Archivio | giugno, 2013

Giovedi 27 giugno 2013, ore 17. A Monte Sacro inizia ufficialmente l’era Marchionne

28 Giu

 

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

discorsoMARCHIONNEXLa prima seduta del nuovo consiglio di Monte Sacro è stata presieduta da Riccardo Corbucci nella qualità di consigliere “anziano” – avendo lui riportato il maggior numero di preferenze allo spoglio delle urne.

 

Alle 17 la sala consiliare di piazza Sempione era già piena di parenti, amici ed elettori per assistere ai primi passi del nuovo parlamentino municipale.

 

Tra il pubblico spiccava la presenza di Marco Palumbo, ex consigliere, eletto poco prima all’assemblea capitolina, a causa della chiamata ad assessore di tre consiglieri eletti che lo precedevano nelle liste del Pd. Pochi gli ex componenti della maggioranza del precedente parlamentino presenti in aula a bere l’amaro calice della sconfitta elettorale…

 

Un emozionatissimo Paolo Marchionne ha tenuto un brevissimo discorso, il primo ufficiale come presidente del Municipio, mentre tra gli scranni già si potevano notare i primi malumori. Tranquillamente agitati come al primo giorno di scuola i consiglieri eletti per la prima volta, tra i veterani della maggioranza spiccava un irrequieto Fabio Dionisi, che forse sperava in una maggior valorizzazione della sua esperienza (nella giunta Cardente era stato assessore ai lavori pubblici). Tra i banchi occupati dal Pdl invece, non era seduto nessuno: l’ex presidente Cristiano Bonelli e i suoi sono entrati soltanto dopo l’appello nominativo e qualcuno già sperava nel colpo di scena, come fino cinque anni fa, quando, all’opposizione, consegnavano buste di immondizia simbolica o si arrampicavano sul balcone della presidenza di via Monte Rocchetta.

 

Nonostante le assenze però l’assemblea è stata dichiarata validamente costituita e sono iniziate immediatamente le votazioni. Dopo circa due ore di lavoro i risultati sono stati i seguenti.

 

Riccardo Corbucci, con quattordici voti è stato eletto presidente del consiglio municipale e dato che i consiglieri in quota Pd sono sedici, almeno due devono aver votato scheda bianca o nulla. Vice presidente vicario Valeria Milita, Sel, per l’opposizione , Roberto Borgheresi, Pdl, già presidente del consiglio con la consiliatura Bonelli, che ha ottenuto otto voti – mentre il suo gruppo è composto da cinque consiglieri.

 

Segretari d’aula sono stati eletti Gianlcula Colletta, Lista civica Marino, con tredici voti e Manuel Bartolomeo, neo eletto Pdl,  con 9 voti.

 

Nessun incarico costituzionale per il movimento 5 stelle, per la Lista civica Marchini e per Fratelli d’Italia.

 

Paolo Marchionne ha poi presentato gli assessori che compongono la sua Giunta. Si tratta di Vittorio Pietrosante, già segretario del Pd di Montesacro, al Commercio e alle attività produttive; Antonio Comito, già consigliere municipale fino al 2008, eletto anche in questa consiliatura con la Lista Civica Marino, al Personale e al Patrimonio; Federica Rampini, consigliera Pd eletta fin dal 2006, al Bilancio, alla trasparenza e allo Sport; Pierluigi Sernaglia, Pd, assessore alle Politiche educative e scolastiche; Gianna Le Donne, di Sel, vice presidente del Municipio con delega alle Politiche ambientali e al Commercio; Eleonora Di Maggio, Sel, assessore alle Politiche sociali, servizi alla persona e politiche sanitarie.

 

Raggiunto telefonicamente, dopo che alla chiusura dei lavori si era rapidamente allontanato dall’aula, Riccardo Corbucci, nonostante fosse stato appena eletto alla seconda carica del Municipio non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Il fatto, da parte di un esponente di solito ben disposto nei confronti della stampa, lascia pensare che anche lui sia tra quelli non esattamente soddisfatti dalla composizione della giunta Marchionne.

 

Luciana Miocchi

 

Ama Salaria: avviso di chiusura indagini per cinque presidenti

28 Giu

amacartellifuori(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Si è conclusa con l’avviso di chiusura indagini ai cinque presidenti Ama che si sono succeduti dal 2008 e cioè Piergiorgio Benvenuti, attuale amministratore delegato pro tempore, Giovanna Anelli, Salvatore Cappello, Franco Panzironi e Marco Daniele Clarke, l’inchiesta impiantata dalla Procura di Roma,  incentratata sull’ipotesi di reato di “getto di cose pericolose“.

 

Si tratta di un atto che il pm deve notificare agli indagati prima di rinviarli a giudizio, al fine di consentire agli stessi di esprimere le proprie facoltà di difesa, soprattutto quella di richiedere, entro venti giorni, l’interrogatorio di garanzia dinanzi al pubblico ministero per sollecitare allo stesso, eventualmente, la richiesta di archiviazione o la derubricazione del reato.

 

Le indagini iniziarono a seguito delle denunce e delle segnalazioni – più di duemila – fatte dai residenti, dal comitato spontaneo Villa Spada e dai lavoratori degli uffici attigui all’area di via Salaria in cui Ama possiede un impianto di selezione e primo trattamento rifiuti, definitivamente operativo dall’agosto 2011, periodo in cui la cittadinanza ha cominciato ad avvertire odori nauseabondi e fastidi fisici.

 

Della vicenda si era occupata anche la commissione istanze della comunità europea che arrivò a caldeggiare una pronta risoluzione al problema nonché lo spostamento dell’impianto, visitato a più riprese anche dalla commissione sanità del comune di Roma.

 

Le deduzioni finali porterebbero a riconoscere che gli odori avvertiti dalla popolazione sono reali e nauseanti e che la responsabilità dell’Ama sarebbe evidente, con l’emissione odorigena nell’aria superiore alla soglia della normale tollerabilità.

 

A seguito delle indagini, nel tempo sono stati individuate altre due possibili fonti di disagio olfattivo come il depuratore Acea di Roma Nord, su via Flaminia, dall’altra parte del Tevere e l’aeroporto dell’Urbe, poco più avanti sulla via Salaria ma per questi ultimi due sono ancora in corso le consulenze tecniche.

 

Dice Daniele Poggiani, vice-presidente del Comitato spontaneo Villa Spada:A nome del comitato dichiaro la nostra soddisfazione per le conclusioni a cui si è giunti. Questo dimostra che le nostre lamentele e la nostra battaglia per lo spostamento dell’impianto Tmb di via Salaria ha ricevuto finalmente la giusta considerazione da parte della magistratura, alla quale i cittadini di diversi quartieri intorno all’impianto si erano rivolti con la denuncia del settembre 2011. La perseveranza dei cittadini ha portato il Gip a confermare le nostre rimostranze mediante il ricorso fatto insieme all’avvocato Fragale contro la possibile chiusura dell’inchiesta avanzata tempo addietro della dott.ssa Barborini. I fastidi ed i problemi di qualità dell’aria e della vita continuano ad essere più che mai presenti e si accentuano con l’arrivo dell’estate e del caldo. Ci auguriamo pertanto che tale importantissima presa di posizione della Procura induca le istituzioni e la controllata Ama ad intraprendere immediatamente tutte le azioni volte ad eliminare il fastidio ed il disturbo ai cittadini e ai lavoratori limitrofi”.

Luciana Miocchi

Condannato a sette anni in primo grado Silvio Berlusconi

28 Giu

Silvio Berlusconi 1(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Al termine di una camera di consiglio durata sette ore è stata letta in aula alle 17.35 circa fa la sentenza di primo grado del processo “Ruby”, che vedeva imputato Silvio Berlusconi per concussione – per costrizione – e prostituzione minorile. Sette anni di reclusione, uno in più rispetto a quanto chiesto dalla PM Ilda Boccassini, oggi non presente in aula perché in ferie, sostituita dal capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati…

 

Ecco il video della lettura della sentenza da La Stampa.

 

Oltre alla condanna alla refusione delle spese processuali, la IV sezione penale del Tribunale di Milano ha applicato anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il leader del Pdl sarà sottoposto anche ad interdizione legale per tutta la durata della condanna. Disposto il sequestro dei beni di Ruby Rubacuori e del suo compagno Luca Risso.

 

 

L’ex premier all’inizio del processo era stato accusato di concussione per induzione, ma a causa delle modifiche introdotte alla legge anti corruzione dall’esecutivo Monti, nel corso del dibattimento il reato è stato trasformato in concussione per costrizione. Il capo d’accusa originario prevedeva una pena massima di otto anni, quello attuale dodici. E’ stata quindi affermata la responsabilità penale dell’imputato con riguardo al delitto previsto dall’art 317 quater cp, indotto nel 2012, poiché il collegio ha ritenuto che la condotta di Berlusconi abbia costato i pubblici ufficiali ad agire nel modo descritto e non soltanto indotto come previsto dal capo di imputazione.

 

 

A nulla è valso il deposito di una breve memoria ad integrazione dell’arringa difensiva dello scorso 3 giugno, da parte degli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo.

 

In conseguenza alla sentenza di condanna emessa, l’elenco dei testi ascoltati a favore dell’imputato, che hanno reso testimonianza discordante con quanto accertato durante il dibattimento – una ventina in tutto – è stato trasmesso alla Procura perché vengano istruite le indagini del caso, ravvedendo in alcune delle deposizioni rese in udienza un fumus di falsa testimonianza. Tra i nomi conosciuti risaltano l’esponente Pdl Valentino Valentini, l’europarlamentare Licia Ronzulli e la senatrice Mariarosaria Rossi, nonché il Commissario di polizia che affidò Ruby a Nicole Minetti, il cantautore Mariano Apicella e diverse delle olgettine che frequentavano le cene di Arcore. Per Luca Giuliante, ex avvocato di Ruby, i giudici hanno disposto la trasmissione degli atti al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Milano.

 

 

 

Le reazioni da parte degli esponenti del Pdl non si sono fatte attendere, arrivando alcuni anche a gridare al colpo di Stato. Mentre fuori dal Tribunale i supporter del Cavaliere intonano l’inno di Mameli, la stampa internazionale ha già battuto la notizia mettendo in ben in evidenza l’imputazione e la condanna. In realtà, codici alla mano, la condanna diverrà definitiva solo allo spirare del terzo grado di giudizio, compresa quindi anche l’interdizione dai pubblici uffici. Per un’eventuale rischio di prescrizione bisognerà attendere il 2027. Sempre che non intervenga un indulto o una qualche forma di amnistia.

 

Luciana Miocchi

III Municipio di Roma Capitale: Paolo Emilio Marchionne, il neo presidente di Montesacro

21 Giu

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Alcune domande al neo presidente del III Municipio – ex IV – di Roma Capitale, Paolo Emilio Marchionne, trentaduenne, consigliere municipale dalle elezioni del 2006, nell’ultima consiliatura capogruppo Pd, eletto tale dopo due predecessori decaduti per essere passati al gruppo misto.

 

Vita reale: Marchionne di cosa si occupa, oltre che di politica?

Ho lavorato all’Istat, all’Anci, in una società che si occupava di allestimenti e organizzazione di convegni per grandi società, per la federazione del Partito. Come spesso capita a quelli della mia generazione, sempre con contratti da precario, a partire dai primi Co.co.pro.

Elezioni appena svolte: se l’aspettava una vittoria cosi netta del mondo della sinistra, sia in Municipio che al Comune?

Ci speravo ma non era per nulla scontato. Penso che sia ampiamente meritata anche per via del lavoro che c’è stato per arrivare alle primarie sia sul presidente del Municipio sia per il Sindaco. Con tanti dei ragazzi che oggi sono stati eletti sono cresciuto politicamente, lavorando insieme fianco a fianco ormai nell’arco di più di dieci anni.

Quando ha cominciato a fare politica?

Nel 2001 mi sono iscritto ai democratici di sinistra.

marchionneProgetti per il Municipio:

– Nei primi cento giorni cosa vorrebbe realizzare?

Innanzitutto, va subito rimesso in piedi il piano regolatore sociale, quindi una ricostruzione larga di quelli che sono i bisogni di questo territorio e di conseguenza, una nuova elaborazione dei servizi. Contemporaneamente dobbiamo metterci subito al lavoro per l’inizio del nuovo anno scolastico per far si che quando riapriranno, le nostre scuole siano delle istituzioni vere. È complicato, non si può fare tutto in tre mesi però bisogna iniziare.

– E i soldi chi ve li dà?

Dobbiamo programmare, quello che non si è fatto in cinque anni, non inseguire le emergenze, che pure ci sono. Questa è la sfida di un governo che sa che davanti a se ha cinque anni, per questo dico che ripartiamo dalle scuole, dal sociale, in primis . ovviamente non ci sono solo questi due temi ma su questo vogliamo lavorare in maniera più immediata. Sapendo che per alcune cose gli investimenti sono più grandi bisogna trovare i soldi, chiedere le risorse, fare gli avvisi pubblici, avvisi di gara, quindi è necessaria la programmazione, perché bisogna dare delle certezze, non raccontare storie. Ci sono duecentomila euro per una scuola, poi non ci sono più, poi ritornano. Mi pare poco dignitoso per i cittadini, vogliamo essere un po’ più seri di chi ci ha preceduto.

– Come la pensa sul reperire fondi dai privati con le sponsorizzazioni?

Va bene, ci sono delle strutture che devono ricompensare la comunità locale per i lavori che fanno. L’unica cosa è che mi sembra che fino a qui i contributi dei privati siano andati per lo più su progetti mediatici – per esempio sul comitato olimpico – che non su quelli che hanno una ricaduta più immediata. Noi vorremmo che il privato sociale ci aiutasse a fare delle cose che durino nel tempo.

– E qui in Municipio?

Bisogna fare delle gare, anche per i privati che danno sponsorizzazioni.

– Anche chi fornisce dei servizi gratis?

Il privato che vuole dare dei servizi, lo può fare ma bisogna vedere quali. Sul sociale il volontariato non può sostituirsi all’assistenza, la può aiutare, può integrare ma un servizio è un servizio, servono i soldi pubblici. Sulla manutenzione del verde, alcune attrezzature scolastiche, su alcune cose si può lavorare sapendo però che sono interventi ragionati.

– Sulle somme che si possono assegnare senza bando?

Faremo solo bandi pubblici, per rientrare nella legalità. La somma urgenza deve essere somma urgenza. Non può essere una scusa per dare tutto in trattativa privata. Se ci fossero dei locali a disposizione? Su questa cosa qui abbiamo preso un impegno chiaro, ne facciamo una questione programmatica. Non è che se una scuola ha una stanza vuota si offre al primo che capita. Alla stessa maniera, i locali municipali vanno rimessi a sistema. Dobbiamo pensare ad un insieme di servizi che stanno in una programmazione di una idea. Prima si dice quello che serve poi si trovano le realtà che possono occuparsene. Bisogna utilizzare almeno un avviso pubblico, magari scegliere un concorso di idee.

– Politica municipale: la presidenza del consiglio la lascerete all’opposizione?

Si tratta di una figura di garanzia ma che credo che la maggioranza debba dire la sua. Lasceremo tutti gli spazi necessari alle varie anime dell’opposizione, questo assortimento è un elemento di novità, segno di vivacità istituzionale, che esce dalla logica un po’ sclerotica e monotona degli ultimi anni.

Marchionne 25 Aprile Porta San PaoloQuestioni dal territorio:

– La vicenda della scuola di Settebagni e i lavori che servono a mantenerla agibile, ancora non terminati. Cosa accade ora?

Saranno una priorità. Dobbiamo fare il punto, capire quale è la disponibilità attuale e eventualmente trovare i soldi che servono.

– L’asilo nido di Castel giubileo?

Va riaperto. Ristrutturato e riaperto, senz’altro.

– Lo sgombero della struttura di prima accoglienza di via Salaria. È rientrata l’emergenza sanitaria? Non si parla più di trasferimento dei nomadi presenti?

No, era un colpo di genio per speculare una volta in più sui nomadi e tra l’altro sarebbe costato una tombola, settemila euro al giorno perché andavano in una struttura privata dell’Arci Confraternita di S. Giovanni , 350 persone per venti euro al dì. Qui almeno non paghiamo l’affitto perché la struttura è pubblica. Non è un argomento di diretta competenza municipale ma vorremmo affrontare il discorso con la giunta capitolina in maniera nuova. Almeno con le persone che vogliono uscire da questo sistema qui vorremmo utilizzare delle risorse, invece che impegnarle in campagna elettorale. Stiamo parlando di circa settemila persone che vivono in campi autorizzati. Su circa tremilioni di persone credo che possiamo trovare una soluzione diversa.

– Senza dargli la casa, come paventa una parte dell’opinione pubblica?

Il tema della casa.. credo che invece di pagare 24000 euro al mese per la struttura della Cesarina si possono pensare dei progetti diversi, si possono creare delle aziende, delle attività lavorative che con gli stessi soldi anziché assistenza creano sviluppo.

– E gli altri romani che sono rimasti fuori dal sistema del lavoro?

Non si tratta di fare differenze tra romani e rom, il problema già esiste . Ora abbiamo un costo per l’assistenza secca. Alcuni sono qui da più di dieci anni. Spendiamo molti soldi per ospitarli in una struttura come Cesarina, dove l’acqua è razionata, la corrente pure, le roulotte sono fatiscenti. Penso che possiamo permetterci di invertire un po’ i ragionamenti. Non si tratta di dare le case ai rom, questi sono ragionamenti che nascono dall’idea di dover speculare molto. Naturalmente servono dei progetti veri di uscita dal campo.

– E chi non si volesse adeguare?

Continueremo magari con i più anziani nel sistema tradizionale. Ma nei campi ci sono più della metà di bambini e ragazzi con la voglia di cambiare. Vent’anni fa si è iniziato con la scolarizzazione, i campi attrezzati. Io vorrei proporre al sindaco di iniziare proprio con il nostro territorio, con la Cesarina in particolare, un percorso di uscita dai campi con chi è sempre stato qua, in modo da andare ad esaurimento degli assistiti.

Luciana Miocchi

III Municipio di Roma Capitale: prima intervista a Cristiano Bonelli, presidente uscente di Monte Sacro, dopo il risultato delle consultazioni municipali

12 Giu
Cristiano Bonelli (foto L. Miocchi)

Cristiano Bonelli (foto L. Miocchi)

(pubblicato su http://www.di-roma.com a poche ore dalla chiusura delle urne)

È questione solo di stabilire i decimali esatti ma è ormai acquisito che per Cristiano Bonelli non ci sarà un secondo mandato.

Fin dal primo turno le urne avevano dato in vantaggio Paolo Marchionne, Pd, per un 14% circa Paolo Marchionne, già vincitore delle primarie del centrosinistra: una rimonta appariva qualcosa di estremamente difficile. Il presidente uscente affronta le domande immediatamente, senza aspettare la dichiarazione ufficiale. Il distacco è troppo grande per sperare negli ultimi spogli e lui riconosce il risultato dell’avversario politico…

 

Come interpreta il risultato elettorale?

 

Come un risultato di un voto “ideologico”, nel senso che questa consultazione elettorale è un richiamo alle strutture di partito che da una parte hanno funzionato e dall’altra no. Con così pochi votanti rispetto agli aventi diritto, oltre il 53% non l’ha fatto, è facile dedurre che a votare sono andati, per la maggior parte anche se non tutti, solo i più affezionati alla struttura partitica. Il dato è oggettivamente questo, la grande disaffezione della gente e la domanda se la devono porre tutti quanti quelli che fanno politica. Facendo un riscontro delle schede elettorale nelle sezioni, si nota che a sinistra la grande maggioranza di persone ha fatto la croce sul simbolo di partito mentre i miei elettori hanno segnato in gran parte il nome del candidato. Significa che la gente non ha scelto la persona – tengo a dire che Paolo Marchionne secondo me è un bravo ragazzo che però in cinque anni di opposizione non ha spiccato per una qualche iniziativa particolare che lo abbia potuto mettere in evidenza ma di questo non gliene se ne può fare una colpa – al contrario di cinque anni fa, quando il sottoscritto fu scelto dopo aver fatto opposizione vera per 12 anni, dopo un presidente estraneo al territorio (Alessandro Cardente, ndr).

 

Quanta parte della sconfitta pensa che sia addebitabile alla gestione comunale?

 

Abbiamo perso in tutti i comuni, non soltanto a Roma. Evidentemente è un sentore diffuso in Italia, c’è un’aria che tira a sinistra e non a destra

 

Come cambia la sua vita da questa sera?

 

Io faccio politica di territorio da 25 anni, da ragazzino come militante fino a crescere, fino ad arrivare alla presidenza del Municipio. Non cambia nulla. Cambierà lo stile della giornata, certo. avrò meno stress e responsabilità, meno frenesia dell’impegno pressante. Ora sarò un po’ meno sotto pressione ma continuo a fare politica perché ho la fortuna di farlo per passione, non per mandato. Rappresento ancora tanta gente che crede in me e continuerò a rappresentare i cittadini come ho sempre fatto per il bene del nostro territorio che sicuramente in questi ultimi cinque anni è migliorato.

 

Luciana Miocchi

Settebagni – III Municipio di Roma Capitale: il monnezzaTour inizia dalla Fontanella – di Alessandro Pino

7 Giu

Settebagni: con la puzza sotto al “nasone” causa rifiuti

Utile ma letteralmente sepolta dalla spazzatura la fontana presso l’edicola sacra

PINOfontanadiscarica (2)Un luogo che potrebbe essere ameno, impreziosito da una fontanella di acqua potabile sempre fresca anche in estate e utilissima specie in periodi di crisi in cui si fa a meno della minerale ma che invece è ridotto a un vero e proprio immondezzaio a causa dell’inciviltà umana. Si parla dello spazio adiacente l’edicola votiva che si trova a Settebagni in corrispondenza della confluenza tra la Salaria, la via della Stazione di Settebagni e la salita della Marcigliana. Frequentatissima da devoti dell’immagine sacra, operai che vi si fermano apposta per riempire i thermos prima di andare in qualche cantiere della zona e semplici passanti, la fontanella giorno dopo giorno viene sepolta da rifiuti e immondizia di ogni genere, lasciata spesso proprio da quegli utenti che mostrano in tal modo un barbaro disprezzo per un tale piccolo tesoro. Nell’abituale campionario di lerciume si trovano bottiglie, cartacce bisunte, lattine, confezioni in tetrapak e residui di alimenti, cui ultimamente si sono aggiunti – oltrepassando ogni limite dell’indecenza –  interi sacconi di spazzatura, lavandini provenienti da qualche demolizione e altri rifiuti ingombranti che l’unno di turno ha evidentemente ritenuto troppo faticoso portare fino all’isola ecologica di via dell Bufalotta. Che cosa si può fare, tenuto conto che l’Ama rimuove con una certa frequenza i rifiuti (trovandosene infatti sempre di diversi)?

PINOfontanadiscarica Impensabile un presidio fisso delle forze dell’Ordine anche se un’occhiata di passaggio non guasterebbe. Forse bisognerebbe tutti insieme diventare un po’ vigilanti tenendo un comportamento civile quando capita di passare sul posto e invitando il prossimo a fare altrettanto: perché magari è vero che chi si fa gli affari suoi campa cent’anni, ma in queste condizioni fa sicuramente una vita da schifo.

Roma III Municipio: fiaccolata notturna sotto la pioggia per protestare contro la mancata chiusura della struttura di via Salaria

5 Giu
(pubblicato su http://www.di-roma.com)

 

 

fiaccolata2Circa una settantina di persone tra residenti e esponenti della maggioranza uscente del governo munipale si sono trovati sotto la pioggia per una fiaccolata di protesta contro la mancata chiusura, le cui operazioni di trasferimento degli ospiti erano iniziate e sospese nella stessa mattinata di martedì, del centro di prima accoglienza di via Salaria, realizzato nei locali della ex cartiera. La manifestazione era stata decisa nel caso in cui non fossero giunti in giornata segnali certi dal Campidoglio. Gli abitanti dei quartieri limitrofi hanno chiesto ed ottenuto che non fossero esposte bandiere di rappresentanze politiche.

Foto Alessandro Pino

LM

Roma III Municipio: i nomadi che nessuno vuole per vicini di casa – cronaca di un trasferimento annunciato e rinviato sine die

5 Giu

PROTESTAMUNICIPIOVIASALARIA1(pubblicato su http://www.di-roma.com)

La quasi chiusura del centro, la protesta e il capolavoro di equilibrismo pre-elettorale del Sindaco Alemanno

 

Il trasferimento annunciato dei 350 nomadi ancora presenti nella struttura di via Salaria questa mattina era iniziato regolarmente, senza nessun clamore. Saliti sui pulman del V dipartimento di Roma Capitale, sono rimasti li in attesa fin quando non sono stati fatti scendere perché era sopraggiunto l’ordine contrario. Per oggi il centro di prima accoglienza non chiude. Nessuno aveva pensato di avvertire nemmeno la presidenza del Municipio, che è stata allertata dalle telefonate dei residenti che hanno visto la scena. Sul posto sono poi giunti il Presidente Cristiano Bonelli, l’assessore Francesco Filini e i consiglieri Jessica De Napoli, Giordana Petrella e Manuel Bartolomeo.

 

E’ accaduto che nell’VI Municipio, ex VIII, gli abitanti del quartiere intorno alla struttura, l’ex clinica di via Codirossi a Torre Maura, già utilizzata per dare ricovero a poche decine di rifugiati politici, avvertiti dell’imminente arrivo degli sfollati della ex cartiera sono scesi in strada a manifestare contro il provvedimento, supportati a livello politico dal presidente di centro destra Massimiliano Lorenzotti.

 

Un collega di Tv1 ha raccontato che fuori dall’edificio si era radunata una tale folla che qualcuno in Campidoglio si è convinto che la scelta effettuata non fosse stata la più giusta e quindi ha annullato l’ordine di trasferimento.

 

Nel pomeriggio dal Comune è stato diramata la seguente nota: “Il trasferimento in corso da questa mattina dall’ex cartiera di via Salaria a via dei Codirossoni a Torre Maura è stato sospeso. Lo sgombero era stato disposto del dipartimento V a seguito dei gravi problemi igienico sanitari riscontrati nella zona. Questo sgombero dovrà comunque essere effettuato. Come struttura alternativa non può però essere avallata quella di via dei Codirossi a Torre Maura perché, come rappresentato dal presidente del Municipio VI (ex VIII) Massimiliano Lorenzotti, sono evidenti i disagi dei cittadini della zona rispetto all’arrivo di un così consistente numero di persone senza fissa dimora. Per questo lo sgombero è stato sospeso in attesa che, d’intesa con la prefettura, il dipartimento V identifichi una soluzione alternativa che non presenti queste problematiche”.

 

La comunicazione rappresenta un capolavoro di equilibrismo pre-elettorale, dopo la decisione maldestra, partita dal V dipartimento su evidente indicazione politica, di procedere al trasferimento, senza riuscirvi, nell’imminenza del ballottaggio. Da una parte si promette la restituzione della struttura carente dal punto di vista igenico sanitario, ad un territorio governato da una giunta di centro destra, lo stesso colore del Sindaco, quindi particolarmente sensibile alle sue azioni, dall’altra si rassicurano anche gli abitanti ed elettori di Torre Maura, la cui municipalità è altresì retta da un’altra giunta di centro destra – che giustamente fa pressione sul Sindaco perché non si perda il consenso faticosamente conquistato – unica sede individuata in tre anni, che non si prenderanno loro lo sgradito pacco regalo, rinviando tutto ad una nuova futura individuazione di una sede alternativa. Dati i tempi stretti, quindi, la patata bollente passerà di mano alla prossima amministrazione, dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno.

 

Si potrebbe discutere sull’opportunità o meno dell’iniziativa presa a ridosso del ballottaggio e soprattutto a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico e degli esami. Si potrebbero tirare in ballo sentimenti di accoglienza o di intolleranza, più o meno giustificati, andando comunque fuori strada. Le reazioni così nette, sia da parte dei residenti del III che del VI hanno una loro logicità.

 

Fu proprio un ordine della Prefettura ad individuare nella struttura di via salaria, abbandonata e sgomberata dagli occupanti abusivi negli ultimi mesi del 2009, il centro in cui accogliere 160 nomadi provenienti dai campi non autorizzati smantellati. I residenti non ne furono affatto felici ma la presidenza Bonelli incassò la riconoscenza del sindaco Alemanno per aver accettato di collaborare e soprattutto, la sua conferma che ai primi di marzo 2010 le famiglie ospiti sarebbero state traferite altrove, stante l’inadeguatezza per la qualità della vita soprattutto dei più piccoli. Il presidente Bonelli rilasciò anche un’intervista, alla Voce del Municipio, in cui si spingeva ad illustrare i progetti della sua giunta per i locali una volta liberati, cioè una struttura di prima accoglienza per le emergenze abitative e ampi spazi da dedicare alla polizia municipale, con annesso dopolavoro. Come fidarsi delle promesse di temporaneità se da quelle rassicurazioni sono passati circa 1400 giorni e la struttura di via salaria, già museo dotato anche di teatro, è ormai fatiscente, lasciata in balia del degrado, con le finestre murate e i piazzali invasi da spazzatura di ogni tipo, tanto che passare sul marciapiede di fronte nel giorno del trasferimento mancato espone ad una puzza pungente che non si è avvertita nemmeno passando davanti all’entrata del centro Ama quando rientrano i compattatori lordi. Possono fidarsi gli abitanti del VI Municipio che non capiti anche a loro una simile esperienza di degrado nell’ambiente circostante?

 

PROTESTAMUNICIPIOMONNEZZAIn ultima analisi è sbagliato anche prendersela esclusivamente con gli ospiti del centro. I loro furgoni sono parcheggiati in pieno divieto di sosta e di fermata ma nessuna autorità li ha mai sanzionati o non lo ha fatto seriamente. Lo stato dei luoghi visibili è indecente ma la struttura è gestita da associazioni scelte dal V dipartimento del Comune, il quale dovrebbe poter intervenire in caso di inadempienza nell’assistenza, così come dovrebbe potere e dovere intervenire in caso di comportamenti scorretti degli assistiti. Insomma, l’insofferenza viene alimentata anche da quegli eccessi di tolleranza che finiscono poi per sfociare nel lassismo, agli occhi di chi guarda e sottostà quotidianamente a restrizioni ed obblighi.

 

L’argomento è spinoso da trattare, soprattutto sotto scadenza elettorale. Se da una parte il presidente Bonelli, presente nella protesta contro il mancato trasferimento dei Rom, riconosce l’impotenza di Municipio e Comune in mancanza di una regolamentazione nazionale sempre omessa dai governi di ogni colore, dall’altra lo sfidante presidente Paolo Marchionne si è guardato dall’intervenire in maniera esplicita, evitando ogni contatto con la stampa, forse per paura di dire qualcosa di sbagliato. L’unico esponente locale del Pd, al momento di andare in rete, ad intervenire è Riccardo Corbucci, ex vice presidente del consiglio Municipale, ex sfidante alle primarie per la presidenza del municipio del centro sinistra e primo degli eletti del Pd. Attraverso il suo blog prende posizione sulla manifestazione di Bonelli dicendo che “il centrodestra ormai litiga con se stesso. Nel misero tentativo di prendere in giro i cittadini, cercando di spostare gli ospiti del centro di accoglienza di via Salaria qualche giorno prima del ballottaggio, Bonelli ha ottenuto un effetto boomerang. A far saltare un’operazione meramente elettorale sono stati i suoi stessi colleghi di partito. Il Sindaco Alemanno e il candidato del centrodestra nell’ex VIII Municipio Lorenzotti, che hanno fatto capire, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, quanto Bonelli non contasse nulla a Roma. Il centro di via Salaria venne messo in III Municipio (ex IV) da Alemanno e Bonelli, vicino ai quartieri di Castel Giubileo e Settebagni, perchè nessun altro municipio voleva accoglierli. Questa è la verità. Con buona pace di Bonelli che adesso protesta, sempre più nel suo “nuovo” ruolo di oppositore, piuttosto che di presidente di un municipio”. Per le ore 21,30 è stata indetta una fiaccolata di protesta davanti la struttura di via salaria

 

Luciana Miocchi

 

Francesco De Salazar è con Fratelli d’Italia e non con Marchini e resterà consigliere solo in II Municipio

3 Giu

Salazar_solofratelliditalia(pubblicato su http://www.di-roma.com)

Roma, elezioni comunali 2013 – L’esponente politico locale chiarisce finalmente la sua posizione e la questione della doppia candidatura in II e XII Municipio che lui conferma, ma come episodio non voluto…

In breve, sarebbe stato un incidente della macchina elettorale e un suo attimo di leggerezza, come da lui stesso sottolineato durante una telefonata avvenuta oggi, iniziata alle 9,40 e durata 7 minuti e 31 secondi. Un contatto avvenuto dopo l’invio di un suo comunicato alla mail della redazione “Di Roma”.

Ecco quindi le sue parole come da dichiarazione scritta.

Sulla rete circolano notizie infamanti sul mio conto riguardo la mia doppia elezione, nel 2 e nel 12 Municipio tirando in campo parenti che nulla hanno a vedere con questa vicenda. Ecco i fatti: ho ricevuto da parte della lista Marchini una proposta di candidatura alla Presidenza del 12 Municipio per l’impegno civico pluriennale.

Successivamente, molti cittadini appartenenti al movimento cittadino che presiedo da 5 anni mi hanno chiesto di candidarmi al municipio 2 ritenendomi persona valida e capace.

Nel momento in cui volevo rinunciare le liste erano gia state chiuse e ho appreso soltanto 7 giorni dopo la presentazione delle liste di esser candidato in entrambi i municipi. Ho fatto con convinzione la campagna elettorale ottenendo  un risultato importante, quasi 500 voti di preferenza, frutto di un lavoro pluriennale svolto nel comitato di quartiere di cui faccio parte. Chiarisco che non esiste alcuna illegittimità per la doppia candidatura, così come, purtroppo, non esiste alcun modo per recedere da una candidatura, la legge non lo prevede. E’ comunque ovvio, lo dichiaro con chiarezza, che lascerò il seggio del 12 Municipio per proseguire il mio percorso al Municipio 2“.

Luciana Miocchi

Elezioni romane 2013. Lo strano caso di due candidati con lo stesso nome

2 Giu
(foto di-roma.com)

(foto di-roma.com)

(pubblicato su  http://www.di-roma.com)

E dire che diversi giornali on line avevano pubblicato le liste complete dei candidati per le varie cariche sia al comune di Roma sia ai Municipi. Nessuno aveva notato nulla di strano fino a quando l’ufficio elettorale centrale non ha dato i risultati definitivi degli spogli. Scorrendo le liste degli eletti qualcuno ha finalmente notato la particolarità di due nomi, due eletti in municipi diversi di Roma capitale e non si trattava proprio di un Mario Rossi qualunque ma di Francesco De Salazar, consigliere eletto tra le fila di Fratelli d’Italia in II Municipio, nato a Roma il 28 maggio 1980 e di Francesco De Salazar, candidato presidente della lista Marchini Sindaco in XII Municipio, non arrivato al ballottaggio come presidente ma comunque eletto consigliere, nato a Roma il 28 maggio 1980. Semplice omonimia o doppia candidatura? L’identica data di nascita è un errore di trascrizione o una fortuita coincidenza? I dati sono riportati, tra l’altro, in due file presenti sul sito del comune di Roma e si possono visionare http://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2013/comunali/liste/preslis14.htm (candidati per Alemanno sindaco suddivisi per lista comunale e per municipi) http://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2013/comunali/liste/preslis01.htm (candidati per Marchini sindaco suddivisi per lista comunale e per municipi) Roberto Cappiello, esponente di Casapound Roma ha diffuso un comunicato impossibile da fraintendere: ”Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni da parte di elettori indignati abbiamo controllato e verificato che Francesco De Salazar, candidato nel II municipio come consigliere con la lista Fratelli D’Italia ed eletto, è stato candidato contemporaneamente dalla lista Marchini come presidente nel XII municipio ed eletto anche in quel municipio. Siamo davanti all’ennesima presa in giro perpetrata ai danni degli elettori, come CasaPound Italia chiederemo una verifica sulla regolarità di questa doppia candidatura e quindi sulla validità delle liste presentate nei rispettivi municipi. Queste operazioni al limite del regolamento non fanno altro che delegittimare l’istituto democratico del voto, i partiti non hanno più pudore e l’inciucio ha raggiunto ormai livelli inimmaginabili”.

Per completezza di informazione bisogna dire che lo zio del Francesco De Salazar candidato con Fdi è Vitaliano De Salazar, già direttore generale di importanti Asl e ospedali prima con Marrazzo, poi con la Polverini e ora con Zingaretti, è uno dei coordinatori del comitato elettorale di Alfio Marchini.

Andando a spulciare il testo unico degli enti locali, all articolo 56 D.P.R. 267 del 18/08/2000, che esplicita i requisiti delle candidature elettive, si trova al primo comma che “nessuno può presentarsi come candidato a consigliere in più di due province o in più di due comuni o in più di due circoscrizioni, quando le elezioni si svolgano nella stessa data. I consiglieri provinciali, comunali o di circoscrizione in carica non possono candidarsi, rispettivamente, alla medesima carica in altro consiglio provinciale, comunale o circoscrizionale”.

Quindi, cavillando si può dire che candidarsi a consigliere municipale e a presidente di Municipio non sia esattamente la stessa cosa, anche se il candidato presidente che non venga eletto ma raggiunge comunque il quorum di voti necessari, siede in Consiglio come un qualsiasi altro consigliere. A quel punto però, si potrebbe sanare la situazione dimettendosi da una delle due cariche elettive, lasciando il posto al primo dei non eletti della stessa lista. Un giochino per aumentare le possibilità di avere eletti sfruttando la popolarità personale poco elegante forse, ma molto efficace.

Sulle bachece facebook di diversi politici locali la polemica continua, sembrano tutti certi dell’identità delle due candidature. Dice un commento: “sono un militante di Fratelli d’Italia deluso quanto voi dell’accaduto… ma posso dirvi per certo che questo fatto era già noto a tutti nel partito prima di oggi… ciò che si sottovalutava -forse- era la capacità di De Salazar di vincere… ma mi ci metto anche io tra i colpevoli… abbiamo sbagliato tutti”.  C’è da dire che, come confermato da diversi candidati di Fdi, il partito fa sottoscrivere al momento dell’accettazione della candidatura un impegno etico, con il quale si dichiara di non essere in corsa in contemporanea in altre elezioni ma si tratta di un foglio dal valore poco più che simbolico, vincolante per il solo partito, con la massima conseguenza dell’espulsione dal movimento. Senza dimissioni dalla carica elettiva, con la prospettiva di aderire o a un altro gruppo politico o a quello misto.

Si è cercato di contattare il dottor Francesco De Salazar eletto tra le file di Fdi sia tramite mail che per telefono, ma non è stato possibile avere alcuno scambio con lui. Dopo due telefonate andate a vuoto, sabato mattina, una chiamata il cui identificativo corrispondeva al cellulare di De Salazar si è interrotta, nel pomeriggio sempre di sabato, immediatamente dopo la presentazione. Temendo una caduta della linea telefonica è stato spedito un sms rimasto anche questo senza risposta. Sarebbe stato interessante avere una sua smentita o una spiegazione, nell’eventualità che fosse effettivamente lui il candidato delle due liste. Sul profilo pubblico di Fb del De Salazar tutti i post visibili sono quelli della sua candidatura al II Municipio con Fratelli d’Italia, nessun accenno alla Lista Marchini.

Quale sarà la verità? Vedremo apparire i due De Salazar alla stessa conferenza stampa o arriveranno due righe di spiegazione ad un’agenzia stampa? Nel frattempo il giorno del ballottaggio si avvicina. Il De Salazar eletto tra le fila di FdI per ordine di partito dovrebbe appoggiare il sindaco uscente Gianni Alemanno, mentre il De Salazar della Lista Marchini, seppur nessun apparentamento sia ancora stato depositato in maniera ufficiale, dovrebbe parteggiare, come esplicitamente dichiarato da Alfio Marchini in un’intervista, per il candidato Ignazio Marino. Chi voterà a sua insaputa?

Luciana Miocchi