
[ROMA] É stata per anni una vera e propria centrale della puzza che ha ammorbato le vite dei residenti dei quartieri circostanti. Una scelta a dir poco dissennata quella di collocare un impianto di trattamento rifiuti in mezzo a quartieri densamente abitati come Fidene, Villa Spada, Serpentara, per di più con evidenti difficoltà nel funzionamento regolare. Dall’entrata in servizio ci furono anni di proteste, di manifestazioni, di lotte dei cittadini esasperati dal fetore atroce che si spandeva anche a chilometri di distanza complici i venti. Proteste e vicende puntualmente seguite dalla stampa locale e cittadina e anche da questo sito, fino all’epilogo inatteso che ne segnò la fine traumatica, simboleggiata da una colonna di fumo nero visibile in tutta la città.
Ora però l’area dell’ex impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti di via Salaria 981 si avvia a diventare un polo per l’economia circolare: la mattina del 7 gennaio si è svolto infatti un sopralluogo presso la struttura-messa fuori uso da un incendio nel 2018- cui hanno partecipato l’assessore capitolino all’Ambiente Sabrina Alfonsi, il presidente della commissione capitolina Ambiente Gianmarco Palmieri, il direttore generale pro tempore di Ama Maurizio Pucci e il presidente del Terzo Municipio Paolo Emilio Marchionne con lo scopo di valutare il percorso da intraprendere in vista della bonifica.
Intendimento condiviso è quello di farlo diventare un polo cittadino dedicato ad attività virtuose dell’economia circolare, al riuso e al riciclo dei materiali.
I resti dell’impianto di trattamento rifiuti verranno demoliti e dovrebbe sorgere anche un parco pubblico mentre una parte dell’area continuerà a ospitare il centro servizi Ama con il rimessaggio e l’officina dei mezzi e un’isola ecologica.
Alessandro Pino