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Christian Raimo, assessore alla cultura del III Municipio si dimette. Al suo posto arriva Luca Blasi, animatore di centri sociali come Astra e Leoncavallo – di Luciana Miocchi

8 Ott

Erano mesi che Christian Raimo, assessore alla cultura del III Municipio non si vedeva più a piazza Sempione. Voci di corridoio parlavano ora di malattia ora di dissapori in seno alla maggioranza. Durante il periodo estivo il toto nomi e le previsioni su quando Raimo si sarebbe dimesso hanno impazzato.

A settembre il consigliere di lungo corso Fabrizio Bevilacqua, ex Lega ora al gruppo misto, aveva goliardicamente scritto il suo pronostico, l’aveva inserito in una busta chiusa e l’aveva sigillata ridendo, dichiarando che il nome era di quelli che mai ci si aspetterebbe di trovare dentro il sistema.   

Nel pomeriggo del 7 settembre si è capito che il tanto atteso rimpasto era ormai cosa imminente: il nome che ormai circolava liberamente nei corridoi di piazza sempione, si è materializzato negli uffici della presidenza, dove è rimasto per diverse ore. Nel frattempo, Raimo, rimasto in silenzio per tutti questi mesi, ha rilasciato all’agenzia Dire e pubblicato sui sociali il seguente comunicato stampa:

«(DIRE) Roma, 7 ott. – “Ho preso una piccola decisione. C’ho pensato molto, e alla fine ho pensato che fosse giusto dimettermi dal mio ruolo di assessore alla Cultura del Terzo Municipio. Non è una decisione affrettata, ne ho discusso a lungo con il presidente del municipio Paolo Marchionne e con tantissimi/e altri/e, che ringrazio”. Inizia così il post su Facebook con cui Christian Raimo annuncia l’intenzione di lasciare il suo incarico nella Giunta del Municipio III, con delega alla Cultura.    “La ragione è semplice: non riesco più a prendermi cura di questo compito come vorrei e come ho cercato davvero di fare per moltissimo tempo, ossia con una presenza e una dedizione piena, che è quella che serve quando si fa politica- continua Raimo nel post- per rispetto delle persone che lavorano con te ma soprattutto delle persone per cui a un certo punto diventi un riferimento, al di là dei voti e delle nomine. Non vuol dire che smetto di fare politica attiva, anzi. Ma ho pensato che voglio dedicarmi di più e meglio – una presenza e dedizione piena – all’impegno per chi ha meno possibilità, e vorrei farlo attraverso l’impegno nella scuola: insegnando tutti i giorni, scrivendo, organizzando, occupandomi come posso e quanto posso della politica e della riflessione educativa. Ce n’è bisogno ora, molto, mi sembra; ce ne è ancora più bisogno dopo il 25 settembre”. In quello che assomiglia anche a uno sfogo, sui social Raimo aggiunge: “Sono stati quattro anni bellissimi? Sì, sfiancanti e molto belli. Ho immaginato che si potesse fare politica in un municipio, da assessore alla Cultura, non semplicemente organizzando iniziative e preparando bandi, ma con un ideale di pedagogia pubblica permanente, dentro e fuori le istituzioni”.Per poi aggiungere: “Non è stato mai facile. Quello che soprattutto non funziona a Roma non è in carico alle persone di buona volontà, ma a una macchina amministrativa spesso incredibilmente sbalestrata, alle rendite di posizione di chi pensa che la politica sia un posto di lavoro che al tempo della disoccupazione al 15 per cento buttalo via, a chi non studia, agli arresi. Le idee migliori che mi sembra di aver avuto in questi anni mi sono venute leggendo, e quindi sono contento che quattro anni fa non c’erano il bibliopoint di Fidene, l’aula studio Giulio Regeni, e la biblioteca Troiano, e ora ci sono, sono luoghi vissuti e cresceranno. Non c’è una sola cosa che abbia fatto come assessore – è scontato dirlo – che abbia fatto da solo”.    Per Raimo “il il principale problema di Roma” non è “il traffico, i rifiuti, i cinghiali, o i topi, ma la ferocia contro i più deboli, per i quali il disastro amministrativo diventa non un tema di indignazione, ma letteralmente una questione di vita o di morte. Non esiste in questa città un allarme sicurezza, come invece tutti i giorni urlano le cronache dei quotidiani, ma esiste una spesso brutale arroganza da parte dei privati nei confronti del pubblico”. Quindi la conclusione: “Mi piacerebbe restituire l’esperienza di questi anni, anche pubblicamente, e ci saranno occasioni anche prossime, non solo per ringraziare, per immaginare insieme le cose nuove che si possono costruire. (Poi, certo ci sono le persone che mi hanno voluto bene e molto bene, non poche, rare, che credono in quella cosa semplice che è cambiare il mondo, a quelli/e va un ringraziamento sperticato; è veramente difficile stare vicino a chi fa politica in modo professionale e/o militante)”, chiude Raimo.»

A quel punto era ormai davvero questione di poco. Infatti dopo poche ore è arrivata la velina del presidente del III MunicipioPaolo Marchionne:

«(DIRE) Roma, 7 ott. – “Ringrazio sinceramente Christian Raimo che in questi anni ha saputo dare una nuova e forte autorevolezza alle proposte del Municipio, spendendosi per creare una rete territoriale innovativa e vitale. Sono certo che saprà continuare a darci un fondamentale contributo nei mesi che ci attendono”. Lo ha detto all’agenzia Dire il presidente del III Municipio di Roma, Paolo Marchionne. Ora, ha annunciato il minisindaco, “occorre rafforzare la coalizione politica che ha permesso di vincere lo scorso anno e insieme la nostra azione amministrativa, per questo ho chiesto a Luca Blasi di entrare a far parte della Giunta per occuparsi di politiche culturali e diritto all’abitare”.

Il nome nella busta sigillata di Bevilacqua, per i curiosi, era proprio quello di Luca Blasi, detto Lucone, nome sconosciuto ai più ma famosissimo nell’ambiente dei movimenti sociali romani, animatore dei centri sociali Astra e Brancaleone.

Ma in che modo, secondo quando dichiarato da Marchionne , la nomina del nuovo assessore ricompatta la maggioranza, con i consiglieri del Pd e di Sinistra civica e ecologista piuttosto irritati dalla presenza di tre assessori caudiani in giunta e solo due consiglieri in consiglio, al pari con gli assessori pd che invece di consiglieri ne hanno sei? Le solite voci riportano di un probabile tesseramento del Blasi con Sinistra Civica, che cosi verrebbe ad acquisire un assessorato, la quota caudiana viene comunque ridimensionata, portando quella PD in maggioranza, allargando il consenso tra i consiglieri di centro sinistra, il che consente al presidente di avere una certa tranquillità. Rimangono i malumori tra i consiglieri che aspiravano all’assessorato ma la consiliatura è ancora lunga..

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