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La favola di Elisa e Maravilla: una ragazza di Monte Sacro e una cavallina anzianotta – di Alessandro Pino

23 Gen

Per una volta vogliamo riferirvi di una vicenda che sembra uscita dalla trama di qualche vecchio film Disney: è la storia dell’amicizia tra Elisa, una ragazza con la passione dell’equitazione che vive a Monte Sacro, nel Terzo Municipio della Capitale e…una cavallina chiamata “E. Maravilla” anche se per lei è Maravilla e basta. La storia inizia qualche anno fa, quando Elisa si arruola in ferma breve nell’Esercito, venendo destinata al Reggimento Lancieri di Montebello, un reparto a cavallo di stanza a Roma. Qui a Elisa – che viene promossa caporale – viene assegnata come cavalcatura proprio Maravilla: non è esattamente quello che si definisce un destriero, anzi a dirla tutta viene da tutti considerata un ronzino, trattandosi di una cavallina anziana, dalla salute non eccezionale ma soprattutto dal carattere difficile; con Elisa però nasce un’intesa, la ragazza sembra l’unica persona che da quella bizzosa e malandata cavallina riesce a ottenere qualcosa in più, prestandole tante attenzioni e venendone rispettata a sua volta. Un esempio tra tanti, la volta in cui Maravilla – già data per spacciata dai veterinari dopo essersi accasciata – si rialza dopo le carezze e gli incoraggiamenti di Elisa. I giorni trascorrono lieti tra prove e caroselli, però arriva infine quello del congedo di Elisa che deve salutare la sua cara Maravilla. La ragazza non solo è triste perché non la vedrà più ma è soprattutto preoccupata per quello che succederà al cavallo ormai a fine carriera, anche se il Comandante del reparto le ha promesso che verrà curata con la stessa attenzione che lei le ha riservato. Forse però anche Maravilla risente della mancanza di Elisa e senza di lei le cose non vanno più bene: il carattere della cavallina diventa ancora più difficile, un giorno tenta anche la fuga e si fa male. Elisa viene a sapere che l’animale viene alienato dal servizio e trasferito in nel Centro Equestre Militare di Grosseto: è un bel posto ma gli altri cavalli non vanno d’accordo con Maravilla 

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impedendole  anche di mangiare. È a questo punto che Elisa decide di dare concretezza a un sogno che già da tempo accarezzava: adottare Maravilla e portarla a casa in un’area adatta a lei. L’affidamento è in effetti possibile e previsto dalle norme, però in Italia la burocrazia spesso è capace di diventare una sorta di Moloch, un colosso ostile che soffoca esigenze e desideri delle persone. Inizia dunque il pellegrinaggio di Elisa – accompagnata dalla mamma – tra i vari uffici militari per capire quale sia quello competente a cui richiedere l’affidamento, nel frattempo alla ragazza viene riferito che le condizioni di salute di Maravilla peggiorano ulteriormente, è ormai diventata un mucchietto di ossi. Una volta tanto però tutto va come deve andare e i responsabili dell’Esercito dicono di sì, scrivendo il sospirato lieto fine di questa vicenda: Elisa ha potuto portare a Roma la sua cara Maravilla poco prima delle festività natalizie:«Ormai Maravilla sta galoppando verso la guarigione – commenta Elisa – ed io con lei fino a quando Nostro Signore vorrà. È stato un Natale…maravilloso!».
Alessandro Pino