
Sabato 15 maggio, presso il Salaria Sport Village si è tenuta una manifestazione dei dipendenti e degli iscritti al circolo, nel giorno simbolo della riapertura delle palestre, in quanto per questa struttura, nonostante sia stata confiscata dallo Stato quando era in piena attività, non è ancora stata delineata una linea di gestione e di riapertura. Il Comune di Roma, a cui dovrebbe essere affidata non ha ancora preso in carico effettivamente l’attività.
Fabrizio Sbraga, dipendente dal SSV con varie mansioni dal 2013 e da poco titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e co-organizzatore della protesta pacifica, ha ripercorso gli eventi che hanno portato all’iniziativa: «a causa del Covid, nel marzo 2020 è scattata la cassa integrazione. Poi finalmente è arrivata la bella notizia, che a fine maggio le palestre avrebbero riaperto ed eravamo tutti speranzosi di ripartire con le nostre vite, rimboccandoci le maniche ancora una volta. Poi, la doccia fredda: viene comunicato che la struttura non riaprirà per varie motivazioni legate alla situazione dell’azienda confiscata e mandata avanti dai custodi del tribunale, una gestione che si basa solo sugli incassi. Purtroppo, i mesi di inattività avevano creato un buco nella cassa, dovuto ai pagamenti che non potevano essere rimandati, le bollette non aspettano. Ci hanno detto che a giugno avrebbero riaperto il tennis e il primo luglio la piscina esterna, data in gestione a Lazio nuoto, che ha riaperto la struttura ma non facendo lavorare i dipendenti già in forza ma i propri. A me hanno chiesto di occuparmi del front office per gli abbonati e ho lavorato un mese, dando idea che a settembre si sarebbe ripartiti. A fine luglio 2020, all’annuncio della confisca definitiva qui sono venuti tutti, dalla Sindaca Raggi alle personalità di Comune e Regione, anche Tardelli, per la FIGC. Noi lavoratori eravamo tutti contenti, è stata fatta una riunione a settembre con i dipendenti, belle prospettive con l’idea di attendere qualche mese perché si facesse il passaggio, a dicembre ci hanno detto che ormai era imminente, questione veramente di poco. Poi di rinvio in rinvio, la firma definitiva ha continuato a slittare, fino ad arrivare a marzo 2021, a un anno dal lock down, le uniche strutture aperte sono tennis canottaggio e padel; gli abbonamenti dei soci vanno in scadenza senza averli potuti utilizzare e nessuno riesce ad avere notizie da parte di chi doveva rispondere ai soci. Credo che non dipenda più nemmeno dalla gestione precedente, il bene è stato confiscato ed è diventato bene dello Stato. Quando si sono sentite voci di nuove riaperture, ho avuto messaggi dai soci che si informavano. A uno di loro è venuta l’idea di organizzare una manifestazione pacifica – proprio nel luogo da noi tanto amato, per sport, per passione e per lavoro – è andato alla Questura per avere le autorizzazioni ed essere in regola sotto ogni profilo. Io ho seguito la vicenda per rappresentare anche un po’ i miei colleghi che non hanno la mia stessa fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato. Abbiamo deciso di riunirci e di farlo qui perché sappiamo di avere uno dei centri sportivi più belli in assoluto, per quanto riguarda sicuramente la nostra regione ma credo anche d’Italia. Ci tengo a ribadire che abbiamo seguito tutte le regole, raccolto firme per la richiesta di autorizzazione, la Questura ha convocato il socio che si è fatto carico di tenere i rapporti, è stata fatta una manifestazione tranquilla e pacifica, cercando di dare un’idea pacifica e bella, sappiamo che i tempi possono essere lunghi, conosciamo i tempi italiani e romani ma siamo fiduciosi che potremo ritornare ad allenarci qui, ad avere e a dare l’opportunità di iscriversi anche per la prima volta in questo posto bellissimo, che strega, che da la sensazione di vivere in un posto di pace, immerso nel verde, a dieci minuti dal centro, un posto stupendo e pieno di verde, un’oasi sul fiume, ben assortito. Io ci lavoravo e mi allenavo in quel posto, ci passavo dodici ore della mia giornata, abito dall’altra parte di Roma ma è diventato il mio mondo. Un po’ mi è dispiaciuto che non siano state presenti figure istituzionali ma abbiamo intenzione di rifare un altro evento, vogliamo lottare per questo nostro piccolo paradiso».
Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, per il Comitato di quartiere di Settebagni Silvia De Rosa, vice presidente e Marina Fava, membro del direttivo, rinnovando l’impegno a far sentire con forza la voce del territorio, che giudica irrunciabile il diritto e la facoltà di poter usufruire della struttura .
Raggiunto telefonicamente il presidente del III Municipio, Giovanni Caudo cosi ha replicato: «Il comune ha ceduto alla Figc l’area ma non é chiaro se e quali accordi ha preso per mantenere la struttura a servizio del quartiere come avevamo chiesto. Stiamo insistendo con il Comune per avere chiarezza su questo aspetto cruciale per noi. È cambiato l’assessore allo sport, speriamo di avere prima possibile le informazioni necessarie. Siamo a fianco dei cittadini e degli associati alla piscina, abbiamo dato la disponibilità a un incontro per dare le informazioni che avremo dal Comune.»
Luciana Miocchi