Nadia aveva compiuto quarantaquattro anni da pochissimi giorni e suo figlio Francesco a settembre sarebbe andato in terza elementare. Lei gestiva con il marito un negozietto di frutta e verdura a Tor Lupara – centro abitato di oltre ventimila abitanti facente parte del comune di Fonte Nuova, appena fuori Roma – aperto sulla Nomentana dal padre tanti anni

prima quando ancora non ci abitava quasi nessuno. La famiglia era originaria di Amatrice e lì avevano ancora una casa dove trascorrevano le vacanze, come tante altre persone che vivendo e lavorando altrove tornavano per le ferie in quello che fino alla notte del 24 agosto era un paese inserito tra i cento borghi più belli d’Italia, famoso nel mondo perchè vi ha avuto origine un piatto di pasta. Nadia e Francesco sarebbero rientrati a Tor Lupara per settembre e invece sono morti sotto le macerie di quella casa, crollata come quasi tutto il paese.

Maurizio ha un bed and breakfast in provincia di Rieti, nel programma che di solito propone ai suoi ospiti c’è anche un tour in fuoristrada nei dintorni: fuoristrada di quelli seri, non quelli finti per fare scena fuori il bar alla moda, per capirci. Stavolta la jeep l’ha usata per un giro ben poco piacevole, portando soccorsi tra i paesi colpiti, anche se in alcuni posti tutte le vite erano state spezzate ed era rimasto ben poco da fare. Riferisce che c’è bisogno di coperte, pannolini, derrate alimentari, prodotti per l’igiene, batterie stilo e ministilo e gasolio.
Alessandro Pino
(si ringrazia per le foto Maurizio Sallusti)
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