Archivio | 17:43

Assemblea pubblica in Municipio in vista dell’apertura della stazione Jonio – di Alessandro Pino

21 Apr

Con l’apertura  – prevista per il 21 aprile – della stazione Jonio, capolinea della metropolitana B1, si annuncia una nuova ennesima serie di modifiche alla viabilità e alle linee di autobus che transitano nel quadrante Nord Est della Capitale, ultima tra quelle che negli ultimi anni hanno interessato i quartieri dove man mano veniva realizzata la ferrovia sotterranea.   DSC_0048

Quali esattamente però non è stato ancora deciso dagli uffici competenti , se si esclude l’istituzione di tre grandi fermate nei dintorni della nuova stazione: questo è emerso dalla assemblea pubblica tenutasi il 16 aprile nell’aula consiliare di piazza Sempione , quasi si volessero rassicurare i cittadini che temevano di vedersi calare dall’alto nuovi assetti stradali e del trasporto pubblico come in pratica è accaduto in passato. Delegato a esporre la materia è stato come in altre occasioni Fabio Dionisi, presidente della commissione municipale Lavori Pubblici, con brevi interventi del presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne e dell’ingegner Piero Lattanzi di Roma Metropolitane. Per adesso  e fino all’estate dunque non ci saranno modifiche, preferendo  prima di operare qualunque intervento una osservazione di quali saranno effettivamente i flussi di passeggeri nei prossimi due mesi e regolarsi in base ad essi. Nell’immediato dunque le uniche  novità consisteranno – oltre all’apertura del parcheggio multipiano da 250 posti soprastante la stazione, tariffato come le altre aree di sosta gestite dall’Atac – in tre fermate che raggrupperanno le linee di altrettante direttrici: una su via Isole Curzolane all’altezza di via Scarpanto per gli autobus che percorrono via Monte Cervialto, una su via di Val Melaina di fronte alla stazione per quelli che raggiungono Porta di Roma e una sul viale Ionio per quelli legati a via Ojetti e alla zona di Casal Boccone. Proprio sul lato viale Ionio si trova uno dei due ingressi della stazione che in un primo momento però rimarrà chiuso a causa di intoppi amministrativi che hanno ritardato il completamento di alcuni lavori nell’area ad esso adiacente, quindi si entrerà solo da via Scarpanto. Sono stati previsti accessi per i disabili al piano binari e al giardino realizzato in cima alla struttura; in questo caso sono state espresse perplessità da alcuni dei partecipanti all’assemblea perché l’ingresso dell’area verde si trova comunque si trova in cima a un’altura senza strumenti  meccanici di risalita. La risposta dell’ingegnere di Roma Metropolitane è stata che impianti del genere all’aperto sono sempre di onerosa manutenzione anche per l’azione dei teppisti. Chiaro che nel quadro generale conti maggiormente l’apertura della stazione vera e propria rispetto al giardino che si può considerare un accessorio; rimane il fatto però che nel panorama italiano e romano in particolare si continua a rimanere sotto scacco dei barbari che vengono considerati un male inevitabile contro il quale non va mosso un dito, al punto che reati come il danneggiamento o l’attentato alla sicurezza dei trasporti sono considerati “tenui” in base alla recente riforma delle misure cautelari. Altra preoccupazione espressa dai cittadini partecipanti è stata quella sullo smaltimento dei materiali di cantiere presenti nella zona e nel parco delle Valli; è stata data rassicurazione che tutto verrà asportato dal costruttore come previsto dal contratto. Per quanto riguarda la sosta nelle vie intorno alla stazione, infine, per il momento continuerà a essere gratuita a differenza di quanto accade attorno alla fermata di Conca d’Oro dove in alcune strade è a pagamento.

Alessandro Pino

Viva l’Itavia! – di Alessandro Pino

21 Apr

Gli ex dipendenti della compagnia aerea tutti insieme per l’incontro annuale

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Già a prima vista, mentre animano con la loro allegra pipinara il borgo di Tragliata – nell’agro romano a nordovest della Capitale – si sente nell’aria una effervescenza contagiosa che mette di buonumore e si capisce subito che i capelli saranno pure grigi ma il brio e lo stile sono rimasti quelli di quando cavalcavano l’aria entrando infine, loro malgrado, nella storia d’Italia: sono i membri della associazione “Noi dell’Itavia” che raccoglie gli ex dipendenti della compagnia aerea da tutti ricordata solo per la vicenda di Ustica ma che alla fine degli anni Settanta rappresentò una dinamica realtà nei cieli della penisola, riunitisi lo scorso 18 aprile per l’incontro annuale. DSC_0060

Poco dopo il maledetto 27 giugno del 1980 le loro strade professionali si divisero, transitando in diverse linee aeree, ma rimase ben saldo il senso di appartenenza a quella che – lo si capisce parlandoci e sentendoli conversare tra loro – consideravano e considerano tuttora una grande famiglia più che un’azienda: si tengono in contatto anche tramite un gruppo Facebook. Tutti mescolati tra loro nel gradevole giardino fuori il vecchio casale riadattato a ristorante, piloti, assistenti di volo, impiegati e tecnici, senza dividersi per ruoli come invece – confida uno per esperienza personale – accade nelle riunioni tra i membri di altre compagnie.   DSC_0071 All’arrivo, la fila per registrare la presenza e pagare la quota di partecipazione ricorda un po’ il check in aeroportuale; di fianco al tavolino dell’organizzazione, un cavalletto sostiene la foto del celebre I-TIGI, il Dc 9 che fu distrutto  a Ustica con equipaggio e passeggeri, su cui si sommano le firme dei partecipanti e che a fine giornata risulta praticamente coperta. Intanto il fiume dei ricordi e degli aneddoti continua a scorrere, le chiacchere non si interrompono nemmeno quando vengono serviti gli aperitivi. A un certo punto arriva anche una giovane coppia con i caschi da motociclisti sotto braccio, capitata per caso alla ricerca di un ristorante; incuriositi chiedono informazioni sulla riunione e si scopre che lui è un pilota della Ryanair.DSC_0080

A qualche metro di distanza sono esposti alcuni cimeli: sacchi postali, sacchi per la zavorra, posacenere, una cravatta, un grembiule da hostess, persino una confezione con due minuscole bottiglie di marsala che veniva data in omaggio ai passeggeri – e subito qualcuno racconta divertito di quando si dovette investigare per capire come mai in alcune occasioni sparivano misteriosamente prima di poter essere distribuite a bordo pur essendo state caricate sull’aereo. Non mancano due grossi faldoni che raccolgono articoli di giornale riguardanti l’Itavia pubblicati nel corso degli anni.  All’ingresso del ristorante, una   foto praticamente  a grandezza naturale di Aldo Davanzali, il DSC_0093 presidente dell’Itavia, scomparso nel 2005, dà l’impressione che al convivio partecipi anche colui che ancora chiamano con affetto “l’Avvocato”; a conferma del carattere familiare che animò la vita dell’Itavia, la presenza all’incontro della figlia di Davanzali, signora Luisa. Si è scritto che Ustica fu il pretesto usato da poteri forti per porre fine all’esistenza di una compagnia privata “scomoda” come l’Itavia nei confronti di altre società e a distanza di trentacinque anni si percepisce ancora l’amarezza nelle parole degli ex dipendenti: DSC_0085

ovviamente per le vittime, per le traversie economiche che loro stessi vissero dopo la perdita del lavoro ma anche per la campagna di linciaggio morale cui fu sottoposto il “loro” Avvocato, accusato di far volare carrette malmesse quando poi fu acclarato che le cause del disastro furono altre. Intanto però il misfatto era compiuto e da allora non hanno più volato aerei con il nome Itavia scritto sulla DSC_0089 fusoliera. Sarà così per sempre o qualche imprenditore, contagiato dal loro entusiasmo che li fa sembrare appena scesi dalla scaletta, proverà a recuperare il marchio magari per dare vita a una nuova aerolinea? Chissà…

Alessandro Pino

 

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Arte in stazione a Settebagni – di Alessandro Pino

21 Apr

Due pannelli dipinti da alunni della scuola Ungaretti decorano l’atrio della biglietteria

pubblicato su http://www.di-roma.com

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La stazione Fs di Settebagni – ricalcando in piccolo scali più importanti e conosciuti – è decorata ora da due installazioni artistiche: sono dei gradevoli pannelli dipinti realizzati da alunni della locale scuola media Ungaretti sotto la guida della professoressa Emilia Sanità, docente di Arte, dietro suggerimento della signora Marina Fava, vicepresidente della locale associazione Il Mio DSC_0037Quartiere. Collocati nell’atrio della dismessa biglietteria – al posto di una grande cartina di Roma risalente agli anni Settanta, purtroppo deteriorata e rimossa – i due quadri, astratti ma di chiara ispirazione ferroviaria, sono stati scoperti con tanto di taglio del nastro inaugurale  alla presenza degli studenti che li hanno realizzati, di numerosi genitori e delle autorità locali: hanno voluto partecipare Riccardo Corbucci, presidente del Consiglio del Terzo Municipio di   DSC_0014 cui Settebagni fa parte, il consigliere comunale Massimo Caprari e quelli municipali Francesca Leoncini e Fabrizio Cascapera, l’ex assessore municipale Alessandro Venturieri, l’ingegner Gualario di Rfi in rappresentanza dell’amministratore delegato Maurizio Gentile (impegnato a Milano per l’Expo), il dirigente a riposo delle Ferrovie Francesco Galvano e la professoressa Carla Galeffi, preside dell’istituto Uruguay da cui dipende la Ungaretti, oltre a un gruppo di volontari della associazione di protezione civile  Nucleo Sicurezza Ambientale.    DSC_0033

È stato osservato che la collocazione dei due lavori sarebbe poco felice, rimanendo di fatto nascosti alla vista dei passeggeri  per la distanza dell’atrio dalle banchine utilizzate per la fermata dei treni. Si deve però ammettere con amarezza che nel sottopasso pedonale i quadri sarebbero stati rapidamente rovinati dagli scarabocchi di quei teppisti che notoriamente vi hanno mano libera grazie anche alla totale assenza di vigilanza.

Alessandro Pino

 

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