
[ROMA] Sta avendo un enorme successo di pubblico la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” che si terrà fino al 27 marzo 2022 a Palazzo Braschi.
L’esposizione ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, sottolineandone il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi.
Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da oltre duecento opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna e dalla Klimt Foundation oltre che da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz.
Sono proposte al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I, Signora in bianco, Amiche I (Le Sorelle) e Amalie Zuckerkandl. Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa- che per la prima volta lascia la Klimt Foundation- e Ritratto di Signora.
Fanno da cornice ai grandi lavori del maestro austriaco, contribuendo al racconto del periodo della Secessione viennese, anche dipinti e sculture di artisti quali Josef Hoffman, Koloman Moser, Carl Moll e molti altri.
Esposte anche cartoline autografe che documentano i viaggi in Italia di Klimt, che visitò Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Ravenna coi suoi mosaici bizantini, Roma e il lago di Garda, cui si ispirarono alcuni suoi paesaggi: viaggi importanti per l’evolversi della sua ricerca creativa. Il passaggio di Klimt in Italia determinò anche una forte influenza sugli artisti italiani, come testimoniano le opere in mostra tra cui “Gli Amanti” di Giovanni Prini.
A curare l’illuminazione delle opere in mostra è Francesco Murano, tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia
Illuminare Klimt, specie quello successivo alla Secessione vuol dire fare i conti con l’oro che brilla nei quadri e in questo caso anche nelle dorature dell’allestimento ideato da BC Progetti. «E’ essenzialmente un problema di equilibrio tra il soggetto e la decorazione che lo circonda, entrambi protagonisti dell’opera di Klimt – spiega Murano – Anche in questo caso sono stati utilizzati dei sagomatori, speciali apparecchi capaci di circoscrivere la luce sull’opera ma sono stati sempre sfocati o sfumati con filtri diffusori per fare in modo che la luce sembrasse emanare dall’opera stessa».
“Klimt. La Secessione e l’Italia” è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.
Gli orari di apertura vanno
dal lunedì al venerdì dalle 10 allle 20 mentre sabato e domenica dalle 10 alle 22. Il 27, 28, 29 e 30 dicembre dalle 10 alle 22. Il 31 dicembre dalle 10 alle 14. La biglietteria chiude un’ora prima.
Chiuso il 1 gennaio.
Gli ingressi del Museo di Roma sono in piazza San Pantaleo 10 e piazza Navona, 2.
Alessandro Pino
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