
[ROMA] Da decenni e fino a questa mattina un pino aveva svettato affacciandosi dal giardino del locale complesso scolastico su via Dello Scalo di Settebagni e sulla ferrovia adiacente. Ogni giorno aveva augurato buon lavoro ai cari scolari quando arrivavano non proprio festanti, onusti (che parolona, eh, si vede che lo scrivente è l’aureato!) delle cartelle colme di libri, quaderni, diari e astucci, in tempi più recenti con trolley al seguito formando un autotreno umano. Ai medesimi augurava buon pranzo- molto prima che lo facesse Papa Francesco- al momento di far ritorno tra le care mura domestiche. Parimenti rivolgeva il buon viaggio ai passeggeri dei treni espressi, rapidi, pendolini, freccerosse e itali vari che transitavano sulla strada ferrata antistante, mentre ai meno fortunati ed elitari frequentatori dei convogli locali inviava idealmente un incitamento a resistere in quei carri bestiame. Sometimes lasciava in munifico dono una bella pigna sull’imperiale di qualche utilitaria parcheggiata al di sotto i suoi rami lasciandovi duraturo ricordo almeno fino al l’intervento di un carrozziere. Tutti questi ricordi che andranno persi come lacrime nella pioggia (citazionissima da fazzoletti) sono ormai finiti in questa triste mattina di un 18 gennaio di bruma invernale perchè il caro Pino di Settebagni, divenuto icona del luogo al pari di quello più celebre delle cartoline col Vesuvio e il Golfo di Napoli, è stato tagliato, asseritamente per motivi di sicurezza. È una di quelle notizie che lasciano abbattuti, con un senso di sradicamento, un po’ come quando al lavoro tagliano il tuo ramo d’azienda e vieni segato, licenziato in tronco magari con l’accusa di avere le pigne in testa anche se avevi mangiato la foglia. Addio, caro Pino di Settebagni. (Sgrat sgrat sgrat).
Alessandro Pino
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