Archivio | agosto, 2012

Un cassonetto vi sorveglierà: la nuova raccolta differenziata parte dal Quarto Municipio – di Alessandro Pino

27 Ago

(pubblicato su http://www.di-roma.com)
Il Comune di Roma Capitale e l’Ama hanno intenzione di diffondere il più possibile in tutta la città la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti, da svolgersi con modalità innovative rispetto a quanto fatto finora: si parla anche di “ cassonetti intelligenti” attivabili con un tesserino magnetico individuale, in modo da arginare il fenomeno del rovistaggio da parte di nomadi. L’assessore capitolino al’Ambiente Marco Visconti ha annunciato che per mettere a punto il nuovo sistema, in partenza da novembre e che dovrebbe raddoppiare in due anni la quota di rifiuti da riciclare, è stato scelto il territorio del Quarto Municipio, ritenuto più adatto di altri per più motivi: sia dal punto di vista logistico, per la presenza dei centri di raccolta di rifiuti speciali (le cosiddette isole ecologiche in zona Bufalotta e Ateneo Salesiano) e del deposito automezzi di via Salaria, annesso al controverso impianto per la preparazione di combustibile ottenuto da rifiuti. Altre ragioni che avrebbero determinato la scelta del Quarto Municipio per la sperimentazione del nuovo sistema sarebbero – così si legge nei lanci di agenzia – la “bassa densità abitativa” e l’essere caratterizzato da “edifici piccoli” adatti alla raccolta porta a porta e dotati di “ampi spazi condominiali” (caratteristiche che sinceramente non sembra di riscontrare con tale evidenza) oltre al fatto che in alcuni quartieri come Sacco Pastore già da tempo si è cercato di introdurre una sorta di “differenziata spinta” con la scomparsa dei cassonetti per i rifiuti organici, che vanno consegnati in orari fissi agli operatori Ama. Proprio quest’ultima modalità alla prova dei fatti – come si vede nelle immagini – si era dimostrata controproducente perché in molti, non avendo modo di trovarsi sul posto negli orari convenuti, lasciavano i sacchetti dell’umido proprio a fianco dei cassonetti della raccolta differenziata. Di questo devono averne preso atto nella “stanza dei bottoni” e per l’appunto sembra che debbano tornare i grandi secchioni per i rifiuti non riciclabili, seppure nella versione tecnologica dotata di lettore di schede magnetiche – una sorta di Grande Fratello orwelliano dell’immondizia. Entusiastiche dichiarazioni sono state rilasciate dagli amministratori interessati: Salvatore Cappello e Piergiorgio Benvenuti, rispettivamente ‘amministratore delegato e presidente dell’Ama, hanno espresso “grande soddisfazione”, mentre Andrea De Priamo, presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, ha parlato di una «rivoluzione in grado di avvicinare Roma al modello “rifiuti zero” già sperimentato con successo a San Francisco». Secondo Cristiano Bonelli, presidente del Quarto Municipio, il fatto che il nuovo modello verrà sperimentato sul territorio da lui amministrato è «grande motivo di orgoglio» e gli abitanti del Municipio sapranno certamente accoglierne le novità. Sarà, ma di fronte a tutto questo sfoggio di ottimismo tecnologico la prima immagine che viene in mente è quella della classica signora ultraottantenne che guarda perplessa una specie di carta bancomat davanti a un “cassonetto intelligente” – magari vandalizzato – chiedendosi che cosa debba farci: in fondo voleva solo buttare via un sacchetto di immondizia.

Alessandro Pino

Roma IV Municipio: l’asilo nido Castello di Gelsomina chiuso perchè insalubre viene assegnato all’associazione ViviCastello

5 Ago

(articolo pubblicato su http://www.di-roma.com)

L’asilo nido fu chiuso perchè insalubre, ora i locali vengono affidati, senza lavori, temporaneamente ad un’associazione perchè vengano fruiti dalla popolazione. Guerra di comunicati stampa, solito pasticcio alla romana.

Giovedì 2 agosto, con una memoria di giunta firmata dal presidente del Municipio Cristiano Bonelli, un assessore assente – Francesco Filini, dei servizi sociali e scuola, quindi il competente per materia – un voto contrario, quello dell’assessore Rizzo, tre a favore, i locali dell’asilo nido “Castello di Gelsomina” sono stati assegnati “in via temporanea” all’associazione Vivi Castello, perché questa li utilizzi come «luogo di aggregazione dei cittadini di tutte le fasce d’età e per la realizzazione di iniziative culturali, eventi, laboratori volti a migliorare il quartiere e a promuovere il miglioramento del benessere di tutti i cittadini» (leggi qui l’estratto della memoria di giunta). Raggiunto telefonicamente il presidente della commissione scuola , Emiliano Bono, questi ha detto di non essere al corrente delle modalità che hanno portato all’assegnazione,perché lui come commissione non ha partecipato attivamente ai lavori che hanno portato all’emanazione del documento e di non avere potere di assegnare alcunché, perchè quella è una prerogativa della sola giunta.

L’asilo venne chiuso con una decisione presa a seguito di un documento stilato da un pediatra della Asl (leggi la nota del dirigente asl rmA), che chiedeva di prendere provvedimenti per l’umidità risalente, che obbligava in inverno ad accendere stufe elettriche supplementari e che allo stato i luoghi non erano idonei alla permanenza dei bambini. Però il dirigente del IV Distretto della Ausl RmA, Carlo Cristofanelli aveva chiarito di non essere responsabile della chiusura del nido perché a dover decidere in merito è sempre il Comune di Roma.

Ora però, seppur in via temporanea, la stessa struttura viene affidata ad un’associazione – il cui presidente è anche presidente del Comitato di quartiere di Castel Giubilieo, espressosi negativamente circa la chiusura del nido mentre ora sembra che ne usufruirà, a leggere la memoria di giunta – perché venga utilizzata e frequentata da “tutte le fasce d’età”. Si presuppone per evitarne il degrado, la chiusura e l’occupazione. Per raggiungere lo scopo dovrà essere sempre presidiata ed utilizzata, si suppone ancora. Quindi, se era malsano per operatori e bambini ora non lo sarebbe per volontari ed utilizzatori. Se era così nocivo, deve rimanere precluso alla fruizione anche ora, limitandosi l’assegnazione alla custodia esterna. Se nocivo non è, tanto da poter essere utilizzato, allora non era necessario chiuderlo e al quartiere non andava sottratto un servizio, sostituito si con un altro ma distante e soprattutto non raggiungibile con i mezzi pubblici dalla stessa utenza di prima.

Nel merito, nessuno sa quanto sarà temporanea questa soluzione. Infatti, nel bilancio preventivo triennale del Municipio non vi è traccia di stanziamento alcuno per i lavori all’asilo nido Castello ed il patto di stabilità impedisce gli investimenti, cioè spendere per una manutenzione straordinaria quale quella che dovrebbe essere fatta sulla struttura. La notizia è confermata anche dagli uffici tecnici.

In una nota, Riccardo Corbucci, consigliere Pd che già si era occupato della vicenda dichiara “Finalmente appare evidente quello che abbiamo sempre denunciato. L’asilo nido di Castel Giubileo è stato chiuso, su richiesta esplicita della dirigente scolastica, che ha voluto prendere possesso del nuovo asilo nido di via Cerusico, penalizzando i cittadini di Castel Giubileo e Settebagni. Bonelli non soltanto ha consentito la chiusura di un servizio essenziale per i cittadini, ma ha avuto anche l’ardire di consegnare pochi giorni dopo quella struttura ai soliti amici, dimenticandosi che se gli ambienti fossero davvero insalubri, lo sarabbero ovviamente per tutti”.

Ci si preoccupa del benessere e della salute dei bambini, insomma. Per l’aumentato numero di bronchiti e mal di gola nella struttura di Castel Giubileo si è pensato di chiudere e trasferire tutti nel nuovo edificio di via di casale Redicicoli. Per la scuola dell’infanzia Giovanni Paolo I e i bambini che la frequentano non si è dimostrata la stessa solerzia, nonostante la dirigenza scolastica sia la medesima. Oltre che ai muri fradici per un tubo rotto, al piano di sopra, proprio a fianco di aule utilizzate per la didattica vi sono stoccati dei resti di eternit (vedi qui le foto). Con le finestre perennemente aperte, probabilmente per abbassare la possibile concentrazione di polveri nocive nell’ambiente, disperdendole però all’esterno, dove ci sono i giardini utilizzati dai bambini.

In serata le repliche del presidente del Municipio, Cristiano Bonelli sono state affidate ad una nota diffusa dall’agenzia stampa Omniroma: “La decisione di chiudere l’ asilo Gelsomina di Castel Giubileo è stata presa dopo certificati rilasciati dalla Asl, dall’Ufficio Tecnico del IV Municipio e dopo aver approfondito accuratamente insieme alla dirigente scolastica, alle maestre e ai genitori dei bimbi ospiti della struttura tutte le problematiche e le eventuali conseguenze di tale coraggiosa scelta. Un processo di condivisione, quindi, che ha raccolto i pareri dei tecnici, dei medici del personale e soprattutto dei genitori che, dopo due assemblee, hanno accettato il trasferimento in una nuova struttura non distante da Castel Giubileo. Tutto ciò per chiarire e tirare fuori la verità che evidentemente qualcuno, per un minuto di visibilità , evita di dire. Assegnarlo alle realtà locali vuol dire riconoscere il ruolo attivo ed iI  radicamento che hanno nel territorio le associazioni, il locale comitato di quartiere e, tra le richieste ricevute, anche  la banda musicale del confinante quartiere di Settebagni: tutto questo con l’ obiettivo di non lasciare nell’  abbandono una struttura che manterrà la destinazione scolastica, per dar modo all’ amministrazione di finanziare il nuovo asilo.

Di vergognoso non c’è veramente nulla, anzi c è la volontà di nonlasciare una struttura in mano ad eventuali male intenzionati (come occupanti) o nel degrado e nell’  abbandono”. Lo dichiara in una nota il presidente del Municipio IV Cristiano Bonelli. “Inoltre, si tratta di una assegnazione temporanea che non prevede la presenza prolungata (ci dormivano) dei piccoli, come accadeva fino all’ anno scorso. Inoltre, in questo modo ci sarà la possibilità di sviluppare dentro la struttura attività di aggregazione; una assegnazione di locali pubblici assolutamente gratuita che potrà quindi tutelare l’ immobile e che è identica a quella fatta alcuni anni fa dalla passata amministrazione municipale in quella che oggi è la sede del Municipio a via Fracchia, quando il consigliere del Pd era in maggioranza e presidente di commissione. Infine ci piacerebbe sapere se il Consigliere del PD che spaccia come vergognosa una normale ed opportuna assegnazione temporanea alle realtà locali, abbia mai condiviso questa sua posizione visto che il gruppo del quale fa parte ha, in più occasioni, avallato ( seppur non formalmente) la scelta di chiudere l’ asilo. E’ ormai noto l’  isolamento nel quale opera il Consigliere municipale che non perde occasione di dichiarare cose o fatti lontano dalla linea del suo stesso gruppo”, aggiunge il presidente della Commissione Scuola del IV Municipio Emiliano Bono (Pdl).

Per la cronaca e per tutti quelli che non seguono troppo assiduamente le vicende politiche di piazza Sempione, il consigliere a cui si fa riferimento senza citarlo è proprio Riccardo Corbucci.

Pronta la replica del Pd locale, con una nota pubblicata dall’agenzia Dire: “Il Partito Democratico é da sempre contrario alla chiusura dell’asilo nido “Il castello di Gelsomina”, figuriamoci dopo aver scoperto che i locali, secondo Bonelli, non sarebbero salubri per i bimbi dell’Asilo, ma sono invece perfetti per tutte le fasce d’età dell’associazione ViviCastello, una delle realtà a cui sono stati assegnati i locali, ovviamente senza alcun bando di evidenza pubblica” lo dichiarano in una nota Claudio Ricozzi, presidente del Pd del IV municipio e Fabio Dionisi, vicepresidente della commissione lavori pubblici. “La decisione di Bonelli non ha alcun valore legale perché non spetta al municipio chiudere l’asilo nido ed assegnare locali comunali” spiegano i membri del Pd “per questa ragione interesseremo Roma Capitale e faremo tutto quanto in nostro potere per non togliere un servizio al territorio. Circostanza contestata persino da pezzi della maggioranza che si sono espressi negativamente su questa decisione”. Intanto nei bar del quartiere già si parla di un esposto alla Procura della Repubblica.

Luciana Miocchi

l’asilo nido Castello di Gelsomina e la scuola dell’infanzia Giovanni Paolo I

4 Ago

memoria2agosto memoria di giutna che assegna all’associazione ViviCastello, in via temporanea, i locali prima occupati dall’asilo nido Castello di Gelsomina.

Qui invece, le foto sulla presenza di amianto nella scuola dell’infanzia Giovanni Paolo I

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Roma Capitale abbandonata: Gregna Sant’Andrea e il sottopasso della vergogna

3 Ago

Essere costretti a una quotidiana immersione nel degrado scendendo nei sottopassi che collegano le sponde di un quartiere attraversato da quel fiume di veicoli che è il Raccordo Anulare: è quanto accade ai residenti in zona Gregna Sant’Andrea, quadrante sud est della città, Decimo Municipio del Comune di Roma Capitale. I camminamenti in questione sono quelli di via Michele Migliarini, via Lucrezia Romana e via Pietro Crostarosa: da circa un anno e mezzo si trovano in condizioni indecenti perché nessuno viene a pulire i rifiuti qui lasciati dai troppi incivili che li hanno scambiati per immondezzaio. Le immagini sono eloquenti e documentano quel disgustoso campionario già visto in situazioni analoghe, ammorbato per giunta – così testimonia la lettrice che ha inviato le foto – dai miasmi rivoltanti delle deiezioni umane sparse dappertutto.  Se si aggiunge a questo che la galleria di via Migliarini è completamente al buio e che i sottopassi sono frequentati da un gruppo di zingari occupante una villa disabitata che sorge nei pressi, ben si comprende l’urgenza di un intervento di risanamento che però non sia occasionale. Ma chi dovrebbe occuparsene? Le informazioni ricevute dalla lettrice presso Ama e Comune chiamano in causa l’Anas, alla quale ha dunque mandato una mail con allegate parte delle immagini qui presentate. Al momento però la pratica sarebbe sospesa. Sembra dunque dura a morire l’abitudine italiana a lasciare fuori controllo sacche di imbarbarimento e potenziale pericolo, almeno fin quando non avviene qualcosa di eclatante, drammatico, tragico. Sarebbe allora il caso  di intervenire prima, invece che installare una lapide commemorativa dopo. Il caso di Giovanna Reggiani dovrebbe aver avere insegnato qualcosa. Dovrebbe, appunto.

Alessandro Pino