
[ROMA] É appena uscito in libreria, edito da Piemme, “La giostra del perdono”, quarto romanzo giallo scritto dalla giornalista Cristina Stillitano che finalmente e con pieno merito approda alla pubblicazione con una grande Casa editrice, dopo i primi tre volumi dati alle stampe autonomamente.
La presentazione romana del volume è avvenuta davanti a un folto pubblico nella elegante cornice (marmi, colonne ioniche e affreschi) della libreria Spazio Sette: accanto all’autrice c’erano i giornalisti Pietro Piovani e Ugo Barbara mentre alcuni brani sono stati letti dall’attrice Cecilia De Angelis.
Protagonista della vicenda è come nei precedenti romanzi il commissario Agostino Clodoveo- figura di poliziotto che come ispirazione «guarda un po’ a Maigret per stazza e carattere. Burbero, rustico, alla mano, solo perché vedovo, musone e che usa l’umanità come arma segreta intesa come capacità di leggere l’animo» racconta Stillitano- e che si muove nella Roma degli anni Cinquanta, descritta con una accurata ricostruzione storica che arriva fino nei dettagli, inclusi i vespasiani.
Anche perché la Capitale di quel periodo non è così raccontata, a differenza di quella degli anni successivi: è un’epoca segnata dal cliché di Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze Romane ma a ben vedere non si è mai andati oltre quella cartolina idealizzata e che rimase tale perché spazzata via da ciò che è venuto dopo.
Ed è sicuramente anche questa dovizia di particolari e di atmosfere proustianamente evocative di un mondo remoto che le ha permesso di costruirsi da sola, pezzetto dopo pezzetto, una sua platea di lettori sempre più vasta e affezionata decretando un successo eclatante. «. A me piace perche era un periodo di grandi speranze e voglia di ricominciare. Cerco di fare respirare quella atmosfera che mi sono fatta raccontare da chi li ha vissuti. Dopo tre autopubblicati è una grande emozione vedere il mio libro in libreria».
Ovviamente non c’è solo questo: “La giostra del perdono”, al pari dei precedenti libri con il commissario Clodoveo, è un giallo letterario del quale gustare le tantissime sfumature con cui Cristina Stillitano riesce a dare un’anima a personaggi e ambienti, connaturandoli con una cifra espressiva inconfondibile e sorprendente, come se per fare ciò riuscisse a calarsi nella testa di personaggi collocati settant’anni fa:
«Immaginare la vita delle persone è un gioco che faccio sempre continuamente, l’ho sempre fatto da quando ero piccola e in vacanza a Fiuggi al ristorante mi divertivo a indovinare cosa facevano nella vita le persone sedute a tavola in quel momento»
E naturalmente c’è una una trama investigativa ricca e forte che al pari degli altri elementi ha fatto meritare a Cristina Stillitano l’appellativo di “Agatha Christie italiana”, come spiega la stessa scrittrice: «La trama per me è il momento più complicato perché amo svilupparne di complesse e non sono mai soddisfatta.
Tutto può dare ispirazione, una cosa che ho letto, una foto, da li inizio a sviluppare il groviglio, poi è come se vedessi il film del romanzo prima di scriverlo. Le mie non sono mai trame semplici e lineari ma in genere ci sono più livelli di lettura del mistero e questo comporta un lavoro impegnativo, spesso per organizzare una trama ci vogliono alcuni mesi in cui sono sofferente e assorta sullo sviluppo. Il gioco di scoprire il colpevole deve divertire sia lo scrittore a organizzarlo che il lettore nel partecipare alla pari, avendo tutti gli elementi per risolvere il giallo anche prima dell’investigatore e ol finale per me deve essere logico e coerente con lo svolgimento, questo per me è il bello del leggere i gialli. ».
E allora, dando per assodato che ci saranno nuovi episodi del commissario Clodoveo- perché la pubblicazione con una casa editrice come Piemme per Cristina Stillitano non è un traguardo ma il punto di partenza di una nuova fase- non resta dunque attendere che altra gente muoia ammazzata nella Roma degli anni Cinquanta per poterli leggere…
A cura di Alessandro Pino