Roma: aumenti soste tariffate, a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini di periferia

20 Mag

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Strisce Blu a un euro e mezzo 02 In Campidoglio c’è stato il primo confronto, attorno a un “tavolo congiunto” delle commissioni Bilancio e Mobilità, sull’ipotesi di un innalzamento della tariffa per la sosta nelle strisce blu, abolendo nel contempo gli abbonamenti giornalieri – 4 euro per 8 ore – e mensili – 70 euro senza limitazioni – e rivedendo i criteri di parcheggio anche per i residenti delle zone con strade a veloce scorrimento e commerciali, per i quali interverrebbe, oltre l’obbligo di pagamento, anche quello di spostare la macchina trascorse tre ore dall’inizio della sosta.

Il fatto è che il Comune ha un impellente bisogno di soldi e dei 77.000 posti auto coinvolti nell’operazione, quelli del centro storico e del semicentro, almeno il 50 per cento sono occupati stabilmente da residenti e commercianti, il 25 per cento da utenti che utilizzano le forme di abbonamento. Eliminare queste ultime forme di agevolazione porterebbe altra liquidità.

Per fare un esempio spicciolo: otto ore a tariffa agevolata costano 4 euro, 22 giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì 88 euro al mese, che scendono a 70 con l’abbonamento mensile.

Col nuovo regime: otto ore per 1,5 euro per 22 giornate lavorative invece fanno 266 euro.

Anche a fronte di questo ragionamento, si sarebbe manifestata l’esigenza di “sospendere” magari momentaneamente le tariffe più convenienti. L’altra motivazione, ribadita ad ogni piè sospinto è la necessità di disincentivare l’uso del mezzo privato. Intanto l’Atac è partita con il taglio alle linee periferiche non produttive, in altri termini quelle che hanno un rapporto di costo/passeggeri trasportati/incassi in rosso. Questo perché l’azienda di trasporto, anche a seguito delle assunzioni clientelari e della falsificazione dei titoli di viaggio, non ha più mezzi finanziari né possibilità di sostituire le vetture né tantomeno incrementare il numero di corse sulle tratte più redditizie e congestionate.

Traffico 2Le linee di trasporto pubblico attualmente sono già al collasso, con mezzi fatiscenti e insufficienti, vi è uno studio che asserisce che anche l’incremento di pochi punti percentuali di utenti porterebbe alla paralisi del sistema.

Se l’opposizione in consiglio comunale – la maggioranza difficilmente sconfesserà le decisioni della giunta, a meno che la guerra al Sindaco Marino non diventi palese – non riuscirà a pretendere dei correttivi efficaci andrà a finire che, secondo un copione già consolidato da esperienze passate, le “esigenze di bilancio” e di “rieducazione” porteranno alla disperazione sempre la stessa categoria di cittadini, i romani di serie b, gli abitanti della periferia, quelli che sulla carta d’identità hanno scritto Comune di Roma Capitale ma per fare 15 chilometri con gli autobus già decimati dai tagli alle linee periferiche – improduttive o in perdita, a sentire Atac – o dalle coincidenze che raramente sono mai tali, impiegano fino a due ore per fare un percorso che in macchina, con tutta la fila, ci si mette fino a tre volte di meno che con il mezzo pubblico.

Saranno poi le donne che lavorano a subirne le conseguenze più amare, costrette a utilizzare l’auto per far quadrare il bilancio del tempo da dividere tra impiego e cure familiari, i bambini da riprendere a scuola, da portare a nuoto, dal dottore, i nonni da seguire e da accompagnare a fare visite ed esami. Come se il taglio proposto per gli orari dei nidi, l’aver fatto sparire pre e dopo scuola, sempre per esigenze di bilancio, non avesse già messo sufficientemente in crisi l’atleta del salto in lungo dell’orologio che corre.

Accadrà che chi potrà, pagherà comunque l’ennesima tassa, qualcuna rinuncerà obtorto collo all’impiego, magari pure part time e chi non potrà rinunciare a lavorare dovrà accettare di vedere ridursi la disponibilità della busta paga di quasi 200 euro al  mese, per poter continuare a tener dietro agli impegni connessi alla gestione di quella piccola impresa a conduzione familiare che è appunto una famiglia. Uno stipendio sempre più magro, reso insufficiente al punto tale da dover accettare il ricatto di meglio poco che niente, aggredito non solo dalla crisi ma anche dalle conseguenze di una gestione passata che definire allegra è poco più di un eufemismo, un qualcosa di cui non si ha colpa.

Pista ciclabile chiusaRoma è una metropoli, non si possono prendere a paragone le misure che si applicano a Malmoe.Non tutti hanno la possibilità – e la fortuna – di abitare in centro. Predicare semplicemente l’uso delle piste ciclabili, spesso invase da accampamenti abusivi e teatro in passato di alcune aggressioni sanguinarie nei punti meno frequentati (oltre che disastrate, come sulla Palmiro Togliatti), non è un’ipotesi seriamente valida per chi abita in periferia, con attraversamenti magari di strade come la tangenziale. Quanti hanno a disposizione l’uso di una doccia, arrivati a destinazione? Quanti sono nell’età e nell’efficienza fisica di pedalare magari per 15 chilometri di seguito? E d’inverno, chi dovrebbe garantirne la sicurezza al buio?

Luciana Miocchi

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