Oggi il corteo per il presidio asl a Settebagni, anche se la Asl ha chiarito che il centro prelievi ripartirà il 3 ottobre e arriveranno altri servizi. Ecco perché il Cdq ha insistito per cercare il confronto con tutti i rappresentanti eletti
Il corteo partirà regolarmente alle 19,30, come da autorizzazioni richieste più di una settimana fa, alle prime voci che il presidio Asl di Salita della Marcigliana a Settebagni avrebbe riaperto non come punto prelievi ma come SerD. Lunedì la lettera del reggente Asl dava notizia della riapertura per il centro prelievi e l’aggiunta di altri servizi. Allora perché continuare nelle azioni già organizzate?
Per comprendere fino in fondo la vicessitudine, bisogna ricostruire alcuni passaggi fondamentali.
Innanzi tutto, a Giugno 2024 finalmente, una comunicazione inviata al Comitato di quartiere dal Dirigente Asl del III distretto, dava notizia che in Settembre il servizio analisi sarebbe tornato nella sede di Salita della Marcigliana, sia pure per solo un giorno a settimana, dopo la chiusura per l’emergenza covid, che aveva trasformato la struttura in centro tamponi non aperto al pubblico. Invece, l’ambulanza 118 e la postazione ares anch’esse presenti nella stessa struttura, era stata trasferita all’improvviso, senza darne notizia, nel pieno del deserto agostano. Da un giorno all’altro, sparita e riapparsa davanti alla Asl di via Monte Rocchetta, al Tufello, senza che venisse comunicato nulla. E poi, circa dieci giorni fa, quel chiacchiericcio circa i lavori che si stavano svolgendo dentro la struttura, che non sarebbero stati per riaprire i locali con il servizio prelievi ma per aprire un SerD, sigla che fino a quel momento nessuno mai nel quartiere aveva sentito nominare.
Bisogna ricordare che la struttura Asl di Settebagni, è sempre stata, nei circa cento anni di esistenza, un presidio sanitario sul territorio, prima come condotta medica, poi, negli ultimi trent’anni è stata sede di un centro prelievi e visite specialistiche, con la presenza di una postazione fissa del 118. Servizi fortemente richiesti dalla popolazione, per i quali si è combattuto a lungo, coinvolgendo gli amministratori locali dell’epoca. E’ successo che nel tempo la ASL ha ridimensionato il servizio, fino ad eliminare gli specialisti, per asseriti motivi di organico e del fatto che la struttura era troppo fuori mano per il resto del territorio e scarsamente servita dai mezzi pubblici. Appunto, un servizio di prossimità, per i quartieri di Settebagni e di Castel Giubileo, le periferie nate con il peccato originale degli insediamenti cresciuti in maniera spontanea all’epoca del boom economico, quindi sempre ultime nell’accesso di qualsiasi utilità pubblica, nonostante da tempo siano state “sanate” e diventate perfino appetibili per l’imprenditoria edilizia. Allo scoppio del Covid, data la posizione strategicamente isolata rispetto alle altre proprietà dell’asl, L’ambulatorio è stato trasformato in centro tamponi, non aperto al pubblico.

Il Comitato di Quartiere di Settebagni, una volta verificata l’attendibilità delle voci ha immediatamente abbiamo iniziato una fitta serie di telefonate e di mail e di pec per ottenere una risposta da girare alla popolazione e da utilizzare per prendere le necessarie, eventuali azioni. Per una settimana non si è riuscito a sapere nulla, nessun uicio pubblico sembrava essere al corrente della questione, come se la decisione fosse stata presa in una dimensione parallela o non ci fosse e tutto fosse il frutto di un’allucinazione collettiva. Il Cdq ha ottenuto quindi una richiesta di interrogazione scritta urgente, da
parte del consigliere di opposizione Fabrizio Bevilacqua e il deposito di tre atti da parte della consigliera
di maggioranza Federica Rampini. Ma risposte concrete, certe, nessuna. Si è cercato sia in Municipio,
che in regione. Alla asl, il funzionario firmatario della lettera di giugno, risultava essere andato in
pensione. «Venerdì 20 settembre – dice Marina Fava, presidente del Cdq Settebagni -siamo arrivati a rivolgerci direttamente al Sindaco, attraverso il suo staff, che ha interessato l’assessora Funari e i delegati presso la Asl Rm1 Moriconi e i vertici dell’amministrazione capitolina, che nonostante il fine settimana di mezzo, hanno iniziato le verifiche delle procedure rispetto agli impegni presi e noti, provocando la risposta della Asl, notificata tramite pec al Comitato nel tardo pomeriggio di lunedì 23, poco prima dell’inizio della manifestazione davanti la asl». Sabato 21, però, andando davanti il presidio, in tanti avevano notato il gran via vai di persone all’opera, ottenendone la conferma che il servizio SerD avrebbe aperto effettivamente il lunedì successivo, il 23, appunto. Lunedì mattina quindi, alcuni pensionati sono tornati spontaneamente sul posto e hanno constatato l’effettiva apertura del SerD. Altro che chiacchiere a vuoto, messe ad arte da qualcuno per danneggiare chissà chi. Del servizio analisi, ovviamente nemmeno l’ombra.
Ovviamente l’assemblea di lunedì, preceduta di poche ore dalla lettera della Asl, tenuta sotto la pioggia, è stata molto partecipata ed ha visto presenti il presidente del municipio Marchionne e l’assessora Romano, nonché molti consiglieri municipali. Prosegue la prof. Fava «Ci è dispiaciuto che il presidente Marchionne abbia cercato di mettere in bocca ai residenti parole che non abbiamo mai detto né pensato, nessuno stigma per nessuno che abbia una dipendenza, semplicemente c’è stato sostituito un servizio che rispondeva alle esigenze dei più fragili, lasciandoli scoperti, con un altro, per persone altrettanto fragili che però è estraneo alle esigenze sempre manifestate a chiunque ci abbia voluto ascoltare. Vogliamo riavere in dietro il 118 Ares, il centro prelievi e le visite specialistiche, che si dia seguito allo
Spoke, come previsto da un documento d’intesa tra asl e Municipio del 2023, con tutto quello che prevede il divenire un poliambulatorio di cure primarie. La lettera della Asl in risposta a parte delle nostre domande, ottenuta molto faticosamente e per diretto impegno degli uffici del Sindaco, ci da qualche speranza.. Ma arrivati a questo punto non ci sentiamo di credere alle promesse fatteci in extremis fin quando le prestazioni non saranno effettivamente erogate al pubblico. Chiediamo poi, che il SerD venga spostato, come individuato in precedenza nell’accordo ASL-Municipio del 2023. La mancanza di trasparenza e di comunicazione fa di questi danni e il constatare che i pochi volenterosi consiglieri municipali, rappresentanti dell’organo amministrativo di prossimità, quindi più vicino al cittadino, che si sono impegnati per cercare di trovare delle risposte per la popolazione, hanno brancolato nel buio quanto noi, ci lascia l’amaro in bocca. La fiducia è un bene prezioso, facile da perdere e difficile da riconquistare. Questa sera la manifestazione dei cittadini si terrà, non solo protesta per il trattamento subito ma soprattutto per ascoltare gli amministratori che verranno a parlarci, mettendoci la faccia, a garantire che i servizi verranno restituiti alla popolazione e ampliati, che le comunicazioni delle istituzioni non sono carta straccia da sostituire a piacimento e in forma anonima. Ecco, ci piacerebbe che qualcuno chiedesse scusa agli abitanti di periferia e ai piu fragili, che non sono un problema da nascondere lontano, costi quel che costi».
Luciana Miocchi
