L’introduzione di modifiche alla viabilità è un argomento che a Settebagni tiene banco da settimane, da quando cioè sono state annunciate in due riunioni pubbliche da Fabio Dionisi, presidente della commissione municipale Lavori Pubblici. Dionisi si era premurato di rassicurare i residenti sul fatto che ogni variazione – in un contesto nel quale introducendo o variando un senso unico in una strada si innesca un effetto domino che coinvolge tutte le altre – sarebbe stata prima discussa pubblicamente con i residenti, partendo da due bozze studiate dal locale Comando della Polizia di Roma Capitale. Per questo, quando nei giorni scorsi sono apparse in rete – ad opera sembra del consigliere pentastellato Massimo Moretti – le scansioni riguardanti gli ordini del giorno per il Consiglio Municipale, è nato un certo fermento tra i residenti: nel programma si leggeva infatti che sarebbe stata messa ai voti una risoluzione riguardante alcuni interventi (i cosiddetti Print, sigla di Programma Integrato) di riqualificazione urbana in zona Settebagni. Anzi, a dirla tutta aveva cominciato a serpeggiare il timore di vedersi imporre decisioni prese a priori senza consulto alcuno, e ha preso nuova linfa anche il tema sempreverde dell’ormai fantomatico nuovo sottopasso ferroviario che supplisca alle carenze di quello – inadeguato per dimensioni e fatiscenza – di via Sant’Antonio di Padova. Sui social già prendeva piede l’idea di andare a protestare contro “il colpo di mano”.
Fattostà che nei documenti in questione si legge che i lavori proposti riguarderanno la costruzione di un ponte in via Lello Maddaleno
che sostituisca quello vetusto che scavalca il Fosso di Settebagni , dalle cui acque viene regolarmente sommerso durante gli allagamenti nemmeno tanto infrequenti, lasciando di fatto isolati i residenti della collina di Bel Poggio. Nulla a che vedere con la rivoluzione viaria dei sensi unici o con il sottopasso Fs, quindi. Sempre però del territorio di Settebagni si tratta, perché Bel Poggio di ess fa parte, tanto che i residenti votano nel seggio delle scuola Giovanni Paolo I e hanno la chiesa di S. Antonio da Padova come parrocchia di riferimento. Giova ricordare che Settebagni, per il terzo municipio è un po’ come il vallo di Adriano in Gran Bretagna per gli antichi romani: l’ultimo avamposto di Roma Capitale a Nord giunge fino a via di Valle Ricca, che segna il confine con il Comune di Monterotondo. In mezzo diverse località, come via di santa Colomba, Quattro Cancelli, Tor San Giovanni e Bel Poggio, che hanno nel quartiere il proprio riferimento. Fatto sta che alcuni residenti di “Settebagni – Settebagni” (anche e qui si rischia di scendere in quella specie di razzismo tra quartieri del tipo “ma lei è del centro o della provincia?”, se Lfosse che ora le provincie non esistono nemmeno più, sostituite dai comuni metropolitani) e il presidente dell’Associazione il mio Quartiere di Settebagni, preoccupati, si sono recati a piazza Sempione per assistere al Consiglio incriminato, quello del 14 gennaio. Prima dell’inizio della seduta però, parlando con alcuni consiglieri – Bureca, Proietti e lo stesso Dionisi che non ha lesinato uno scambio di battute con il portavoce dei cinque stelle, a suo giudizio reo di non aver ben spiegato la cosa (ma l’odg era chiaro, le vie indicate e la zona di riferimento pure ndr) – sono stati resi edotti sul reale oggetto dei lavori previsti, in località via di santa Colomba e Bel Poggio, appunto. Rassicurati che la cosa non riguardava “Settebagni – Settebagni”, le persone che erano accorse hanno lasciato l’aula, ritenendo forse che la cosa non li riguardasse, lasciando che l’iter si compisse senza un loro intervento.
Alessandro Pino – Luciana Miocchi
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