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Ecco Padre Ruben, il nuovo parroco di Settebagni – di Alessandro Pino

21 Set

Padre Ruben Gallegos è il nuovo parroco di Settebagni, quartiere all’estrema periferia del Terzo Municipio di Roma Capitale. Il sacerdote diocesano – quindi non più un membro dei frati francescani ai quali da sempre era stata affidata la guida della locale parrocchia di S. Antonio di PINOpadrerubenPadova – è nato a Lima in Perù quarantadue anni fa ed è sacerdote da undici. Si è formato in seminario a Roma ma prima dell’ordinazione sacerdotale era stato in missione per diversi anni nel suo continente di origine. Prima di arrivare a Settebagni è stato viceparroco in un quartiere difficile come il Laurentino 38 per undici anni e successivamente un anno a Torrevecchia. «Rispetto ai due quartieri che ho avuto modo di conoscere questo è diverso, ho avuto una accoglienza affettuosa dimostrata da tutti anche per strada, altri sono venuti a trovarmi suonando al campanello. Negli altri posti no, dovevo cercarli io» ha commentato Padre Ruben mostrando di gradire l’atmosfera quasi familiare che si vive a Settebagni.

Alessandro Pino

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Settebagni: cambierà la guida della Parrocchia di S. Antonio di Padova

24 Ago

Dopo decenni di conduzione dei francescani, la decisione di affidarla a sacerdoti diocesani

Anticipata come un fulmine a ciel sereno da alcuni interventi in rete da parte di residenti a Settebagni, si annuncia una novità per la vita del quartiere che ha del clamoroso ma che nonostante ciò non ha sorpreso alcuni: dopo decenni di guida da parte dell’Ordine Francescano, la locale Parrocchia intitolata a Sant’Antonio di Padova verrà affidata a sacerdoti diocesani. 7bparrocchiaLa notizia è stata confermata da ambienti interni alla Parrocchia senza però volersi sbilanciare in commenti o valutazioni, presenti invece in abbondanza sui social network e che fanno ipotizzare qualcosa di più che un fisiologico avvicendamento: impossibile non prendere nota di un certo malcontento già manifestato in più occasioni da parte dei fedeli nei confronti della attuale conduzione della Parrocchia, giudicata da alcuni forse troppo rigidamente distaccata dai tempi, dalla reale quotidianità delle persone e responsabile anche della progressiva fatiscenza dei locali adiacenti la Chiesa vera e propria. Una difficoltà di comunicazione forse non solo sul piano culturale e morale ma anche letteralmente linguistico che non ha facilitato le cose tra interlocutori – da una parte e dall’altra – che inevitabilmente considerano come straniera la lingua parlata dall’altro. Possibile dunque che le lamentele siano state sospinte fino ai piani alti della Curia, fino alla decisione di un cambio radicale (ma che potrebbe essere dettata semplicemente dalla penuria ormai cronica di frati francescani) che sarà certamente molto sentito in una comunità tanto ristretta e in parte isolata – anche geograficamente – dal resto del Terzo Municipio. Resta da vedere quale sarà la reazione di quella parte dei parrocchiani che invece avevano manifestato il loro sostegno al parroco uscente oltre a un’altra questione che pochi conoscono: sembrerebbe che a suo tempo i terreni e i fondi per la costruzione della Chiesa furono donati a condizione che essa fosse guidata sine die dai Francescani. Nel caso fosse confermata l’esistenza di un tale vincolo, ci sarà qualcuno che si opporrà per farlo valere?

Alessandro Pino e Luciana Miocchi