Tag Archives: Roberta Capoccioni
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“Un Sacco Bello” quarant’anni dopo: Carlo Verdone scopre la targa al Palo della Morte in via Giovanni Conti- di Alessandro Pino

24 Lug

[ROMA] Quarant’anni dopo l’estate romana in cui si svolgono le vicende del film “Un Sacco Bello”, i fan della pellicola di Carlo Verdone diventata fenomeno di costume si sono ritrovati il pomeriggio del 24 luglio a via Giovanni Conti – come accade da tempo- nel punto in cui si trovava il “palo della morte”, il traliccio della corrente dove si danno appuntamento per un viaggio a Cracovia i due amici Enzo e Sergio, interpretati dallo stesso Verdone e da Renato Scarpa. L’elettrodotto di cui faceva parte il “palo della morte” é stato dismesso da anni, la città non si svuota più d’estate come nel 1980 e infatti i fedelissimi del film che partecipano alla scanzonata celebrazione sono stati numerosissimi, attirati dall’annuncio della presenza proprio di Verdone e Scarpa in occasione dello scoprimento di una targa celebrativa del quarantennale. A occhio varie centinaia di persone presenti, qualcuno ha parcheggiato a bordo strada un’Alfasud rossa come quella di Pasquale Ametrano, l’emigrato in Germania di “Bianco, Rosso e…Verdone”, successiva pellicola del regista e attore romano. Altri discutono tra loro sull’esatta collocazione originaria del traliccio, confrontando i fotogrammi del film su YouTube. A dispetto dei puristi, la targa commemorativa viene collocata ad alcuni metri dal luogo preciso. Altri ancora recitano le battute del film imparate a memoria, si intuisce che lo avranno visto almeno un migliaio di volte. Presenti in forze le troupe di più telegiornali. Vigili che regolano il traffico arginando l’assembramento che arriva ad occupare due marciapiedi e lo spartitraffico centrale con tanti saluti al distanziamento anti Covid. A un certo punto il traffico va in tilt ed è quello il segnale che Verdone è arrivato o almeno così dicono: si sente l’ovazione dalla folla sempre più estesa e concentrata, poi però si allontana e riprende l’attesa. Qualcuno mugugna anche perchè il sole picchia ancora sodo e comincia a diventare una prova di resistenza, c’è chi inizia ad arrendersi mentre filtrano attraverso il passaparola notizie sul fatto che Verdone stia rilasciando interviste nei cortili delle case popolari antistanti, quelle coi caratteristici cilindri di cemento, unico elemento del panorama rimasto nelle stesse condizioni del film, girato quando nei dintorni era ancora tutta campagna. Alla fine arrivano davvero, la folla fa spazio e si mette a cerchio: Carlo Verdone accolto dal presidente del Terzo Municipio, Giovanni Caudo, assieme a Renato Scarpa accompagnato dalla scrittore e regista Paolo Silvestrini. La targa viene scoperta e a quel punto gli argini si rompono, tutti si fanno attorno a Verdone ma i fan più attenti braccano Scarpa per foto, autografi e domande. D’altronde è un attore entrato nell’immaginario collettivo degli italiani per le sue interpretazioni in altre pellicole di culto come “Così parlo…Bellavista” di Luciano De Crescenzo e “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi. Ma Renato Scarpa nel 1980 si aspettava che quarant’anni dopo ci sarebbe stato tutto questo? <Quando si fanno le cose si spera che vada bene ma questo è andato oltre, c’era una grande qualità umana sotto, nel grande affetto che Carlo ha per le persone, per la gente. Pieno di umanità e tenerezza, il lato buono della romanità, più zuccheroso di tutti, quando è cinico è più cinico di tutti>. Ci si allontana per tornare a casa con in mente la colonna sonora del film, scritta da Ennio Morricone- scomparso nei giorni scorsi e l’inconfondibile “fischio” di Alessandro Alessandroni.

Carlo Verdone e Renato Scarpa

A lato dell’appuntamento è doverosa una nota politica di precisazione: l’atto originario con il quale si proponeva la collocazione di una targa a ricordo del film “Un sacco bello” fu presentato in Consiglio municipale lo scorso anno dai consiglieri di opposizione Fabrizio Bevilacqua (Lega) e Roberta Capoccioni, ex presidente pentastellata del Terzo Municipio, ora assessore ai Lavori Pubblici nel Quinto.

Alessandro Pino

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Protesta contro la postazione di trasferenza Ama in via Ave Ninchi. Marcia indietro di Virginia Raggi – di Luciana Miocchi

29 Mag

Niente postazione di trasferenza negli spazi Ama di via Ave Ninchi, a Talenti.  La notizia è stata data dalla consigliera 5 stelle Roberta Capoccioni, già presidente del III Municipio fino allo scorso anno, nel suo intervento alla all’assemblea pubblica organizzata dal Cdq Talenti “e dai cittadini e commercianti”, che parlava per conto di Virginia Raggi, Sindaco di Roma. I fatti: qualche giorno fa la stampa ha riportato che erano state individuate quattro aree, una per ogni quadrante della città, dove i mezzi ama avrebbero fatto i trasbordi verso una macchina madre, per poter spedire poi l’indifferenziato in impianti fuori dal territorio comunale. Due di queste, già proprietà Ama o del Comune, sarebbero entrate in funzione entro il trenta giugno, le altre nei mesi successivi. Saxa Rubra, al posto del tendone del Gran Teatro, davanti alla stazione Fs, ai capolinea Cotral e Atac, di fianco ai parcheggi di scambio e a poche centinaia di metri dalla sede Rai, nonchè a meno di cinquecento metri in linea d’aria dal famigerato impianto TMB di via Salaria, aveva già l’ok, per via Ave Ninchi si ipotizzava l’utilizzo immediato. Tanto è bastato per scatenare la mobilitazione sui social. Il presidente del III, Giovanni Caudo rispondeva con un comunicato per ribadire la contrarietà del Municipio e la convocazione dell’osservatorio permanente per il 30 maggio (oggi), il Cdq Talenti con la convocazione in piazza Talenti per il 29 e una raccolta firme. La petizione lanciata su change.org in poche ore registrava più di mille adesioni.

Nessuna compagine politica si è astenuta dal commentare negativamente la decisione del Campidoglio, tanto che in piazza Talenti si è registrata la presenza di quasi tutti gli esponenti locali, da Giordana Petrella e Francesco Filini, Fdi, a Riccardo Evangelista, Fi, a Anna Punzo, Sabrina Cavalcanti e Paola Ilari del Pd, a Francesca Burri, ex 5s, solo per citarne alcuni, oltre la moltitudine di persone radunatesi per urlare con forza il proprio dissenso. Troppe poche notizie frammentarie, troppa confusione sui termini e sull’effettiva configurazione della “postazione di trasferenza” – da notizie reperite in rete sembrerebbe comunque trattarsi di un macchinario di 25×26 metri di lato, in grado di lavorare 25 tonnellate l’ora di rifiuto non differenziato, trasferendolo dai mezzi più piccoli a quelli più grandi – per mantenere un atteggiamento distaccato. Nella giornata di ieri poi, Daniele Diaco, assessore all’ambiente capitolino, pubblicava un post su fb con il quale liquidava come strumentalizzazione politica le vicende riferibili a Talenti:”non saremo noi a vessare i cittadini della zona Talenti: l’esperienza del TMB Salario, che i nostri predecessori hanno voluto, è chiusa e non abbiamo alcuna intenzione di far sostare o trattare la spazzatura a via Ave Ninchi.  Il trasbordo dei rifiuti, ossia il semplice trasferimento di essi da un mezzo più piccolo ad un mezzo più grande, è un’attività necessaria per condurre il carico negli impianti e si svolge già in diverse zone della città con un impatto minimo su chi le abita. Dunque non ci sarà alcuna trasferenza, stoccaggio o simili. Inoltre, ricordiamo che tale trasbordo è previsto solo temporaneamente.  Strumentalizzare le notizie, creando inutili allarmismi non fa bene a nessuno, tanto meno ai cittadini. ” Ma è proprio il termine temporaneamente a scatenare la diffidenza dei residenti, ormai disillusi dalla vicenda Tmb, dalla sua nascita come “officina di manutenzione a autorimessa” e trasfomata poi nel corso del tempo nella fabbrica di puzza che tutta Roma ha imparato a conoscere. Il post ha attirato valanghe di critiche, alcune piuttosto creative. La Raggi pubblicava poi un video con il quale dava la notizia che Roma Capitale non aveva intenzione di impiantare tmb nel terzo municipio. Anche qui, post  severi hanno dato il polso della situazione, niente affatto favorevole agli intendimenti del Campidoglio. Tanto da portare poi all’annuncio di Roberta Capoccioni, subito dopo l’intervento di Francesco Filini, dirigente romano di Fdi, fino a quel momento silente osservatrice, con la ripromessa che l’indomani (oggi ndr) la comunicazione scritta sarebbe stata recapitata al Presidente del Municipio Caudo, poco prima dell’ora di inizio dell’assemblea dell’osservatorio permanente sui rifiuti, convocata per il pomeriggio. Notati tra la folla Mario Novelli, ex presidente 5s del consiglio municipale e Mimmo D’orazio, ex assessore ai rifiuti. Le parole riferite della Raggi, ossia che nessuno avrebbe utilizzato per la trasferenza il sito di via Ave Ninchi ma che a questo punto tocca al Municipio indicare un’area idonea, perchè le operazioni andranno comunque svolte, hanno scatenato gli animi al grido “fuori dal raccordo anulare!” A quel punto, Silvia De Rosa, del cdq Settebagni, quartiere attaccato al GRA dal lato esterno ha preso la parola per ribadire fermamente che anche fuori dal Gra è territorio del Comune di Roma e abitato da migliaia di persone, quindi la soluzione va trovata necessariamente al di fuori dai centri abitati.

Appuntamento ora al tavolo dell’osservatorio permanente sui rifiuti.  Il solco è tracciato: gli amministratori locali costituiranno un fronte trasversale compatto, anche se rimane ancora da capire quale sarà la posizione ufficiale del gruppo dei consiglieri municipali cinque stelle, se con la popolazione o con il Campidoglio.

Luciana Miocchi

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Continua la campagna acquisti della Lega a spese di Fratelli d’Italia. In terzo Municipio, Emiliano Bono abbraccia Salvini – di Luciana Miocchi

19 Ott

emiliano bonoCon un post pubblicato su Fb, Emiliano Bono, ex consigliere municipale di FdI e tra i fondatori del partito di Giorgia Meloni, ha annunciato ciò che era ben chiaro almeno a  chi lo segue sui social. Dopo un lungo periodo di malessere, durante il quale si era autosospeso dalle cariche che ricopriva nella dirigenza, pur senza uscire ufficialmente da FdI, ha annunciato la militanza nella Lega – Salvini Lazio.

« Dopo una serie di riflessioni e attente analisi su quello che ritengo giusto in termini politici ho deciso di appoggiare in tutto e per tutto la Linea Politica di Matteo Salvini, colui e coloro che oramai in Italia rappresentano al meglio i tanti elettori di Centro-Destra, dopo di loro il deserto assoluto….!! Una linea tutta d’un pezzo che non si basa su gente che sta la da troppo tempo, o i figli dei figli e/o parenti e amici vari.
Una politica che si basa sulle necessità di noi tutti cittadini italiani, una politica responsabile che per il bene dell’Italia nonostante tutto lo ha portato a formare un governo con i 5stelle. Aderisco al movimento di Salvini da MILITANTE…
non cerco nessuna poltrona o scranno ne per me ne per i miei amici o parenti, la mia è UNA SCELTA DI CUORE. Chi in III Municipio volesse seguirmi può contattarmi qui su messenger o via mail scrivendo a emilianobono.roma@gmail.com. Un Caro Saluto.
Emiliano, già consigliere per due consiliature al Municipio III-Roma Montesacro».

Dopo essere passato dall’avere quattro consiglieri municipali sotto la consiliatura Capoccioni ad uno (Giordana Petrella) sotto quella attuale di Caudo, nella quale vi sono quattro consiglieri della Lega mentre non ve ne era nessuno nella precedente, Fdi perde un altro esponente molto noto sul territorio, ricalcando cosi la situazione nazionale, ormai molto complessa se non proprio al lumicino, schiacciati dall’ingombrante presenza salviniana, che non perde occasione per autoproclamare la Lega unica forza di destra.

Raggiunto telefonicamente, Emiliano Bono ha risposto ad alcune domande rivoltegli:

Perchè questa decisione e proprio ora?

Penso ormai che l’unica opzione per chi vota e crede nel centro destra in Italia sia Salvini.

Cosa si aspetta ora dalla Lega?

Mi aspetto che nonostante il governare con il movimento, si sappiano far valere gli ideali di destra, garantendo la salvaguardia dei valori del passato e del presente dell’Italia come nazione sovrana.

Il suo mentore, Francesco Filini, oggi dirigente romano di FdI, con cui ha condiviso anni di militanza, lo ha informato personalmente o lo verrà a sapere leggendo la rassegna stampa?

La nostra amicizia è al di sopra delle scelte politiche. Conserva intatta tutta la stima per quanto mi ha insegnato ma oggi non era proprio il momento di parlarci. Noi due abbiamo i nostri tempi.

Da parte sua, Francesco Filini non ha voluto commentare il fatto di non essere stato contattato da Bono. La sua laconica risposta: «sono troppo buono, non dichiaro nulla»

Luciana Miocchi

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Il tennis internazionale arriva a Vigne Nuove (e Settebagni niente) – di Alessandro Pino

28 Apr

La settantacinquesima edizione degli Internazionali di tennis di Roma – in programma dal 7 al 20 maggio prossimo – avrà una succursale anche in Terzo Municipio, precisamente in piazzale Ennio Flaiano, zona Vigne Nuove. Nell’ambito dell’iniziativa “Tennis in città” verranno infatti allestiti dei campetti temporanei ad accesso libero in cui si esibiranno giocatori professionisti e si terranno sessioni didattiche per grandi e piccoli. A darne annuncio in rete è stata Roberta Capoccioni, già presidente del Municipio e attualmente delegata del sindaco Virginia Raggi alle politiche inclusive dei cittadini alla vita sociale e istituzionale. In un primo momento era circolata la voce che tra le aree candidate a ospitare l’iniziativa ci fosse il parco Umberto Nobile a Settebagni ma a quanto sembra la commissione tecnico sportiva incaricata di valutare quella più idonea ha deciso diversamente.

Alessandro Pino

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Giovanni Caudo. Candidato presidente del III che vorrebbe essere acclamato da tutta la sinistra. Dissidenti del Pd lo vorrebbero al posto della candidata ufficiale del partito alle primarie

16 Apr

30849127_10215911759497078_843100189_oDomenica 15, ore 11,30 fermata Metro Conca d’Oro. In una mattinata piovigginosa e con il sole latitante, Giovanni Caudo ha esposto, sul piazzale antistante l’entrata principale, il suo manifesto politico di candidato alla presidenza del III Municipio, che andrà a elezioni il 10 giugno. L’invito è circolato su fb e rilanciato da Leu, Possibile e diversi esponenti del Pd, tra cui alcuni di quelli che non sono andati all’assemblea del Pd municipale che ha deciso la candidatura ufficiale del Pd di Paola Ilari alle primarie di coalizione.

L’ex Assessore della Giunta Marino, finita abbattuta dalle dimissioni davanti al Notaio ad opera degli stessi consiglieri comunali del Pd, ha fatto un discorso i cui punti erano fissati in un fascio di fogli che portava stretti a sè, davanti un gruppo di persone che hanno raccolto la chiamata festiva. Un intervento di pochi minuti, aperto con i ringraziamenti agli amici che lo hanno voluto nominare come possibile candidato alla presidenza di un territorio vasto 97 km quadrati con una popolazione di 200.000 abitanti, molto più di una grande città e a Ignazio Marino, che lo aveva voluto Assessore all’Urbanistica. Racconta del sogno di una coalizione che si sta costruendo, uno “spazio Aperto”, un percorso nuovo che parta dal Municipio. Cita per prima la metro che corre qualche decina di metri più sotto, che ha treni che partono all’incirca ogni 11 minuti, mentre alla Tiburtina ci sono treni che partono ogni 7 minuti e la Fm1 che non ha collegamenti rapidi con i bus, vuole aumentare l’interconnessione il prof. Caudo, però non tocca assolutamente il tema di come farlo avvenire, visto che Atac non aumenta km percorsi se non taglia prima da qualche altra parte e che la B1 è una derivazione, ha parte dei binari in comune con la B e quindi aumentarne la frequenza è un qualcosa che fu escluso già in fase di inaugurazione, ai tempi di Alemanno.

In effetti, il suo discorso ha un respiro ampio, sembra più orientato verso una visione cittadina, da professore qual è di urbanistica, che da amministratore localissimo quale può essere un presidente di Municipio con scarsi poteri effettivi, come al momento risulta essere un minisindaco di Roma Capitale: cita il passo di un discorso di Valter Tocci “bisogna mobilitare le energie e selezionare una nuova classe dirigente” che come dice «si guarda al municipio, ricostruire il contatto con la città e dare una proposta politica nuova alla città. Partire dal Municipio non è una diminutio ma è l’unica strada seria che la politica oggi ha. Nei prossimi giorni, nelle prossime ore, se si costituirà un’assemblea costituita da tutte le persone, i partiti e le associazioni che vogliono partecipare a questo percorso politico, questo atto politico che oggi è portato in piazza prenderà la sua concretezza. Se qualcuno pensa che questa cosa non si debba fare, continua a presidiare le macerie della sinistra, che è l’unica chance di questa città, prenderemo la nostra decisione in quel momento, noi vogliamo fare insieme un percorso inclusivo, per chi viene da sinistra, per chi è andato altrove, per chi è qua è per chi vuole venire a sinistra». Ha le idee chiare anche sulla politica e sulla destra e la sinistra: « non è vero che la sinistra e la destra non esistono più. la sinistra è un luogo centrale; è questa piazza. Non esiste la buona politica ma esiste la politica». Su una eventuale candidatura a Sindaco risponde: «almeno per il momento non è per il Sindaco ma è propedeutico» (in effetti, a giugno si eleggono soltanto i presidenti ed il consiglio dei Municipi VIII e III, ndr).

30232698_10215911755816986_765516036_oCaudo non lo nomina mai apertamente, ma auspicando che tutte le associazioni e i partiti convergano sulla sua figura fa implicitamente riferimento anche al Pd, che però ha già nominato ufficialmente, con l’assemblea municipale del partito, Paola Ilari, il proprio candidato che andrà alle primarie di coalizione il 28 aprile, aperte a chiunque voglia presentarsi, depositando almeno duecentocinquanta firme a sostegno. Vorrebbe probabilmente cercare di tenersi fuori da quella che invece si sta configurando come una resa dei conti interna al Pd, la stessa che si è consumata a livello nazionale, tra le varie correnti e infatti, tra la gente venuta ad ascoltarlo ci sono, riconoscibili a colpo d’occhio, molti esponenti zingarettiani venuti a portare sostegno al suo progetto, che però, se ritenessero legittime e valide le decisioni prese dall’organo del proprio partito, non dovrebbero nemmeno essere qui, in quanto il nome del professore di Roma Tre non è stato portato tra quelli possibili per la scelta della candidatura ufficiale in seno all’assise minicipale. Ad un certo momento è partita anche la raccolta delle firme necessarie per presentare la candidatura alle primarie di coalizione, tanto che lo stesso Caudo, dopo aver appreso la notizia è salito di nuovo sul palchetto improvvisato e megafono alla mano ha dichiarato che la raccolta non si stava tenendo con il suo benestare. Risulta però difficile credere che possa davvero pensare che il Pd faccia un passo indietro davanti la sua figura, almeno se non vuol perdere la faccia, dopo aver reso di dominio pubblico il nome del proprio candidato ufficiale e fatto uscire diversi comunicati di dirigenti che ribadiscono il sostegno alla Ilari, già segretaria municipale del partito.

Caudo ha poi sciolto gli indugi a scendere nell’agone politica nello stesso pomeriggio, con un post pubblicato sul suo profilo facebook, tenendosi però sempre sul vago riguardo la possibilità di partecipare alle primarie di coalizione.

Ma quanto mondo politico era effettivamente presente? Chi scrive ha potuto riconoscere – scusandosi fin da ora per ogni possibile involontaria omissione – confusi tra i presenti, tra gli altri,  Alfredo D’Antimi,  ex consigliere Pd di alcune consiliature fa, poi passato per varie compagini politiche; Francesco Pieroni, segretario municipale dei democratici nel 2009; Mario Ciarla, ex vice-presidente del consiglio della regione Lazio, coordinatore della Mozione Orlando e attualmente vice capo di Gabinetto di Nicola Zingaretti; Francesca Burri, una dei quattro consiglieri dissidenti del M5S che ha contribuito a sfiduciare Roberta Capoccioni, ex presidente del Municipio, ricandidata alla stessa carica per le elezioni di giugno 2018; Paolo Marchionne, ex presidente Pd del Municipio e capogruppo nell’ultima consiliatura, Yuri Bugli e Federica Rampini, consiglieri Pd uscenti. Poi esponenti di Leu e di Possibile, come David Tozzo, delegato nazionale.

Per ascoltare il discorso di Giovanni Caudo: dalla pagina di Possibile  https://www.facebook.com/dirittopossibile/videos/204126009

Luciana Miocchi

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Roberta Capoccioni torna in primo piano a Monte Sacro: delega alle politiche inclusive e candidatura alla Presidenza – di Alessandro Pino

12 Apr

Roberta Capoccioni torna in primo piano sulla ribalta politica di Monte Sacro, dopo il voto di sfiducia del Consiglio municipale dello scorso febbraio che aveva causato la caduta della sua Giunta (oltre che lo scioglimento del Consiglio stesso). La Lady di Ferro del Terzo Municipio infatti è stata confermata candidata alle elezioni di giugno per la Presidenza e ha ricevuto ufficialmente nei giorni scorsi dal sindaco Virginia Raggi l’incarico di collaborare a titolo gratuito nell’individuazione di politiche inclusive dei cittadini alla vita sociale e istituzionale del Municipio, riferendo periodicamente ed esclusivamente al sindaco. «La mia riconferma in qualità di candidata presidente del Municipio è la testimonianza della fiducia che Virginia Raggi e tutto il M5S hanno nella squadra del Terzo Municipio» dichiara l’interessata «In un anno e mezzo abbiamo svolto una mole di lavoro i cui risultati si sono già visti attraverso gli ingenti fondi stanziati in bilancio e la riprogrammazione dei servizi sociali con la creazione del Centro per la Famiglia e del Centro di aggregazione per adolescenti. Molti altri li vedremo a brevissimo, in primis l’avvio dei lavori per il rifacimento di via Conti, via Cervi, via delle Isole Curzolane ed il progressivo avanzamento dei lavori in carico ad Impreme. Questo è l’impegno che io e tutto il M5S abbiamo preso con i cittadini e che siamo determinati a portare a compimento».
Alessandro Pino

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Scritta oltraggiosa sui muri del Municipio di Montesacro. Doveroso cancellarla

3 Apr

La scritta oltraggiosa nei confronti delle forze di polizia è stata vergata su uno dei muri della sede del III Municipio, in piazza Sempione, più di un mese fa e nessuno sembra essersi preso la briga di dare l’ordine per farla rimuovere. O di vigilare sull’esecuzione dello stesso. Lo rende noto Emiliano Bono, capogruppo uscente di Fdi in consiglio municipale, che questa mattina si è recato presso la sede municipale per farsi ricevere da Virginia Raggi, Sindaco di Roma Capitale e commissario del III Municipio, dopo che Roberta Capoccioni è stata sfiduciata dal consiglio al termine di una seduta fiume durata più di otto ore, due mesi fa. L’ex consigliere aveva intenzione di esporre al Sindaco e alla Giunta capitolina, oggi presenti a piazza Sempione – che nella particolare procedura fa le veci del consiglio municipale, le criticità del territorio sul tema della sicurezza, secondo quanto raccolto sul territorio da FdI. Dice Bono:”come Fratelli d’Italia condanniamo le scritte contro i tutori della sicurezza. È inammissibile che in particolare questa, vergata con una bomboletta spray su uno dei muri del Municipio, cioè la casa delle Istituzioni, non sia stata fatta ancora rimuovere, dopo più di un mese, da chi ad oggi ancora sta governando Montesacro. Esprimiamo la nostra massima solidarietà nei confronti di tutti gli operatori delle varie forze dell’ordine”.

Luciana Miocchi

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Il Ministero dell’Interno ha fissato le date per il voto: anche il III Municipio di Roma andrà al voto il 10 giugno – di Luciana Miocchi

30 Mar

marco_minniti.jpgLa notizia risale a poco più di un’ora fa, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha fissato, con proprio decreto, la data per lo svolgimento delle elezioni dei Sindaci, dei Consigli comunali e di quelli circoscrizionali nelle regioni a statuto ordinario per domenica 10 giugno 2018. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà due domeniche dopo, il 24 giugno.

Roma è direttamente coinvolta, essendoci due Municipi, l’VIII e il III, che torneranno nuovamente alle urne, dopo due anni dalle elezioni del 2016. Nel primo caso, a seguito delle dimissioni del presidente Paolo Pace, a marzo dello scorso anno, nel secondo, in conseguenza della sfiducia alla presidente Roberta Capoccioni, durante un consiglio in cui l’opposizione, divenuta ormai maggioranza, lo scorso febbraio spedì tutti a casa con 13 voti a favore, contro i 12 dei grillini.

Ora è caccia al candidato e alle possibili combinazioni di alleanza, nessuno può permettersi di perdere questa occasione, che suona come un giudizio di metà mandato anche per l’operato della Giunta Capitolina: le opposizioni accarezzano il sogno di conquistare i due Municipi, dando così scacco alla Sindaco Raggi, che a sua volta non può concedere un arretramento di tale portata.

Luciana Miocchi

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“Riforestazione urbana, alberi per il futuro” ma sembrano stuzzicadenti – di Alessandro Pino

19 Mar

Preannunciata da un intervento in rete di Daniele Diaco – presidente della Commissione capitolina Ambiente – e seguìta da quelli della ormai ex presidente del Municipio Roberta Capoccioni e dell’ assessore capitolino all’ Ambiente Pinuccia Montanari, si è svolta in due fasi (domenica 11 febbraio e sabato 17 marzo) un’ iniziativa del Comune di Roma denominata “#Alberi per il futuro – operazione di riforestazione urbana” con cui sono state messe a dimora nuove piante in alcune zone della cittá incluso il Terzo Municipio, asseritamente anche per sopperire ai numerosi abbattimenti di alberi ritenuti pericolosi: le aree interessate nel Terzo sono il parco Marzano (in via Talli tra la Serpentara e il Nuovo Salario), viale Gino Cervi alle Vigne Nuove e via Pirandello a Talenti. Visionando le immagini dell’ opera di piantagione pubblicate in rete più di qualcuno è rimasto perplesso, al punto da ipotizzare dove possa collocarsi temporalmente il “futuro” citato: ammesso che non soccombano alla calura estiva ci vorranno almeno quindici o venti anni per far diventare effettivamente degli alberi quelli che in tutta evidenza sembrano degli stuzzicadenti alti qualche decina di centimetri e il cui aspetto a dir poco esile suscita ilarità se accostato – come si è fatto – al termine “riforestazione”. Ben che vada, si potrà sdraiare sotto la loro ombra chi oggi viaggia in passeggino.
Alessandro Pino

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Ora è ufficiale: fino a delega o a nuove elezioni, il governo politico del III Municipio è nelle mani di Sindaco e giunta capitolina

1 Mar

A distanza di una settimana dal consiglio che ha sfiduciato Roberta Capoccioni, presidente pentastellata del III Municipio è arrivato il crisma dell’ufficialità, con la presa d’atto e la protocollazione da parte del segretariato generale di Roma Capitale di quanto votato il 21 febbraio. Nelle more di nuove elezioni, a meno che non venga nominato un delegato, le funzioni di presidente di Municipio verranno svolte dal Sindaco Virginia Raggi, mentre quelle del consiglio e della giunta municipale, dalla giunta capitolina. Un governo diretto, quindi, del Campidoglio, con tutto quel che ne consegue. Che se è vero che le opposizioni non potranno più far valere il proprio peso politico nell’amministrate il territorio, in questo modo la responsabilità, gli onori e gli oneri, saranno tutti del Movimento cinque stelle. In un clima ormai divenuto fortemente critico.

Luciana Miocchi

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The d-day del III Municipio. Prima del consiglio

21 Feb

Visi tirati, sorrisi forzati, alcune facce rosse come se avessero pianto, solo la presidente Roberta Capoccioni si mostra serena e saluta chiunque incroci il suo sguardo. Per il resto, gli assessori tendono a parlare solo con quelli che riconoscono come sostenitori.

Fuori, sulla piazza, un reparto della celere testimonia la preoccupazione per eventuali disordini.

A mezz’ora dall’inizio, l’aula è giá piena per metà dalla parte del pubblico, quasi tutti sostenitori grillini. Gli “altri” rimangono fuori, qualcuno sotto il porticato urla “a casa” ma l’atmosfera, in fin dei conti è rarefatta, come se fosse la quiete prima della tempesta. De Vito, il presidente dell’aula capitolina, si aggira per i corridoi senza proferir parola. Sarà un lungo pomeriggio, quello di piazza Sempione o finirà tutto in pochi minuti? A favore di quale fazione, non è cosa scontata.

Luciana Miocchi

Francesco Filini (Fratelli d’ Italia) replica alla presidente Capoccioni sulla mozione “anti Di Giamberardino” – di Alessandro Pino

9 Feb

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Francesco Filini, membro della dirigenza romana di Fratelli d’ Italia, risponde alla presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni, che aveva commentato la bocciatura in aula della mozione pentastellata “anti Di Giamberardino” (il presidente del Consiglio Municipale, FdI anch’ egli, eletto di recente succedendo al dimissionario Mario Novelli):
《Roberta Capoccioni sta passando sicuramente un brutto periodo perché mi rendo conto quanto sia difficile accettare di aver perso in pochissimo tempo la maggioranza, ma le consiglio di recuperare un po’ di lucidità. Al di là della mozione pretestuosa e totalmente inefficace, pretendere che Di Giamberardino non partecipasse al voto per far contenta lei e ciò che rimane del M5S in Municipio sembra una pretesa un po’infantile, propria di chi non sa perdere. Ma se poi questa pretesa diventa una posizione politica, quando si discuterà la mozione di sfiducia vera – quella che rispedisce a casa lei e la sua Giunta – coerenza vuole che lei non si presenti in Aula. Ma non ci illudiamo e soprattutto non pretendiamo coerenza da chi sta dimostrando un ostinato attaccamento alla poltrona senza precedenti》.
Alessandro Pino

Roberta Capoccioni commenta la bocciatura in aula della mozione “anti Di Giamberardino” – di Alessandro Pino

9 Feb

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È arrivato il commento della presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni, dopo la bocciatura in aula, avvenuta l’ otto febbraio, della mozione di intenti con cui i consiglieri della ormai ex maggioranza pentastellata auspicavano le dimissioni del presidente del Consiglio Municipale, Vincenzo Di Giamberardino: 《Avevamo chiesto ufficialmente a Di Giamberardino di non partecipare al voto in quanto in palese conflitto di interessi con la questione in oggetto.
Come volevasi dimostrare l’atto non è passato solo ed esclusivamente grazie al suo di voto.
Oste come è il vino? Il vino è buono a detta della coalizione delle opposizioni!》.

Alessandro Pino

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Una settimana di fuoco a Piazza Sempione: dalla sfiducia alla Presidente del Municipio, regolarmente protocollata a quella inammissibile al presidente del consiglio, arrivando alla gentile richiesta di dimissioni allo stesso

9 Feb

E’ passata una settimana da quando la mozione di sfiducia alla presidente del III Municipio è stata protocollata, dopo che Cristiano Bonelli ha apposto la 13ma firma, quota necessaria perché l’atto fosse ricevibile.

Nel frattempo, nessuno della maggioranza a cinque stelle ha voluto commentare, nemmeno sui social, o rilasciare dichiarazioni in merito.  Probabilmente in un primo tempo si è trattato anche di incassare il colpo, ancora increduli di essere finiti sotto numericamente, da una posizione di predominio ben solida. Poi, la necessità di studiare il da farsi. Nel frattempo, i primi a parlare, non dovendo badare troppo agli equilibri dell’opposizione in Consiglio, i rappresentanti territoriali di Forza Italia e Liberi e uguali, attualmente fuori dal parlamentino di piazza Sempione. David Tozzo, di LeU e segretario municipale  di Possibile ha così commentato: “con la firma dell’ex presidente Cristiano Bonelli, anche sull’attuale giunta pentastellata sta per calare il sipario – che per la verità non si è mai alzato,  non avendo i grillini, in questo anno e mezzo, neppure compresi i rudimenti del’amministrazione, con i 200.00 cittadini del III Municipio increduli quanto inermi spettatori di questo non spettacolo”. Per il coordinatore municipale di FI, Marco Bentivoglio, “dopo la caduta del Municipio 8 il movimento cinque stelle ha dimostrato di essere inadatto a governare,  in sei mei la maggioranza si è sgretolata anche in terzo, segno evidente che è più facile criticare che amministrare, bene hanno fatto le opposizioni a staccare la spina. Per un paio di giorni, tutti a mantenere un profilo discreto, studiando le mosse degli altri. Poi, in mancanza di notizie dalla ex maggioranza, le reazioni non si sono fatte attendere. Per il capogruppo di Fdi, Emiliano Bono diveniva evidente che “Roberta Capoccioni ha fallito questa occasione, non è mai stata capace di tenere in piedi una maggioranze” e anche “Fossi stato in lei mi sarei già dimesso, quando non si ha più una maggioranza si va a casa, non si cercano inciuci impossibili per rimanere attaccati alla poltrona”. Per Riccardo Evangelista, capogruppo LM ” l’esperienza dell’amministrazione cinque stelle in terzo municipio si sta avvicinando alla fine. Ora inizia il conto alla rovescia, in attesa della discussione in aula della mozione di sfiducia”. Francesca Burri, ora al gruppo misto,  in rotta di collisione con la presidente Capoccioni ormai da tempo immemore è la più cruda: “in democrazia non si può accettare di governare in questo modo poco ortodosso, ovvero 13 a 12. Non è la maggioranza ma solo una situazione perennemente in bilico..firme a parte”. Riccardo Corbucci, ex presidente del consiglio nella consiliatura Marchionne, ora alla segreteria romana del Pd: “si voti la mozione rapidamente per non continuare a mortificare il municipio con le improbabili boutade di una Capoccioni ormai abbandonata a se stessa anche dalla Lombardi. Lo si faccia per tornare a dare la parola ai cittadini alla prima occasione utile.

Intanto su Fb si rincorrevano post a favore di una rapida calendarizzazione della mozione contro la Capoccioni e post contro l’inciucio tra le forze in opposizione, improbabili alleate per la congiura del secolo, quella propiziata contro i cinque stelle dai “traditori” fuoriusciti, che avrebbero dovuto dimettersi per lasciare il posto agli altri “portavoce” piuttosto che passare in opposizione, solo per questioni “personali” e non “politiche”.

A metà circa della settimana appena trascorsa è giunta la contromossa della fu maggioranza: il tentativo di protocollare una mozione di sfiducia nei confronti di Vincenzo Di Giamberardino, Fdi, neo eletto presidente del consiglio al posto del dimissionario – volontario – Mario Novelli, motivata con la asserita parzialità del consigliere di opposizione. Tentativo andato a vuoto, perché considerato inammissibile, mancando le famose..13 firme, potendo contare il movimento su soli 12 consiglieri, degli originari 16.

In questa occasione, Mario Novelli ha commentato: “La recente elezione di Vincendo Di Giamberardino a presidente dell’aula, frutto di una sorta di patto del Nazareno de noantri tra tutti i consiglieri di opposizione, ivi compresi i transfughi del M5S, provoca una evidente difficoltà ad esercitare il difficile ruolo di unica figura istituzionale super partes di garanzia per tutte le forze politiche del Municipio. Egli, sebbene sia un profondo conoscitore delle dinamiche amministrative e delle reali competenze e risorse municipali grazia anche al suo lavoro di dipendente del IIII Municipio non ha potuto non adeguarsi agli ordini di scuderia provenienti dal proprio interno politico che, con un pressing unicamente finalizzato a screditare quanto di buono questa amministrazione sta facendo, si trova costretto a “forzare” il proprio ruolo di garante. Atteggiamento che trovo comprensibile, anche se non condivisibile, laddove tale comportamento nella logica stantia dei partiti tradizionali gli aprisse una radiosa e gratificante carriera politica ma ahimè, dopo la prossima caduta del municipio lui, come tanti altri consiglieri, si dovrà dedicare ad altro”. Nessun commento sul tentativo di esautorarlo è venuto dal diretto interessato, che ha preferito rimanere in silenzio.

Ma il Movimento di piazza Sempione non si è dato per vinto e non potendo ottenere la protocollazione di una mozione di sfiducia al presidente del consiglio, ha presentato una mozione d’intenti sulle dimissioni, con motivazioni pressoché identiche, che non necessita del quorum della metà più uno dei consiglieri per essere calendarizzata. Un suggerimento, una preghiera, un auspicio, insomma, affinché Vincenzo di Giamberardino si dimetta dalla carica che i cinque stelle considerano di propria competenza. Un atto che nella sostanza, anche se votato avrebbe un peso nullo all’atto pratico, perché non può obbligare il Di Giamberardino a rimettere la propria carica.

La mozione di intenti, calendarizzata immediatamente, dopo essere stata protocollata lo stesso giorno del consiglio(https://www.youtube.com/watch?v=7MQWX5UVObo&feature=player_embedded) a cui è stata ammessa è stata poi votata, non prima di  svariate sospensioni dei lavori e con un’aula piuttosto indisciplinata in alcune fasi della discussione. E’ finita come da previsioni, respinta con i 12 voti dei cinque stelle a favore e i 13 voti dell’opposizione, contrari. In termini politici, l’ennesima dimostrazione che la consiliatura Capoccioni non ha più i numeri per governare. E’ un dato di fatto, non un “inciucio” o una “congiura”: le opposizioni fanno il loro mestiere, ovvero, l’opposizione. Si tratta di una dura lezione, della quale far tesoro per il futuro: mediare, non inasprire gli scontri interni, non dare occasioni all’avversario.

Rimane ora solo l’ultimo atto: che la mozione di sfiducia alla presidente Capoccioni giunga in aula per essere discussa, sempre che la stessa non decida di rassegnare spontaneamente le dimissioni, per evitare quello che al momento sembra un risultato scontato, mettendo però cosi in serio imbarazzo politico la sua mentore, quella Roberta Lombardi che è in corsa come governatrice della regione Lazio e che certo non si gioverebbe della débâcle del terzo Municipio. Come da regolamento, potrà essere calendarizzato non prima dell’11 febbraio e non dopo il 3 marzo. Probabilmente gli ultimi accadimenti imprimeranno un’accellerazione ai tempi di discussione, che potrebbe avvenire il 15 o il 22 febbraio.  Piazza Sempione è ormai imprevedibile, non si esclude nessun risultato..

Luciana Miocchi – Alessandro Pino (per la parte riguardante le dichiarazioni dei portavoce M5S)

 

La presidente Capoccioni scende in campo sulla crisi municipale: denuncerà i firmatari della sfiducia? – di Alessandro Pino

28 Gen

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Con un deciso intervento pubblicato sulla propria pagina Facebook in piena notte la presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni, ha preso pubblicamente posizione sulla crisi municipale e sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti, firmata fino a ora da dodici consiglieri sui tredici necessari per renderla efficace. Da notare che l’ intervento della presidente è apparso
pochi minuti dopo quello del consigliere di opposizione Cristiano Bonelli, che ancora non sembra aver esplicitato chiaramente le sue intenzioni riguardo propria la firma.
Di seguito il testo del post di Roberta Capoccioni: 《Il tempo in cui la “politica” mente al cittadino è FINITO.
Fino a qualche mese fa vigeva la regola che in politica tutto fosse permesso.
Con l’ingresso dei cittadini nelle istituzioni questo patto malsano è stato spezzato e chiunque faccia un uso strumentale della verità per i propri fini personali, ne sarà chiamato a rispondere davanti a un tribunale. Dato l’ imponente lavoro fatto in questo anno e mezzo da questa Giunta interamente protocollato e consultabile per trasparenza sul sito istituzionale, è fin troppo facile confutare, totalmente, tutti i punti della mozione di sfiducia, non in aula, ma presso la Procura!
Così chi vorrà giocare con i fatti e mentire ai propri elettori, sarà chiamato a risponderne di fronte ad un P. M. !》. Da quanto si legge nel comunicato della presidente Capoccioni, sembrerebbe forse che abbia intenzione di procedere per vie legali nei confronti dei firmatari della mozione.
Alessandro Pino

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Manca una sola firma alla Sfiducia alla Presidente del III Municipio: Cristiano Bonelli salverà i cinque stelle o metterà la parola fine all’avventura pentastellata? – di Luciana Miocchi

26 Gen

cristiano bonelliA pochi giorni dal controverso comunicato  di FdI con cui è stata data la notizia della sottoscrizione della mozione di sfiducia alla Presidente Capoccioni, preparata dall’opposizione tutta ma alla quale mancavano ancora alcune firme, giunge oggi l’annuncio che anche Riccardo Evangelista della LM ha apposto la sua.

Segno che l’irritazione per il gesto interpretato come una forzatura volta ad intestarsi l’operazione tra le compagini di centro destra è rientrata, in qualche modo. E forte sarebbe stato il rischio di vedersi imputare il fallimento di un’operazione politica ad alto tasso di pericolosità: non ci vuole molto per immaginare che la sbandierata mozione di sfiducia, se non dovesse essere protocollata porterebbe a sotto zero il tasso di credibilità dei consiglieri e dei partiti che l’hanno sposata. A maggior ragione con le elezioni di marzo alle porte.

Le regionali, in particolare, dove corre come candidata Presidente la pentastellata Roberta Lombardi, mentore della presidente del III Municipio, potrebbero essere il motivo per cui la stessa Capoccioni non ha dato le dimissioni, dopo essere rimasta con soli 11 consiglieri su 15, divenendo così il primo caso di maggioranza trasformata minoranza relativa, tentando di resistere almeno fin dopo il 4 marzo.

Ad ora, le sorti di Piazza Sempione sono nelle mani dell’ultimo consigliere di opposizione che manca all’appello, quel Cristiano Bonelli, già presidente del Municipio per il Pdl, poi passato all’NCD al momento della scissione del Pdl, uscitone quando Alfano decise di appoggiare i governi targati Pd, di lunghissima militanza nelle file della destra più ortodossa e passato dalla LM al gruppo misto per dissidi sulla gestione politica della stessa lista. Con una presenza ininterrotta in Municipio da diverse consiliature è il politico più anziano dell’intero consiglio. Questa probabilmente sarà la sua ultima presenza in aula: estremamente severo nei giudizi su Fdi e di ciò che rimane della destra romana, non ha più un partito in cui riconoscersi e si sente perciò, un battitore libero, “soprattutto dagli ordini di scuderia” e con la possibilità di seguire soltanto il suo, di pensiero.  Ed infatti, come dichiarato anche al Messaggero, ha iniziato una sorta di sondaggio tra i suoi storici elettori – in effetti ha sempre tenuto un rapporto stretto con loro, rispondendo personalmente anche ai tempi della presidenza –  per capire la loro volontà e comportarsi di conseguenza. Questo atteggiamento però pare criticato soprattutto dal mondo di simpatizzanti che si riconosce nel centro destra, che vorrebbero azzerare tutto per tornare appena possibile a nuove elezioni. Grande il pressing nei post su facebook di Roberto Borgheresi, Fi, già presidente del consiglio proprio con Bonelli e non riconfermato come consigliere dopo la debacle alle municipali di Forza Italia, che richiamava l’ex presidente alla volontà di uno dei suoi grandi elettori, ovvero Borgheresi stesso, in quanto referente di Forza Italia, partito politico sostenente quella Lista Marchini con la quale era stato eletto poco meno di due anni fa. Per Bonelli però, nonostante riconosca che l’avventura di Roberta Capoccioni sia ormai arrivata al capolinea, i tempi non sarebbero ancora maturi, la mozione un passo azzardato compiuto da FdI e dalla corrente renziana del PD, che cercherebbero di giocarsi la carta della sfiducia alla Capoccioni per tentare di piegare a proprio favore i risultati delle regionali. Quindi l’ex presidente del Municipio, obbedendo a un suo senso di responsabilità, si troverebbe a scegliere tra rimanere e dare un contributo tecnico alla maggioranza – ma a quel punto i 5 stelle diventerebbero ancora meno credibili, costretti a rimangiarsi la propria posizione di mai con nessuno che non sia cinque stelle, stando a quanto dichiarato spesso in aula, quando alcuni atti non sarebbero stati votati perché “presentati dalle opposizioni” – o prendersi l’onere di mandare tutti a casa ancora prima del 4 marzo. Un risultato comunque, lo ha ottenuto: se dovesse firmare, la sua sarebbe la 13ma firma, la più importante, senza la quale l’atto non si sarebbe mai potuto protocollare. E in politica, si sa, tutto ha un peso. Anche essere l’ultimo, se non si è potuto essere il primo.

Luciana Miocchi

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La presidenza Capoccioni ha i giorni contati? FdI esce con un comunicato che anticipa i tempi

23 Gen

Con comunicato inviato a Omniroma e poi rigirato su Fb, il gruppo consiliare di FdI ha dato notizia di aver firmato compatto la mozione di sfiducia preparata dall’opposizione tutta. Mancherebbero solo alcune firme ma la loro apposizione sarebbe questione di ore. In un primo momento era stata pubblicata anche la mozione parzialmente firmata ma le foto sono sparite quasi subito da fb, forse per una questione di correttezza nei confronti dei rappresentanti tutte le forze politiche partecipanti.  O forse perché il gesto avrebbe potuto irritare i forzati alleati, Pd, lista Marchini e gruppo misto nel quale sono confluiti i fuoriusciti del M5S,  in questa operazione delicatissima, che a questo punto deve andare in porto per forza, pena una débâcle politica senza precedenti.

Solo quando tutti e tredici i consiglieri avranno apposto la propria firma, la mozione potrà essere protocollata e messa in calendario con un minimo di dieci giorni a far data dal deposito a un massimo di trenta . A quel punto, verrà discussa in consiglio, con voto palese.

Qui di seguito il testo inviato all’agenzia stampa Omniroma e diffuso su fb:

MUNICIPIO III, FDI: FIRMATA MOZIONE DI SFIDUCIA PER CAPOCCIONI (Omniroma) Roma, 23 GEN – “Insieme alle altre forze politiche e agli altri consiglieri che si riconoscono nell’opposizione alla (ex) maggioranza grillina, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in III Municipio ha firmato oggi la mozione di sfiducia alla Presidente Roberta Capoccioni. E’ stato un anno e mezzo tragico per il territorio di Montesacro, che ha dovuto pagare il duro prezzo la litigiosità interna al Movimento 5 Stelle che ha tenuto sotto scacco l’intera consiliatura. I problemi del territorio sono stati colpevolmente trascurati e ad oggi abbiamo accumulato un ritardo pesantissimo. Roberta Capoccioni ha dimostrato di non essere in grado di tenere una maggioranza, l’elezione di un Presidente del Consiglio dell’opposizione, di Fratelli d’Italia, è stato l’ultimo atto che ha scritto l’epitaffio sulla disastrosa esperienza grillina in Municipio III. Abbiamo motivo di credere che la mozione di sfiducia sarà firmata presto da tutti i consiglieri di opposizione e che successivamente verrà calendarizzato il Consiglio per discutere la sfiducia e liberare Montesacro dalla sciagurata disamministrazione pentastellata”. Lo comunicano in una nota i consiglieri di Fdi in III Municipio Emiliano Bono, Vincenzo Di Giamberardino, Donatella Geretto​ e Giordana Petrella​.

Luciana Miocchi

Quella volta che Imposimato parlò nell’aula di piazza Sempione – di Alessandro Pino

6 Gen

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E’ scomparso pochi giorni fa Ferdinando Imposimato, magistrato e presidente onorario aggiunto alla Suprema Corte di Cassazione, già deputato e senatore oltre che volto noto al grande pubblico come arbitro nella trasmissione tv “Forum” e per essere stato indicato quale Presidente della Repubblica dal Movimento Cinque Stelle. Proprio su invito del Movimento, Imposimato nel settembre 2016 fu ospite dell’Aula Consiliare di piazza Sempione per esporre le ragioni del “No” al referendum costituzionale.  Affiancato dalla presidente del Municipio Roberta Capoccioni e dalla deputata – nonché residente in zona e oggi candidata alla presidenza della Regione Lazio – Roberta Lombardi, Imposimato con la consueta verve campana  aveva speso parole specialmente riguardo la riforma del Senato: «Viene stravolto, cioè non è più un Senato di 315 ma un Senato di cento senatori non scelti dai cittadini ma scelti dall’alto…il numero dei senatori sarà distribuito in proporzione alla popolazione. Tutte le regioni del Sud come la Lucania, la Puglia, l’Abruzzo, il Molise saranno completamente estromesse da tutte le riforme che il Senato delle Regioni vorrà fare…un Senato a favore delle grandi regioni del Nord». Imposimato fu poi incontenibile a proposito del contenimento dei costi che si sarebbero ottenuti con il nuovo Senato: «Quarantotto milioni di fronte a tutte le cose che non fa il Governo e che dovrebbero fare. Non fa la lotta alla corruzione sono settanta miliardi di euro all’anno, non fa la lotta all’evasione fiscale che sono centocinquanta miliardi di euro all’anno, ma di che stiamo parlando? Rubano a più non posso, glielo dico io che sono stato pure al Senato e alla Camera, sono dei ladroni!». Scrosciarono applausi a non finire nell’aula per Imposimato, anche se nei giorni precedenti non mancarono critiche sulla concessione della stessa per un’iniziativa unilaterale e senza confronto, diversamente  dal modello delle tribune politiche.
Alessandro Pino

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Capodanno con il botto in III Municipio, una raccomandata anticipa la richiesta di sfiducia per la presidenza Capoccioni – di Luciana Miocchi

29 Dic

Tanto tuonò che piovve. Gli ultimi tre fuoriusciti dal gruppo municipale dei 5 Stelle, Francesca Burri, Donatella Digiacinti e Valerio Scamarcia hanno firmato “richiesta per la formale mozione di sfiducia motivata ex art 52 DLgs 267/2000 ed ex art. 72 del regolamento municipale“, spedita poi in data 28 dicembre e anticipata via fb dalla consigliera Burri. Nello stesso post la battagliera Francesca avverte che la lettera inviata ha il solo scopo di “avvisare” gli uffici di presidenza e la Direzione del Municipio che il primo giorno utile del 2018 la mozione  verrà protocollata regolarmente. Nel frattempo non è difficile immaginare che anche gli altri componenti l’opposizione, oramai divenuta maggioranza di fatto, dovranno sfruttare il tempo delle festività di fine anno per  decidere di sottoscrivere o meno la mozione che dovrebbe mandare presidente , giunta e consiglio a casa, rimettendo prima a un commissario e poi a nuove elezioni il governo del III Municipio di Roma Capitale. Perché possa essere discussa, infatti, la sfiducia, ai sensi dell’art. 72 del regolamento municipale approvato nel 2014 con la delibera n. 10, deve essere richiesta da almeno la metà + 1  dei componenti del consiglio di piazza Sempione.

Novella infatti l’ Articolo 72, intitolato “Mozione di sfiducia del Presidente del Municipio”: 

1. La mozione di sfiducia del Presidente del Municipio, motivata e sottoscritta da almeno la metà più uno dei Consiglieri assegnati, è presentata all’Ufficio di Presidenza tramite deposito al protocollo dell’Ufficio del Consiglio Municipale e, contestualmente, trasmessa in copia al Direttore del Municipio.

2. La mozione è messa in discussione – sentita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi – non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione.

3. La discussione sulla mozione di sfiducia è aperta dal primo firmatario che può illustrarla per non più di trenta minuti. Ha quindi la parola il Presidente del Municipio per un tempo equivalente. Nella discussione successiva – alla quale non si applicano le disposizioni sulla chiusura anticipata della discussione – ciascun Consigliere può intervenire per un massimo di quindici minuti.

4. Al termine della discussione e delle eventuali dichiarazioni di voto, la mozione viene posta ai voti, a scrutinio palese, per appello nominale.

5. L’approvazione della mozione di sfiducia, con il voto della maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio, determina la cessazione dalla carica del Presidente del Municipio e della Giunta ed il conseguente scioglimento del Consiglio Municipale.

6. Approvata la mozione di sfiducia, il Consiglio Municipale, il Presidente del Municipio e la Giunta – nelle more delle procedure di scioglimento – si astengono dall’attività istituzionale, esclusa l’ordinaria amministrazione e la esecuzione di atti dovuti per disposizioni di legge o dello Statuto di Roma Capitale, per effetto di provvedimenti giurisdizionali esecutivi o per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.

7. Dell’avvenuta approvazione della mozione di sfiducia il Direttore del Municipio provvede immediatamente a darne comunicazione al Sindaco per gli adempimenti di legge.

8. Il voto del Consiglio Municipale contrario alla delibera sulle linee programmatiche del Presidente del Municipio, sul bilancio o ad una proposta presentata dal Presidente del Municipio non determina la cessazione della carica del Presidente.
La questione della sottoscrizione non è di poco conto, perché è esaustiva dell’intero modo di fare politica all’interno del Municipio: è ormai evidente che la maggioranza uscita dalle urne nel 2016 – fino ad ora compatta nell’intenzione di rimanere al proprio posto nonostante l’inferiorità numerica –  è esautorata e incapace di governare dando seguito agli atti votati in consiglio, atti che porterebbero la firma esclusiva della minoranza, in grado di votare in maniera autonoma le proprie proposte, in una sorta di unità di intenti forzosa. Però alcuni dei consiglieri  sono consapevoli di avere scarse possibilità di rielezione, quindi potrebbero non avere voglia di porre fine con così tanto anticipo alla consiliatura corrente. Timore che però non ha sfiorato i tre ribelli del Movimento, che hanno scelto, coerentemente con le proprie azioni precedenti, di dare un segnale forte ai loro colleghi all’opposizione.

Chissà se l’ormai ex presidente del Consiglio Mario Novelli ripresenterebbe ancora le proprie dimissioni, potendo conoscere le conseguenze dell’uragano scatenato sulla maggioranza dalla sua decisione, l’ascesa clamorosa e mai sognata prima di un consigliere di opposizione, Vincenzo Di Giamberardino, fino ad allora capogruppo FdI, allo scranno più alto dell’aula, con relativa fonte di imbarazzo tra le fila della dirigenza pentastellata.

Luciana Miocchi

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Il M5S in III Municipio perde un altro pezzo: Il consigliere Valerio Scamarcia passa al gruppo Misto

15 Dic

La notizia è giunta pochi minuti fa, battuta intorno alle 17 dall’agenzia giornalistica dire: Valerio Scamarcia, consigliere del M5S ha ufficializzato  il proprio passaggio al gruppo misto.

Per quanto possa sembrare surreale, la maggioranza di Piazza Sempione ha perso un altro pezzo, divenedo minoranza relativa.

Questo il testo integrale del comunicato: “Ho protocollato in questo momento la lettera con cui comunico ufficialmente la mia uscita dal gruppo M5S per aderire al Gruppo misto”. Lo annuncia all’agenzia Dire il consigliere del III Municipio, Valerio Scamarcia. “E’ stata una scelta molto meditata da parte mia- aggiunge l’ex M5S- purtroppo non c’era piu’ coesione nel gruppo ormai da 18 mesi e per me la situazione era diventata insostenibile”. (Mgn/ Dire 16:59 15-12-17 . NNNN)”

Con la sua fuoriuscita dalla maggioranza più litigiosa che il Municipio abbia conosciuto, dopo Donatella Geretto, Francesca Burri e Donatella Digiacinti, senza tralasciare le dimissioni dalla carica di presidente del consiglio di Municipio di Mario Novelli, delle cui sorti non è dato sapere, essendosi lo stesso chiuso in uno stretto riserbo, la vita del governo di Montesacro targato cinque stelle diventa sempre più difficoltosa, legata a un tenue filo. Addirittura la maggioranza si troverebbe ad essere potenzialmente in inferiorità numerica, salvo altre defezioni si tratta di 12 consiglieri per il M5S e 13 alle opposizioni (quattro gruppo misto, quattro FdI, quattro Pd, 1 Lista Marchini). A meno che la presidente Capoccioni non scenda a patti con i dissidenti.

L’alternativa sarebbe il commissariamento e le elezioni per il solo Municipio. La Sindaco Raggi resterà a guardare?

La situazione si presentava tesa già dalla mattinata, quando si erano diffuse voci sulle dimissioni imminenti, tanto che è bastato vedere un movimento di fogli negli uffici per indurre il gruppo consiliare di FdI a emettere un comunicato, firmato da tutti e quattro i componenti,  per invocare le dimissioni della Presidente Capoccioni, la cui esperienza politica, testuale, “è giunta al capolinea, tra l’endemica incapacità di governare e le scorribande interne a una maggioranza litigiosa e incocludente di fatto il territorio è stato abbandonato a se stesso. Occorre dare subito un nuovo governo a Montesacro e Fratelli d’Italia è già al lavoro per restituire dignità e decoro al Municipio”. 

Dello stesso tenore il comunicato di Marco Bentivoglio, Coordinatore di FI del III Municipio e di Claudia PAssalaqua, del dipartimento regionale, anche se il partito non ha nessun consigliere seduto a piazza Sempione, che pone l’accento sul fatto che “Con l’adesione del consigliere Scamarcia al gruppo Misto, il M5s in III municipio non ha più i numeri per governare” e che quindi “ la presidente Capoccioni deve dimettersi“.

Giovedì 21 dicembre, l’ultima seduta consiliare prima delle vacanze natalizie potrebbe rivelarsi veramente incandescente. Si terrà? C’è da eleggere il nuovo presidente dell’aula. A meno di un aiuto dal gruppo misto, la maggioranza non potrà imporre il proprio candidato. La riunione salterà, rinviata a data da destinarsi? La presidente Capoccioni si dimetterà? Non resta che attendere.

Luciana Miocchi

 

 

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