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Perché sul treno preferiamo viaggiare con Alain Elkann e non con dei trogloditi- di Alessandro Pino

24 Lug

Ha suscitato l’ilarità della Rete ma anche una presa di posizione della redazione di “Repubblica” il breve articolo di costume uscito sulla pagina culturale del medesimo quotidiano e firmato dal noto giornalista Alain Elkann- tra l’altro padre di John Elkann, vale a dire l’editore del giornale in questione.

Nel testo Alain Elkann riferisce di una sua recentissima esperienza durante un trasferimento verso la Puglia a bordo del treno Italo, attorniato da giovani malvestiti in pantaloncini e cappellini sportivi- in contrasto con i suoi abiti di pregevole fattura- e chiassosi, così molesti ed estranei alla sua figura di gentiluomo e intellettuale, munito per l’occasione di cartella in cuoio, penna stilografica per prendere appunti su un taccuino (immaginiamo di Pineider), intento a leggere alcune pagine di Proust durante il viaggio. Giovani privi di orologio, vale a dire l’accessorio indispensabile per una persona civile come Elkann, che sicuramente al suo polso allaccia il segnatempo di prestigiose ed esclusive maison elvetiche.

Bene, a fronte del pubblico e sguaiato ludibrio cui è stato esposto Alain Elkann, additato come un asociale spocchioso e fuori dal tempo, classista e con la puzza sotto al naso, affermiamo qui chiaramente- ma senza urlare, per carità- che ha ragione lui e chi ne ride è un troglodita, anzi un lanzichenecco, per usare il termine che Elkann stesso ha scelto per descrivere i suoi compagni di viaggio.

Perché da un lato abbiamo l’idealtipo di un intellettuale elegante e misurato, dai gusti raffinati, di buone letture, che sa ancora apprezzare il bello e il buono della vita.

Dall’altro- anzi, nello stesso vagone, purtroppo- una masnada di rappresentanti delle masse che oggi dilagano, ridicolmente tatuati, rumorose, attente solo a una apparenza cafona da social network, magari di quelli che postano stolte “challenge” per raccattare i like, vale a dire la moneta corrente della popolarità stracciona e vacua oggi imperante, quelli il cui traguardo più ambizioso è la partecipazione a un reality show.

In definitiva: viaggiando in treno vorremo avere come vicino di posto proprio lui, il povero (si fa per dire) Alain Elkann e non i giovinastri vocianti e incolti come ce ne sono troppi.
Alessandro Pino

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