Archivio | agosto, 2011

Puzza a Villa Spada? Saranno mica scorreggine?

31 Ago

Si è costituito perfino un comitato di residenti, nel tentativo di trovare una soluzione al tanfo che da qualche mese è peggiorato al punto tale da impedire di aprire le finestre . Da un articolo su Repubblica si è venuto a scoprire che la Procura indaga da tempo sulla questione, che sono stati fatti almeno quattro esposti. Tutti ad oggetto impianto Ama di Via salaria 981. Qui si trasporta la spazzatura e la si tratta per farla diventare combustibile da cui ricavare energia.

 

Costruzione e messa in funzione, in verità, sono avvenute nel silenzio generale, anzi, finchè non si sono cominciate a diffondere tutta una gamma di fragranze più o meno putrescenti e la popolazione limitrofa non ha manifestato disturbi respiratori e di lacrimazione, i più ignoravano perfino l’esistenza di un simile impianto, mentre tutti conoscono bene il depuratore che si trova dietro l’aeroporto dell’Urbe da una trentina d’anni, che quando il vento tira in direzione Colle Salario fa sentire, anche se in maniera discreta, la propria presenza.

 

Il gruppo facebook “Quelli che abitano a Villa Spada” ha ottenuto anche una risposta da parte della polizia municipale :

“Salve, abbiamo ricevuto la Sua segnalazione, La informiamo che dal 2010 è in corso un procedimento penale che riguarda l’attività di compostaggio dei rifiuti trattati dallo stabilimento AMA di Via Salaria n. 981, per il quale sono state eseguite attività di indagine da parte di questo Comando.
Si rende noto che a partire dal mese di luglio di quest’anno, sono pervenute ex-novo numerose segnalazioni riguardanti il disagio provocato dalle esalazioni e che questo Comando ha richiesto, con nota n. 55601 dell’08/08/2011, sia alla ASL RM/A SISP che all’ARPA LAZIO, gli opportuni interventi di competenza.
In data 09/08 c.a., l’ARPA LAZIO comunicava a questa U.O., di aver inoltrato gli esposti alla Regione Lazio e di aver presenziato nel mese di luglio alle attività di prelievo del biofiltro dell’impianto del quale è in attesa di riscontro. Tutte le segnalazioni, ivi compresa la nota dell’ARPA LAZIO, sono state altresì inoltrate alla Procura della Repubblica in attesa di ulteriori disposizioni.  F.P. CURZI Daniela”. La polizia di Roma Capitale, insomma,  ha preso la questione molto sul serio.
 

Dalla presidenza del Municipio ieri è stato diramato un comunicato del seguente tenore “Alle 13 circa di oggi 30 agosto, il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli si è recato presso la struttura dell AMA di via Salaria 981 per verificare di persona se l’odore “putrescente misto
tra il chimico e l’organico” piu volte segnalato dai residenti dei quartieri limitrofi provenga da quella struttura. Bonelli: “ Dal sopralluogo che è durato circa un ora durante il quale ho visitato la struttura ed ho parlato con alcuni operatori ho riscontrato che i forti cattivi odori non provengono da quest’area, ho chiesto ad alcuni responsabili dell’Ama di poter ripetere il sopralluogo insieme ad alcuni rappresentanti di cittadini che ormai da tempo segnalano forti disagi. Mettiamo a disposizione dei residenti il numero della mia presidenza per poter ricevere segnalazioni piu precise in merito alla zona di provenienza ed in tempi utili a poter effettuare tempestivamente sopralluoghi nelle zone segnalate.”

 

Però i residenti denunciano il peggioramento delle condizioni soprattutto alla sera tardi e alla mattina presto, non all’ora di pranzo, come facilmente si può rilevare facendo un giro su facebook, sulle pagine che trattano del caso o mettendo mano alle numerose segnalazioni inviate. Peccato che il maldestro comunicato dica soltanto che il Presidente ha riscontrato che i cattivi odori non provengono da quell’area, offrendo il fianco a ben più di un appunto. Se non si sprigionano da via salaria 981, le esalazioni da dove arrivano? Perchè nessun accenno all’impegno a trovare la causa delle esalazioni? Se a lume di naso si è esclusa la paternità dello stabilimento Ama, lo stesso rilevatore poteva ben essere impiegato per seguire l’olezzo fino alla fonte di provenienza.  Intanto, le reazioni indispettite di centinaia di residenti alla dichiarazione bonelliana si possono leggere su facebook, sparse un pò ovunque, sulle pagine di giornalisti e tv locali, sui gruppi che cercano di contrastare la puzza.

 

Inevitabile e prevedibile   la risposta al comunicato della presidenza, ad opera del vicepresidente del consiglio municipale, Riccardo Corbucci, Pd, molto attivo in zona, che replica: “Le parole del Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli farebbero morire dal ridere, se non fosse che l’aria irrespirabile su via Salaria, all’altezza di Villa Spada, fa lacrimare gli occhi e crea problemi quotidiani di respirazione per i cittadini ormai da diversi mesi” lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio. “Bonelli oggi sarebbe andato alle 13 in visita alla struttura Ama di via Salaria riscontrando che i forti cattivi odori non provengono da quell’area. Di fronte a queste parole ci si sarebbe aspettati che il Presidente indicasse, quindi, la ragione del cattivo odore. Bonelli invece liquida il problema chiedendo ai cittadini di inviare al fax della presidenza segnalazioni più precise” spiega Corbucci “oltre al danno anche la beffa. Non solo Bonelli fa finta di non sapere delle notizie sugli esposti e sull’inchiesta avviata sull’impianto dell’Ama, ma addirittura prende per i fondelli i cittadini che coabitano con il problema, chiedendo segnalazioni più precise”. “Davvero Bonelli pensa di poter prendere in giro i cittadini glissando sulle responsabilità della sua amministrazione che ha reso la zona della Salaria, alle porte della città, più sporca, insicura e invivibile. Oltre agli odori e all’aria irrespirabile, il fenomeno della prostituzione é raddoppiato, l’amministrazione ha portato in una struttura inadeguata centinaia di nomadi, senza promuovere alcuna integrazione. Per non parlare dell’abusivismo edilizio del notorio Salaria Sport Village a Settebagni. Ci vuole il coraggio di Bonelli per dichiarare certe cose” conclude Corbucci che rilancia “promuoveremo un sopralluogo a sorpresa con i cittadini per dare ulteriori prove al municipio”.

 

Le chiacchiere se le porta il vento, come la puzza. E come la puzza si spandono intorno. Attualmente, la brezza di fine estate porta che l’impianto ha dei problemi al sistema dei filtri che nonostante gli interventi non si riesce a risolvere..

 

L’aula consiliare riprende i lavori. Subito una bella espulsione e cade il numero legale

31 Ago

Con in calendario un atto presentato dall’opposizione contro la chiusura della casa di riposo di via di Casal Boccone, lunedì 29 agosto si è aperta la seduta del consiglio del IV Municipio. Il consigliere Pd Riccardo Corbucci, presa la parola a seguito di una votazione da lui ritenuta scorretta, veniva espulso dall’aula dal presidente Roberto Borgheresi. Allontanatosi senza creare polemiche, prendeva posto tra il pubblico. Di conseguenza, in segno di protesta e di solidarietà,  abbandonavano i lavori anche i colleghi dell’opposizione Fabio Dionisi, Giorgio Limardi e Romeo Iurescia. Da ultimo si allontanavano anche alcuni consiglieri del Pdl. Veniva così a mancare il numero legale. Tutto rinviato a mercoledì 31 agosto.

Svelato il giallo dell’estate!!! Ovvero della fontanella rapita

30 Ago

Via Salaria incrocio Via S. Antonio da Padova.

Alla sera c’era, alla mattina sparita. Del vecchio nasone da sempre davanti alla chiesa parrocchiale nessuno sembrava saperne nulla, nemmeno il comando della locale stazione dei carabinieri. Si narrava che l’avessero vistra prendere il largo a bordo di un camioncino, che mani rapaci l’avessero presa per chiederne il riscatto  o per rivenderla sul mercato parallelo dei ferri vecchi. Qualcuno credeva di averla avvistata nel giardino di un ricco stravagante. I più romantici la volevano vittima di un incidente e che fosse stata raccolta conciata veramente male, inviata successivamente in un centro di restauro per farla tornare in mezzo a noi più sana che mai. Fatto sta, che al suo posto venne lasciato un tubo nudo, quasi vergognoso della sua condizione. Pietosamente, ai suoi piedi, un secchio per raccoglierne la poca acqua. Saltò fuori la probabilità che potesse trattarsi di sostituzione programmata da parte dell’Acea. Stamattina, invece, una squadra di operai, sul posto con mezzi da lavoro di tutto rispetto, han chiarito l’arcano. Entro domani Settebagni avrà la sua fontanella nuova, ripristinata con tanto di base di marmo. C’è voluto un po’ di tempo per la sostituzione. L’altra non era stata ritirata per manutenzione, nè perchè danneggiata. Semplicemente, rubata. Già qualcuno comincia ad addossare la colpa ai soliti nomadi. Un operatore del settore manutenzioni che tiene all’anonimato ha lanciato un’ipotesi ben più originale e sconcertante: capita spesso che quando serve un pezzo di ricambio ce lo si procuri prendendo semplicemente il primo che si para davanti, disponibile. Praticamente si sostituisce una mancanza con un qualcosa che poi mancherà da un’altra parte. Anche per tombini e cigli stradali di marmo…..Aaaaaaaaaaaaannamobbene

lavori per la posa in opera del nuovo nasone - foto Alessandro Pino

Settebagni: più cemento, meno verde – di Alessandro Pino

25 Ago

Sono in arrivo cinque palazzine ai limiti della Riserva della Marcigliana e la cosa influirà sicuramente sulla viabilità locale. Annunciata da un’inserzione dell’Immobildream (quella dei sogni che diventano realtà) su un quotidiano nazionale, una copiosa colata di cemento sta per invadere Settebagni. La pubblicità parla di un complesso residenziale dotato di servizi e rifiniture principesche di prossima realizzazione in via Sant’Antonio di Padova, nei pressi (mica tanto, in realtà) “del prestigioso Salaria Sport Village” e di un centro commerciale (quale sia bisognerà chiederlo, perchè di esercizi simili nel quartiere non ce ne sono). L’ufficio vendite – per ora c’è solo quello – si trova in loco, vale a dire proprio alla fine della strada in questione; in teoria questa sarebbe già Riserva della Marcigliana ma vedendo il plastico che riproduce le cinque palazzine del residence si capisce all’istante che così non sarà più. Le dotazioni di prim’ordine delle case, vantate nell’inserzione, trovano conferma nelle parole di una suadente venditrice del Nordest europeo, evidentemente tanto abile che quasi tutti gli appartamenti dei primi due edifici risultano già prenotati. La giovane signora mostra con gentilezza le piantine, i campioni dei rivestimenti (nei bagni sono previste delle piastrelle color Verde Guatemala da perderci la testa, tanto per dirne una) e naturalmente i prezzi, a dir la verità più bassi rispetto a quanto proposto in IV Municipio nel recente passato. Insomma verrebbe da dire “beato chi ci abiterà” (la consegna è prevista per marzo 2013) e buonanotte, se non fosse che la costruzione del complesso comporterà alcune novità per tutti i residenti, oltre all’ennesima scomparsa di un tratto di campagna: la venditrice parlando dei collegamenti stradali anticipa non solo che il complesso verrà allacciato alla via Capoliveri, ma anche che sulla via Sant’Antonio di Padova – attualmente a senso unico nel tratto che va dal vecchio sottopasso alla via delle Lucarie – verrà istituito un senso unico alternato regolato da semaforo, ovviamente già da quando inizieranno i lavori per permettere l’accesso ai mezzi di cantiere. Questi infatti per le loro dimensioni con la viabilità attualmente in vigore sarebbero costretti a un difficoltoso transito nel tratto collinare del quartiere. Tutto questo mentre alcuni movimenti di ruspe sono stati segnalati in un altro punto della via Sant’Antonio di Padova, presagio di ulteriori cantieri in arrivo. Ah, ma poi qual’era il famoso centro commerciale di cui si parlava nell’annuncio ? La venditrice risponde con naturalezza che si tratta del supermercato Triscount. Che reporter distratti, avevano da anni uno shopping center sotto il naso e non se n’erano accorti…

 

aggiornamento:

Mentre gli annunci pubblicitari continuano a uscire a tamburo battente sulla stampa nazionale, nel tratto di riserva  naturale immediatamente dietro quelle che fino ad oggi erano le più recenti costruzioni a Settebagni (il residence edificato da Antonelli) una pala meccanica ha tracciato nei giorni scorsi una specie di sentiero, forse l’abbozzo di una strada di cantiere con ingresso su una traversa privata della via Sant’Antonio di Padova.

Alessandro Pino  e Luciana Miocchi (qui solo

cantiere

segnalatrice di inserzioni su periodici nazionali)

Elogio di un provocatore

17 Ago

Enrico Pazzi viene identificato - foto A. Pino

Enrico Pazzi - foto da Fb

l’audizione pubblica dell’assessore alla mobilità di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, tenutasi il primo agosto nell’aula consiliare di Piazza Sempione e riguardante il prolungamento della metro B1 fino a Bufalotta, è stata interrotta per alcuni minuti dal presidente del consiglio Roberto Borgheresi perchè tra il pubblico, il giornalista Enrico Pazzi continuava a riprendere i lavori con una piccola telecamerina, con l’intento di mettere on line il filmato sul suo sito, registrato regolarmente come testata giornalistica presso il Tribunale di Roma, così come ci informano i credits. Io ero presente, insieme a Nicola Sciannamè, Giuseppe Grifeo e Alessandro Pino, tutti per il giornale locale “La Voce del Municipio”: l’evento era troppo importante, al di là di chi poi ne avrebbe scritto. Pino con la sua inseparabile reflex, impossibile da nascondere, ha goduto dell’autorizzazione rilasciata al giornale per fare le foto nell’aula consiliare. Tanto è vero che nessuno, nè in divisa nè in borghese ci ha chiesto di smettere. A dire la verità nessuno ha chiesto nulla neanche a chi tra il pubblico ha impugnato il proprio smartphone per fare foto o filmati, chissà, senza visionare la scheda non è possibile stabilirlo.Il particolare non è di poco conto, perché il presidente Borgheresi, scrivendo un post a commento dell’accaduto, ha addotto come negazione all’autorizzazione che questa viene rilasciata soltanto a chi scrive per testata registrata, quindi ai privati non spetterebbe,se la logica non mi fa difetto. Pazzi è molto conosciuto nell’ambiente politico locale e municipale come un cronista puntiglioso, molte volte fastidioso per alcuni, quindi sull’intento divulgativo delle sue riprese non ci potevano essere dubbi. Alla fine, Pazzi è stato l’unico ad essere allontanato da carabinieri e polizia municipale, senza che si arrivasse a capire da chi ne fosse stato richiesto l’intervento. Non nuovo a simili dimostrazioni, il giornalista mise in rete qualche tempo fa un filmato in cui si vedeva il meccanismo delle votazioni in campidoglio utiliazzato dai famosi “pianisti”. Quella volta aveva l’autorizzazione. Il nostro è restio a chiederne, perchè convinto del dettato costituzionale della libertà di informazione. Anche il primo agosto, richiese l’autorizzazione nell’immediatezza dell’audizione, presentandola direttamente al presidente Borgheresi, saltando tutta la prassi burocratica, che può essere giusta o ingiusta ma che tanto è cara alla presidenza. Già, Borgheresi ci tiene molto alla buona creanza e al cerimoniale. In fin dei conti basta prenderlo per il verso giusto, il più delle volte. Gran conoscitore del regolamento municipale – che contribuì a compilare – sa perfettamente come muoversi all’interno dei suoi articoli. Al presidente dell’aula consiliare va dato atto di essere un politico fedele alla propria linea. Ed ecco l’allontanamento di Pazzi viene disposto con generici “motivi d’ordine”, gli stessi per cui anche se si ha un’autorizzazione alle riprese questa può venire momentaneamente sospesa. Sarà stata una questione di inosservanza delle procedure o magari l’esigenza di tutelare una posizione politica sulla b1 che non sembra molto chiara, con il presidente del Municipio che parla di project financing, l’assessore alla mobilità che dichiara non trattarsi assolutamente di questo ma di valorizzazione mobiliare di una quota dell’housing sociale, con il sindaco che poco dopo torna a parlare di project financing. Sta di fatto che il consiglio ha abboccato appieno all’amo del provocatore del IV municipio per eccellenza. Infatti, la cronaca dell’incontro è stata pubblicata comunque, anche se la forza del racconto non è minimamente confrontabile con l’impatto di una registrazione video completa. Dopo poco, anche la parte videoripresa da Pazzi è stata pubblicata su youtube. Soprattutto, roma2013 ha inondato il web con gli articoli sul giornalista allontanato dall’aula contro la libertà di informazione, numerosi politici hanno emanato comunicati stampa per testimoniare solidarietà al martire della censura mediatica e, c’è da giurarci, prima o poi accorrerà anche qualche giornale nazionale, dopo che la notizia è arrivata su “affari italiani” e “giornalisti di calabria”.Un clamoroso autogol, in parole povere, anche perché l’argomento prolungamento b1 non è uno di quelli destinanti a sgonfiarsi nell’afa estiva. Il rischio valanga di cemento è qualcosa più di una probalità remota e l’attenzione della cittadinanza è allertata proprio dalle continue incongruenze che si registrano nel leggere i comunicati che provengono dalle varie amministrazioni coinvolte.
Enrico Pazzi, nomen omen o scaltro provocatore dalle idee ben chiare? La fazione di chi considera corretto l’operato del presidente Borgheresi si appella all’esistenza degli articoli del regolamento Municipale e Comunale che richiedono un’autorizzazione preventiva scritta, gli altri si appellano alla trasparenza degli atti pubblici e al diritto di cronaca sancito dalla Costituzione. A volersi togliere lo sfizio, basterebbe un ricorso al Tar per avere un’interpretazione autentica. Sarebbe sufficiente una mossa semplice e disarmante: che sia la stessa municipalità a mettere on line le sedute del consiglio, realizzando il principio di trasparenza di cui sempre più cittadini sentono l’esigenza, abbattendo gli episodi in cui alcuni consiglieri si assentano strategicamente al momento delle votazioni, anche se si tratta di una fontanella in un parco pubblico o della potatura degli alberi di un viale, e, come effetto collaterale, spuntare l’arma preferita di un intelligente giornalista provocatore, segnando tra l’altro una vittoria strategica in termini di ritorno d’immagine.

Stalker assassinato dal padre della ex – di Alessandro Pino

17 Ago

 
 
Roma: pluripregiudicato viene ucciso dal padre di una donna che molestava da tempo dopo l’ennesima violenta provocazione. Nel  popolo della rete sono in molti ad approvare il gesto.
La borgata di San Basilio, periferia est di Roma, è stata il teatro di una storia di pesantissime molestie ai danni di una giovane donna che poteva finire come  troppi casi analoghi nei quali il persecutore di turno, nonostante denunce e diffide, ha continuato ad agire indisturbato arrivando anche a uccidere brutalmente il bersaglio delle sue morbose attenzioni. Questa volta è andata diversamente ma il sangue è stato versato comunque. Il copione fino a un certo punto è stato quello tristemente collaudato: un uomo pregiudicato per furto, Stefano Suriano, minaccia da tempo la sua ex compagna  malmenandone anche il padre, Carlo Nanni. La situazione viene segnalata formalmente alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura ma il molestatore, anzi lo stalker come si usa dire oggi, non fa una piega e prosegue imperterrito. Fino a un paio di giorni fa, quando Nanni, dopo l’ennesimo episodio di minacce e insulti, decide che è ora di finirla ma sul serio, non con le carte bollate. Assieme ad altre tre persone si mette a cercare Suriano a bordo di una macchina rubata, perchè forse neanche Nanni, pregiudicato anch’egli, rappresenta l’ideale di vicino di casa che tutti vorrebbero. Alla fine di questa caccia selvaggia Suriano viene trovato, inizia una feroce colluttazione al termine della quale rimane ferito mortalmente con un coltello e una mazzetta da muratore. Per gli inquirenti non è difficile intuire chi possa essere l’autore dell’omicidio: Nanni viene condotto nella caserma dei Carabinieri della Compagnia di Montesacro dove nel corso dell’interrogatorio ammette le proprie responsabilità, riferendo inoltre di avere gettato il coltello nell’Aniene dal ponte di via di Tor Cervara. Le ricerche dell’arma nelle acque limacciose del fiume sono ancora in corso. Intanto l’opinione pubblica si divide: da una parte c’è chi non ammette che in alcun caso si possa ricorrere a questa sorta di giustizia privata. Dall’altra però sono apparse  in rete, sui forum e nei social network, numerose manifestazioni di solidarietà verso l’arrestato e di malcontento nei confronti di un sistema giudiziario la cui inerzia ha fatto sì che il molestatore continuasse le sue provocazioni. Perchè è questo di cui bisogna prendere mestamente atto: c’era un grave problema, ovvero la persecuzione attuata contro una donna e i suoi familiari. La Legge non ha saputo – o voluto – risolverlo. Ci ha pensato – a modo suo, s’intende – la violenta giustizia sommaria delle borgate. Se dunque la civiltà è definita come “l’insieme dei modi di soluzione ai problemi dell’esistenza”, quale dei due sistemi bisogna considerare più “civile” ?
Alessandro Pino

Settebagni: via la fontanella, rimane la buca

16 Ago

Una delle fontanelle pubbliche che a Settebagni sono considerate quasi un’istituzione  – al punto che per alcuni il quartiere deve ad esse il nome –  manca all’appello ormai da circa tre mesi. Si tratta di quella che si trovava nell’area privata (ma ad uso pubblico) al civico 1482 della Salaria nota come “piazzale Cacciarelli”- sebbene il nome non risulti nella toponomastica ufficiale. Il “nasone”, da sempre apprezzato da tutti i frequentatori degli esercizi commerciali presenti sul piazzale, in verità ultimamente era assai malconcio, con un getto d’acqua ridotto e la pavimentazione attorno disastrata. «L’ultima settimana di giugno sono venuti dei vigili urbani clienti nostri – ricorda la Signora che qui assieme al marito Aldino gestisce un bar – e vedendo come era ridotta hanno chiamato i tecnici del IV Municipio che l’hanno transennata. Poi sono venuti quelli dell’Acea e siccome gli è rimasto in mano il rubinetto interno l’hanno portata via dicendo che l’avrebbero risistemata a breve». Così evidentemente non è stato e al posto della  colonnina c’è una buca piena di cartacce e rifiuti che imputridiranno alle prime piogge nella quale con il buio si rischia anche di cadere vista la precarietà dello sbarramento. Prosegue la signora: «Ai primi di settembre ho passato un pomeriggio intero a telefonare all’Acea per chiedere informazioni e mi hanno risposto che nessuno ne aveva mai segnalato la mancanza, quando invece i vigili avevano chiesto l’intervento via radio». Da informazioni assunte presso alcuni proprietari, l’area dove si trova la fontanella è privata, notizia confermata anche in Municipio dall’assessore Antonino Rizzo, che insieme al consigliere Bentivoglio, la cui famiglia gestisce la panetteria che si affaccia sul piazzale, si sta interessando della vicenda. L’azienda comunale non sembrerebbe interessata ad eseguire lavori impegnativi in un’area che non è pubblica ma i residenti non vogliono assolutamente rinunciare a quella che ormai è un’istituzione.

Per ora è tutto; mormorii di quartiere suggeriscono però che di questa storia si parlerà ancora…

Luciana Miocchi e Alessandro Pino

Nuova rubrica: l’angolo delle querele. La inaugura Riccardo Corbucci

4 Ago

dal blog di Riccardo Corbucci del 3 agosto 2011:  “Questa mattina  ho presentato regolare querela e richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’agenzia Dire, editrice insieme con la Com.E Comunicazione & Editoria srl, del mensile Dire Lazio Municipi di luglio-agosto 2011, sul quale é stato pubblicato un articolo a pagina dieci, lesivo della mia immagine e altamente diffamatorio nel quale sono riportate circostanze passate mai accadute, notizie assolutamente false ed addirittura comportamenti futuri. Il tutto senza portare alcuna prova di quello che viene diffamatoriamente scritto da un giornale che in questi mesi si é comportato da ufficio stampa della presidenza del IV Municipio” lo dichiara in una nota Riccardo Corbucci, vicepresidente del Pd in IV Municipio. “Appare assai curioso inoltre che il direttore responsabile Giuseppe Pace che ha firmato questo numero del giornale sia stato sostituito proprio il 1 agosto dal vicedirettore Nicola Perrone. Per questa anomala circostanza sono stato costretto ad adire le vie legali contro entrambi per difendere la mia immagine e quella del corretto gionalismo”.  Al momento l’esponente Pd non aggiunge altro, forse in attesa di smaltire un pò della collera provocata dall’articolo incriminato. D’altra parte, a sinistra sono sempre molto attenti alla tutela della propria immagine agendo per vie legali.

Primo agosto in Municipio per la questione Metro B1

3 Ago

foto di Alessandro Pino

Nonostante la richiesta di spostarla a settembre, l’audizione dell’assessore alla mobilità di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, si è tenuta regolarmente il primo agosto. Insieme a lui tecnici e dirigenti di Roma Metropolitane. Assente il presidente del Municipio Cristiano Bonelli, che ha lasciato delega a rappresentarlo al suo vice Pierleoni, per ben dieci giorni. Qualcuno dei consiglieri di opposizione ha voluto vedere in questo un modo per defilarsi dallo scontro con l’Assessore, ché tra i due sono volati più volte dei comunicati stampa diplomaticamente mordaci.
Numerosi cittadini e comitati seduti tra il pubblico.
Imprevisto prevedibile, la presenza del giornalista Enrico Pazzi che alcuni giorni prima aveva già messo sulla sua testata online la registrazione dell’ultima seduta consiliare e tempo addietro anche una dell’aula Giulio Cesare, quando svelò il segreto di pulcinella della malapratica dei consiglieri “pianisti”. Il suo atto di registrare nuovamente la seduta non è stato accettato dalla presidenza del consiglio e per un po’ la seduta è stata sospesa e lui allontanato dai Carabinieri. In merito a questo episodio si tornerà con un post specifico.
Interessante è stata la spiegazione del finanziamento della costruzione della metro B1 e del perché si è deciso di cambiare tracciato.
Dagli studi di fattibilità effettuati, la fermata “val Melaina” avrebbe comportato difficoltà a causa di un’autorimessa e dello scavo al centro della strada. Mentre a “monte Cervialto” il tracciato sarebbe finito sotto due palazzi e un’autorimessa in costruzione. In entrambi i casi, per tutti ci sarebbero state delle difficoltà statiche. Per “Serpentara”, prevista come nodo di scambio, il prg aveva diminuito sensibilmente lo spazio a disposizione, non più sufficiente. Al contrario, “Bufalotta” era stata pensata in una area vicino ad un parco e “Mosca” si presentava bene riguardo la vicinanza dell’uscita sul Gra, utilizzabile senza rifacimenti. Secondo il tecnico di Roma Metropolitane, il nuovo tracciato ha un impatto minore e gli studi condotti prevedono un flusso di utenza maggiore.
Dal pubblico è arrivata l’obiezione che essendoci meno difficoltà costruttive perché ci sono meno case nell’area prescelta non si spiega come possa essere possibile un afflusso maggiore di utenti. Al che il tecnico ha spiegato che il “nuovo tracciato presenta delle aree libere da poter utilizzare come cubature da costruzione”. Qui sono cominciati i rumoreggiamenti, proseguiti al momento della rivelazione che due delle stazioni della B1 sarebbero state costruite con il rilascio di 110.000 mq di cubature a stazione, più altri 110.000 in aree di riserva previste già per l’housing sociale. In questo caso specifico, le aree destinate ad housing sociale verrebbero vendute per il 40% dal proprietario direttamente con tale scopo, ma il restante 60% di quando previsto dal bando verrebbe rimesso sul mercato, venduto dal Comune agli stessi costruttori che possono edificare senza i vincoli previsti dal progetto housing, in aree che altrimenti non sarebbero state utilizzabili, come ad esempio nel caso di terreni agricoli. Un modo per agirare il prg, insomma. Non si conosce allo stato dove verrebbero localizzati questi nuovi metri cubi di costruzioni, sempre all’interno del territorio comunale. In pratica, si tratterebbe di accettare a scatola chiusa le aree di riserva, incrociando le dita nella speranza che non ricadano tutte nel territorio del IV Municipio. Per completezza di informazione bisogna richiamare il fatto che le cubature previste dal piano dell’housing sociale verranno realizzate comunque, sia che il progetto B1 venga realizzato o meno. Con un piccolo particolare che potrebbe fare la differenza, però. Nel caso B1, le abitazioni a prezzo sociale vengono decurtate drasticamente del 60%, regalando la possibilità ai costruttori di edificare in zone precluse altrimenti e di vendere a prezzo di mercato.
Infine, dopo la valorizzazione mobiliare, potrebbe comunque rimanere una parte di costo scoperto, che sarebbe da finanziare con un mutuo acceso dal Comune.
L’assessore Aurigemma ha inteso poi specificare che la realizzazione della metro non rientra nella tipologia del project financing ma trattasi di valorizzazione immobiliare e che è dato conoscere ancora le cifre assolute e i dettagli tecnici perché il bando per il reperimento delle aree da destinare ad housing sociale è ancora in corso.
Alcuni cittadini hanno contestato cifre e numeri, cubature paventate e costi stimati, in aperto contrasto con quanto riferito fin qui nelle vari sedi ed incontri, non ultimo anche con quanto indicato nel sondaggio promosso dal Municipio e pubblicato dal periodico Di.re., quando si è sempre parlato di alcuni milioni invece di alcune centinaia di migliaia di mc. In effetti, gli uffici intervenuti hanno preferito schivare la domanda su quanto corrisponderebbero in metri cubi i 110.000 metri quadrati a stazione dichiarati come costi. Potrebbe sembrare conveniente, quasi a costo zero. Si è parlato di un 330.000 mc, ma questo sarebbe vero se si trattasse di costruzioni alte tre metri, cioè un solo piano. In genere i palazzi ne hanno almeno tre o quattro. Ipotizzando un’altezza di quattro piani, cioè 12 metri, ecco che si arriva ad una stima di circa 4 milioni di metri cubi. La questione insomma, è ancora lontana dall’essere ben chiarita.
Appuntamento a Settembre con altre audizioni pubbliche, in applicazione del principio della concertazione.

Settebagni…nell’alcool – di Alessandro Pino

2 Ago

Una traversa di via Sant’Antonio di Padova è luogo di convegno notturno per gruppi di giovani che consumano alcool a litri lasciando poi le bottiglie a terra
Da qualche tempo capita che sullo spiazzo al termine di una traversa di via Sant’Antonio di Padova a Settebagni, privata ma di libero accesso, la sera si riuniscano gruppetti di giovani che vi giungono in auto o moto. Non ci sarebbe niente di scandaloso se non fosse che costoro puntualmente si portano dietro le più varie bevande alcoliche, scolandosele sul posto e lasciando poi a terra i vuoti a perdere. La mattina dopo, quindi, sullo spiazzo fanno brutta mostra di sé lattine di birra, bottiglie di Campari e spumante (qualche festeggiamento, forse) oltre a bicchieri di plastica (è gente educata che non beve attaccandosi al collo del fiasco), pacchetti di sigarette con annesse cicche e qualche profilattico usato (perché, come è noto, assieme a Bacco si accompagnano a meraviglia tabacco e Venere). Oltre al rischio a cui espongono loro stessi e gli altri mettendosi al volante dopo essersi inciuccati per bene (alla faccia del “bevi responsabilmente” e delle ordinanze antialcool, visto che le bevande basta comprarsele prima in un qualunque supermercato) questa gente non fa nemmeno lo sforzo di raccogliere il tutto in un sacchetto, caso mai dovesse venirgli un’ernia. Molto più comodo lasciare i gentili omaggi di cui sopra ai residenti.
Alessandro Pino

Alessandro Cardente aderisce all’Idv

2 Ago

Notizia delle 12:27, quando l’agenzia di stampa quotidiana nazionale AGilVelino ha battuto la notizia del passaggio di Alessandro Cardente, ex presidente verde del IV Municipio di Roma Capitale, Montesacro, tra le file dell’Italia dei Valori.
Tale approdo era nell’aria già da diverso tempo, con voci di corridoio mai smentite e sospetti rafforzati dalle parole di elogio che Cardente ha sempre speso verso l’attività politica del partito fondato da Antonio Di Pietro, nonostante avesse aderito ai Cristiano popolari di Baccini, senza peraltro prenderne mai la tessera, movimento poi entrato nell’orbita Pdl
L’evento non è di poco conto anche per quel che riguarda l’attività del consiglio municipale. Con l’ingresso nell’Idv ora il gruppo presieduto da Romeo Iurescia diventa la seconda forza di opposizione, dopo il Pd.
Raggiunto telefonicamente, Alessandro Cardente ha così commentato la sua scelta “per fare politica seriamente, oggi, non bisogna preoccuparsi di dover piacere a tutti a tutti i costi ma occorre avere il coraggio di costruire un programma utile per i cittadini, occorre avere il coraggio di parlare di bisogni reali e non di sogni. Serve credere in un programma e proporlo, se piacerà e tu avrai talento a proporlo la gente ti sceglierà. Sulla scia di questo modo di vedere le cose ho accettato l’invito ad aderire all’IDV. Poi determinante è stata la battaglia e la presa di posizione concreta e tenace sui referendum…”