
[ROMA] Poniamo il caso di una persona qualunque che abbia la normalissima esigenza di spostarsi da A a B a Roma nei prossimi giorni, anche se ormai sono situazioni diffuse in permanenza e ovunque. Noi però faremo riferimento con maggior precisione a un ambito spazio temporale di stretta attualità e contingenza: la Capitale adesso, dunque.
Bene, questa persona vorrebbe usare i mezzi pubblici, d’altronde da persona responsabile e civile si è comprata l’abbonamento annuale caricandolo su tessera magnetica (però deve portarsi appresso la fotocopia della ricevuta cartacea, perché magari i controllori non hanno il lettore apposito e si rischia la multa che invece non viene comminata ai noti energumeni che viaggiano a sbafo perché nessuno osa chiedergli niente e non sia mai si passi pure per razzisti).
Unico particolare: le Ferrovie (o come diamine si chiamano attualmente nella loro emanazione che si occupa della circolazione dei treni) senza preavviso alcuno hanno soppresso fino a fine settembre una quantità mostruosa di treni locali senza dare adeguata pubblicità alla cosa e senza istituire dei servizi su gomma sostitutivi (che non è lo stesso ma giustappunto nemmeno li hanno messi, tagliando la testa al toro- o alla zebra per i tifosi granata).
Proviamo allora a prendere l’autobus? Eh no, perché capiterà senz’altro uno sciopero del trasporto pubblico (che già notoriamente a Roma è efficientissimo, roba da Svizzera: come no, gli unici ad essere efficienti sono quelli che fottono i portafogli alle fermate o a bordo).
Dei lavori sulla linea tramviaria che passa da Trastevere non ne parliamo, mesi e mesi per cambiare dei binari e adesso pare che si arriverà fino a dicembre 2023 senza tram mentre un noto quotidiano romano da mesi ha avviato una campagna stampa antitramviaria a dir poco incomprensibile ma contro la quale finalmente qualcuno si sta svegliando suonando il contrattacco giornalistico.
Il tapino allora si rassegna a usare la sua vecchia utilitaria: eh no, perché adesso le auto più vecchie non potranno spingerei oltre il limite della cosiddetta fascia verde (in realtà già periferia, praticamente) pena ovviamente multe salatissime che arriveranno dopo essere stati individuati dal sistema di telecamere di prossima installazione. I furgoni scassati dei soliti noti invece, delle multe se ne fottono.
E anche fuori dalla zona interdetta, specie a Roma Nord nel Terzo Municipio Monte Sacro c’è un diffondersi di cantieri stradali che intasano il traffico già caotico: si prendano ad esempio le nuove gigantesche rotatorie che si è voluto a ogni costo piazzare sulla Salaria nei pressi di Settebagni- quando l’unica infrastruttura siffatta avrebbe avuto utilità per sostituire il tappo del semaforo all’aeroporto dell’Urbe (che invece rimane così com’è) o il cantiere per sistemare il sottosuolo di via dei Prati Fiscali, trascinatosi da giugno- cioè da quando si era aperta una voragine che ha rivelato un grave dissesto sotterraneo- e che fino a dicembre contribuirà a ingorgare la circolazione del quadrante intero già delirante.
Di fronte alla ciliegia sulla torta di una irrinunciabile postazione autovelox piazzata nei pressi dei cantieri suddetti, colui o colei che si credeva cittadino/a si rende conto invece di essere ridotto a suddito in ostaggio di un potere fellone, vigliacco che fa come gli pare e – dietro la maschera delle allegre feste e porchettate sotto le elezioni con tanto di pacche sulle spalle, mostra il ghigno sarcastico di un eterno Marchese del Grillo, pronto a prenderti a sassate nei denti e che rinfaccia in ogni momento alla plebe l’immortale «Io so’ io e voi non siete un…».
In questa specie di savana travestita da capitale (anzi da pitale e basta) chi invece se la spassa in un trionfo di inciviltà becera (vedasi i negozi per turisti ignoranti che vendono le orride magliette con scritto DAJE, STICAZZI, TACCI TUA e altre raffinatezze che dovrebbero rappresentare la romanità) è la sempre più consistente fetta di pirati arroganti che sfreccia su monopattini, tavolette a reazione e MONORUOTA fottendosene delle norme sulla circolazione e del buon senso: fanno su e giù dai marciapiedi, zig zag da un lato all’altro della strada, magari chattando sul telefonino o impegnati in una corsa clandestina sul Ponte delle Valli con i loro trespoli truccati, altro che quindici all’ora, praticamente si è dato modo a dei pedoni di andare più veloci di una macchina.
Poi se uno di questi STRONZI a sessanta km all’ora su una tavoletta con un manubrino due routine e due freni giocattolo ti viene addosso o ti si conficca sotto le ruote, ti bruciano la patente e ti fai almeno otto anni di udienze per dimostrare che non è colpa tua se lo stronzo in questione si è trasformato in una crema spalmabile, perché poi ovviamente la sua famiglia se la prenderà con te, non con lui che poverino non stava facendo nulla di male. E pure se ti assolvono, oltre agli anni avvelenati per uno STRONZO ti becchi pure le spese dell’avvocato.
PS: che poi, dopo il ben noto periodo di soprusi dell’arrogante coprifuoco, degli inseguimenti teletrasmessi al pericoloso bagnante solitario e dei vigliacchi lasciapassare non ci si stupisce più di niente eh…
A cura di Alessandro Pino
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