Chiude la libreria Fuorilemura di via dei Reti – ma non è colpa della crisi

18 Gen

(articolo pubblicato su http://www.europagiovani.com)

C’è un detto secondo cui quando muore un anziano è come se bruciassero dieci biblioteche. Anche nel caso inverso in cui sia una libreria a scomparire si avverte la perdita di qualcosa non definibile esattamente ma che lascia una sorta di vuoto non solo materiale. É quanto accade in questi giorni a Roma in via dei Reti, quartiere San Lorenzo, a un passo dalla Città Universitaria. Qui dal 2007 c’era la libreria “Fuorilemura”, condotta da due ragazzi, Tullia e Maurizio. Nel mondo del commercio massificato di oggi anche i libri sono entrati nell’orbita della grande distribuzione, che sia essa sinonimo di megalibrerie facenti parte di una catena o di ipermercati che accanto ai prosciutti e ai film in dvd hanno anche il reparto dedicato all’editoria. In un che per volontà delle stesse case editrici è sbilanciato a favore dei colossi commerciali l’unico modo che hanno i piccoli librai di attirare il pubblico è puntare da un lato su un rapporto con lo stesso che sia diverso da quello, asettico, che si instaura in un contesto dove un libro è considerato niente più che un codice a barre, una merce come un’altra; dall’altro, sull’organizzazione di incontri con gli autori, presentazioni di nuovi volumi, insomma iniziative che rendano il pubblico partecipe e non solo consumatore. Ed è proprio quello che avevano fatto Tullia e Maurizio, allestendo al piano inferiore della “Fuorilemura” una saletta per occasioni del genere. I problemi sono cominciati quando, due anni dopo l’apertura, un’infiltrazione d’acqua ha reso inagibile il locale riservato agli incontri, facendo venire meno proprio l’arma che consentiva alla libreria di sopravvivere nella lotta con i giganti. I due gestori ovviamente hanno cercato di ovviare alla situazione chiedendo alla proprietà dei locali di ripristinarne l’agibilità, ma senza risultato, nonostante due gradi di giudizio in sede civile fossero andati a loro favore – tanto per ricordare come funzionano le cose in Italia. Non c’è stato nulla da fare e alla fine, a malincuore, Tullia e Maurizio hanno deciso di chiudere, svendendo tutto ciò che era presente nella libreria, arredi compresi. Paradossalmente proprio la voce dei forti sconti praticati, diffusasi anche con il passaparola, ha portato numerosi clienti a varcare la soglia del negozio negli ultimi giorni di apertura per fare scorta di volumi interessanti alla metà del prezzo di copertina. Un’occasione imperdibile, seppur triste, per gli appassionati di ogni età: bambini, ragazzi e anziani davanti a tutti. I primi ad andare esauriti, gli scaffali di libri per bambini, poi quelli dei saggi e dei best seller. I due cronisti, andati per documentare, dimentichi che quando entrano in una libreria difficilmente escono a mani vuote, sono rientrati carichi di buste ma quasi in mutande. A qualcuno potrebbe forse venire in mente l’immagine degli avvoltoi che prosperano sulle altrui disgrazie, ma bisogna pensare che è anche un modo per aiutare i due sfortunati imprenditori a limitare i danni in attesa – ci si augura – di ricominciare in un’altra sede, possibilità che Tullia non esclude per un lontano futuro: adesso proprio non se ne parla perché il danno è stato grande, i tempi sono quelli che sono e anche la delusione per come sono andate le cose ha il suo peso. Mette tristezza che chiuda una piccola libreria in cui avevano creduto due appassionati – bisogna esserlo per forza per gestirne una – mentre prosperano sale slot e centri scommesse. L’amara consolazione è che tutti quei volumi andranno in casa di persone che li ameranno e che non li metteranno mai nella campana della carta da riciclare. La libreria è ancora aperta per pochi giorni, fino ad esaurimento libri.

Alessandro Pino e Luciana Miocchi

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