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“No Time to Die”: la stroncatura spoilerata di Alessandro Pino & Luciana Miocchi

17 Ott

Alla fine Zerozerosette (quello originale, perché nel film ce ne sono due…) ci rimane secco. Sí, avete letto bene: James Bond muore nelle scene finali di “No time to die“, ultima e lungamente posticipato nell’uscita, causa pandemia, pellicola dell’agente segreto più famoso del mondo: lo diciamo subito così ci togliamo il pensiero. Diretto da Cary Fukunaga, il film vede per l’ultima volta nei panni del protagonista Daniel Craig ma sinceramente é un congedo dal ruolo che nemmeno si può dire lasci con l’amaro in bocca.

No, non lascia proprio alcun sapore perché é una pellicola scialba, insipida, a tratti noiosa, addirittura polpettosa per certi tratti dalle pretese sentimentali che una delle due firme qui sotto (indovinate quale) ha scambiato per “tenerezza struggente” e invece sono solo qualcosa di fuori luogo, di estraneo alla natura della serie originale. Non c’è humour, non ci sono trombate, anche le coprotagoniste femminili variano da una patata lessa e piagnucolante come Lea Séydoux a un uomo mancato che risponde al nome di Lashana Lynch: roba che al confronto anche la mascolina Grace Jones di “Bersaglio Mobile” sembra Ainett Stephens. Di non male ci sarebbe la modella cubana Ana de Armas ma ahinoi si vede poco. Tra i comprimari, tornano Ralph Fiennes nei panni di alta sartoria del capo M e Christoph Waltz in quelli del folle capo della Spectre, Blofeld (muore anche lui): a proposito di panni, é un attore per il quale cambiano da film a film ma che recita sempre lo stesso ruolo di geniale squilibrato dai tempi del colonnello Hans Landa di “Bastardi senza Gloria“. Incolore e anonimo anche il “cattivo”, il “villain”, interpretato da tal Rami Malek.

Non bastano poi due Aston Martin (la storica DB6 con le mitragliatrici nei fari e la V8 che guidò Timothy Dalton) e un paio di gadget a fare un “vero” film di James Bond: si spara troppo, si sgasa in macchina ancora di più e in tutto questo bang bang e brum brum nemmeno si riesce a seguire l’esile filo di una trama fiacca e con un finale che più balordo non si può: Bond schiatta sotto un attacco missilistico proveniente proprio da una nave britannica e per che cosa? Per essere andato a recuperare un fetentissimo coniglio di pezza appartenente a una bambina che poi è sua figlia.

Insomma: la lunga e forzata attesa per vedere questa pellicola è stata a dir poco mal ripagata e andrebbe consigliata solo ai fan della serie, quelli che la vedrebbero in ogni caso.

Alessandro Pino & Luciana Miocchi

Inseguimenti nel centro di Roma con 007: proseguono le riprese di Spectre

25 Feb

pubblicato su http://www.di-roma.com

Proseguono nella Capitale le riprese di Spectre, nuova pellicola PINO spectre bis Cdell’agente 007: completate le riprese all’Eur sotto il colonnato del Museo della Civiltà Romana, il set si è spostato nel centro storico per filmare alcune sequenze in notturna. La sera del 23 febbraio dunque è stato completamente chiuso l’accesso al corso Vittorio Emanuele nel tratto dal Tevere fino all’incrocio con il corso del Rinascimento per girare la scena di un inseguimento automobilistico; anche le traverse erano sbarrate da doppie transenne con grande spiegamento di personale della security e della Polizia di Roma Capitale, forse esagerato visto che a seguire i lavori c’era solo qualche gruppuscolo di curiosi oltre a pochi giornalisti e fotografi – tra cui il re dei paparazzi Rino Barillari   PINO spectre bis A – e alcuni residenti non troppo entusiasti  che aspettavano le momentanee aperture dei varchi per rincasare.  Lungo corso Vittorio intanto veniva ripetuta più volte la scena con i veicoli in movimento – assai lento in verità  – tra cui la nuovissima Aston Martin Db 10 con  il protagonista Daniel Craig al volante che…fingeva di guidare, avendo la visuale coperta da uno schermo di riflettori montati davanti al cofano: la granturismo inglese era in realtà modificata per essere condotta da un un operatore appollaiato sul tetto.  Tutto questo ovviamente per PINO spectre bis Eottenere delle inquadrature ottimali sul grande schermo, una bella rogna però per chi volesse qualche immagine dal vivo dell’attore britannico: si rivela provvidenziale dunque essere in compagnia del fotografo di moda Roberto Scardoni, che negli scatti qui presentati ha reso ben riconoscibili i lineamenti spigolosi dell’attore  britannico nonostante le luci riflesse sui finestrini dell’Aston Martin. Verso l’una di notte parte del personale della sicurezza  privata smobilitava, lasciando intuire che l’azione si era spostata altrove: sulla via del ritorno infatti entrambe le sponde del lungotevere, in precedenza inanimate,  brulicavano di tecnici, comparse e attrezzature.

Alessandro Pino