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Villa Torlonia: studenti del “Rossellini” e Carabinieri per parlare di legalità

8 Mag

[ROMA] La prestigiosa cornice di Villa Torlonia ha ospitato un’iniziativa in collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e l’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-Tv “Rossellini” nell’ambito del progetto per la diffusione della cultura della legalità, con il coinvolgimento di Technotown di Zètema Progetto Cultura del Comune di Roma.

Dopo un ciclo di conferenze presso la scuola, tenute dai Carabinieri della Compagnia di Roma Eur, nel corso delle quali gli-le student* sono stati sensibilizzati su bullismo e cyber bullismo, utilizzo consapevole dei social network, sicurezza stradale e sostanze stupefacenti, lo scorso 5 maggio i-le ragazz* hanno incontrato i militari della Stazione di Roma Piazza Bologna, assistendo a una dimostrazione del Nucleo Cinofili di Roma con cani addestrati per la ricerca di droga e armi e vedere da vicino una pattuglia a cavallo dell’Arma.

I ragazzi del Rossellini hanno avuto anche la possibilità di scoprire la realtà di Technotown, che ha sede proprio all’interno di Villa Torlonia ed è interessante soprattutto per loro in quanto alunni di un stituto professionale tecnico e artistico multimediale.

Dopo l’incontro con il comandante della Stazione dei Carabinieri di Roma Piazza Bologna con cui hanno avuto la possibilità di conoscere meglio l’Arma dei Carabinieri e di confrontarsi su tematiche quali le dipendenze da alcool, droga e gioco d’azzardo, gli studenti del Rossellini hanno avuto la possibilità di esprimere la loro creatività nei laboratori Tecnotown dove, guidati dai professori, hanno realizzato dei prodotti multimediali sulle specifiche tematiche affrontate nella mattinata.

L’attività rientra nel quadro delle iniziative di formazione e sviluppo della cultura della legalità che vede impegnati i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma in attuazione del protocollo d’intesa tra l’Arma e il Ministero dell’Istruzione e ha l’obiettivo di contribuire a sviluppare nei giovani la coscienza sociale basata sul rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi. A cura di Alessandro Pino (Foto Comando Provinciale Carabinieri Roma)

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“Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi | di Alessandro Pino

25 Dic

[ROMA] Sta avendo un enorme successo di pubblico la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” che si terrà fino al 27 marzo 2022 a Palazzo Braschi.

L’esposizione ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, sottolineandone il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi.

Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da oltre duecento opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna e dalla Klimt Foundation oltre che da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz.

Sono proposte al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I, Signora in bianco, Amiche I (Le Sorelle) e Amalie Zuckerkandl. Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa- che per la prima volta lascia la Klimt Foundation- e Ritratto di Signora.

Fanno da cornice ai grandi lavori del maestro austriaco, contribuendo al racconto del periodo della Secessione viennese, anche dipinti e sculture di artisti quali Josef Hoffman, Koloman Moser, Carl Moll e molti altri.

Esposte anche cartoline autografe che documentano i viaggi in Italia di Klimt, che visitò Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Ravenna coi suoi mosaici bizantini, Roma e il lago di Garda, cui si ispirarono alcuni suoi paesaggi: viaggi importanti per l’evolversi della sua ricerca creativa. Il passaggio di Klimt in Italia determinò anche una forte influenza sugli artisti italiani, come testimoniano le opere in mostra tra cui “Gli Amanti” di Giovanni Prini.

A curare l’illuminazione delle opere in mostra è Francesco Murano, tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia

Illuminare Klimt, specie quello successivo alla Secessione vuol dire fare i conti con l’oro che brilla nei quadri e in questo caso anche nelle dorature dell’allestimento ideato da BC Progetti. «E’ essenzialmente un problema di equilibrio tra il soggetto e la decorazione che lo circonda, entrambi protagonisti dell’opera di Klimt – spiega Murano – Anche in questo caso sono stati utilizzati dei sagomatori, speciali apparecchi capaci di circoscrivere la luce sull’opera ma sono stati sempre sfocati o sfumati con filtri diffusori per fare in modo che la luce sembrasse emanare dall’opera stessa».

Klimt. La Secessione e l’Italia” è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.

Gli orari di apertura vanno
dal lunedì al venerdì dalle 10 allle 20 mentre sabato e domenica dalle 10 alle 22. Il 27, 28, 29 e 30 dicembre dalle 10 alle 22. Il 31 dicembre dalle 10 alle 14. La biglietteria chiude un’ora prima.
Chiuso il 1 gennaio.

Gli ingressi del Museo di Roma sono in piazza San Pantaleo 10 e piazza Navona, 2.

Alessandro Pino

Quarto Municipio di Roma: proteste e occupazioni attorno a due centri culturali – di Alessandro Pino

8 Gen

È una complessa vicenda quella che in questi giorni si sta vivendo nel Quarto Municipio di Roma Capitale, incentrata su due centri culturali (quello di largo  Beltramelli in zona Pietralata e quello di via Corinaldo nel quartiere San Basilio, intitolati rispettivamente a Gabriella Ferri e ad Aldo Fabrizi) e alla loro

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sopravvivenza. Le due strutture erano infatti accomunate dalla gestione affidata alla società Zètema fino allo scorso aprile, quando è scaduto l’appalto e hanno seguito sorti differenti: per il “Gabriella Ferri”  sotto la pressione di vari comitati (tra cui quello “Beltramelli – Meda” presieduto da Fabrizio Montanini) era stata accordata una proroga alla gestione Zètema, arrivata fino alla fine di dicembre (per poi terminare definitivamente) durante la quale le attività erano proseguite con spettacoli e altre iniziative. Al momento il centro “Ferri” è chiuso e le chiavi sono state date in consegna al Quarto Municipio. Al momento non ci sarebbero certezze sul destino della struttura e si starebbe creando una cordata di associazioni che avevano partecipato alle iniziative durante la gestione Zètema per poterne ottenere l’affidamento ma dall’amministrazione municipale non sarebbero giunte risposte al riguardo.  Per quanto riguarda il centro “Aldo Fabrizi”, ad aprile era passato in gestione alle Biblioteche di Roma ma i frequentatori notarono alcuni  cambiamenti negativi: la chiusura del punto ristoro annesso alla struttura, la riduzione degli orari di apertura e la cessazione delle attività per i bambini. La vicenda avrebbe allora spinto alcuni residenti a riunirsi in un“Comitato spontaneo cittadini di San Basilio” presieduto dalla signora Maria Verzola e che ha ricevuto il supporto del Comitato Beltramelli Meda. Dopo aver inizialmente svolto un presidio in orari di apertura, si è deciso gli ultimi giorni di dicembre di occupare il punto di ristoro giorno e notte per evitare che diventi terra di nessuno diventando l’ennesimo ritrovo di sbandati o zingari. Una nota “gialla” è stata aggiunta alla vicenda da un episodio che si sarebbe verificato ieri l’altro: alcune persone giunte sul posto avrebbero invitato gli occupanti a terminare ogni collaborazione con il comitato Beltramelli Meda, ricevendo però un rifiuto. Non si è fatta attendere la reazione dei due presidenti di comitato: «Presso la nostra occupazione – ha dichiarato Maria Verzola – ogni persona che viene a supportarci  è ben gradita e noi non chiediamo quale sia il suo colore politico. Fabrizio Montanini ha dato il suo personale contributo alla nostra apolitica battaglia senza mai esternare le sue eventuali bandiere politiche di riferimento, quindi non ci lasciamo intimidire da queste persone che vogliono politicizzare la nostra protesta». A sua volta Fabrizio Montanini ha aggiunto: «Non accettiamo che vengano contrastate quelle sane proteste di quartiere solamente perchè non ci sono i soliti colori politici» ricordando inoltre che si sta promuovendo «una raccolta alimentare presso l’occupazione per le famiglie indigenti del quartiere».
Alessandro Pino