Viva l’Itavia! – di Alessandro Pino

21 Apr

Gli ex dipendenti della compagnia aerea tutti insieme per l’incontro annuale

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Già a prima vista, mentre animano con la loro allegra pipinara il borgo di Tragliata – nell’agro romano a nordovest della Capitale – si sente nell’aria una effervescenza contagiosa che mette di buonumore e si capisce subito che i capelli saranno pure grigi ma il brio e lo stile sono rimasti quelli di quando cavalcavano l’aria entrando infine, loro malgrado, nella storia d’Italia: sono i membri della associazione “Noi dell’Itavia” che raccoglie gli ex dipendenti della compagnia aerea da tutti ricordata solo per la vicenda di Ustica ma che alla fine degli anni Settanta rappresentò una dinamica realtà nei cieli della penisola, riunitisi lo scorso 18 aprile per l’incontro annuale. DSC_0060

Poco dopo il maledetto 27 giugno del 1980 le loro strade professionali si divisero, transitando in diverse linee aeree, ma rimase ben saldo il senso di appartenenza a quella che – lo si capisce parlandoci e sentendoli conversare tra loro – consideravano e considerano tuttora una grande famiglia più che un’azienda: si tengono in contatto anche tramite un gruppo Facebook. Tutti mescolati tra loro nel gradevole giardino fuori il vecchio casale riadattato a ristorante, piloti, assistenti di volo, impiegati e tecnici, senza dividersi per ruoli come invece – confida uno per esperienza personale – accade nelle riunioni tra i membri di altre compagnie.   DSC_0071 All’arrivo, la fila per registrare la presenza e pagare la quota di partecipazione ricorda un po’ il check in aeroportuale; di fianco al tavolino dell’organizzazione, un cavalletto sostiene la foto del celebre I-TIGI, il Dc 9 che fu distrutto  a Ustica con equipaggio e passeggeri, su cui si sommano le firme dei partecipanti e che a fine giornata risulta praticamente coperta. Intanto il fiume dei ricordi e degli aneddoti continua a scorrere, le chiacchere non si interrompono nemmeno quando vengono serviti gli aperitivi. A un certo punto arriva anche una giovane coppia con i caschi da motociclisti sotto braccio, capitata per caso alla ricerca di un ristorante; incuriositi chiedono informazioni sulla riunione e si scopre che lui è un pilota della Ryanair.DSC_0080

A qualche metro di distanza sono esposti alcuni cimeli: sacchi postali, sacchi per la zavorra, posacenere, una cravatta, un grembiule da hostess, persino una confezione con due minuscole bottiglie di marsala che veniva data in omaggio ai passeggeri – e subito qualcuno racconta divertito di quando si dovette investigare per capire come mai in alcune occasioni sparivano misteriosamente prima di poter essere distribuite a bordo pur essendo state caricate sull’aereo. Non mancano due grossi faldoni che raccolgono articoli di giornale riguardanti l’Itavia pubblicati nel corso degli anni.  All’ingresso del ristorante, una   foto praticamente  a grandezza naturale di Aldo Davanzali, il DSC_0093 presidente dell’Itavia, scomparso nel 2005, dà l’impressione che al convivio partecipi anche colui che ancora chiamano con affetto “l’Avvocato”; a conferma del carattere familiare che animò la vita dell’Itavia, la presenza all’incontro della figlia di Davanzali, signora Luisa. Si è scritto che Ustica fu il pretesto usato da poteri forti per porre fine all’esistenza di una compagnia privata “scomoda” come l’Itavia nei confronti di altre società e a distanza di trentacinque anni si percepisce ancora l’amarezza nelle parole degli ex dipendenti: DSC_0085

ovviamente per le vittime, per le traversie economiche che loro stessi vissero dopo la perdita del lavoro ma anche per la campagna di linciaggio morale cui fu sottoposto il “loro” Avvocato, accusato di far volare carrette malmesse quando poi fu acclarato che le cause del disastro furono altre. Intanto però il misfatto era compiuto e da allora non hanno più volato aerei con il nome Itavia scritto sulla DSC_0089 fusoliera. Sarà così per sempre o qualche imprenditore, contagiato dal loro entusiasmo che li fa sembrare appena scesi dalla scaletta, proverà a recuperare il marchio magari per dare vita a una nuova aerolinea? Chissà…

Alessandro Pino

 

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