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III Municipio di Roma Capitale: Gita scolastica. Arriva il pullman? No, si torna a scuola – di Alba Vastano

27 Mag

Un disservizio  di una nota ditta di trasporti. Due ore l’attesa al parco Nobile di Settebagni e alla scuola Stern. Le denunce dei genitori e delle docenti

20150508_093555Quanto accaduto l’otto maggio alle classi quinte della scuole Giovanni Paolo e Stern (I. c. Uruguay) si può definire  grottesco, se non fosse in realtà semplicemente il frutto di una pessima gestione organizzativa di una ditta di trasporti, addetta alle gite scolastiche. Un’uscita prenotata  da almeno due mesi dall’amministrazione scolastica. Pagamento delle quote anticipato, autorizzazioni in regola. Raduno al parco Nobile per le  h.8,30, Partenza prevista per le h. 8.40. Bambini allegri, sole e saluti alle famiglie. Alle  h.9 non si vede ancora l’ombra di un pullman. Inizia un tam tam telefonico incrociatissimo per la serie “Chi l’ha visto” (il pullman).Maestre-segreteria scuola. Genitori-preside. Preside-agenzia. Genitori agenzia. Maestre-vigili. Genitori-Carabinieri di zona. Tutti erano al telefono, tranne i bambini che, ignari, giocavano a saltarello. Alle h.10 il mistero-pullman si scioglie. Lo svela direttamente la ditta,  inserendo la notizia fra la fitta rete di telefonate. E arriva “fresca fresca” al parco Nobile l’informazione che la macchina non sarebbe mai arrivata, perché semplicemente non c’era a disposizione alcuna macchina. Ridere? Arrabbiarsi? Mitra? (No, quello no). In fondo siamo ancora civili.  Si torna a scuola con la coda fra le gambe, ma anche con un certo risentimento che trova sfogo in parole non propriamente esemplari. E partono denunce, anche queste incrociate. Le docenti e le famiglie della Stern la scrivono e la presentano alla Preside, dopo essersi confrontate con le colleghe di Settebagni. CosÍ fanno le docenti  della scuola “Giovanni Paolo” , dopo averla resa nota alle famiglie. Il tutto è arrivato alla d.s. che la inoltrerà all’agenzia dai pullman fantasma.  La questione ha avuto un seguito, proprio negli ultimissimi giorni. La società ha scritto alla preside profondendosi in scuse da monaci in fase di catarsi. E arriva anche la proposta scritta di uno sconto del 30 % sulla prossima gita. Buon senso vorrebbe che si chiudessero tutti i rapporti con siffatta mala gestione organizzativa, ma la gita, nonostante tutto si farà con loro, piuttosto che rinunciarci definitivamente. Perché i figli sono  “piezz e core” e farli rinunciare all’ultima gita della scuola primaria, per la seconda volta, sarebbe davvero crudele. Sempre perché siamo in Italy. Da immaginare cosa sarebbe accaduto se l’inaffidabile agenzia avesse spostato il medesimo servizio dell’otto maggio un po’ più a nord. Oltralpe. Ad esempio a Berlino. Lo sconto proposto non sarebbe stato lo stesso. Forse, i responsabili della maldestra ditta, per rimediare al danno, avrebbero dovuto offrire tre anni di gite gratuite a tutta la scuola. Ma è anche probabile, che all’ombra della Merkel, gli sarebbe stata revocata per sempre la licenza di esercitare. Altro che il 30% di sconto.

Alba Vastano

Settebagni – Castel Giubileo: contro lo smembramento del plesso scolastico, il perchè del ricorso al Tar – di Alba Vastano

18 Mar

Il 13 marzo, presso la scuola media “Ungaretti”, si  è tenuta un’assemblea per chiarire le motivazioni per il ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) a cui sono legittimate a partecipare le famiglie degli alunni. Relatori presenti: Silvia Di Stefano (comitato genitori-membro direttivo regionale Pd)e Monica Balsamo (presidente consiglio d’istituto). Com’è ormai noto l’istituto “Simone Renoglio”, già accorpato nel 2000 e comprensivo di tre plessi (Fratini, Giovanni Paolo e Ungaretti), ha subito, a seguito della manovra di ridimensionamento degli istituti scolastici, un doppio dissesto. Il tre febbraio, infatti, la giunta regionale ha deliberato in favore dell’accorpamento  di alcuni istituti presso altri e la “Simone Renoglio”  non solo è stata accorpata ad altre scuole, ma addirittura smembrata, ovvero la “Fratini” (Castel Giubileo)andrà con la “Levi”(Fidene) e la “Giovanni Paolo” e l’”Ungaretti” con l’”Uruguay”(Bufalotta-Cinquina-Porte di Roma). L’ultima spiaggia per arginare i danni che ne conseguiranno è quella di fare ricorso al Tar per ottenere l’annullamento, o meglio la sospensione del provvedimento per almeno un anno. A seguito la giunta regionale dovrà di nuovo deliberare  e si potrebbe ottenere, almeno, l’annullamento dello smembramento in due tronconi. Ma quali saranno effettivamente le conseguenze dello smembramento? Anche se, apparentemente, tutto resterà come oggi, in realtà molto dell’organizzazione della scuola cambierà. Le iscrizioni faranno capo alla nuova scuola di riferimento, le docenti entrando a far parte di una nuova graduatoria d’istituto potranno essere trasferite d’ufficio, nonostante si dovrà rispettare la continuità sulla sede originale. Servizi trasporti e servizio mensa saranno delocalizzati. La stessa scuola, pur mantenendo la sua denominazione, non sarà più giuridicamente la stessa., perché  perderà la sua connotazione territoriale in  quanto si dovrà adeguare e rispondere ad un Pof (piano d’offerta formativa) che non è più espressione del territorio d’appartenenza, ma risultato di esigenze diverse, in riferimento a un diverso quartiere. Questo a rigor di logica, tenendo conto anche che su nove plessi accorpati farà capo un solo dirigente, il quale per assolvere a tutte le richieste dei vari plessi, non avendo il dono dell’ubiquità, dovrà delegare, delegare e ancora delegare. Nel corso dell’assemblea le famiglie presenti hanno ricevuto informazioni su come procedere ad attivare la procedura di ricorso, ovvero è stato consegnato alle rappresentanti di classe una modulistica inviata da Riccardo Corbucci (Pd), tramite la quale le famiglie possono apporre la propria firma e gli estremi di un documento. Ogni scuola verrà rappresentata d almeno cinque delegati  a procedere nell’iter giuridico. Durante l’assemblea alcuni genitori hanno esposto le loro perplessità , poiché la situazione non sembra essere comprensibile e plausibile. Questa del ricorso è effettivamente l’ultima e l’unica possibilità che la scuola ha per far sì che si torni alla connotazione di oggi, ovvero la compattezza  dell’istituto Simone Renoglio. Apporre la propria firma al ricorso vuol dire collaborare a mantenere l’autonomia della  scuola e  la sua identità territoriale.

Alba Vastano