Archivio | novembre, 2011

Occupato centro sportivo a Vigne Nuove: è l’ennesimo edificio abbandonato e inutilizzato da anni nel IV municipio – di Natascia Grbic

14 Nov

Sabato 12 novembre, alle 11 del mattino, gli attivisti di Horus Project insieme agli insegnanti della palestra popolare Valerio Verbano, studenti della facoltà di medicina dell’università “La Sapienza” e cittadini del IV municipio, hanno occupato il centro sportivo “Delle vittorie” in piazza Ennio Flaiano. La struttura, abbandonata da un anno, è pubblica ma gestita da una società privata.

Lo stato di abbandono in cui versa l’edificio è totale: porte e finestre rotte, corridoi e stanze invasi da ogni tipo d’immondizia. Scopo dell’occupazione è denunciare tutto questo e restituire lo spazio ai cittadini del quartiere. Abitanti che, si sono dimostrati molto contenti della messa in funzione da parte degli attivisti di quel posto.

Il “Delle vittorie”, ha iniziato da subito a “vivere”: già dal giorno seguente si sono riversati i bambini sui campetti e sono iniziati i tornei di calcio. Alle 11 del mattino, è stata indetta dal comitato un’assemblea pubblica. Presenti, esponenti politici dell’Italia dei valori, Action, Partito democratico e Sinistra e libertà.

Adesso, davanti al centro sportivo, è appeso uno striscione, che recita: “Lo sport è un bene comune – Speculazione e degrado fuori dal “Delle vittorie”. Attualmente, c’è un bando per l’assegnazione del posto, ma sembra che nessuno voglia prendersi in carico la sua gestione causa i grossi debiti che avrebbe lasciato la società privata che lo amministrava: questi, ammonterebbero, infatti, a circa un milione e mezzo di euro.

Domani ci sarà un incontro con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Mercoledì, invece, in largo Fratelli Lumieré, ci sarà una raccolta firme presso la sede del comitato di Vigne Nuove per aprire una vertenza con il comune di Roma.

 

Natascia Grbic

www.natasciagrbic.wordpress.com

Sottopasso ferroviario di via S. Antonio da Padova. Obsoleto, stretto, a senso unico. Ma il vero pericolo è l’inciviltà dei guidatori – di Alessandro Pino

14 Nov

divieto ben evidente....ma la macchina imbocca contromano

Chi vive a Settebagni o semplicemente la frequenta sa bene quali conseguenze abbia il vecchio sottopasso ferroviario di via Sant’Antonio di Padova sulla viabilità di tutto il quartiere: la galleria infatti è oramai inadeguata, troppo stretta per essere percorsa in entrambi i sensi di marcia e in attesa che venga sostituita da un nuovo manufatto (già preventivato più di una decina di anni fa, la cui realizzazione sembra prevedibile per le classiche calende greche) la segnaletica ne permette il transito solo ai veicoli provenienti dalla Salaria, vietandolo a quelli che devono raggiungere la consolare. Un bel senso unico ben segnalato, con tanto di cartello di divieto di accesso nel senso opposto. Per andare in direzione Roma centro bisogna quindi percorrere tutta la via dello Scalo di Settebagni fino al sottovia più grande della Salita della Marcigliana, raggiungere il tratto di Salaria interno al quartiere e percorrerlo a ritroso fino al Raccordo Salario – Settebagni. In tutto è un tragitto di quasi un chilometro che sicuramente costituisce una seccatura, una perdita di tempo, anche un consumo supplementare di carburante ma che non giustifica una sconsiderata abitudine ormai diffusa tra tanti, troppi conducenti, specialmente residenti nella strada in questione: quella di imboccare la galleria contromano sbucando nel tratto di via Sant’Antonio di Padova che costeggia la chiesa omonima, dove è consentito il doppio senso di marcia. Questo accade soprattutto la mattina presto o la sera tardi, quando il traffico è più scarso ed è meno probabile incontrare altri veicoli durante la pericolosa scorciatoia. Solitamente chi effettua tale manovra sa bene di essere in torto marcio e se si accorge che il tunnel è già impegnato in maniera regolare ha almeno la decenza di aspettare che questo si liberi. Recentemente invece si è raggiunto un nuovo gradino dell’inciviltà, come testimoniato in rete da Lara, una ragazza che vive da sempre nel quartiere. Secondo quanto riferito, un’amica di famiglia giunta con la propria automobile a tre quarti del sottovia, si è trovata davanti un anziano guidatore che entrando dalla parte vietata ha iniziato a inveire contro la la donna pretendendo che facesse marcia indietro cedendogli il passo perché “lui abitava lì e aveva il diritto di fare come gli pare”. L’individuo alla fine si è stufato convincendosi a innestare la retromarcia, ma è chiaro che se i due veicoli avessero proceduto ad andatura spedita (come accade spesso e volentieri) le conseguenze sarebbero state gravi. Vista anche l’assenza di controlli in tal senso da parte delle Forze dell’Ordine è facile immaginare che di questo passo qualcuno forse eviterà di andare incontro a una multa, non certo al paraurti di qualche furgone.

Alessandro Pino

Furto sventato nella notte alla Asl di via Lampedusa

14 Nov

Allertati da una telefonata che segnalava rumori sospetti provenenti dalla struttura asl Roma A di via Lampedusa,  i carabinieri del nucleo radiomobile di Roma hanno arrestato la scorsa notte due individui in flagranza di reato, che dopo gli accertamenti sono risultati essere cittadini moldavi di 32 e 33 anni, con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso.  La refurtiva, attrezzatura informatica ed elettronica, è stata recuperata per intero e restituita alla direzione.

Luciana Miocchi

Porta di Roma: fine settimana di prevenzione nello sport al centro commerciale – di Raffaella Paolessi

13 Nov

Di doping e di prevenzione nello sport spesso si parla solo in concomitanza con qualche fatto di cronaca eclatante. Da anni, però, il IV Municipio, grazie ad alcune strutture ospedaliere di punta, si impegna nel sensibilizzare il grande pubblico a queste problematiche. In tale ottica rientra la manifestazione “SportIVamente”,  organizzata dal Comitato di sostegno Roma 2020-IV Municipio, dalla casa di cura Villa Valeria e da Porta di Roma, con il patrocinio della Regione e del IV Municipio, la collaborazione di Radio Radio  e il contributo di varie associazioni sportive. La manifestazione si è aperta con il  convegno “La tutela dello sportivo: dal doping al recupero post-infortunio” organizzato da Villa Valeria, che ha proprio nell’ortopedia una delle sue punte di diamante. Per i visitatori non solo l’opportunità di avere corrette informazioni sugli effetti negativi del doping, ma anche la possibilità di avvicinarsi come spettatori e atleti ad alcune discipline, grazie alle esibizioni e ai tornei con iscrizione gratuita organizzati in vari spazi del centro commerciale. Per le società sportive presenti l’occasione di far conoscere le proprie attività anche per la presenza di allenatori e maestri in grado di rispondere alle domande del pubblico. Oggi si è svolta una esibizione di karate; domani, dalle 10 alle 19, un Galà di pugilato e arti marziali. Interessante anche la visita allo stand del Tasmania Corse ASD con esposizione delle moto e minimoto da corsa utilizzate dal team. Inoltre, in collaborazione con il Trauma Sport Center di Villa Valeria, sono stati istituiti all’esterno spazi per visite ortopediche e diagnostiche gratuite.

Raffaella Paolessi

Ottavo anniversario della strage di Nassirya

12 Nov

 

gli effetti dell'esplosione del 12 novembre 2003

Sono trascorsi otto anni dall’attentato alle basi militari italiane di Nassirya, città nel sud dell’Iraq, nel quale persero la vita ventotto persone – di cui diciannove di nazionalità italiana – e numerose altre rimasero gravemente ferite. Erano quasi le undici del mattino locali del 12 novembre 2003 quando  un autocarro pieno di esplosivo con a bordo due kamikaze  si diresse verso la base “Maestrale” dove era stanziata parte del contingente italiano impegnato nell’operazione di mantenimento della pace chiamata “Antica Babilonia”, seguita alla caduta del regime di Saddam Hussein. Per la reazione armata di uno dei carabinieri di guardia all’ingresso, Andrea Filippa, il pesante mezzo non riuscì a sfondare la barriera e saltò in aria sul cancello del complesso. La caserma – un edificio civile riadattato – riportò gravissimi danni e anche la non lontana base “Libeccio” venne investita da un’ onda d’urto che la lesionò in alcune parti. Delle diciannove vittime italiane diciassette erano militari di stanza nella base e due civili, il cooperatore internazionale Marco Beci e il regista Stefano Rolla che stava preparando uno sceneggiato sulla ricostruzione della città. L’attentato fu rivendicato da Al Qaeda. Alcuni giorni dopo, al rientro sul suolo italiano, i feretri vennero ospitati nella camera ardente allestita al Vittoriano. A differenza di altri funerali di Stato le esequie non vennero celebrate nella basilica di S. Maria degli angeli e dei martiri ma per motivi di spazio in quella di San Paolo fuori le mura il 18 novembre, con diretta televisiva e radiofonica. 

 La nazione sotto shock sembrò fermarsi. Venne proclamato il lutto nazionae. Venne poi il momento delle indagini, delle inchieste e anche delle polemiche: si mise in discussione la collocazione della base e il suo sistema di sicurezza, che, si disse, l’avrebbero resa più facilmente esposta al rischio di attacchi. Ci fu chi chiese subito il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq; successivamente persino i parenti delle vittime protestarono contro il conferimento ai loro congiunti di una onorificenza appositamente istituita, la Croce d’Onore, in luogo della Medaglia d’oro al Valor Militare. Fu anche chiamato pretestuosamente in causa anche il caso di Fabrizio Quattrocchi, la guardia di sicurezza privata trucidata in Iraq, alla cui memoria fu invece concessa la Medaglia d’oro al Valor Civile.

Alessandro Pino – Luciana Miocchi

 

11/11/11: #occupyeverything. Parte il countdown – di Natascia Grbic

10 Nov

Venerdì 11 novembre, sono previste una serie di manifestazioni in tutto il mondo. Scopo, protestare contro le politiche d’austerity attuate dai vari governi e richieste dalla Banca Centrale Europea come strumento per risolvere la crisi. La giornata di protesta è stata lanciata da chi, nelle scorse settimane, ha occupato a New York la borsa di Wall Street. La risposta è stata mondiale, e quel giorno vedrà dirigersi verso i luoghi della finanza quel 99% della popolazione che non ne può più di essere governato dall’1%. “We are 99%” è stato lo slogan delle proteste americane, ripreso poi da quelle italiane: con questo grido, infatti, sono scesi in piazza i “Draghi Ribelli”, movimento composito ed eterogeneo che il 12 ottobre ha rispedito al mittente la lettera dell’ormai ex governatore di Banca d’Italia, Mario Draghi, alla Bce. Con la campagna “occupiamobankitalia”, gli obiettivi dei manifestanti sono diventati altri: non più i palazzi del potere, considerati ormai vuoti e privi di ogni autorità decisionale, ma le istituzioni finanziarie. Le misure economiche che si stanno attuando in Europa non vengono decise dai governi e dai loro capi di Stato che, ormai, seguono solo i dettami della Banca Centrale Europea.Per questo, l’11/11/2011 alle ore 15, a Roma i Draghi Ribelli si troveranno davanti al Ministero dell’Economia e proveranno a sfidare l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno, che, dopo i fatti del 15 dicembre, ha vietato per un mese i cortei all’interno del I municipio. Sarebbe la seconda volta: il 3 novembre è stato impedito di manifestare agli studenti medi e universitari che volevano partire dalla stazione Tiburtina.«La giornata è stata lanciata a livello internazionale – dice Marco Iasci di Unicommon – Attraverso assemblee pubbliche noi draghi ribelli abbiamo costruito questo appuntamento a Roma. Andremo di fronte al ministero dell’Economia ormai commissariato dalla Bce dove lanceremo una caccia al tesoro. Ovvero, vogliamo sanzionare quei luoghi che sono simbolo della ricchezza di questo paese per riaffermare che le misure d’austerit0y colpiscono solo le fasce di popolazione già colpite dalla crisi. Segnaliamo con determinazione che l’unica manovra accettabile deve riguardare la tassazione sulle rendite e transazioni finanziarie».

Natascia Grbic

agguato in pieno centro. Cosa sta succedendo a Roma?

9 Nov

Attorno alle 23 l’ennesimo fatto sangue di una Roma violenta. Un uomo è stato ferito all’addome da alcuni colpi d’arma da fuoco a p.zza Nicosia in centro a Roma. Secondo alcuni passanti due uomini su uno scooter avrebbero esploso contro l’uomo,che scendeva da una Cinquecento nera,3 colpi di arma da fuoco.L’agguato si è verificato all’angolo con Via di Ripetta. Il ferito è stato portato via in ambulanza

11-11-11 Federica Baioni 4tet presenta in anteprima il videoclip di “un altro giro di giostra”

9 Nov
Federica Baioni

Scelgono una data particolare ed impegnativa per lanciare in anteprima il video di Un altro giro di giostra, singolo estratto dal fortunato cd “La vetrina delle vanità” (103 Edizioni Milano – Edel 2011). L’undici novembre Federica Baioni, Giuliano Valori, Maurizio Perrone e Dario Esposito saranno all’ex Cinema Teatro Preneste (Pigneto) a Generazione P. Rendez-Vous (via Alberto da Giussano 59). La clip, girata da una giovane crew di creativi romani composta dalla fotografa Margherita Angeli che ne ha curato la regia e dal giovane videomaker David Leonardi che ha realizzato immagini e montaggio, è stata interamente girata in un locale macchine dell’ex Lanificio Luciani a Pietralata, trasformato in una vera e propria “soffitta delle meraviglie” dove la protagonista gioca ironicamente cambiandosi d’abito ad ogni scena ballando e rovistando tra bauli, cappelli, abiti d’epoca, 45 giri in vinile, specchi e valigie. Mare e onde sono state riprodotte grazie alla tecnica d’animazione stop motion da Laura D’Antonangelo. Il risultato è un piccolo capolavoro di competenza, low cost e creatività tipico delle piccole  realtà creative indipendenti fuori dal mercato del cinema tradizionale. A seguire concerto dal vivo con il meglio della produzione  del gruppo jazz. Ingresso a sottoscrizione

(www.federicabaioni.com – www.amdcommunication.com)

Monte Sacro: un anno in un’auto con il suo cane dopo la perdita del lavoro e lo sfratto – di Alessandro Pino

9 Nov

Monte Sacro: un anno in un’auto con il suo cane dopo la perdita del lavoro e lo sfratto – di Alessandro Pino.

Monte Sacro: un anno in un’auto con il suo cane dopo la perdita del lavoro e lo sfratto – di Alessandro Pino

9 Nov

una piccola grande storia di amore e dignità

Marco ha intorno ai cinquant’anni e da circa uno a questa parte ha abitato assieme al suo cagnone Lucky in una vecchia Fiat Uno parcheggiata in una stazione di servizio a Monte Sacro, zona nord di Roma. Non è un profugo sceso da un barcone, anzi: in passato viveva sempre qui, in un quartiere piccolo-borghese, era socio in una agenzia immobiliare, prima ancora aveva gestito una galleria d’arte, girava con una Porsche e poi con una Smart. Poi, all’improvviso, come accade a volte, la sua vita è cambiata come forse non avrebbe mai immaginato. I guai sono iniziati con gli affari che andavano sempre peggio: «Abbiamo resistito fin quando abbiamo potuto – ricorda – abbiamo pagato tutti i creditori e siamo rimasti senza una lira». Poi sono arrivate altre mazzate: la scomparsa della madre con la quale viveva, che ha comportato anche la perdita della pensione percepita dalla donna e di conseguenza lo sfratto nel gennaio scorso: «Ho trovato i lucchetti con il cane dentro. Il proprietario di casa mi ha fatto prendere le mie cose e mi ha cacciato via». Gli rimangono solo il cane e la macchina che come se non bastasse un giorno si guasta fermandosi in via Val d’Aosta. Per andare a cercare lavoro è costretto a lasciare il cane da solo in macchina e qualcuno chiama la Polizia Municipale, perché quando si inciampa spesso è più facile trovare chi provi a calpestarti che non qualcuno che ti aiuti a rialzarti in piedi. «Quando con la mia compagna abbiamo preso Lucky stavamo abbastanza bene e non avremmo mai pensato di farlo ridurre in strada». A quel punto per evitare altri problemi interviene Riccardo, gestore di una pompa di benzina che si trova nella stessa via: conosce Marco da vent’anni e a differenza di parecchie persone che gli voltano le spalle lo aiuta facendogli parcheggiare la vettura sotto una tettoia del distributore. La modesta utilitaria diventa così la sua casa, perché dalla sua compagna non è possibile alloggiare per motivi di spazio e negli alloggi messi a disposizione per le persone disagiate non sono ammessi i cani: in Italia evidentemente è penalizzante essere affezionati a un animale e Marco a lasciare il suo amico non ci pensa nemmeno preferendo dividere con lui l’angusto abitacolo. Fatto, questo, che stride in modo assordante con l’infinità di storie di abbandoni anche per motivi futili che si sentono ogni giorno. Una vita così è difficile da raccontare, bisognerebbe provarla per rendersene conto: «L’inverno è stato davvero brutto, il momento peggiore è la notte». Per dirne una, quando piove entra l’acqua in macchina. Tirando avanti con un sussidio bimestrale di trecento euro fornito dal Quarto Municipio, nonostante tutto Marco cerca di non lasciarsi andare anche nella cura della persona pur con le difficoltà del caso, dato che quando non si ha più un alloggio diventa complicato anche ciò che nella quotidianità precedente sembrava scontato e anche farsi una doccia può diventare un lusso: «Andavo in un hotel qui vicino con la scusa di un caffè, usando il bagno per lavarmi e radermi». Tutto questo dura fino a pochi giorni fa, quando viene notato assieme a Lucky da una giornalista che scrive per Quattro Zampe, una rivista che si occupa – come si può intuire – di animali. Da quel momento il caso di Marco diventa popolare, rimbalza tra i media fino a portarlo in televisione, nei telegiornali e ospite a “Mattino Cinque”, trasmissione per presenziare alla quale deve andare in aereo a Milano e alloggiare in albergo, ospite della produzione: «Sembra assurdo ma forse non sono più abituato al letto: non ho chiuso occhio tutta la notte». Diventa insomma un personaggio proprio grazie al suo amico peloso, tanto che persino il sindaco di Roma Gianni Alemanno, venuto a conoscenza della sua vicenda lo riceve e si impegna a trovare un alloggio per lui e Lucky. Alla fine il sospirato tetto è arrivato, in un residence lontano da Monte Sacro ma pur sempre meglio di una vetusta automobile. Ora forse la vita può ricominciare davvero.
Alessandro Pino

Un nuovo comandante per i Carabinieri di Monte Sacro – di Alessandro Pino

9 Nov

Passaggio di consegne tra i Maggiori Luciano Soligo e Alessandro Di Stefano
Cambio della guardia al vertice della Compagnia Monte Sacro dei Carabinieri, dalla quale dipendono la stazione capoluogo (sede della Compagnia) di Talenti e quelle urbane di Fidene, Nuovo Salario, Città Giardino, San Basilio, Tiburtino III e Tor Sapienza: nei giorni scorsi il Maggiore Alessandro Di Stefano ha rilevato il comando dal pari grado Luciano Soligo che l’aveva guidata per quattro anni che ha assunto un nuovo importante incarico presso l’Ufficio Informatico del Comando Generale dell’Arma. Il comandante uscente, quarantacinquenne di Treviso, considera così il territorio del Quarto Municipio che ha avuto modo di conoscere a fondo: «Nonostante ci siano stati dei fattori che hanno costituito disagio per la popolazione, come i campi nomadi abusivi o la prostituzione sulla Salaria, questo è un territorio tranquillo. Anche nelle borgate come il Tufello, una volta ricordate come critiche, non succede più nulla, al massimo piccole rapine a farmacie e supermercati, ma queste cose accadono in tutta Italia».Un giudizio positivo, quello del Maggiore Soligo, al punto che date le premesse la sua conclusione non sorprende più di tanto: «Secondo me qui si vive bene. A me piace perché pur essendo città non ha il caos del centro. In questo mi ricorda Treviso, tanto è vero che sto valutando l’ipotesi di venire ad abitare a Monte Sacro».
Forse po’ più movimentati rispetto a quelli che si troverà ad affrontare, sono stati i contesti operativi da cui proviene il Maggiore Di Stefano. Trentasette anni, di Pavia, sposato con due figli, comandava in precedenza la Compagnia Messina Sud. Laureato in Giurisprudenza, ha frequentato il 177° corso Allevi Ufficiali dell’Accademia di Modena. In passato ha svolto missioni in Kossovo, Afghanistan (dove è stato due volte) e Irak. Il giorno della strage di Nassirya si trovava sul posto e non rimase coinvolto nell’esplosione della base solo per una di quelle circostanze che alcuni attribuirebbero al caso, altri al destino: «Volevo far portare un caffè al personale che si trovava di guardia. Il militare che era con me si accorse che era terminato e tardammo per procurarcene dell’altro». Sul compito che lo aspetta ha già le idee chiare: «Roma è una città in cui gli aspetti operativi e di pubbliche relazioni devono essere entrambi curati. Per di più, questa è una Compagnia le cui competenze sono variegate, comprendendo sia zone benestanti che aree difficili dal punto di vista della pubblica sicurezza. Quindi ci sono diverse esigenze da contemperare. In questo mi impegnerò per mantenere la linea del mio predecessore».
Alessandro Pino

sgombero a via Piombino

9 Nov

l’insediamento di via piombino era stato segnalato dalla popolazione all’indomani dello sgombero dell’accampamento abusivo sul greto del Tevere all’altezza del centro di prima accoglienza di via salaria. Il comitato di quartiere di Settebagni aveva chiesto di verificare alcuni movimenti sospetti nei pressi del capolinea del 135 e del discount di via Piombino. Un giro di controllo, un articolo sul periodico La Voce del Municipio nonchè una richiesta fatta direttamente per il tramite della presidenza del Municipio. Immediati i controlli di carabinieri e polizia municipale confermavano la presenza nel terreno recintato con lamiere tra la marana e la via piombino. C’è voluto quasi un mese per realizzare lo sgombero. Difficoltà dovute allo stabilire se trattavasi di area privata o pubblica. Il solito impiccio di Settebagni, diviso tra poche aree private, proprietà demaniali dei fossi, espropri risalenti alla costruzione della linea ad alta velocità, possedimenti di Fs. Alla fine la soluzione è arrivata attraverso una richiesta di intervento per motivi di sicurezza inoltrata dal consigliere municipale Marco Bentivoglio, Pdl, legato al territorio perchè qui è cresciuto e tutt’ora lavora. Intorno alle 15,30 del 7 novembre sono stati sgomberati circa 4/5 nuclei familiari, con presenza mista di nomadi e cittadini extracomunitari, di cui uno solo con lontani precedenti. All’indomani le lamiere di recinzione riportavano alcuni limitati segni di inizio di combustione. Nonostante ufficialmente li non dovesse esserci più nessuno sono arrivate alcune segnalazioni di presenze nell’area. Su Fb ricominciava il tam tam, con l’evocazione della rivolta di una ventina d’anni fa, quando il Comune di Roma aveva individuato l’area dell’ex campeggio come possibile accampamento dove indirizzare gli sfollati da monte Antenne. Intanto, il piano nomadi della Capitale sembra fermo e l’unica soluzione che viene applicata sono gli sgomberi delle aree più segnalate. Ma senza un passo successivo dell’amministrazione rimane un intervento palliativo, costoso ed in fin dei conti inutile, perchè tende e baracche vengono spostate di poco, da qualche parte devono fermarsi, è logica. Gli animi si fanno sempre più caldi, una soluzione condivisa non è più procastinabile

Pulizia tombini a Settebagni. Si poteva farla prima?

7 Nov

A seguito dell’inondazione del 2o ottobre scorso stamattina i comitati di cittadini di Settebagni, attraverso e con l’interessamento deil vice presidente del consiglio municipale Riccardo Corbucci, Pd, presentavano un esposto all’ufficio tecnico sulla situazione precaria delle caditoie di via Salaria e delle vie interne del quartiere. Al momento della consegna il consigliere veniva informato che sul posto già si trovava una squadra impegnata a pulire i tombini della Salaria e che il lavoro sarebbre proseguito su via delle Lucarie. Quindi, non c’era bisogno di prendere nulla. Si rammenta che già una raccolta firme venne presentata all’indomani dell’inondazione di quest’estate.

Possibile che simili lavori di manutenzione si facciano soltanto quando scatta l’emergenza? Non costerebbe meno alle casse pubbliche programmare ed attuare una seria politica di lavori di mantenimento? A volte pare davvero difficile credere che tutto venga solo dalla crisi, essendo questa una situazione che si trascina da anni.

Luciana Miocchi

7 Nov
7 Nov

Pulizia tombini a Settebagni. Si poteva farla prima?

7 Nov

Pulizia tombini a Settebagni. Si poteva farla prima?.

Attaccano manifesti contro la mafia, vengono aggrediti. Capogruppo Pd del Municipio e quattro Giovani democratici finiscono all’ospedale

3 Nov

Attaccano manifesti contro la mafia, vengono aggrediti. Capogruppo Pd del Municipio e quattro Giovani democratici finiscono all’ospedale.

Attaccano manifesti contro la mafia, vengono aggrediti. Capogruppo Pd del Municipio e quattro Giovani democratici finiscono all’ospedale

3 Nov

E’ accaduto questa notte, mentre attaccavano manifesti contro la mafia in zona via delle Valli, dove alcuni mesi fa fu un gruppo di attivisti di Casapound occcupò il palazzo lasciato vuoto dall’Enel. Quattro ragazzi dei giovani democratici e il capogruppo del Pd in consiglio municipale, Paolo Marchionne, sono stati aggrediti da una dozzina di individui armati di bastoni e spranghe. Notizie più precise ancora non se ne hanno, se non che le vittime sono state trasportate parte al policlinico Umberto I e parte all’ospedale Sandro Pertini