello dirlo – riprendere respiro. Ai festeggiamenti hanno partecipato molti degli utenti con i loro familiari, gli operatori e anche il presidente del Municipio Paolo Marchionne con l’assessore alle Politiche Scolastiche e alla Trasparenza Riccardo Corbucci e il consigliere di maggioranza Yuri Bugli. Raggiante la dottoressa Carla Patrizi che dirige il Tangram e presiede il consiglio di amministrazione: «Siamo 

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molto contenti perché è stato un risultato ottenuto con grande fatica, tenacia e perseveranza. Devo dire che è stato possibile perché nel nostro percorso abbiamo trovato anche tante persone che all’interno del loro ruolo  senza contravvenire a nessuna regola si sono impegnati aiutandoci ad arrivare a questo punto. Ci siamo arrivati perché siamo rimasti tutti quanti insieme, noi, i familiari, gli utenti e questa forza si è sentita. Questo ci ha portato a poter reggere per tanto tempo anche su delle insidie che in certi momenti hanno messo in crisi la nostra fiducia. La difficoltà, la paura di essere soggetti a una ingiustizia c’è stata in tanti momenti e essere in tanti e uniti ci ha dato la forza di andare avanti. La risoluzione è stata tecnica ma a volte si molla prima». Certo, resta ancora un poco da fare per mettere

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definitivamente a norma il palazzo di via Ida Baccini – occorre costruire una scala antincendio – e alle spese provvederà il Tangram stesso, come ricorda Francesco Scifo, responsabile dell’area amministrativa: «Lanceremo una campagna per il cinque per mille al fine di poter sostenere le spese perché il coune ha difficoltà economiche e abbiamo deciso di fare noi. Il Comune ci ha autorizzato per tutte le pratiche e ora chiederemo le varie autorizzazioni per fare i lavori». L’importante comunque è che l’accreditamento sia arrivato e ora una riproduzione formato gigante del documento è affissa nell’atrio della reception.
Alessandro Pino e Luciana Miocchi

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III Municipio di Roma Capitale: per votare le delibere sulle somme urgenze c’è ancora del tempo utile. Il pensiero del Presidente Marchionne

10 Apr

PAOLOmarchionneA margine dell’assemblea pubblica di venerdi 8 nell’aula magna del Matteucci, voluta per fare il punto sui tre anni della sua consiliatura, il presidente del Municipio Paolo Marchionne così ha risposto alle domande circa la mancata ratifica delle delibere per i debiti fuori bilancio

Le delibere sulle somme urgenze non sono state votate. Restano in eredità per la prossima consiliatura?

«Non è detto. Io con grande istituzionalità sono promotore di tutte quelle delibere perché sono debiti contratti dalla pubblica amministrazione. Mi auguro che possano essere portate. Però voglio dire una cosa, che non è assolutamente chiara: sono delle risorse, molte, oltre 3 milioni di euro, risalgono alla passata amministrazione e una parte ovviamente ce l’abbiamo messa pure noi quando non c’era il bilancio ancora approvato e quindi per fare interventi urgenti occorreva assumere impegni senza copertura. Ma quando sono stati votati i bilanci, sia nel 2013 che nel 2014 sono state messe le coperture economiche, quindi non si tratta di buchi che si troverà un altro, rimarrà questa formalità del voto, dell’assunzione dell’aula consiliare e niente di più.»

E sul fatto che non si è andati al voto nonostante ci fossero i consiglieri della maggioranza?

«Credo che la maggioranza avesse voluto cercare una calendarizzazione più graduale che non fare un consiglio monotematico. Mi auguro che insomma che i consiglieri valuteranno se vogliono essere votate prima della consiliatura.».

Quindi ci saranno altri consigli?

«Beh, ancora c’è un po’ di tempo.»

Quanto?

«Non lo so. Non sono state ancora indette le elezioni a Roma, però non possono nemmeno essere domani, a sorpresa (poche ore dopo il Ministro dell’Interno Alfano le ha fissate per il 5 giugno 2016, ndr)

Quindi c’è ancora tempo per farne un altro?

«Ma sicuro, mi auguro altri due, altri tre … anche perché non ci sono non solo le delibere che riguardano il bilancio ma ce ne sono altre,  almeno altre due o tre che secondo me sono estremamente significative, su cui dobbiamo prendere un impegno prima della campagna elettorale».

E quali sono?

«Lo decideranno i consiglieri»

Luciana Miocchi

 

 

Terzo Municipio: Roberto Giachetti a Settebagni in vista delle primarie Pd per il nuovo sindaco di Roma – di Alessandro Pino

7 Feb

Il vicepresidente della Camera dei Deputati Roberto Giachetti, candidato alle primarie del Pd in vista delle prossime elezioni del Sindaco di Roma, ha compiuto il 5 febbraio un tour del Terzo

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Municipio per conoscere le richieste del territorio e farsi conoscere dai potenziali elettori. Accompagnato da diversi politici locali di centrosinistra (tra cui il presidente del Municipio Paolo Marchionne, la presidente del Consiglio municipale Francesca Leoncini, gli assessori alla Scuola image

e alla Trasparenza Riccardo Corbucci e ai Lavori Pubblici Fabio Dionisi, i consiglieri Anna Punzo, Marzia Maccaroni e Yuri Bugli) e dal direttore del Municipio dottor Claudio Saccotelli, ha fatto tappa anche a Settebagni dove è stato accolto dal presidente del nuovo Comitato di quartiere, Giampiero D’Ubaldo. Dopo una breve visita al parco conosciuto come “Dei Frutti”, Giachetti si è fermato presso l’adiacente impianto sportivo “Angelucci” dove si è
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svolto l’incontro con i cittadini vero e proprio. «Sono venuto per ascoltare» ha anticipato subito dopo una breve introduzione di Corbucci e infatti, taccuino alla mano, ha annotato i vari temi esposti dai partecipanti, per lo più membri dello stesso Comitato: la richiesta di manutenzione, l’estensione dell’orario di apertura del distaccamento Asl, la mancanza tra le scuole di un nido, l’idea di una pista ciclabile collegata a quella che da Castel Giubileo arriva in centro, la mancanza di una piazza vera e image

propria come punto di aggregazione ma soprattutto l’annosa questione del collegamento del quartiere con la via Salaria, resa in questi giorni ancor più incandescente per la chiusura del vecchio sottopasso di via Sant’Antonio di Padova. Giachetti ha colto immediatamente che il fulcro della vicenda è la posizione tenuta fino a oggi dall’amministrazione ferroviaria, in apparenza dotata di una sorta di sovranità autonoma. Senza formulare promesse,
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congedandosi dai cittadini il candidato ha prospettato come prima mossa concretamente fattibile per l’immediato la creazione di un tavolo attorno al quale mettere finalmente di fronte i vari soggetti coinvolti per avere almeno una base di partenza.
Alessandro Pino

Cento anni a Capodanno: “Tittina” è la nonna di Monte Sacro (Terzo Municipio della Capitale) – di Alessandro Pino

2 Gen

Già di per sé il primo giorno dell’anno è una data un po’ particolare per un compleanno ma quando si taglia il traguardo (solo parziale ci auguriamo) del secolo di vita allora la ricorrenza diventa davvero speciale: infatti per

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festeggiare la signora Fortunata Fosca, nata il Capodanno di cento anni fa a Capestrano (provincia dell’Aquila) ma da sempre residente a Monte Sacro, oltre agli auguri della figlia, dei nipoti e dei pronipoti che l’hanno circondata di affetto aiutandola a soffiare sulle candeline sono arrivati quelli istituzionali della assessora municipale alle Politiche sociali Eleonora di Maggio unitamente a image

quelli – via telefono – del presidente del Municipio Paolo Emilio Marchionne e addirittura a un videomessaggio del calciatore della Roma Radja Nainggolan, giunto sullo smartphone di Francesca Danese, già assessora della giunta Marino, presente anch’essa per il taglio della torta. Sì, perché Fortunata – ma tutti la chiamano Tittina – è da sempre tifosa giallorossa e anche in un giorno così speciale si è voluta far ritrarre con la sciarpa della sua squadra preferita. Più che lucida compatibilmente con la bella età raggiunta, le sembra ieri che
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insegnava nelle scuole elementari adiacenti il carcere di Rebibbia – è stata maestra per trentacinque anni – e lo dimostra bacchettando ripetutamente il giornalista venuto per documentare l’avvenimento quando si accorge che prende appunti scrivendo con la mano sinistra, abitudine da lei considerata scorretta e rincarando la dose tentando di decifrare la grafia pressoché cuneiforme delle note sul taccuino. Conciso e preciso il suo commento sull’importante vetta anagrafica da cui ora guarda al suo quartiere: «L’importante è esserci con la testa e con la salute».
Alessandro Pino

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Strepitoso successo del “Premio Montesacro 2015” al Teatro Viganò – di Penelope Giorgiani

10 Dic

 

Un Teatro Viganò gremito di pubblico fino all’inverosimile il 5 dicembre per la serata finale di spettacoli e premiazioni ha decretato il trionfo della edizione 2015 del “Premio Montesacro”, manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale ComunicaRoma con il patrocinio gratuito della Presidenza del Terzo Municipio per valorizzare le personalità e le realtà legate al territorio di cui porta il nome. Come nella prima edizione, primadonna e fascinosa presentatrice della serata è stata la giornalista Luciana _DSC9791BMiocchi, coordinatrice del giornale “La Voce del Municipio” tra gli sponsor del Premio – insieme all’intrattenitore Marco Fava, affiancati sul palco da due valletti indaffaratissimi a gestire ospiti, trofei e premiati: il giornalista Alessandro Pino in stile 007 – apprezzato dal pubblico per presenza scenica –  e la studentessa del Liceo Aristofane Emma Patanella. Direzione artistica affidata alla stilista e reporter Alessia Vetro. Confermata la formula delle premiazioni inframmezzate da esibizioni di cantanti e artisti, dopo i saluti istituzionali del presidente del Municipio Paolo Marchionne e dell’assessore alla Trasparenza e alle Politiche Scolastiche, Riccardo Corbucci: si sono susseguiti il balletto “Lost” della compagnia In Punta di Donna coreografato da Giulia Antonini, il trio canoro delle Ladyvette che in questi giorni appariranno nella fiction Rai “Il paradiso delle signore” qui accompagnate al piano da Roberto Gori, i cantanti Federica Baioni (accompagnata da Dario e Andrea Esposito) e  il cantante Mirko Oliva (da X Factor edizione romena) e un quartetto d’archi della Accademia degli Ostinati, _DSC9650B premiati tra l’altro nella categoria giovani. Ospite d’onore a sorpresa l’attrice Sabina Guzzanti – originaria di Monte Sacro – che si è esibita in un caustico monologo ricevendo poi un premio speciale dalle mani di Luciana Miocchi. Tante le categorie premiate, i cui finalisti selezionati da una giuria nei giorni scorsi,  erano stati  segnalati dai cittadini nella fase preliminare del Premio tramite il sito internet “Premiomontesacro.com” e presso lo stand informativo allestito al Mercatino Conca d’Oro. Per ogni categoria al vincitore è andata la riproduzione di palazzo Sabatini (la sede del Municipio a piazza Sempione) realizzata dal maestro Giandomenico Renzi e consegnata da personalità del territorio, mentre agli altri finalisti tutti presenti sul palco affollatissimo è andata una targa personalizzata: “Donna dell’Anno” è stata eletta Adriana Restante del Comitato di Quartiere “Piazza Corazzini Verde” mentre il riconoscimento “Uomo dell’Anno” è andato a Fabrizio Bartoccioni, presidente della associazione Vertical attiva nella raccolta fondi per la ricerca sulle lesioni alla spina dorsale, protagonista sul finale di un vivace scambio di battute con il presidente Marchionne per il taglio dei fondi subìto per la propria assistenza, cui Marchionne ha risposto intervenendo per rimarcare di aver seguìto i dettami di legge (i cui effetti sono stati comunque rinviati a fine gennaio per le opportune modifiche come preannunciato dallo stesso Marchionne), lasciando poi la _DSC9843Bintervenire l’assessore alle Politiche sociali Di Maggio, presente sul palco come premiatrice. Premio alla “Carriera” per la preside dell’Istituto Uruguay Carla Galeffi. Il premio alla “Scuola” è andato all’Istituto Carlo Levi. “Giornalista Web” è stato eletta la penna di Romapost Claudio Bellumori mentre il premio “Giornalista Carta stampata” è andato a Giuseppe Grifeo de “Il Tempo”. Affine per materia il premio “Informazione”, andato al sito Incomune.tv per le riprese video delle sedute consiliari in Municipio. Nella categoria “Commercio” è stato premiato il barista Gianni Carbonaro che dal suo locale ha tolto le famigerate slot machine, l’”Artigianato” ha visto prevalere il pizzaiolo campione del mondo Abramo Fini. Nella categoria “Scrittura e fotografia” è stato premiato il video reporter Valerio Nicolosi che per l’appunto ha ringraziato tramite un filmato proiettato sul fondale perché in trasferta all’estero. Nella “Promozione della Musica” ha vinto l’Associazione Defrag, la “Cultura” è andata all’intellettuale e cultore della romanità Marcello Teodonio, lo “Sport” all’atleta delle Special Olympics Filippo Pieretto, premiati invece DSC_0095B nella sezione ”Attivismo Politico” il Comitato di Quartiere Città Giardino, nel “Sociale” lo psichiatra della Asl Rm A Mauro Raffaeli, nel “Volontariato” la Misericordia di Castel Giubileo e nel “Senso civico” gli attivisti di “Retake Terzo Municipio”. Ultima categoria premiata (dal Luogotenente dei Carabineieri in congedo Salvatore Veltri) quella alla “Memoria”, con il riconoscimente conferito ai familiari di Gustavo Manoni che fu tra i fondatori del nucleo abitato di Settebagni, politico locale e autore del libro “Rosso come il sangue” curato da Luciana Miocchi. Un successo pieno che conferma quello dell’anno scorso dunque per una manifestazione che nelle intenzioni degli organizzatori vuole rappresentare un elemento sempre più importante di appartenenza dei cittadini al territorio.

Penelope Giorgiani

 

(si ringraziano i fotografi Roberto Scardoni e Cristiano Pino)

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Gigi Proietti a piazza Sempione per le riprese di “Una pallottola nel cuore 2” – di Alessandro Pino

22 Ott

Gigi Proietti con Luciana Miocchi sul set di piazza Sempione (foto Alessandro Pino)

Gigi Proietti con Luciana Miocchi sul set di piazza Sempione (foto Alessandro Pino)

Piazza Sempione – nel cuore di Monte Sacro, Terzo Municipio di Roma Capitale – in fermento la

Gigi Proietti e Luciana Miocchi a piazza Sempione (foto Alessandro Pino)

Gigi Proietti e Luciana Miocchi a piazza Sempione (foto Alessandro Pino)

mattina del 22 ottobre: i portici del palazzo Sabatini si sono trasformati nel set dello sceneggiato televisivo “Una pallottola nel cuore 2” con Gigi Proietti. Il celebre attore, originario proprio del quartiere, come sua abitudine è stato cortese e affabile nel concedersi agli ammiratori per autografi e selfie (tra gli altri si sono visti il presidente del Municipio Paolo Marchionne e l’assessore ai Lavori Pubblici Fabio Dionisi). Tra un ciak e l’altro, Proietti ha ricordato che da piccolo proprio nell’attuale sede del Municipio – in origine edificio scolastico – aveva frequentato le scuole.

Alessandro Pino

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A Monte Sacro una maratonina dal percorso a forma di cuore per Valentina Col – di Alessandro Pino

28 Set

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Se è vero che pur non essendoci più fisicamente si continua a vivere finchè verremo ricordati da  chi ci ha amato, allora Valentina Col – giovanissima studentessa e pallavolista di Monte Sacro che due anni fa si spense durante un ricovero in ospedale in Toscana, vicenda sulla quale è ancora in corso un DSC_0426procedimento giudiziario – è ancora ben presente e non solo nella sua famiglia, visto il numero di entusiasti partecipanti alla maratonina non competitiva Corro per Vale, tenutasi la mattina del 27 settembre proprio per le vie del suo quartiere. Partenza e arrivo presso la palestra Agnini di viale Adriatico, dove Valentina si allenava – e che è stata ristrutturata nei mesi scorsi grazie a una raccolta promossa da Massimiliano e Francesca, genitori della ragazza ai quali lo scorso dicembre è stato anche consegnato il “Premio Montesacro” alla memoria della figlia – a disegnare per le vie del quartiere un DSC_0407percorso emblematicamente a forma di cuore. La corsa podistica è stata organizzata in collaborazione con la Asd Vale10, Assport III, Centro Sportivo Educativo Nazionale e il Terzo Municipio di Roma Capitale, del quale era presente il presidente Paolo Marchionne che prima della partenza ha letto ai corridori un messaggio del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Hanno presenziato anche il  nuovo assessore municipale alla Scuola Riccardo Corbucci e la consigliera di maggioranza Marzia Maccaroni, tutti con indosso la maglietta “Corro per Vale”. Il papà di Valentina ha salutato così i numerosi maratoneti di tutte le età: «Io sono come un albero a cui la tempesta ha spezzato il tronco, voi siete i germogli che rinascono attorno».

Alessandro Pino

Terzo Municipio di Roma Capitale: giunta Marchionne, è il momento del rimpasto

26 Set

Rimpasto con sorpresa nella la giunta Marchionne: dopo due anni escono Comito e Sernaglia e entrano Dionisi e Corbucci.
L’opposizione si aspettava saltassero Di Maggio e Pietrosante. La dirigenza Pd voleva un rafforzamento, fuori gli anelli politicamente deboli
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Dopo settimane di chiacchiere di corridoio, di comunicati stampa dei capigruppo consiliari Filini e Bonelli (FdI e Ncd) che chiedevano a gran voce sostituzioni e azzeramenti, finalmente il nodo è stato sciolto.
Fabio Dionisi, già presidente della commissione permanente Lavori Pubblici, e Riccardo Corbucci, già presidente del consiglio municipale, sono i nuovi assessori nominati dal presidente del Municipio Paolo Marchionne, nell’ottica di rafforzare una giunta spesso criticata.

Dionisi va ad occupare un assessorato che il minisindaco aveva tenuto per sé riservandosi di affidarlo in secondo momento, come è avvenuto ora, dopo più di ventiquattro mesi mentre Corbucci va a sostituire Pierluigi Sernaglia, peraltro l’assessore meno criticato della compagine ma che, civatiano della prima ora, era già apparso in bilico un mese fa, quando Pippo Civati annunciò la sua uscita dal Pd. Fuoriuscita che l’ha messo nella scomoda posizione di anello debole e quindi sacrificabile. Persona dotata di intelligenza politica, ha dato le dimissioni da asssessore alla scuola autonomamente, evitando imbarazzi a tutti, prima che potesse essere sollevato. Quasi in contemporanea, ha annunciato attraverso un comunicato stampa di uscire anche lui dal Pd.

Antonio Comito, assessore al personale in quota lista civica Marino ha lamentato di essere stato congedato senza prima essere avvertito. La sua delega sul patrimonio è stata girata a Federica Rampini, già assessore alle politiche sportive.
A sorpresa Eleonora di Maggio, in quota Sel è rimasta al suo posto di assessore ai servizi sociali, guadagnando anche la delega all’emergenza abitativa. La sua gestione circa gli sgomberi degli accampamenti abusivi e soprattutto il primo episodio mai verificatosi prima di trasformazione della sede istituzionale in ricovero notturno per gli sgomberati dalle baracche del parco delle valli ha alzato diversi polveroni, anche mediatici, cavalcati dall’opposizione e alimentati dal malcontento popolare.
Sel, che in Comune è uscita dalla maggioranza, in Municipio ha difeso strenuamente l’assessorato, facendo cadere la maggioranza legale in ben due consigli.
Anche Vittorio Pietrosante, già assessore al commercio, indicato più volte come uno dei possibili assessori destinati a dare l’addio, ha non solo salvato la poltrona, ma ha ricevuto l’ulteriore nomina di responsabile per la polizia locale, segno del suo peso politico all’interno del Pd.

Inutile dire che le opposizioni non sono rimaste soddisfatte dal rimpasto, specialmente per il permanere di Sel in due posizioni strategiche, politiche sociali e ambiente, che ritengono aver preso delle derive piuttosto estreme ideologicamente.
L’operazione, però, alla fine è andata in porto e al momento sembra aver accontentato più o meno tutte le correnti interne alla maggioranza.

I nuovi grattacapi per il presidente del Municipio ora derivano dal dover sostituire Riccardo Corbucci alla presidenza del Consiglio municipale. La seconda carica di Piazza Sempione attira la golosità di molti e la guerra per la successione è iniziata già alle prime voci che davano Corbucci in lizza per un assessorato. E prosegue, in maniera più o meno sotterranea. Prova ne è che il consiglio annunciato dallo stesso Marchionne per giovedì scorso, durante il quale si sarebbe dovuto procedere alla nomina dei due nuovi consiglieri entranti al posto dei neo assessori, che si son dovuti dimettere dal consiglio per incompatibilità con la nuova carica, non è stato poi convocato. I tempi sono stringenti ed indicati dalla legge: il vice presidente del consiglio, Valeria Milita, Sel, ha dieci giorni di tempo a partire dalle dimissioni per aprire i lavori del consiglio che deve nominare il nuovo presidente e i due consiglieri. Per questi ultimi non ci sono problemi perché vengono nominati i primi due non eletti.
Radio Corridoio indica in Francesco Coronidi il presidente voluto da Marchionne. Giovane, con studi attinenti e militante nelle giovanili del partito. Se fossero tutti d’accordo, il consiglio di giovedì non sarebbe saltato.
L’attesa ormai è giunta quasi agli sgoccioli. Chissà che non arrivi qualche sorpresa.
Luciana Miocchi

pubblicato su http://www.di-roma.com

Terzo Municipio di Roma Capitale: al buio il Raccordo Salario Settebagni – di Alessandro Pino

7 Set

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Da parecchie notti è rimasto al buio il Raccordo Salario – Settebagni, tratto di strada a quattro corsie che costeggia l’omonimo quartiere nella periferia nord della Capitale. Non è dato sapere se si tratti dell’ennesimo furto di cavi elettrici o di un guasto.
Intanto alcuni residenti hanno avvisato già da qualche giorno l’Anas cui spetta la competenza del caso.
Alessandro Pino

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Terzo Municipio di Roma Capitale: a largo Labia inaugurato l’ingresso del Parco delle Sabine – di Alessandro Pino

1 Lug

Presenti il vicesindaco di Roma Luigi Nieri e il presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne

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Le fontane a pavimento dietro il vicesindaco Nieri e il presidente del Municipio Marchionne

È stato inaugurato lo scorso 20 giugno a largo Fausta Labia il primo degli ingressi al Parco delle Sabine, area verde posta tra Porta di Roma e la Serpentara, alla presenza del vicesindaco Luigi Nieri – in rappresentanza del sindaco di Roma Ignazio Marino, assente per motivi di salute – e del presidente del Terzo Municipio Paolo Emilio Marchionne. Adiacente al capolinea filoviario, l’entrata consiste in un piazzale allestito con panchine in pietra bianca e giochi d’acqua che zampillano dal pavimento, uno spazio con alcuni giochi per i più piccoli e una costruzione in vetro e rivestimenti in marmo destinata ai bagni pubblici e a punto di ristoro per la cui gestione si deve provvedere all’assegnazione.  Poco più dietro, il controverso e avveniristico portale a traliccio in metallo bianco con tettoia “a foglia sospesa” che aveva suscitato vivaci DSC_1211 discussioni in rete. Ideato dall’architetto Maurizio Bellomia, autore anche del progetto complessivo, nelle parole dell’autore «vuole richiamare gli ingressi dei grandi parchi storici». Il vicesindaco Nieri e il presidente Marchionne hanno compiuto un breve giro all’interno dell’area verde assieme a diversi amministratori municipali, cittadini, forze dell’ordine ed esponenti della stampa locale. Certo che – specialmente pensando a quanto accaduto il giorno prima a pochi metri di distanza sotto il viadotto dei Presidenti, dove un clochard è morto carbonizzato nella DSC_1201tenda in cui era accampato come molti altri, viene da chiedersi in che condizioni possa trovarsi il luogo tra sei mesi a confronto di quelle, immacolate, dell’inaugurazione: anche le pareti di marmo bianco del punto ristoro sembrano costituire un invito a nozze per gli onnipresenti imbrattatori muniti di vernice spray e pennarelli.

L'architetto Maurizio Bellomia con il portale da lui ideato

L’architetto Maurizio Bellomia con il portale da lui ideato

Sembrano fiduciosi al riguardo sia Nieri che Marchionne: «Io penso che noi dobbiamo abituare tutti al bello soprattutto in questa parte della città, molto dipende dall’amministrazione, molto dipende dai cittadini però soprattutto da come vengono gestite queste aree» ha dichiarato il vicesindaco, mentre il presidente del Municipio rassicura sulla situazione perché «c’è un sistema di telecamere già installato che verrà poi collegato con la stazione dei Carabinieri di Fidene e con il comando della Polizia Locale a Serpentara e poi soprattutto sarà prevista l’apertura e la chiusura nelle ore notturne una volta completata la recinzione». Meno ottimista il presidente del Comitato di Quartiere Serpentara, Mimmo D’Orazio: «Tra sei mesi diciamo che siamo ottimisti, ho fatto una scommessa con un amico, quindici giorni, ma non per un discorso di sfascismo o di pessimismo, purtroppo la colpa è anche dei cittadini…io mi auguro con tutto il cuore che rimanga così come l’abbiamo vista oggi, ho dei forti dubbi, speriamo per il bene della collettività»

Alessandro Pino

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Terzo Municipio di Roma Capitale: 35 anni fa l’assassinio del giudice Mario Amato – di Alessandro Pino

24 Giu

pubblicato su http://www.di-roma.com

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La deposizione della corona davanti al monumento “Grido al cielo”

Commemorato da cittadini e autorità stretti attorno ai familiari

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Interventi delle autorità

Trentacinque anni sono passati dalla mattina del 23 giugno 1980 in cui il magistrato Mario Amato fu assassinato a Roma su un marciapiede di viale Jonio – nel quartiere di Monte Sacro – mentre aspettava l’autobus che lo avrebbe dovuto condurre in ufficio a piazzale Clodio; cinque anni soltanto invece da quando fu scoperto il monumento intitolato “Grido al cielo” – opera dello scultore Antonio Di Campli –  proprio nel luogo in cui fu versato il suo sangue dai terroristi dei Nuclei Armati Rivoluzionari sui quali indagava. Nell’anniversario della feroce esecuzione si è tenuta una breve cerimonia alla quale hanno partecipato, oltre alla famiglia Amato, cittadini e autorità: sulla stele è stata deposta una corona dal presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne e dal consigliere comunale Fabrizio Panecaldo, in rappresentanza del sindaco Ignazio Marino e dell’assessore capitolino alla DSC_1127Legalità Alfonso Sabella. Hanno preso la parola anche il vicepresidente della Anm, Valerio Savio, il presidente della Associazione 2 Agosto onorevole Paolo Bolognesi, Giampiero Cioffredi, direttore dell’Osservatorio Sicurezza della Regione Lazio e Francesco Avallone, presidente del comitato per la commemorazione del giudice Amato. Tra il pubblico c’era anche chi quella mattina si trovò a passare per servizio sul marciapiede di fronte pochi secondi dopo l’agguato: Salvatore Veltri, per tanti anni Comandante dei Carabinieri di Talenti. Fu uno dei primi a vedere da vicino l’immagine – poi passata dalla cronaca alla storia – del corpo del magistrato riverso a terra, con le scarpe dalle suole consunte.

Alessandro Pino

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