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visita in anteprima alla stazione “S.Agnese – Annibaliano” della metro B1

18 Dic

 pubblicato su http://www.europagiovani.com

plastico della linea

Iniziati nel novembre del 2005, i lavori per la costruzione della prima parte della linea metropolitana B1, ovvero la diramazione che partendo dalla esistente stazione di piazza Bologna arriva – per ora – a quella di piazza Conca d’Oro, sono ormai in via di completamento e per questo motivo il 17 dicembre è stata aperta in anteprima al pubblico la fermata chiamata “S.Agnese – Annibaliano”, il cui ingresso si trova nella piazza intitolata all’imperatore romano. La stazione esternamente appare come un arena scavata nel terreno a cui si accede tramite scale e ascensori. I visitatori – numerosi nonostante la giornata piovosa – sono stati accolti dal personale di Roma Metropolitane con grande spiegamento di forze e di sorrisi. Nell’attesa di scendere nelle gallerie,  tramite l’ausilio di filmati sono state sommariamente illustrate ai visitatori le tecniche di costruzione (con talpa meccanica direzionata al millimetro grazie a dei riferimenti laser e posa di conci prefabbricati) e le dotazioni della linea (impianti di ventilazione, comunicazione, videosorveglianza e traslazione, vale a dire scale mobili e ascensori).

il plastico della stazione

Finalmente, i partecipanti a gruppi di venti sono stati accompagnati fino ai due piani binari, il più profondo dei quali si trova a circa quaranta metri sotto il piano stradale. Alla vista delle pareti dipinte di fresco (un grigio un po’ deprimente, ma a detta dei tecnici è il colore che meglio “regge” lo sporco) qualcuno non ha potuto fare a meno di considerare che ben presto non saranno più tali, data la sindrome dello “scarabocchio urbano” che colpisce i muri puliti. Ma con l’applicazione delle nuove tecniche, le superfici sono state sottoposte a un trattamento – che va periodicamente rinnovato per mantenerne l’efficacia – che ne rende più facile il lavaggio in caso di atti vandalici, quindi il decoro dovrebbe essere assicurato nonostante l’utenza maleducata. In corrispondenza dei tornelli ancora incellophanati i visitatori hanno trovato ad attenderli un fornitissimo buffet.

sulle banchine

Per i più piccoli era stata prevista la distribuzione di palloncini e di zucchero filato, apprezzato anche da alcuni reporter che giovani lo sono rimasti dentro. Come ultima, gradita cortesia, a ognuno è stato distribuito un buono per un regalo,  un souvenir della giornata.

la tazza gadget andata a ruba

Letteralmente a ruba le tazze in ceramica con il marchio di Roma Metropolitane, qualche penna in cartoncino riciclato, qualche maglietta con il logo Roma Metropolitane, simile a quella utilizzata dagli operai del cantiere. Quasi snobbati i mini panettoncini, i meno graditi in assoluto. Alla fine del percorso un libro per raccogliere le impressioni e…i recapiti dell’utenza.

i tornelli della stazione

 

 

 

 

 

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Luciana Miocchi e Alessandro Pino.

Cartelli stradali “spiritosi” – una fotonotizia di Alessandro Pino

18 Dic

Via della Cerasina” o “della Cesarina” ?

Da alcuni giorni sono iniziati i lavori di ripristino di via della Cesarina, dopo i gravi danni riportati a  causa delle piogge cadute dalla fine di ottobre in poi, quando smottamenti e allagamenti ne avevano consigliato la chiusura al transito. Riaperta successivamente ma con delle limitazioni, adesso è di nuovo interrotta all’altezza del civico 212 per consentire l’intervento, come c’è scritto su un cartello posto all’incrocio della stessa strada con le vie della Marcigliana e di Tor San Giovanni. Guardando bene l’avviso ci si accorge però che il toponimo “della Cesarina” è stato storpiato in “della Cerasina”, quasi che il malaccorto compilatore avesse in mente qualche sagra delle ciliegie. Magari conservate sotto alcool, cosa che spiegherebbe la svista occorsa…

Alessandro Pino

Piazza del popolo: “Se non le donne, chi?”Le donne italiane scendono in piazza per manifestare contro il governo – di Alba Vastano

18 Dic

L’obiettivo è di riportare le donne al centro della politica. Lavoro, welfare, rappresentanza e comunicazione i temi sollevati.

Solo affievolite le voci rosa del comitato “Se non ora quando”, hanno ripreso piena sonorità  a piazza del Popolo. Il 13 febbraio  sotto il sole e domenica  11 dicembre sotto un cielo plumbeo, ma lo spirito è lo stesso: fiero, combattivo e indignato. Non demordono le donne italiane, vogliono essere riconosciute e la politica attuale continua a non farlo.

Dal palco, allestito per l’evento che ha visto scendere in piazza migliaia di persone, si sono levate le voci di protesta di molti personaggi del  mondo della politica e dello spettacolo, fra cui la regista Cristina Comencini, l’avvocato Giulia Bongiorno, deputato Fli (Futuro e libertà) e le cantanti Paola Turci e Emma.

«Chiediamo al governo di mettere le donne al centro dello sviluppo. Il welfare delle donne non è una spesa, ma un investimento» afferma Cristina Comencini.

«Gli asili nido al centro di Roma sono inesistenti, bisogna crearli per  la sicurezza della lavoratrici madri. Alla camera dei deputati c’è un barbiere, ma non un nido- dichiara Giulia Bongiorno-In un momento così difficile per il paese a tutti viene chiesto tanto, alle donne ancora di più».

E sul tema del lavoro si pronuncia Luisa Rizzitelli del comitato Snoq(Se non ora quando) «Le donne italiane lavorano anche 60 ore settimanali, più di tutte in Europa. Hanno ancora stipendi più bassi degli uomini fino al 30 per cento e  sono ancora sistematicamente escluse dai luoghi decisionali».

Un coro unanime di proteste al femminile, affinché alla donna venga riconosciuta pari dignità sociale. A richieste sul tema delle pensioni  risponde la Bongiorno «L’età pensionabile si può allungare per equipararsi alla media europea, ma contemporaneamente non si può non aiutare la persona in difficoltà, quando deve conciliare il lavoro con le responsabilità della famiglia».

Ventimila a Roma, centomila in  altre piazze italiane le voci rosa che hanno chiesto centralità  nel dibattito politico italiano, maggiore possibilità di partecipazione per portare il paese verso un cammino di ripresa, di equità e di rinascita, perché “Se non le donne, chi?”.

Alba Vastano