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Un giro a piedi al Tufello dopo la sparatoria – III Municipio di Roma Capitale

18 Lug

13775813_10210045377961206_1054747376906562877_nA qualche mese dall’agguato a colpi di arma da fuoco in cui fu ferito un ragazzo nei pressi del mercato di piazza degli Euganei, la mattina del 16 luglio sono tornate a cantare le pistole nelle strade del Tufello: a dare per primo su fb la notizia di una sparatoria, l’ex consigliere municipale Manuel Bartolomeo, presente all’alba in zona per lavoro. Arriviamo sul posto dopo un po’, quando gli equipaggi della Polizia stanno smobilitando, con i nastri tesi a delimitare la zona del fattaccio ancora al loro posto anche se i rilevamenti sono finiti da un pezzo. Gli agenti non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni e invitano a prendere contatti con l’Ufficio Stampa della Questura. Gli automobilisti in arrivo da via delle Isole Curzolane non sanno che fare, una volta giunti davanti al nastro che ancora chiude l’accesso alla strada teatro della sparatoria. Li osserviamo invertire la marcia senza dire una parola né fare una smorfia, quasi rassegnati. Il comunicato arriverà dopo qualche ora, quando le maggiori agenzie di stampa hanno già dato la notizia, riferendo dell’intervento di due pattuglie per la segnalazione di una lite in strada, con i poliziotti che arrivano mentre un uomo esplode due colpi di pistola in direzione di un’altra persona – riuscita a fuggire – e lo sparatore, risultato successivamente pregiudicato, che punta l’arma anche contro gli agenti per poi tentare la fuga, inutile perché viene raggiunto e disarmato di una semiautomatica con matricola abrasa che gli si era inceppata.

13709808_10210045402601822_9143079581936387365_nDecidiamo di fare un giretto per i palazzi costruiti negli anni 60 del secolo scorso, apparentemente ordinati e tutti uguali, dalle vie parallele e silenziose. O almeno così sembrano. In terra, qui e anche nei giardini di piazza degli Euganei, bottiglie, bottiglie di plastica scolorite, cartacce e foglie secche danno l’impressione di un quartiere abbandonato un po’ al suo destino. Pochi metri prima della piazza, un divano consumato dall’uso aspetta che qualcuno abbia pietà di lui e lo carichi portandolo a discarica. Due residenti ci riferiscono di aver avuto le macchine danneggiate dai colpi di pistola, raccontano di un portone sfondato a mazzate, di un suv Bmw finito di traverso sul marciapiede come se fosse stato speronato o il conducente avesse perso il controllo.. A terra, i frammenti di un finestrino a testimoniare l’accaduto. Davanti all’ingresso di uno dei cortili alcuni ragazzi si aggirano innervositi, le facce non sono esattamente di quelle con cui andresti volentieri a prendere un caffè ma non ci dicono nulla. Due chiacchere con delle anziane signore sedute su una panchina davanti al mercato di piazza degli Euganei, non prima di esserci identificati come giornalisti locali, confermano l’impressione che nella zona ultimamente tira un’aria più inquieta del solito. Conoscono perfettamente le zone dove è meglio non girare con il buio – dove se cerchi qualcosa di fuori legge la puoi trovare senza problemi – e se ne tengono alla larga, serenamente. Non hanno paura le vecchine, quando dicono che occorrerebbe solo un maggior controllo del territorio, con le macchine delle forze dell’ordine che si fanno vedere ad intervalli regolari, ché non si tratta di gente estranea ma degli stessi figli del quartiere. “E voi della stampa, scrivetelo: qui fanno tutti un po’ come je pare: pure a pulì, lascieno le macchine accese così consumano benzina e possono di d’avè fatto ‘r giro, invece stanno fori dar mezzo, le mezz’ore a fumà”.

Mentre ce ne andiamo a riprendere la macchina, lungo la via Tofano avvertiamo chiaramente la sensazione di essere osservati attentamente, da lontano, senza parole o cenni strani, solo sguardi protetti da occhiali da sole, dai ragazzi agli angoli dell’incrocio e ad alcune finestre. Uno accenna un sorriso che si riflette nello specchietto retrovisore. Non c’è bisogno di parole.

Alessandro Pino e Luciana Miocchi

2 Risposte to “Un giro a piedi al Tufello dopo la sparatoria – III Municipio di Roma Capitale”

  1. carlo busi 19 luglio 2016 a 06:51 #

    Proprio un bell’articolo.Per niente prevenuto.
    Due o tre noterelle a margine:
    Da come parli del Tufello è evidente che non lo conosci.
    “le facce non sono esattamente di quelle con cui andresti volentieri a prendere un caffè ma non ci dicono nulla”.
    Lombroso è ormai una curiosità nella storia del pensiero antiscientifico ma l’associazione povero uguale cattivo è radicata nel profondo della mentalità borghese.
    Un giornalista dovrebbe evitare le trappole dei luoghi comuni e esercitare un po’ di pensiero originale e critico, mi sembra.

    Le facce sono quelle dei figli del proletariato, figli di lavoratori destinati a loro volta a rimanere nel proletariato a dispetto della pretesa mobilità sociale che dovrebbe essere garantita attraverso la scuola ma che di fatto non esiste.

    Insomma è evidente che voi due con la classe dei lavorati non avete molti contatti ma nemmeno una conoscenza teorica.
    “…ma non ci dicono nulla”. Temevate che questi piccoli delinquenti (il sottinteso è questo) vi avrebbero aggredito?
    Tranquilli, da queste parti vivono i figli dei lavoratori che non attaccano i passanti così, per innata cattiveria.
    Certamente vi avranno guardato, probabilmente non sarà stato uno sguardo amorevole perché sapevano già cosa avreste scritto di questo pezzo di città e dei cittadini che vi vivono.

    punto due, è vero, qui c’è un bel po’ di spazzatura in giro. I motivi di questo sono molti e lunghi da esporre ma sarei contento di discuterne in un’altra sede e magari in un confronto diretto.
    Detto molto in breve, avete notato la spazzatura ma non i marciapiedi rattoppati e mal pavimentati, non avete notato le fontanelle secche, le strade rovinate e le erbacce che crescono spontanee, non avete notato la mancanza di cinemmatografi, teatri, librerie…

    la questione è questa, chiamate mancanza di decoro lle cartaccce sparse in giro e inorridite come se questo fosse causato dagli abitanti quando invece non avete notato che in tutto il tufello non c’è un solo cestino della carta straccia. non avete pensato che la causa della sporcizia è la stessa colpevole incuria del governo della città che viewne meno ai suoi doveri istituzionali dedicando tutta l’attezione ai quartieri “bene” e nessuna ai quartieri “degradati”.
    Ma sopratutto sapete cosa? il vero degrado non è questo, alla fine chissene importa di quattro cartacce, c’è degrado quando ‘è la desertificzione culturale, quando al posto di un cinema sorge una boutique di lusso, quando al posto delle librerie storiche spuntano disgustosi negozi di souvenir, la mancanza di teatri, luoghi di aggregazione sociale, impianti sportivi pubblici… questo sì che è degrado. E questo degrado è tanto più visibile della spazzatura perché si nota ogni volta che manca un’analisi seria delle cose, che manca lo sforzo intellettuale e che le persone, anche quelle che istituzionalmente dovrebbero farlo per deontologia professionale, preferiscono affidarsi ai luoghi comuni e al caro vecchio buon senso, che è il modo sicuro per capirci pochissimo, invece di cercare in profondità e con spirito di indipendenza.

    Proprio quello che manca a questo articolo.

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