Un disservizio di una nota ditta di trasporti. Due ore l’attesa al parco Nobile di Settebagni e alla scuola Stern. Le denunce dei genitori e delle docenti
Quanto accaduto l’otto maggio alle classi quinte della scuole Giovanni Paolo e Stern (I. c. Uruguay) si può definire grottesco, se non fosse in realtà semplicemente il frutto di una pessima gestione organizzativa di una ditta di trasporti, addetta alle gite scolastiche. Un’uscita prenotata da almeno due mesi dall’amministrazione scolastica. Pagamento delle quote anticipato, autorizzazioni in regola. Raduno al parco Nobile per le h.8,30, Partenza prevista per le h. 8.40. Bambini allegri, sole e saluti alle famiglie. Alle h.9 non si vede ancora l’ombra di un pullman. Inizia un tam tam telefonico incrociatissimo per la serie “Chi l’ha visto” (il pullman).Maestre-segreteria scuola. Genitori-preside. Preside-agenzia. Genitori agenzia. Maestre-vigili. Genitori-Carabinieri di zona. Tutti erano al telefono, tranne i bambini che, ignari, giocavano a saltarello. Alle h.10 il mistero-pullman si scioglie. Lo svela direttamente la ditta, inserendo la notizia fra la fitta rete di telefonate. E arriva “fresca fresca” al parco Nobile l’informazione che la macchina non sarebbe mai arrivata, perché semplicemente non c’era a disposizione alcuna macchina. Ridere? Arrabbiarsi? Mitra? (No, quello no). In fondo siamo ancora civili. Si torna a scuola con la coda fra le gambe, ma anche con un certo risentimento che trova sfogo in parole non propriamente esemplari. E partono denunce, anche queste incrociate. Le docenti e le famiglie della Stern la scrivono e la presentano alla Preside, dopo essersi confrontate con le colleghe di Settebagni. CosÍ fanno le docenti della scuola “Giovanni Paolo” , dopo averla resa nota alle famiglie. Il tutto è arrivato alla d.s. che la inoltrerà all’agenzia dai pullman fantasma. La questione ha avuto un seguito, proprio negli ultimissimi giorni. La società ha scritto alla preside profondendosi in scuse da monaci in fase di catarsi. E arriva anche la proposta scritta di uno sconto del 30 % sulla prossima gita. Buon senso vorrebbe che si chiudessero tutti i rapporti con siffatta mala gestione organizzativa, ma la gita, nonostante tutto si farà con loro, piuttosto che rinunciarci definitivamente. Perché i figli sono “piezz e core” e farli rinunciare all’ultima gita della scuola primaria, per la seconda volta, sarebbe davvero crudele. Sempre perché siamo in Italy. Da immaginare cosa sarebbe accaduto se l’inaffidabile agenzia avesse spostato il medesimo servizio dell’otto maggio un po’ più a nord. Oltralpe. Ad esempio a Berlino. Lo sconto proposto non sarebbe stato lo stesso. Forse, i responsabili della maldestra ditta, per rimediare al danno, avrebbero dovuto offrire tre anni di gite gratuite a tutta la scuola. Ma è anche probabile, che all’ombra della Merkel, gli sarebbe stata revocata per sempre la licenza di esercitare. Altro che il 30% di sconto.
Alba Vastano
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