Alcuni mesi or sono, quando il sottopasso e le banchine della stazione Fs Nomentana (a metà tra il Terzo e Secondo Municipio della Capitale) furono decorati da un gruppo di artisti di strada per iniziativa della Rete Ferroviaria Italiana e della associazione di protezione civile Nsa Roma Nord, promotrici del progetto “Arte in stazione”, furono molti a
esprimere il proprio gradimento. Si sperava che per una sorta di codice d’onore della categoria i murales rimanessero integri senza venire imbrattati dal solito campionario di scarabocchi. Così non è stato: qualche teppista armato di pennarelli, favorito dall’assenza di sorveglianza efficace, ha rovinato tutto in un delirio di insulti e frasi derisorie. In un primo momento Rfi voleva coprire tutto in modo tombale imbiancando nuovamente le pareti. Francesco Galvano, vicepresidente del Nucleo Sicurezza Ambientale, comprensibilmente furibondo con i barbari è riuscito per ora a salvare
parte dei disegni che saranno ripristinati dagli stessi autori. Altri sono rovinati irreparabilmente e verranno coperti. Si dirà come sempre che la vigilanza privata costa troppo ma anche riparare i danni alle cose è una spesa ma soprattutto, se ha via libera il vandalismo lo stesso può valere per le aggressioni alle persone.
Alessandro Pino
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