Stesso copione visto ai giardini della stazione Jonio: vandalismo e rifiuti la fanno da padrone
Era stato un facile profeta Mimmo D’Orazio – presidente del Comitato di Quartiere Serpentara – quando poco più di un mese fa fu inaugurato l’accesso al parco delle Sabine in largo Fausta Labia, Terzo Municipio di Roma Capitale: di fronte alle pareti immacolate dell’edificio da adibire a servizi e ristoro, alle panchine in monoblocco bianco, agli allegri zampilli d’acqua che sgorgavano dal pavimento e ai
giochi dello spazio per i bambini, quando gli fu chiesta una previsione sullo stato dei luoghi dopo sei mesi il suo commento fu «Tra sei mesi diciamo che siamo ottimisti, ho fatto una scommessa con un amico, quindici giorni, ma non per un discorso di sfascismo o pessimismo, purtroppo la colpa è anche dei cittadini…io mi auguro con tutto il cuore che rimanga così come l’abbiamo vista oggi, ho forti dubbi». A farci un giro oggi lo scettiscismo di D’Orazio appare più che
giustificato: i pavimenti e le panchine sono stati imbrattati dai soliti teppisti muniti di vernice spray e alcune delle sedute presentano vistose crepe; alcuni dei giochi per i bambini (dei dischi colorati che ruotando davano luogo a un effetto ottico) sono stati rubati e di loro rimane solo il palo di sostegno; sparsi un po’ ovunque resti di pasti (angurie incluse, che la frutta di stagione ci sta bene) segno che il piazzale è stato trasformato in bivacco. Soltanto il cielo sa come mai finora si siano salvate le pareti di marmo dell’edificio che verrà destinato a punto ristoro. Ci sarebbe da commentare con il più classico “te l’avevo detto io” ma arrivati a questo punto il sarcasmo cede il passo all’amarezza, alla rabbia e alla frustrazione per uno spettacolo già visto in questi giorni – vedasi il giardino sopra la nuova stazione Jonio della metro B1 – e per come vengono fatte andare le cose in una città dove i barbari hanno mano libera sia in centro che nelle periferie, per una situazione che appare sempre più fuori controllo.
Alessandro Pino







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