Archivio | gennaio, 2014

diario di un’alluvione all’alba – di Alessandro Pino

31 Gen

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

sottacquaChe il ritorno a casa dal turno di notte non sarebbe stata una passeggiata me l’ero immaginato già metà nottata, vedendo l’acqua che veniva giù a secchi e che il vento mi tirava in faccia; a tratti anche chicchi di grandine grossi come le noci, roba da farsi male sul serio oltre a ridurre le lamiere della macchina come una buccia d’arancia.  Uscito fradicio dal dovere quotidiano, entro su via di Boccea in direzione del Raccordo (arrivando da fuori).  Il tracciato, per chi non lo conosce, è tutto un sali e scendi. E proprio al primo “scendi” che inizia l’incubo: due auto ferme  in mezzo all’incrocio con il fango già a livello dei finestrini e un camion dei Vigili del Fuoco che guada lentamente. Di qui non si passa e conviene anche sloggiare in fretta. Provo a tornare indietro, ricordandomi che proseguendo lungo la campagna si può arrivare a una via che porta alla Cassia. Percorso nemmeno un chilometro capisco al volo che devo fermarmi al volo e rifare dietro front perché rischio di giocarmi non solo la macchina ma proprio il culo. E sono al punto di partenza quindi, con l’immagine di una giornata trascorsa a dormire come uno sfollato in auto lontano da casa che già si fa sempre più concreta, superata solo dalla volontà rabbiosa e forse folle di tornarmene a ogni costo tra le quattro mura del mio microlocale di periferia. Provo a cercare col navigatore un percorso alternativo: manco a dirlo, uno dei due telefoni non riesce a prendere la ricezione quindi è inservibile. Provo con l’altro, più vecchio ma sembra andare. Un primo giro mi riporta per la terza volta all’incrocio sommerso, che ora è anche  completamente al buio e i pompieri nemmeno ci sono più. Mi è rimasta una sola strada ancora da provare, alla cieca praticamente. Finché è in salita va bene,  non corro rischi di impantanarmi  o di aspirare acqua nel motore spaccando tutto ma vado comunque a lumaca per evitare sorprese. Diversi conducenti invece non sono dello stesso avviso e mi sorpassano alla grande, quel che è peggio anche nei tratti più depressi sollevando ondate paurose che mi lasciano sommerso e fottendosene dei tapini che aspettano l’autobus a bordo strada. Gli uni e gli altri forsennati di un girone dantesco, gente che non può permettersi di alzare il telefono e chiamare al lavoro dicendo che non viene: la disperazione della famosa crisi è anche questa. Riesco alla fine a riprendere la Boccea da via di Selva Candida aggirando l’incrocio sommerso, sempre a passo d’uomo. Arrivo in prossimità del Raccordo pensando che se riesco a salirci è fatta. Un altro ostacolo:  autobus dell’Atac  a decine fermi incolonnati sulle rampe di accesso direzione Aurelia, evidentemente più avanti qualcosa impedisce il transito. Fortunatamente per me devo prendere l’altra rampa, quella in direzione dello lo svincolo autostradale per Firenze. Raccordo al buio pesto, sessanta – settanta all’ora, superato anche dagli autotreni a cannone. Mi ripeto che è fatta quando vedo davanti lampeggianti blu e bengala di segnalazione prima di entrare in una delle gallerie costruite pochi anni fa. Che altro succede, mormoro da solo, mentre il fondo stradale diventa all’improvviso una specie di continuo cratere, da percorrere a zero all’ora se non vuoi ribaltarti. Ma come, anche sul Raccordo e per giunta in un tratto recente! Ebbene si, e dentro la galleria trovo la conferma a quanto detto ora: macchine ribaltate, accartocciate, un incidente mostruoso di cui però non troverò notizia cercando in rete successivamente. Superato anche quello, sono ormai vicino allo svincolo di casa, quello per la Salaria. Immagino già che all’incrocio per entrare a Settebagni ci sarà il consueto lago che si forma perché i tombini sono otturati per i quali ogni amministratore pubblico dà la colpa al suo predecessore, che se uno ripercorre la catena da loro proposta finisce per prendersela con Tarquinio il Superbo. Oggi però si fanno le cose in grande e  ad essere allagato è anche il sottovia ferroviario più recente, quello della Salita della Marcigliana. Nonostante tutto ce la faccio e imbocco il vialetto del residence respirando vigorosamente di sollievo mentre cresce la rabbia verso gli artefici o quantomeno i complici di tutto questo. Proprio loro, sappiamo benissimo di chi si parla: quei politici locali che proprio ieri si accapigliavano (o fingevano di farlo) sui massimi sistemi, sui registri delle unioni civili, sui marò in India, sulla Palestina, che cianciano di piani del traffico e di isole pedonali quando qui puntualmente si nuota nei liquami a ogni temporale. Quegli stessi politici che a ogni elezione ti affogano di manifesti abusivi compiacendosene anche, che ti invitano a cene elettorali pagate da te e il resto dell’anno te lo mettono in quel posto. Quei vecchi marpioni (vecchi non all’anagrafe ma nell’animo) che pontificano di regolamenti municipali come se salvare la forma potesse coprire una sostanza disastrosa, testimoniata per l’ennesima volta dal fatto che qui stiamo nemmeno all’ABC della ordinaria amministrazione, di una manutenzione del territorio appena decente; e invece stiamo con i sottopassi che diventano trappole mortali, ci troviamo con morti annegati orribilmente, vite distrutte per le quali nessuno pagherà. E poi blaterano di capitali europee, di civiltà. Me ne vado a dormire frustrato, senza speranza per un sapiente copione che ormai si ripete puntuale, come le accuse reciproche tra i soggetti di cui sopra di cui al risveglio nemmeno mi va di leggere. E intanto oggi nemmeno so come riuscire a raggiungere il posto di servizio. Ma a lorsignori ovviamente non importa, hanno altro di cui occuparsi.

Alessandro Pino

 

Settebagni, III Municipio di Roma Capitale. Un ladro piccolo piccolo scassina l’edicola nella notte – di Alessandro Pino

23 Gen

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

edicolaSETTEBAGNICrescono sempre più ansia e risentimento a Settebagni per i ripetuti furti che da tempo avvengono nel quartiere a danno di abitazioni private ed esercizi pubblici; l’ultimo ad essere colpito è stato il chiosco di giornali nel piazzale intitolato informalmente ai fratelli Cacciarelli. La mattina del 20 gennaio il giovane edicolante ha trovato la serranda forzata, alzata di quel tanto che basta per far passare una persona di ridottissima corporatura, probabilmente un bambino. All’interno era sparito il fondo cassa, circa trenta euro, ma soprattutto il computer usato per registrare il movimento e l’inventario delle merci , fondamentale per la gestione del chiosco: senza di quello il giornalaio ha dovuto rifare praticamente a mano tutto il lavoro di inserimento dati. Nel giro di due anni è la seconda volta che il chiosco viene scassinato nottetempo: «Così non si può andare avanti – si lamenta giustamente il gestore – praticamente coi danni che ti fanno vieni a lavorare solo per ripianare le spese». Il giovane sta pensando di prendersi un cane da guardia, ma intanto sentendo il polso del pubblico frequentando bar e social network si percepiscono chiaramente preoccupazione mista a frustrazione per l’inerzia di cui viene accusata l’attuale amministrazione municipale: è inevitabile infatti, per molti, mettere in correlazione i furti con gli accampamenti abusivi di zingari sorti sul territorio e nei confronti dei quali non sono stati presi provvedimenti, in ossequio alla politica accomodante e “accoglienzista” di cui l’attuale maggioranza ha fatto la propria bandiera. Si vedrà quanto ancora si possa tenere la testa sotto la sabbia.

Alessandro Pino

III Municipio di Roma Capitale: Riccardo Corbucci propone nuovo regolamento municipale

14 Gen

pubblicato su http://www.di-roma.com

corbucciRiccardo1Ieri Riccardo Corbucci (Pd), presidente del consiglio del III Municipio, ha protocollato una proposta di delibera per un nuovo regolamento municipale, inviandola alla competente commissione consiliare perché inizi il più ampio dibattito con il contributo di tutte le forze politiche.

Si tratta di un documento composto di cento articoli (per leggerli clicca qui), tutti da discutere e votare, che una guiderà, una volta approvato,  gli amministratori municipali nel difficile compito di amministrare la cosa pubblica. Uno degli obiettivi principali è quello di consentire la massima partecipazione dei cittadini del territorio all’attività politico-amministrativa. Il vecchio regolamento, per altro uno dei primi di Roma a livello municipale, risale al 2004 e non è stato mai aggiornato con la legislazione successiva.

Presidente Corbucci perché ha sentito il bisogno di presentare una delibera per un nuovo regolamento municipale?

Per prima cosa perché il nostro regolamento attuale ha ormai dieci anni e non è più in linea con lo Statuto di Roma Capitale approvato il 7 marzo del 2013 ed il regolamento del consiglio comunale, modificato recentemente. In secondo luogo perché era necessario costruire uno strumento condiviso fra tutte le forze politiche, che consentisse di ampliare la partecipazione dei cittadini e al tempo stesso di rendere più efficiente ed efficace il lavoro del consiglio municipale.

Quali sono le differenze principali della sua proposta?

Innanzitutto la mia è una proposta di partenza, che dovrà essere approfondita nella commissione consiliare competente e potrà essere modificata e certamente migliorata dai consiglieri municipali che vorranno presentare osservazioni e proposte. Questa proposta rappresenta la mia visione del consiglio del III Municipio. Un consiglio trasparente, dove i lavori dell’aula e delle commissioni possano essere monitorati dai cittadini e dove il diritto all’informazione degli atti pubblici sia di facile accesso. Come già avviene in altri regolamenti credo sia importante ampliare la possibilità per i cittadini di contribuire al lavoro del consiglio ed in questa proposta sarà abbastanza semplice per la cittadinanza portare all’attenzione del consiglio proposte di iniziativa popolare.

Per quanto riguarda il lavoro dei consiglieri?

Prima di tutto è una proposta che risente delle ultime normative in materia di anti-corruzione, coma la Legge 190 del 2012 e i principi della “Carta di Pisa”, che vincolano gli amministratori locali a regole di condotta e principi etici molto forti. Questo nuovo regolamento cerca di semplificare l’attività quotidiana dei consiglieri e degli assessori, partendo anche dall’esperienza di questi anni, che ci ha dimostrato quali fossero le lacune del testo precedente.

Per quel che riguarda la nota dolente delle richieste per le riprese video e fotografiche dei lavori dell’aula?

La bozza di regolamento prevede tutte le forme e le modalità con cui fare riprese, sia per quelle istituzionali che per quelle dei cittadini e dei giornalisti. Dovranno essere rispettati alcuni criteri individuati negli articoli ma il diritto all’informazione verrà sempre soddisfatto.

Alla fine un regolamento municipale è così importante?

Penso assolutamente di si. In piccolo è il nostro Statuto, uno stumento di rapporto con la cittadinanza e fra le forze politiche che amministrano, ognuno per le proprie competenze, una delle più grandi città d’Italia.

Luciana Miocchi

La proposta per il nuovo regolamento del III Municipio di Roma Capitale

14 Gen

Per chi vuole documentarsi ed esprimere il proprio parere, qui è possibile leggere i cento articoli proposti in delibera da Riccardo Corbucci, presidente del consiglio municipale propostanuovoregolamentoMUNICIPIOIII