Andrea Lepone, giornalista classe 1995, ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato “La notte degli angeli”, sotto l’egida della casa editrice Aracne. Per il giovane scrittore romano, già autore delle raccolte di poesie “Poesie di una mente silenziosa” (Kimerik) e “Riflessioni in chiaroscuro” (La Macina Onlus), si tratta dell’esordio nel mondo della narrativa.
Andrea, come nasce questo tuo primo romanzo?
Il romanzo affonda le proprie radici nelle mie molteplici passioni letterarie e cinematografiche. Ho cercato di fondere e rielaborare, in chiave personale, diversi generi, dal thriller al noir, passando per il poliziesco.
A cosa si deve la scelta di questo titolo, “La notte degli angeli”?
L’intera storia si svolge nell’arco di una sola notte, fatta eccezione per il breve prologo iniziale, mentre gli angeli sono il simbolo di quell’inaspettato processo catartico a cui sono sottoposti i protagonisti del romanzo.
All’interno del libro ci sono molte riflessioni di stampo esistenzialista… quella per la filosofia è un’altra passione che ha influito in modo decisivo sulla stesura del tuo romanzo?
Diciamo che non volevo tagliare completamente i ponti con il passato. Il tema dell’esistenzialismo ha da sempre caratterizzato la mia produzione poetica, non volevo rinunciarvi. Inoltre, penso che quei passaggi filosofici conferiscano maggiore umanità a tutti i personaggi che animano il romanzo.
Leggendo “La notte degli angeli”, si notano subito sia la brevità dei vari capitoli, venti in totale, che i continui cambi di prospettiva dell’io narrante… sono elementi che pensi di riproporre in futuro, magari in altre opere?
Ammetto di essere un amante della narrazione in prima persona, credo che sia una tecnica estremamente comunicativa, perciò non mancherò di riproporla anche in futuro. Per quanto concerne la struttura del libro, e quindi i suoi capitoli, il discorso è un po’ diverso, bisogna capire quale impostazione funziona meglio per una determinata storia.
Cosa non deve mai mancare in un tuo romanzo?
Senza dubbio la suspense. Il mio obiettivo è quello di stupire e far appassionare il lettore ad ogni pagina del libro.
Gli autori a cui ti ispiri?
Ammiro in modo particolare la fluidità narrativa di Stephen King e Clive Cussler.
Nessuno scrittore italiano?
Apprezzo molto le opere di Alessandro Baricco e Donato Carrisi.
Ti piaceva scrivere già durante l’infanzia?
In realtà da bambino ero più un lettore che uno scrittore. Mi piacevano molto i classici del fumetto italiano, Dylan Dog e Diabolik su tutti, poi mi sono appassionato alla serie letteraria “Piccoli brividi” e ai suoi simili.
Poesia o narrativa, quale genere è più complesso?
Personalmente, ritengo più complesso il mondo della narrativa. Ci sono regole e scalette da rispettare, mentre la poesia ti lascia inevitabilmente maggiore libertà.
Hai qualche progetto in cantiere?
Sto già scrivendo un nuovo romanzo, questa volta di genere fantascientifico. E sto lavorando all’apertura di una piccola casa editrice e di un giornale online, sono sempre stati i miei sogni nel cassetto.
Mitico Andrea! È anche una bella persona.
"Mi piace""Mi piace"