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I monopattini elettrici hanno cotto il razzo

10 Mar

È ora che qualcuno lo dica urbi et orbi: i monopattini elettrici hanno cotto il razzo assieme a chi li utilizza in un modo criminale e a chi ha promosso e permesso il diffondersi di quella che viene propinata per una mobilità dolce, una mobilità sostenibile, una mobilità intelligente, una mobilità ecofriendly, una mobilità smart ma che in realtà è solamente una cosa: una mobilità stronza che ha messo in grado dei pedoni arroganti di correre in mezzo alla strada alla velocità di una macchina. Una iattura che da sola costituisce la cifra interpretativa dei tempi beceri e dissennati che ci troviamo a vivere.

Ciò che accade notte e giorno sulle strade e sui marciapiedi di Roma (ma a quanto pare non succede diversamente in altre metropoli) è sotto gli occhi di tutti: nove volte su dieci questi trespoli vengono guidati in totale spregio delle norme del Codice della Strada e prima ancora del buon senso, fottendosene (pardon) di semafori rossi, precedenze, sensi di marcia, zigzagando anche contromano, sorpassando a destra, senza nemmeno avere il buon gusto di rendersi visibili indossando una casacca fluorescente per farsi vedere nelle ore di buio, dal momento che quasi sempre chi sta in piedi su questi trabiccoli con posa da auriga nella corsa di Ben Hur si veste rigorosamente in tinte scurissime, non sia mai una possa vederli e tenersene alla larga (sempre che non siano loro a venirti addosso). Tutto questo ovviamente senza assicurazione sulla responsabilità civile.

Vogliamo poi parlare-nel caso di quelli a noleggio- dello scempio che viene fatto dei marciapiedi da chi li abbandona qua e là, spesso sbracati a terra come birilli del bowling, dovendo fare lo slalom? Stanno lì accasciati coi loro lumini verdi tipo ostacoli dei quattrocento metri o della Spartan Race.

Ma forse il fatto è che troppa gente si comportava da cotenna anche prima: probabilmente erano gli stessi dei Suv parcheggiati a stracazzo cui ora è stato solo dato un nuovo modo di esplicitare la propria incivile e pericolosa strafottenza.
Alessandro Pino

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