
[ROMA] Torna sul palcoscenico del Teatro Trastevere la compagnia Hangar Duchamp con “Capitano Ulisse“, terzo capitolo del progetto Trilogia dell’Avanguardia che qui è stato ideato e sviluppato, con la regia di Andrea Martella e interpretato da Flavio Favale, Simona Mazzanti, Vania Lai, Giorgia Coppi, Martina Brusco, Walter Montevidoni, Vincenzo Acampora.
Dopo aver affrontato il dadaismo con “Il Cuore a Gas” di Tristan Tzara e il surrealismo con “Le Mammelle di Tiresia” di Guillaume Apollinaire, “Capitano Ulisse” è un salto senza reti di protezione nella metafisica di Alberto Savinio.
Si tratta di un testo scritto nel 1925 e rappresentato per la prima volta nel 1938 considerato minore tra gli scritti di questo prolifico autore, in cui Ulisse è un uomo sfinito, svuotato, un antieroe impossibilitato a tenere in mano la sua vita soprattutto sentimentale, diviso nel rapporto con donne che gli sembrano la stessa persona
La regia di Andrea Martella proietta l’azione nella mente del protagonista, rappresentata come una prigione di massima sicurezza in cui Circe, Calipso e Penelope sono rinchiuse nell’incubo ricorrente di un uomo disturbato e preda di un caos psicologico alimentato anche da altri abitatori dei suoi vaghi ricordi, dalla Dea Minerva ai marinai della sua nave. Il contatto col pubblico avviene attraverso il personaggio dello spettatore.
Spiega il regista: «Appena ho letto il testo, mi è sembrato da subito che la mossa iniziale di Savinio sia stata quella di prendere un eroe e di recidere con un colpo netto e deciso la stessa motivazione per essere eroe, l’essenza del suo eroismo: quello che rimaneva era “semplicemente” una persona, nella sua complessità e nelle sue quotidiane e private incertezze. L’essenza della fama di Ulisse risiede non tanto nella sua forza fisica, quanto nella sua intelligenza, nella sua furbizia, nella sua capacità di stratega e anche di improvvisatore di fronte al pericolo e all’imprevisto, ma il senso del suo eroismo è da cercare nell’azione più forte che un essere umano possa compiere: l’amore. Infatti è proprio l’amore per Penelope a guidare il suo viaggio da Troia a Itaca. Savinio, cancellando con una mossa astuta e teatralmente ingegnosa il ricordo o meglio la coscienza di quell’amore, di fatto annulla il personaggio stesso di Ulisse così come siamo abituati a conoscerlo e ci mostra un nuovo Ulisse, un capitano che non è più a capo di nessuno, neanche di se stesso, precipitato in un mondo onirico che appare più un incubo che un villaggio incantato. Per questo (e per dare continuità con i primi due capitoli della trilogia dell’avanguardia) ho deciso, con molta sofferenza, di ridurre il testo originale, trattenendo solamente il nucleo relativo al rapporto tra Ulisse e le tre donne della sua vita, epicentro emotivo di tutta la sua avventura».
“Capitano Ulisse” va in scena dal 6 al 9 aprile alle 21 e il 10 aprile alle 17:30.
Il Teatro Trastevere si trova in via Jacopa de’ Settesoli, 3. É prevista la tessera associativa ed è consigliata la prenotazione. Per informazioni info@teatrotrastevere.it o telefonare allo 065814004.
(A cura di Alessandro Pino)
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