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Roma IV Municipio: a Castel Giubileo chiude l’asilo nido per problemi di umidità. Riaprirà. Quando non si sa

13 Lug

Polemiche sulla chiusura dell’asilo nido Castello di Gelsomina. Per ora chiude, poi riaprirà. Quando, non si sa.

foto A, Pino

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

L’asilo nido comunale“Castello di Gelsomina” di via di Castel Giubileo è stato chiuso. I genitori dei bimbi che lo frequentavano, preoccupati dal fatto di non riuscire ad avere notizie certe circa le sorti della struttura, sono stati ricevuti anche dalla commissione scuola del Municipio. All’origine del provvedimento, un documento redatto nell’aprile scorso dal pediatra della struttura, che chiedeva di trovare una soluzione allo stato di umidità dei luoghi.

Con un comunicato diffuso attraverso il suo blog, il vice presidente del consiglio municipale (qui il testo completo della nota) Riccardo Corbucci contesta tale chiusura perché “Da una lettura della normativa nazionale, regionale e comunale in materia, non ci sembra che un parere seppur autorevole di un funzionario dell’azienda sanitaria, possa da solo portare alla decisione della chiusura della struttura. Appare chiaro, quindi, che la giunta Bonelli abbia voluto utilizzare questa nota, che peraltro non chiede di sospendere il servizio, come scusa per chiudere l’asilo nido”.

Il problema della vicenda è a ben guardare, come spesso accade nei rapporti con le istituzioni, la mancanza o l’incompletezza delle informazioni. L’asilo nido, è un dato di fatto, allo stato risulta chiuso. Già cominciano ad apparire i primi graffiti, i primi segni di quel che sarà se la struttura rimarrà inutilizzata, senza traccia di cantierizzazione di qualsiasi natura. Aggiungendo altri soldi al conto di una qualsiasi ristrutturazione.

Raggiunto telefonicamente, il presidente della Commissione consiliare Scuola, competente per materia, Emiliano Bono, Pdl ha dichiarato che «finche la giunta non emette una delibera apposita in cui dice che si chiude l’asilo nido Castello di Gelsomina, si apre l’asilo nido Cerusico e i bambini di castello passano li, in realtà tutto quel che si dice è soltanto un’illazione. Sicuramente noi stiamo prendendo una decisione, in accordo con il presidente del Municipio Bonelli e con l’assessore Filini, totalmente e unicamente legata alla salute dei bambini. Questa è una decisione politicamente penalizzante, perchè noi come maggioranza avremmo molto più interesse a che il nido rimanga aperto e che a Cerusico facciamo entrare altri sessanta bambini. Rinunciamo ad una vittoria politica per salvaguardare la salute dei bimbi del nido Castello di Gelsomina».
La chiusura del nido di via di Castel Giubileo sarà definitiva o farete lavori di bonifica?
«No, assolutamente. La chiusura è momentanea con l’intenzione di andare a reperire le somme, che sono all’incirca un milione e mezzo per la ristrutturazione totale del nido»
Il presidente Bonelli però, pare abbia detto che non ci sono soldi per fare una cosa del genere..
«
In questo momento non ci sono, è ovvio. Ma non è che chiudiamo e rimane chiuso, perché abbiamo l’intento di riaprirlo. Oggi non possiamo non chiudere e tenere i bambini in una struttura non sana, piena d’umidità».

Il fatto è che è arrivata l’ordinanza di chiusura ma senza spiegazioni esaudienti, poi la gente si incazza, presidente Bono. Già si intravedono i primi colpi dei vandali. Prima o poi arriverà qualcuno ad occuparlo e lo reclamerà senza bando, come sta diventando prassi.

«No, prenderemo ogni provvedimento necessario ad impedire qualsiasi tipo di occupazione. Su questo mi impegno personalmente».

La zona ove è costruito il nido è di derivazione acquitrinosa, come la parte più bassa di Castel Giubileo. Sotto il ponte del Gra sono in funzione le idrovore, il Tevere è vicino. La scuola elementare con l’annessa scuola dell’infanzia, separate dal nido soltanto dal parco pubblico, potrebbero un giorno trovarsi nella stessa condizione che oggi ha portato alla chiusura del nido. Infatti i genitori sono preoccupati dal fatto che si metta mano alle chiusure prendendo una facile ed economica scorciatoia piuttosto che lavorare per mantenere vivo il quartiere, proteggendo quei servizi che impediscono che diventi un ghetto dormitorio.
Il comunicato congiunto Bonelli-Filini, in risposta alle affermazioni di Corbucci non si è fatto attendere ed è di quelli da guerra dichiarata: si accusa il consigliere Pd di fare irresponsabile, strumentale polemica politica, di non avere figli e quindi non capire le esigenze dei genitori dei piccoli che si ammalano (qui il testo completo) .

Giovedì 19 luglio, durante la seduta settimanale del consiglio municipale, ore di rito, sarà discusso, nell’aula di Piazza Sempione un ordine del giornodal Pd per chiedere di reperire le risorse necessarie in bilancio, per effettuare i lavori di riqualificazione dell’asilo nido.

Luciana Miocchi

Chiude la libreria Fuorilemura di via dei Reti – ma non è colpa della crisi

18 Gen

(articolo pubblicato su http://www.europagiovani.com)

C’è un detto secondo cui quando muore un anziano è come se bruciassero dieci biblioteche. Anche nel caso inverso in cui sia una libreria a scomparire si avverte la perdita di qualcosa non definibile esattamente ma che lascia una sorta di vuoto non solo materiale. É quanto accade in questi giorni a Roma in via dei Reti, quartiere San Lorenzo, a un passo dalla Città Universitaria. Qui dal 2007 c’era la libreria “Fuorilemura”, condotta da due ragazzi, Tullia e Maurizio. Nel mondo del commercio massificato di oggi anche i libri sono entrati nell’orbita della grande distribuzione, che sia essa sinonimo di megalibrerie facenti parte di una catena o di ipermercati che accanto ai prosciutti e ai film in dvd hanno anche il reparto dedicato all’editoria. In un che per volontà delle stesse case editrici è sbilanciato a favore dei colossi commerciali l’unico modo che hanno i piccoli librai di attirare il pubblico è puntare da un lato su un rapporto con lo stesso che sia diverso da quello, asettico, che si instaura in un contesto dove un libro è considerato niente più che un codice a barre, una merce come un’altra; dall’altro, sull’organizzazione di incontri con gli autori, presentazioni di nuovi volumi, insomma iniziative che rendano il pubblico partecipe e non solo consumatore. Ed è proprio quello che avevano fatto Tullia e Maurizio, allestendo al piano inferiore della “Fuorilemura” una saletta per occasioni del genere. I problemi sono cominciati quando, due anni dopo l’apertura, un’infiltrazione d’acqua ha reso inagibile il locale riservato agli incontri, facendo venire meno proprio l’arma che consentiva alla libreria di sopravvivere nella lotta con i giganti. I due gestori ovviamente hanno cercato di ovviare alla situazione chiedendo alla proprietà dei locali di ripristinarne l’agibilità, ma senza risultato, nonostante due gradi di giudizio in sede civile fossero andati a loro favore – tanto per ricordare come funzionano le cose in Italia. Non c’è stato nulla da fare e alla fine, a malincuore, Tullia e Maurizio hanno deciso di chiudere, svendendo tutto ciò che era presente nella libreria, arredi compresi. Paradossalmente proprio la voce dei forti sconti praticati, diffusasi anche con il passaparola, ha portato numerosi clienti a varcare la soglia del negozio negli ultimi giorni di apertura per fare scorta di volumi interessanti alla metà del prezzo di copertina. Un’occasione imperdibile, seppur triste, per gli appassionati di ogni età: bambini, ragazzi e anziani davanti a tutti. I primi ad andare esauriti, gli scaffali di libri per bambini, poi quelli dei saggi e dei best seller. I due cronisti, andati per documentare, dimentichi che quando entrano in una libreria difficilmente escono a mani vuote, sono rientrati carichi di buste ma quasi in mutande. A qualcuno potrebbe forse venire in mente l’immagine degli avvoltoi che prosperano sulle altrui disgrazie, ma bisogna pensare che è anche un modo per aiutare i due sfortunati imprenditori a limitare i danni in attesa – ci si augura – di ricominciare in un’altra sede, possibilità che Tullia non esclude per un lontano futuro: adesso proprio non se ne parla perché il danno è stato grande, i tempi sono quelli che sono e anche la delusione per come sono andate le cose ha il suo peso. Mette tristezza che chiuda una piccola libreria in cui avevano creduto due appassionati – bisogna esserlo per forza per gestirne una – mentre prosperano sale slot e centri scommesse. L’amara consolazione è che tutti quei volumi andranno in casa di persone che li ameranno e che non li metteranno mai nella campana della carta da riciclare. La libreria è ancora aperta per pochi giorni, fino ad esaurimento libri.

Alessandro Pino e Luciana Miocchi