Tag Archives: Vincenzo di Giamberardino
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Elezioni in Terzo Municipio: le tante anime della destra e il dilemma candidato presidente di Montesacro

11 Apr

Il tavolo di decisione ancora non viene riunito, FI non si sbilancia, FdI vorrebbe..in mezzo l’incognita Lega. Il popolo della destra auspica una candidatura condivisa ma tra il dire e il fare..

fdiI Cinque stelle hanno riconfermato Roberta Capoccioni alla corsa per le elezioni di giugno, il Pd ha trovato l’accordo sul nome di Paola Ilari, anche se poi si è scelto di fare comunque le primarie ad Aprile, come da statuto e all’orizzonte non si vede nessun competitore. A destra invece, ad oggi sembra tutto ancora in una posizione niente affatto definita. Bocche cucite ovunque, FI potrebbe avanzare richieste per via del principio dell’alternanza, visto che da quando vi è l’elezione diretta del presidente non ha mai espresso un candidato in III Municipio.

borgheresiNei corridoi gira il nome di Roberto Borgheresi, presidente del consiglio municipale all’epoca della consiliatura Bonelli, insieme a quello di Riccardo Evangelista, new entry di Fi, precedentemente alla lista Marchini ma legato a Antonello Aurigemma, già assessore del Sindaco Alemanno, attualmente in Regione. Anche Marco Bentivoglio, ex consigliere Pdl fino al 2013, potrebbe rientrare nella corsa.bentivoglio

Fratelli d’Italia però ha delle aspirazioni, forte di aver avuto nella consiliatura appena decaduta ben quattro consiglieri: Di Giamberardino, Bono, Petrella e la ex pentastellata Geretto, fuoriuscita dalla maggioranza.

evangelistaSembra che il candidato precedente, Vincenzo Di Giamberardino non abbia intenzione di ripresentarsi, mentre accetterebbero ben volentieri sia Giordana Petrella che Emiliano Bono, con il secondo a figurare tra i fondatori del partito, quando il Pdl si sciolse dando vita al ritorno di FI e ad altre formazioni di diverse fortune.

filini Sempre che Francesco Filini, attualmente alla segreteria romana, non sciolga la riserva e decida di correre lui in prima persona.

In tutto ciò, si impone l’incognita Lega, che alle ultime politiche ha riscosso gran successo, soprattutto a spese di FI. Al momento non vi è neppure un coordinatore ufficiale sul territorio municipale.

bevilacquaL’esponente più conosciuto rimane Fabrizio Bevilacqua, assessore nella consiliatura Bonelli e già presentatosi per la Lega alle elezioni comunali del 2016, oggi propostosi per una candidatura municipale.  Nemmeno lui si sbilancia, come gli altri. La consegna è attendere fino all’ultimo, anche se ormai è questione di pochi giorni: all’appuntamento di giugno, ormai, mancano meno di due mesi.

Luciana Miocchi

 

Cerimonia per i Martiri delle Foibe all’ anagrafe di via Fracchia – di Alessandro Pino

9 Feb

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Nell’ imminenza del Giorno del Ricordo che la Repubblica Italiana dedica alla tragedia dei martiri delle foibe e dell’ esodo istriano, giuliano e dalmata, è stata posta una corona sotto la targa commemorativa che dal 2009 è affissa nel salone del servizio anagrafico del Terzo Municipio in via Umberto Fracchia. Erano presenti oltre a numerosi cittadini i senatori Francesco Giro e Domenico Gramazio di Forza Italia, l’ onorevole Antonello Aurigemma capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, il Presidente del Consiglio del Terzo Municipio Vincenzo Di Giamberardino (FdI) e il Capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio Municipale Emiliano Bono, l’ ex presidente del Consiglio Municipale Roberto Borgheresi ora al Coordinamento Romano di Forza Italia e l’ ex consigliere municipale Marco Bentivoglio oggi coordinatore del Municipio III di Forza Italia, questi ultimi promotori dell’iniziativa. 
Alessandro Pino

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Francesco Filini (Fratelli d’ Italia) replica alla presidente Capoccioni sulla mozione “anti Di Giamberardino” – di Alessandro Pino

9 Feb

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Francesco Filini, membro della dirigenza romana di Fratelli d’ Italia, risponde alla presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni, che aveva commentato la bocciatura in aula della mozione pentastellata “anti Di Giamberardino” (il presidente del Consiglio Municipale, FdI anch’ egli, eletto di recente succedendo al dimissionario Mario Novelli):
《Roberta Capoccioni sta passando sicuramente un brutto periodo perché mi rendo conto quanto sia difficile accettare di aver perso in pochissimo tempo la maggioranza, ma le consiglio di recuperare un po’ di lucidità. Al di là della mozione pretestuosa e totalmente inefficace, pretendere che Di Giamberardino non partecipasse al voto per far contenta lei e ciò che rimane del M5S in Municipio sembra una pretesa un po’infantile, propria di chi non sa perdere. Ma se poi questa pretesa diventa una posizione politica, quando si discuterà la mozione di sfiducia vera – quella che rispedisce a casa lei e la sua Giunta – coerenza vuole che lei non si presenti in Aula. Ma non ci illudiamo e soprattutto non pretendiamo coerenza da chi sta dimostrando un ostinato attaccamento alla poltrona senza precedenti》.
Alessandro Pino

Roberta Capoccioni commenta la bocciatura in aula della mozione “anti Di Giamberardino” – di Alessandro Pino

9 Feb

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È arrivato il commento della presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni, dopo la bocciatura in aula, avvenuta l’ otto febbraio, della mozione di intenti con cui i consiglieri della ormai ex maggioranza pentastellata auspicavano le dimissioni del presidente del Consiglio Municipale, Vincenzo Di Giamberardino: 《Avevamo chiesto ufficialmente a Di Giamberardino di non partecipare al voto in quanto in palese conflitto di interessi con la questione in oggetto.
Come volevasi dimostrare l’atto non è passato solo ed esclusivamente grazie al suo di voto.
Oste come è il vino? Il vino è buono a detta della coalizione delle opposizioni!》.

Alessandro Pino

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Una settimana di fuoco a Piazza Sempione: dalla sfiducia alla Presidente del Municipio, regolarmente protocollata a quella inammissibile al presidente del consiglio, arrivando alla gentile richiesta di dimissioni allo stesso

9 Feb

E’ passata una settimana da quando la mozione di sfiducia alla presidente del III Municipio è stata protocollata, dopo che Cristiano Bonelli ha apposto la 13ma firma, quota necessaria perché l’atto fosse ricevibile.

Nel frattempo, nessuno della maggioranza a cinque stelle ha voluto commentare, nemmeno sui social, o rilasciare dichiarazioni in merito.  Probabilmente in un primo tempo si è trattato anche di incassare il colpo, ancora increduli di essere finiti sotto numericamente, da una posizione di predominio ben solida. Poi, la necessità di studiare il da farsi. Nel frattempo, i primi a parlare, non dovendo badare troppo agli equilibri dell’opposizione in Consiglio, i rappresentanti territoriali di Forza Italia e Liberi e uguali, attualmente fuori dal parlamentino di piazza Sempione. David Tozzo, di LeU e segretario municipale  di Possibile ha così commentato: “con la firma dell’ex presidente Cristiano Bonelli, anche sull’attuale giunta pentastellata sta per calare il sipario – che per la verità non si è mai alzato,  non avendo i grillini, in questo anno e mezzo, neppure compresi i rudimenti del’amministrazione, con i 200.00 cittadini del III Municipio increduli quanto inermi spettatori di questo non spettacolo”. Per il coordinatore municipale di FI, Marco Bentivoglio, “dopo la caduta del Municipio 8 il movimento cinque stelle ha dimostrato di essere inadatto a governare,  in sei mei la maggioranza si è sgretolata anche in terzo, segno evidente che è più facile criticare che amministrare, bene hanno fatto le opposizioni a staccare la spina. Per un paio di giorni, tutti a mantenere un profilo discreto, studiando le mosse degli altri. Poi, in mancanza di notizie dalla ex maggioranza, le reazioni non si sono fatte attendere. Per il capogruppo di Fdi, Emiliano Bono diveniva evidente che “Roberta Capoccioni ha fallito questa occasione, non è mai stata capace di tenere in piedi una maggioranze” e anche “Fossi stato in lei mi sarei già dimesso, quando non si ha più una maggioranza si va a casa, non si cercano inciuci impossibili per rimanere attaccati alla poltrona”. Per Riccardo Evangelista, capogruppo LM ” l’esperienza dell’amministrazione cinque stelle in terzo municipio si sta avvicinando alla fine. Ora inizia il conto alla rovescia, in attesa della discussione in aula della mozione di sfiducia”. Francesca Burri, ora al gruppo misto,  in rotta di collisione con la presidente Capoccioni ormai da tempo immemore è la più cruda: “in democrazia non si può accettare di governare in questo modo poco ortodosso, ovvero 13 a 12. Non è la maggioranza ma solo una situazione perennemente in bilico..firme a parte”. Riccardo Corbucci, ex presidente del consiglio nella consiliatura Marchionne, ora alla segreteria romana del Pd: “si voti la mozione rapidamente per non continuare a mortificare il municipio con le improbabili boutade di una Capoccioni ormai abbandonata a se stessa anche dalla Lombardi. Lo si faccia per tornare a dare la parola ai cittadini alla prima occasione utile.

Intanto su Fb si rincorrevano post a favore di una rapida calendarizzazione della mozione contro la Capoccioni e post contro l’inciucio tra le forze in opposizione, improbabili alleate per la congiura del secolo, quella propiziata contro i cinque stelle dai “traditori” fuoriusciti, che avrebbero dovuto dimettersi per lasciare il posto agli altri “portavoce” piuttosto che passare in opposizione, solo per questioni “personali” e non “politiche”.

A metà circa della settimana appena trascorsa è giunta la contromossa della fu maggioranza: il tentativo di protocollare una mozione di sfiducia nei confronti di Vincenzo Di Giamberardino, Fdi, neo eletto presidente del consiglio al posto del dimissionario – volontario – Mario Novelli, motivata con la asserita parzialità del consigliere di opposizione. Tentativo andato a vuoto, perché considerato inammissibile, mancando le famose..13 firme, potendo contare il movimento su soli 12 consiglieri, degli originari 16.

In questa occasione, Mario Novelli ha commentato: “La recente elezione di Vincendo Di Giamberardino a presidente dell’aula, frutto di una sorta di patto del Nazareno de noantri tra tutti i consiglieri di opposizione, ivi compresi i transfughi del M5S, provoca una evidente difficoltà ad esercitare il difficile ruolo di unica figura istituzionale super partes di garanzia per tutte le forze politiche del Municipio. Egli, sebbene sia un profondo conoscitore delle dinamiche amministrative e delle reali competenze e risorse municipali grazia anche al suo lavoro di dipendente del IIII Municipio non ha potuto non adeguarsi agli ordini di scuderia provenienti dal proprio interno politico che, con un pressing unicamente finalizzato a screditare quanto di buono questa amministrazione sta facendo, si trova costretto a “forzare” il proprio ruolo di garante. Atteggiamento che trovo comprensibile, anche se non condivisibile, laddove tale comportamento nella logica stantia dei partiti tradizionali gli aprisse una radiosa e gratificante carriera politica ma ahimè, dopo la prossima caduta del municipio lui, come tanti altri consiglieri, si dovrà dedicare ad altro”. Nessun commento sul tentativo di esautorarlo è venuto dal diretto interessato, che ha preferito rimanere in silenzio.

Ma il Movimento di piazza Sempione non si è dato per vinto e non potendo ottenere la protocollazione di una mozione di sfiducia al presidente del consiglio, ha presentato una mozione d’intenti sulle dimissioni, con motivazioni pressoché identiche, che non necessita del quorum della metà più uno dei consiglieri per essere calendarizzata. Un suggerimento, una preghiera, un auspicio, insomma, affinché Vincenzo di Giamberardino si dimetta dalla carica che i cinque stelle considerano di propria competenza. Un atto che nella sostanza, anche se votato avrebbe un peso nullo all’atto pratico, perché non può obbligare il Di Giamberardino a rimettere la propria carica.

La mozione di intenti, calendarizzata immediatamente, dopo essere stata protocollata lo stesso giorno del consiglio(https://www.youtube.com/watch?v=7MQWX5UVObo&feature=player_embedded) a cui è stata ammessa è stata poi votata, non prima di  svariate sospensioni dei lavori e con un’aula piuttosto indisciplinata in alcune fasi della discussione. E’ finita come da previsioni, respinta con i 12 voti dei cinque stelle a favore e i 13 voti dell’opposizione, contrari. In termini politici, l’ennesima dimostrazione che la consiliatura Capoccioni non ha più i numeri per governare. E’ un dato di fatto, non un “inciucio” o una “congiura”: le opposizioni fanno il loro mestiere, ovvero, l’opposizione. Si tratta di una dura lezione, della quale far tesoro per il futuro: mediare, non inasprire gli scontri interni, non dare occasioni all’avversario.

Rimane ora solo l’ultimo atto: che la mozione di sfiducia alla presidente Capoccioni giunga in aula per essere discussa, sempre che la stessa non decida di rassegnare spontaneamente le dimissioni, per evitare quello che al momento sembra un risultato scontato, mettendo però cosi in serio imbarazzo politico la sua mentore, quella Roberta Lombardi che è in corsa come governatrice della regione Lazio e che certo non si gioverebbe della débâcle del terzo Municipio. Come da regolamento, potrà essere calendarizzato non prima dell’11 febbraio e non dopo il 3 marzo. Probabilmente gli ultimi accadimenti imprimeranno un’accellerazione ai tempi di discussione, che potrebbe avvenire il 15 o il 22 febbraio.  Piazza Sempione è ormai imprevedibile, non si esclude nessun risultato..

Luciana Miocchi – Alessandro Pino (per la parte riguardante le dichiarazioni dei portavoce M5S)

 

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Capodanno con il botto in III Municipio, una raccomandata anticipa la richiesta di sfiducia per la presidenza Capoccioni – di Luciana Miocchi

29 Dic

Tanto tuonò che piovve. Gli ultimi tre fuoriusciti dal gruppo municipale dei 5 Stelle, Francesca Burri, Donatella Digiacinti e Valerio Scamarcia hanno firmato “richiesta per la formale mozione di sfiducia motivata ex art 52 DLgs 267/2000 ed ex art. 72 del regolamento municipale“, spedita poi in data 28 dicembre e anticipata via fb dalla consigliera Burri. Nello stesso post la battagliera Francesca avverte che la lettera inviata ha il solo scopo di “avvisare” gli uffici di presidenza e la Direzione del Municipio che il primo giorno utile del 2018 la mozione  verrà protocollata regolarmente. Nel frattempo non è difficile immaginare che anche gli altri componenti l’opposizione, oramai divenuta maggioranza di fatto, dovranno sfruttare il tempo delle festività di fine anno per  decidere di sottoscrivere o meno la mozione che dovrebbe mandare presidente , giunta e consiglio a casa, rimettendo prima a un commissario e poi a nuove elezioni il governo del III Municipio di Roma Capitale. Perché possa essere discussa, infatti, la sfiducia, ai sensi dell’art. 72 del regolamento municipale approvato nel 2014 con la delibera n. 10, deve essere richiesta da almeno la metà + 1  dei componenti del consiglio di piazza Sempione.

Novella infatti l’ Articolo 72, intitolato “Mozione di sfiducia del Presidente del Municipio”: 

1. La mozione di sfiducia del Presidente del Municipio, motivata e sottoscritta da almeno la metà più uno dei Consiglieri assegnati, è presentata all’Ufficio di Presidenza tramite deposito al protocollo dell’Ufficio del Consiglio Municipale e, contestualmente, trasmessa in copia al Direttore del Municipio.

2. La mozione è messa in discussione – sentita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi – non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione.

3. La discussione sulla mozione di sfiducia è aperta dal primo firmatario che può illustrarla per non più di trenta minuti. Ha quindi la parola il Presidente del Municipio per un tempo equivalente. Nella discussione successiva – alla quale non si applicano le disposizioni sulla chiusura anticipata della discussione – ciascun Consigliere può intervenire per un massimo di quindici minuti.

4. Al termine della discussione e delle eventuali dichiarazioni di voto, la mozione viene posta ai voti, a scrutinio palese, per appello nominale.

5. L’approvazione della mozione di sfiducia, con il voto della maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio, determina la cessazione dalla carica del Presidente del Municipio e della Giunta ed il conseguente scioglimento del Consiglio Municipale.

6. Approvata la mozione di sfiducia, il Consiglio Municipale, il Presidente del Municipio e la Giunta – nelle more delle procedure di scioglimento – si astengono dall’attività istituzionale, esclusa l’ordinaria amministrazione e la esecuzione di atti dovuti per disposizioni di legge o dello Statuto di Roma Capitale, per effetto di provvedimenti giurisdizionali esecutivi o per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.

7. Dell’avvenuta approvazione della mozione di sfiducia il Direttore del Municipio provvede immediatamente a darne comunicazione al Sindaco per gli adempimenti di legge.

8. Il voto del Consiglio Municipale contrario alla delibera sulle linee programmatiche del Presidente del Municipio, sul bilancio o ad una proposta presentata dal Presidente del Municipio non determina la cessazione della carica del Presidente.
La questione della sottoscrizione non è di poco conto, perché è esaustiva dell’intero modo di fare politica all’interno del Municipio: è ormai evidente che la maggioranza uscita dalle urne nel 2016 – fino ad ora compatta nell’intenzione di rimanere al proprio posto nonostante l’inferiorità numerica –  è esautorata e incapace di governare dando seguito agli atti votati in consiglio, atti che porterebbero la firma esclusiva della minoranza, in grado di votare in maniera autonoma le proprie proposte, in una sorta di unità di intenti forzosa. Però alcuni dei consiglieri  sono consapevoli di avere scarse possibilità di rielezione, quindi potrebbero non avere voglia di porre fine con così tanto anticipo alla consiliatura corrente. Timore che però non ha sfiorato i tre ribelli del Movimento, che hanno scelto, coerentemente con le proprie azioni precedenti, di dare un segnale forte ai loro colleghi all’opposizione.

Chissà se l’ormai ex presidente del Consiglio Mario Novelli ripresenterebbe ancora le proprie dimissioni, potendo conoscere le conseguenze dell’uragano scatenato sulla maggioranza dalla sua decisione, l’ascesa clamorosa e mai sognata prima di un consigliere di opposizione, Vincenzo Di Giamberardino, fino ad allora capogruppo FdI, allo scranno più alto dell’aula, con relativa fonte di imbarazzo tra le fila della dirigenza pentastellata.

Luciana Miocchi

Flash: Vincenzo Di Giamberardino è il nuovo presidente del Consiglio del Terzo Municipio – di Alessandro Pino

21 Dic

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Vincenzo Di Giamberardino (Fratelli D’ Italia) è il nuovo presidente del Consiglio del Terzo Municipio. È stato eletto il 21 dicembre e succede al dimissionario Mario Novelli. Nella foto in basso lo vedete festeggiato dai suoi colleghi del gruppo consiliare FdI Emiliano Bono, Donatella Geretto e Giordana Petrella.
Alessandro Pino

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Il M5S in III Municipio perde un altro pezzo: Il consigliere Valerio Scamarcia passa al gruppo Misto

15 Dic

La notizia è giunta pochi minuti fa, battuta intorno alle 17 dall’agenzia giornalistica dire: Valerio Scamarcia, consigliere del M5S ha ufficializzato  il proprio passaggio al gruppo misto.

Per quanto possa sembrare surreale, la maggioranza di Piazza Sempione ha perso un altro pezzo, divenedo minoranza relativa.

Questo il testo integrale del comunicato: “Ho protocollato in questo momento la lettera con cui comunico ufficialmente la mia uscita dal gruppo M5S per aderire al Gruppo misto”. Lo annuncia all’agenzia Dire il consigliere del III Municipio, Valerio Scamarcia. “E’ stata una scelta molto meditata da parte mia- aggiunge l’ex M5S- purtroppo non c’era piu’ coesione nel gruppo ormai da 18 mesi e per me la situazione era diventata insostenibile”. (Mgn/ Dire 16:59 15-12-17 . NNNN)”

Con la sua fuoriuscita dalla maggioranza più litigiosa che il Municipio abbia conosciuto, dopo Donatella Geretto, Francesca Burri e Donatella Digiacinti, senza tralasciare le dimissioni dalla carica di presidente del consiglio di Municipio di Mario Novelli, delle cui sorti non è dato sapere, essendosi lo stesso chiuso in uno stretto riserbo, la vita del governo di Montesacro targato cinque stelle diventa sempre più difficoltosa, legata a un tenue filo. Addirittura la maggioranza si troverebbe ad essere potenzialmente in inferiorità numerica, salvo altre defezioni si tratta di 12 consiglieri per il M5S e 13 alle opposizioni (quattro gruppo misto, quattro FdI, quattro Pd, 1 Lista Marchini). A meno che la presidente Capoccioni non scenda a patti con i dissidenti.

L’alternativa sarebbe il commissariamento e le elezioni per il solo Municipio. La Sindaco Raggi resterà a guardare?

La situazione si presentava tesa già dalla mattinata, quando si erano diffuse voci sulle dimissioni imminenti, tanto che è bastato vedere un movimento di fogli negli uffici per indurre il gruppo consiliare di FdI a emettere un comunicato, firmato da tutti e quattro i componenti,  per invocare le dimissioni della Presidente Capoccioni, la cui esperienza politica, testuale, “è giunta al capolinea, tra l’endemica incapacità di governare e le scorribande interne a una maggioranza litigiosa e incocludente di fatto il territorio è stato abbandonato a se stesso. Occorre dare subito un nuovo governo a Montesacro e Fratelli d’Italia è già al lavoro per restituire dignità e decoro al Municipio”. 

Dello stesso tenore il comunicato di Marco Bentivoglio, Coordinatore di FI del III Municipio e di Claudia PAssalaqua, del dipartimento regionale, anche se il partito non ha nessun consigliere seduto a piazza Sempione, che pone l’accento sul fatto che “Con l’adesione del consigliere Scamarcia al gruppo Misto, il M5s in III municipio non ha più i numeri per governare” e che quindi “ la presidente Capoccioni deve dimettersi“.

Giovedì 21 dicembre, l’ultima seduta consiliare prima delle vacanze natalizie potrebbe rivelarsi veramente incandescente. Si terrà? C’è da eleggere il nuovo presidente dell’aula. A meno di un aiuto dal gruppo misto, la maggioranza non potrà imporre il proprio candidato. La riunione salterà, rinviata a data da destinarsi? La presidente Capoccioni si dimetterà? Non resta che attendere.

Luciana Miocchi

 

 

Emanuele Blandamura: il campione europeo dei Pesi Medi è del Terzo Municipio – di Alessandro Pino

18 Lug

Da pochi giorni confermatosi campione europeo dei Pesi Medi, il trentasettenne pugile Emanuele Blandamura è uno degli atleti di livello internazionale legato al territorio del Terzo Municipio: nato a Udine vive da praticamente da sempre in zona Ateneo Salesiano e pur allenandosi regolarmente alla Pro Fighting del Maestro Agnuzzi viene spesso ad allenarsi anche nella palestra del maestro Attilio Volpe al Nuovo 

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Salario. Inoltre tiene delle lezioni presso la palestra popolare Valerio Verbano al Tufello. Ora la sua attenzione è proiettata verso una sfida culturale prima ancora che agonistica: « Da tempo combatto contro il bullismo attraverso buoni consigli, attraverso lo sport e la mia vita stessa – ha dichiarato Emanuele in un’intervista a Tg Good News – credo nel valore dello sport, dell’amicizia e che i ragazzi di oggi vadano incoraggiati a praticare sport ». In considerazione dei grandi successi sportivi di Emanuele e del suo impegno per la società arrivano adesso anche prestigiosi riconoscimenti: il presidente del Coni, Giovanni Malagò, gli ha comunicato ufficialmente che riceverà l’onoreficenza della Stella D’Argento mentre il gruppo consiliare Fdi – An del Terzo Municipio (proponente Giordana Petrella e firmatari Emiliano Bono e Vincenzo Di Giamberardino) ha presentato una mozione affinchè gli venga tributato un encomio.
Alessandro Pino
Alessandro Pino

Parco Bolivar chiuso da un anno: cosa c’è “sotto” ? – di Alessandro Pino

19 Gen

A quasi un anno dalla chiusura – avvenuta a febbraio scorso per svolgere lavori di manutenzione in seguito al crollo di un pino sulla recinzione – rimane ancora interdetto al pubblico il parco intitolato a Simon Bolivar, sullo storico Monte Sacro, nel Terzo Municipio della Capitale. La riapertura era stata annunciata già ad aprile dall’allora presidente del Terzo Municipio, Paolo Marchionne, senza che vi fosse un seguito effettivo nemmeno con il subentro della giunta pentastellata di Roberta Capoccioni. Sulla vicenda esistono teorie contrastanti in seno alla stessa maggioranza municipale: soltanto qualche giorno fa la presidente del Municipio Roberta Capoccioni con un intervento in rete ha confermato la possibile presenza di uno stato di dissesto idrogeologico della collina. L’origine del paventato pericolo di smottamenti – con rischio anche per i mezzi impegnati nella manutenzione del verde – era stata attribuita in ipotesi a una rete di caverne usate come rifugio antiaereo, esistenti sotto la collina. La tesi del dissesto però viene confutata con forza dalla consigliera di maggioranza Francesca Burri, 

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presidente della Commissione municipale Ambiente, che ha reperito in rete e reso nota a sua volta una perizia eseguita sull’area a dicembre con esito negativo. Sulla materia così si è espressa la presidente del Comitato Città Giardino, Simona Sortino: «Vorremmo avere dall’amministrazione un quadro chiaro che ci faccia comprendere la situazione attuale, anche dall’assessore (municipale all’Ambiente, ndr) Mimmo D’Orazio quale è la progettualità in vista della riapertura e chi intendono consultare affinché questa possa avvenire nel più breve tempo possibile». Per la prossima settimana si attende la presenza in Commissione Ambiente – dopo la seduta del 17 gennaio in cui si sono confrontati i consiglieri di maggioranza Francesca Burri, Francesca Liuzzi, Massimo Moretti, Mario Novelli e quelli di opposizione Federica Rampini, Francesca Leoncini, Vincenzo Di Giamberardino oltre a Simona Sortino e Manuel Bartolomeo presidente del CdQ Talenti – del dirigente dell’ufficio capitolino “gestione territoriale ambientale e del verde”; uno dei punti da sciogliere sarà capire quale sia l’ufficio competente ad agire nel caso particolare, per restituire all’utenza un luogo molto amato e frequentato.
Alessandro Pino

Stop in un modo o nell’altro alla mozione sul Tmb Salaria – di Alessandro Pino

6 Set

In un modo o nell’altro non avrà vita lunga la controversa mozione sull’impianto Ama di via Salaria presentata nei giorni scorsi da due consiglieri municipali del Movimento 5 Stelle, Massimo Moretti e Francesca Burri, quest’ultima presidente della Commissione Ambiente. L’atto – tra l’altro già modificato dopo le prime accese discussioni in rete – in cui si avanzava la proposta di un aumento dei turni di lavorazione nell’impianto al fine di smaltire più

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efficacemente la spazzatura da trattare, aveva suscitato immediatamente un vespaio di polemiche da parte di numerosi cittadini afflitti da anni dalle esalazioni provenienti dallo stabilimento. Pur trattandosi come detto di una mozione – quindi un atto di indirizzo alle autorità realmente competenti, al confine con il mero auspicio – la virulenza delle discussioni innescatesi aveva spinto la presidente del Municipio a convocare un incontro, svoltosi a piazza Sempione nel tardo pomeriggio del 6 settembre, al quale ha partecipato una cinquantina di persone circa, per lo più membri dei maggiori comitati di quartiere. Presenti anche diversi politici del Terzo: oltre ai succitati Massimo Moretti e Francesca Burri, si sono visti il presidente del Consiglio municipale Mario Novelli, gli assessori municipali Simone Proietti, Giuseppe Sartiano e Mimmo D’Orazio e i consiglieri Daniela Michelangeli, Francesca Liuzzi, Simone Said, Riccardo Evangelista, Vincenzo di Giamberardino. Un incontro caotico nel quale più di una volta si è perso di vista il centro della faccenda -. la mozione appunto – ripercorrendo per l’ennesima volta le tappe attraverso le quali si è giunti fino a oggi, reso ancor più confusionario da ripetuti interventi davvero sopra le righe, ai limiti dello scontro. La presidente Capoccioni, più volte applaudita, ha tenuto a ribadire la sua posizione per una chiusura senza se e senza ma e preso atto della contrarietà della informale assemblea nei confronti della tanto discussa mozione, della cui presentazione ha affermato essere venuta a conoscenza solo a giochi fatti. A questo punto però anche per la grande confusione regnante,  le interpretazioni dei presenti si sovrappongono e in parte contrastano: secondo alcuni la presidente rivolgendosi esplicitamente ai consiglieri di maggioranza presenti ha dichiarato che l’atto sarebbe stato bocciato in Consiglio. Secondo altri si sarebbe trattato di un invito a ritirarla prima dell’approdo nell’aula consiliare rivolto a Moretti e Burri. La presidente della Commissione Ambiente però non pare propensa a ritirare l’atto da lei sottoscritto, parlando di “diktat un po’ forte” e aggiungendo: «Un lavoro che ho fatto non lo ritirerò mai nella vita ». La caotica riunione si è conclusa con un intervento dell’assessore municipale all’ambiente, Domenico D’Orazio, che ha specificato come la auspicata chiusura del Tmb non si possa arrivare dall’oggi al domani.
Alessandro Pino

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III Municipio di Roma capitale: due assemblee in tre giorni in via Cortona contro la puzza

15 Giu

13445660_851948131578573_4169921190272623423_nLunedì tredici si è tenuto ugualmente l’incontro dei cittadini nei giardini di via Cortona, avente ad oggetto la continua puzza esasperante proveniente dall’impianto di TMB Ama di via Salaria. Nella mattinata alcuni post scritti sull’onda emotiva della rapina con feriti avvenuta poco prima alla farmacia di via Radicofani avevano dato l’impressione che l’incontro fosse stato revocato ma stante il breve lasso di tempo tra l’episodio e l’appuntamento, nonché la constatazione che fortunatamente non vi erano state vittime, ha fatto propendere per fare comunque il punto della situazione.

Diverse decine i residenti presenti. Per i politici locali Vincenzo Di Giamberardino, candidato presidente ed eletto consigliere municipale FdI alle elezioni di domenica scorsa, che nel suo programma aveva inserito la continuazione alla lotta per la chiusura dell’impianto e Riccardo Corbucci, Pd, ex assessore, dall’inizio della vicenda Ama impegnato nella lotta al Tmb. Quest’ultimo, non rientrato tra gli eletti certi all’aula Giulio Cesare, ha dichiarato “continuerò anche da cittadino a combattere come fanno da anni tante persone che ho conosciuto durante questa battaglia. Non mi è mai servito il ruolo da consigliere municipale per far interessare Comune, Regione e media ad uno dei problemi più importanti della città. Chiudere l’impianto Tmb Ama di via Salaria è un dovere morale e sarà uno dei miei impegni nei prossimi anni, come lo è stato fino ad oggi. Non mi rassegno, come già fanno la Raggi e i Cinque stelle, che già fino ad oggi non avevano fatto nulla”.

Durante la riunione si è deciso di tenere un ulteriore incontro questo pomeriggio, sempre in via Cortona, alle ore 18,30, sostenuto dai Cdq di Fidene, Villa Spada, Serpentara, Colle Salario, Ionio e Val Melaina.