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Settebagni: sono tornati i cassonetti tradizionali | di Alessandro Pino

25 Set

[ROMA] Stanno facendo il loro ritorno sulle strade di Settebagni proprio in queste ore i tradizionali cassonetti della nettezza urbana. Nuovi di pacca, con i coperchi a chiesuola colorati e per evitare conferimenti di spazzatura impropri.

Al momento i nuovi cassonetti sono apparsi nella parte collinare del quartiere a partire da via Sant’Antonio di Padova, mentre pare non esservene sulla Salaria.

Si chiude così l’era del ritiro porta a porta che aveva suscitato aspre lamentele per le modalità a dire poco insoddisfacenti con cui veniva effettuato: non ci si dimenticherà facilmente delle deprimenti immagini della spazzatura ammonticchiata fuori le abitazioni in attesa di ritiri ripetutamente saltati, che hanno trasformato per anni le strade di Settebagni in una ininterrotta discarica diffusa.

Alessandro Pino

Settebagni, III Municipio di Roma Capitale: incendio a Capodanno – di Alessandro Pino

1 Gen

DSC_1046Capodanno con falò fuori programma in zona Settebagni: nel primo pomeriggio hanno preso fuoco dei rifiuti lasciati ai bordi del Raccordo Salario (lato direzione Roma) in attesa della raccolta differenziata. Le fiamme hanno distrutto una aiuola adiacente e da lì si sono propagate all’area recintata retrostante, dove era accumulata una certa quantità di legna tagliata. DSC_1051 Nel frattempo alcuni passanti avevano avvisato i Vigili del Fuoco, giunti a bordo di una autopompa dal distaccamento Nomentano di via Romagnoli che hanno rapidamente domato le fiamme prima che la situazione divenisse più grave.
Alessandro Pino

III Municipio di Roma Capitale: l’impianto Ama chiuderà entro il 2015, parola di Presidente

11 Feb

Consiglio straordinario sul destino dell’impianto Ama di via Salaria a Villa Spada

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

consiglio6febbraioIl 6 febbraio la sala parrocchiale si è riempita fino all’inverosimile per il problema che avvelena la vita dei residenti e la complica non poco anche agli abitanti dei quartieri vicini. La seduta si è aperta con la protesta del centro destra per quanto accaduto in consiglio qualche giorno prima, quando i consiglieri di centro sinistra hanno abbandonato l’aula prima della votazione degli atti presentati dalla minoranza  che richiedeva il  ripristino dei fondi dei viaggi della memoria e per una serie di iniziative da prendere sul territorio per commemorare le vittime delle foibe. C’è stata l’esposizione di striscioni e l’ulteriore contestazione della consigliera di Sel Valeria Milita, che ha assistito impassibile. D’altra parte, ai primi due punti della convocazione vi era la proposta di odg sulla giornata nazionale del ricordo e una mozione sul giorno del ricordo, atti che non si era riusciti a votare nella seduta precedente.

E’ trascorsa più di mezz’ora prima che si riuscisse a passare all’argomento che aveva portato la seduta fuori dall’aula di piazza Sempione, con alcuni cittadini che hanno abbandonato i locali in aperta polemica con i consiglieri, rei ai loro occhi di perdere tempo nel mostrarsi le penne arruffate a vicenda, utilizzando la memoria di fatti terribili a fini politici.

Il primo intervento su Ama Salaria arriva poco dopo le diciotto, ad opera di Cristiano Bonelli, Ncd, che aveva presentato l’atto sulla delocalizzazione poi cassato. A seguire, la consigliera Leoncini, Pd, ha spiegato il perché del parere negativo all’odg dell’opposizione e cioè perché la maggioranza ha presentato un atto, quello in discussione, che traccia la strada per arrivare alla chiusura completa entro il 2015 dell’impianto: «C’è il nostro impegno preso davanti a tutti che dà a voi cittadini una prospettiva reale, concreta, attraverso degli atti ben concreti». A queste parole un cittadino ha interrotto il protocollo chiedendo a gran voce di sapere quali fossero i passi concreti ma non ha avuto risposta immediata.

Dopo il veloce intervento del consigliere Massacci, Pd, il presidente del Consiglio Municipale Riccardo Corbucciha ringraziato ironicamente Bonelli per l’atto da loro presentato, che anche la maggioranza avrebbe redatto, dopo che si fosse concluso l’iter intrapreso, non perdendo l’occasione per ricordare che «Questa battaglia l’abbiamo seguita dall’inizio, da quando Bonelli non sentiva tanto bene la puzza. Ho sempre detto che sarebbe stata molto dura e che non si sarebbe risolta in poco tempo, la lotta è arrivata dove doveva arrivare, anche in Europa». A questo punto il consigliere pronuncia delle parole di estrema importanza per chi vive assediato da più di due anni dai miasmi dell’impianto: «Il punto nodale è che il Tmb chiude. Con certezza perchè l’ha detto Zingaretti ( il Presidente della regione Lazio ndr). L’intenzione politica comunale e municipale è chiudere entro il 2015, una data fissa, vera. Una data importante perché allora si chiuderà il ciclo della raccolta differenziata e quel tipo di delocalizzazione non servirà più perché il tmb non servirà più. Il tema è che ci farà allora Ama di quel sito. Noi abbiamo scritto parcheggio automezzi uffici, abbiamo specificato che non vogliamo più rifiuti. Questa non è una battaglia che si chiude oggi. Dovremo essere presenti quando Ama deciderà di riutilizzare il sito».
L’intervento è stato interrotto da un battibecco sul sindaco Marino tra Bonelli, Corbucci e alcuni residenti. Il presidente dell’aula poi è riuscito a concludere il suo discorso ribadendo nuovamente che l’atto sulla delocalizzazione presentato in precedenza dall’opposizione è stato bocciato dalla maggioranza perché l’obiettivo del governo municipale e comunale non è la delocalizzazione ma la chiusura.

Poi è stata la volta di Gianna Le Donne, assessore municipale alle politiche ambientali, Sel, che ricostruisce gli avvenimenti che portano a poter affermare che l’impianto sarà chiuso nel 2015, ovvero che è stata finalmente chiusa definitivamente la discarica di Malagrotta, dove veniva portato l’indifferenziato mentre ora i quattro impianti lavorano a regime. Di questi si è scelto di chiudere via Salaria perché il più vicino al centro abitato; la data del 2015 è stata data dall’assessore di Roma Capitale Estella Marino e dal sindaco Marino e nel frattempo verranno abbattute le quantità di materiale trattato perché da luglio ad ottobre nella raccolta differenziata sono stati coinvolti altri 900.000 utenti in più e nel prossimo anno si uniranno altri cinque municipi, per una raccolta differenziata stimata nel 50%.
L’assessore ha fatto poi riferimento alla necessità di andare a regime con la differenziata per via delle sanzioni della UE e del costo insostenibile per conferire i rifiuti fuori regione, dopo la chiusura della discarica di Roma e ha dato notizie sul tritovagliatore di Rocca Cencia, che verrà mantenuto in funzione per consentire la chiusura di via salaria. «Tutto ciò che accadrà dopo non dovràportare alcun disagio sul territorio». Sulle ultime parole della Le Donne sono scattati gli applausi dei residenti.

I lavori del’aula a questo punto sono stati interrotti  per consentire di parlare a Adriano Travaglia, del comitato spontaneo Villa Spada e a Pino D’Aloisio, presidente del neo eletto comitato di quartiere, il quali hanno assicurato che si occuperanno dell’impianto Ama coordinandosi tra di loro

Dice Travaglia: «Contestiamo alcune date sull’atto da votare oggi. Vorremmo cambiare il chiusura impianto fissa nel 2015 a 28 febbraio 2015, aggiungere il punto terzo bis con il non pagamento della tarsu per il 2014 per i cittadini di Villa Spada», probabilmente come piccola forma di risarcimento morale.
E’ stata poi la volta dell’europarlamentare Roberta Angelilli, una dei quattordici vice presidenti del parlamento europeo, in forza al PPE, che ha fatto arrivare una delegazione del comitato spontaneo fino a Bruxelles, insieme ad altri comitati che si battono a vario titolo per la questione dei rifiuti nel Lazio. Nel suo intervento l’Angelilli ha detto: «La procedura di infrazione va avanti, questo vuol dire che non sono state date delle risposte perchè la Comunità Europea dà un tempo entro il quale rispondere e se il riscontro è positivo, la procedura si ferma e questo non è accaduto. Noi parliamo di raccolta differenziata ma su Roma la situazione è di stallo rispetto agli obiettivi ambiziosi che il Comuni si è dato. Se non c’è una accelerazione straordinaria la cosa non può avvenire. La situazione emergenziale c’è ma durante questo consiglio ho udito due cose che non sapevo che mi sembrano rivoluzionarie, ci sono atti del Comune di Roma e regione Lazio  che dicono chiusura nel 2015? Bisogna anche avere un piano per la differenziata. Ci sono o non ci sono gli atti formali o sono solo dichiarazioni alla stampa? A me questo interessa perché  abbiamo fatto un gruppo di lavoro a Bruxelles, se ci sono gli atti li vorrei avere. Ci vuole un piano, la data fissa non serve senza piano».

Conclude l’europarlamentare: «Se mi posso permettere fate una mozione comune a tutti i consiglieri, non importa chi ha cominciato prima e chi ha cominciato dopo, voi dovute parlare con una voce sola, istituzione e cittadini, questo vi da forza contrattuale».
Dal pubblico a questo punto si sono levate molte voci a chiedere di avere visione degli atti di Regione e Comune e il mormorio è durato un bel po’.
Ferdinando Bonessio, presidente dei Verdi nel Lazio, chiede di evitare di entrare nella questione generale dei rifiuti perchè si rischia di perdere di vista la questione dell’impianto di via salaria, diventato purtroppo strategico perché l’Italia era sotto infrazione, a causa del conferimento dei rifiuti non trattati in discarica. Auspica un tavolo immediato tra Comune, Municipio, Regione e Comitati perché i cittadini devono sempre sapere cosa si sta facendo per risolvere il problema. Tra le altre cose per lui «La seconda questione è che quanto oggi viene indicato venga recepito con un atto della giunta comunale, le eventuali date devo no essere riprese da questo documento municipale al documento comunale, che è l’istituzione proposta».
Finalmente è la volta della presentazione dell’ordine del giorno incidentale del movimento Cinque stelle, ad opera del consigliere Massimo Moretti, il quale propone di separare e privilegiare immediatamente la raccolta dell’umido, in quanto causa principale dei cattivi odori.
Immediatamente dopo Bonelli propone, se possibile, di prendere parte ad un lavoro comune che produca un documento unico sull’impianto tmb di via Ama via Salaria: «L’unica cosa che dico di politico questa sera; mantengo nei miei interventi lo stile che mi sono imposto un anno fa ed invito allo stile di responsabilità e non allo stile comizio elettorale – riferendosi a Corbucci, ricambiando così il favore al presidente del consiglio che lo aveva nominato nel suo intervento  -. Non dirò qui Alemanno ha fatto questo e Marino no, non lo faccio, mettiamoci alle spalle destra sinistra e lavoriamo per i cittadini».
Alla risposta – ovvia – della maggioranza si scatena una nuova gazzarra cui si uniscono Giordana Petrella e Manuel Bartolomeo, Ncd. Il Presidente del Consiglio, spiega che l’ordine del giorno incidentale è un atto a parte e non si può estrapolarne un pezzo ed aggiungerlo ad un altro per un mero motivo tecnico, che per la maggioranza l’atto va bene tranne il rigo che ritiene possa ingenerare confusione. Eliminato quello non ci sono motivi per non votarlo. Dopo una breve interruzione richiesta da Moretti per consultazioni, il consigliere ha accettato di fare la modifica richiesta.
L’intervento del Presidente del Municipio, Paolo Marchionne è stato breve e conciso, facente riferimento alla richiesta di esibizione degli atti che sanciscono la chiusura degli impianti fatta da Roberta Angelilli: «non si vive di slogan, se uno la deve sparare grossa la spara a ridosso delle elezioni. Invece veniamo qua, non ci sono elezioni in vista, a dire delle cose molto precise. Quello che è scritto su questo atto è stato ragionato».
Francesco Filini, consigliere Fdi:«Avevo evitato di intervenire perché sembrava ci fosse qualcosa di concreto . Quando ho sentito parlare il presidente ho capito che non c’è nulla. Vi sfido a produrre degli atti che sostengano, certifichino quello che voi sostenete. Altrimenti è troppo facile dire tra qualche mese ci sono stati dei problemi, non ce la facciamo per il 2015, ci vediamo nel 2016».
L’intervento di Yuri Bugli viene interrotto dalle urla dei consiglieri di Ncd. A quel punto i cittadini presenti hanno cominciato a chiedere a gran voce di sapere se esistano o no questi atti ufficiali. I consiglieri di opposizione hanno centrato il nervo scoperto dei residenti, che sono disposti ancora a dare credito ma non a credere sulla parola e soprattutto non sopportano più di sentire battibecchi e schermaglie politiche, provati da anni di promesse di Ama e di rimandi a Commissioni e Studi e rimpalli di responsabilità. Vogliono fatti concreti.
Bonelli si rivolge al pubblico: «L’hanno aperta loro l’ama di via Salaria!!». Nella sala si urla, si urla e si urla ancora. La gente non si fida più delle parole, non facendo distinzione tra chiacchiere da bar e impegno preso in pubblico da parte di presidente del Municipio e consiglieri di maggioranza.

Come non capirli, due anni di odori snervanti che li inseguono fin dentro le stanze più interne delle loro case hanno logorato ogni pensiero, ogni credo. Non possono non ricordare di quando non venivano creduti, di quando all’inizio ogni istituzione faceva lo scaricabarile, Municipio, Comune e Regione pressati tra il giusto diritto dei residenti e le esigenze di una città che rischiava una paralisi peggiore di quella patita da Napoli al tempo dell’emergenza rifiuti. Al tempo ancora non vi erano stati gli arresti eccellenti in regione e del patron di Malagrotta e dei suoi dirigenti, non era ancora emerso il sistema per cui non si riusciva a chiudere la discarica e a far partire la raccolta differenziata. Se sono arrivati a questo consiglio a Villa Spada lo devono alla caparbietà che li ha portati a riunirsi in comitato spontaneo, a chiedere aiuto a tutti i politici che hanno voluto ascoltarli, qualcuno si è defilato immediatamente, qualcun altro si è unito dopo, qualcuno si è messo a disposizione dal primo momento rimanendo sempre prezioso riferimento. Sono arrivati fino a Bruxelles, le loro istanze raccolte in maniera bipartisan dagli eurodeputati Roberta Angelilli e Niccolò Rinaldi, arrivando ad ottenere l’interessamento e la visita di una Commissione. Da quel momento, qualcosa ha cominciato a muoversi, anche le istituzioni italiane non hanno più potuto ignorare questo pezzo di Roma Nord.

Ristabilito il silenzio, sono intervenuti i consiglieri Fabio Dionisi per il Pd e Jessica De Napoli per il Ncd. Poi il presidente del consiglio Corbucci ha preso nuovamente la parola per dire che «Non ci sono protocolli da ricercare ma impegni da rispettare. L’Angelilli è in campagna elettorale (tra poco ci sono le elezioni europee, ndr). Noi prendiamo questa sera l’impegno di chiudere nel 2015. Chi ci ha preceduto non ha fatto il proprio dovere, è evidente che noi vogliamo fare il nostro dovere che oggi è questo atto e con ulteriori atti in futuro».
L’intervento di Fabrizio Cascapera, Lista Civica Marchini: «Sono contento che sia arrivato un atto comune. Vorrei però spostare l’attenzione su un altro problema. Sono convinto che possiamo fare il piano migliore del mondo ma se non mettiamo mano ad Ama non ne usciremo mai. Credo nella loro buona fede ma quante volte abbiamo visto “consegna lavori metro entro il ..” e poi i termini non sono stati rispettati. Dobbiamo richiedere la ristrutturazione totale di Ama, bisogna abbattere il sistema Ama».

Prende la parola per l’ultima volta Cristiano Bonelli per ribadire che bisogna continuare sul percorso avviato e che l’opposizione ci sta.

Tutti i consiglieri presenti hanno votato all’unanimità l’atto condiviso.

La volontà politica del Municipio dal tardo pomeriggio del 6 febbraio è ufficialmente nero su bianco. E’ stato sottoscritto che lo stabilimento Ama per la produzione di Tmb di via Salaria verrà chiuso entro il 2015. L’Amministrazione ci ha messo la faccia. Ora sarà difficile tornare indietro.

 Luciana Miocchi

Settebagni – III Municipio di Roma Capitale. A fuoco la prima campana per il vetro. Il vuoto che c’è dietro un gesto simile

17 Apr

campanavetroINFIAMME

foto A. Pino

La raccolta differenziata, ormai, in questo Municipio, nel bene o nel male è una realtà. Si è molto discusso della correttezza o meno di servirsi di campane per il vetro piuttosto che dei contenitori familiari o condominiali ma attualmente a Roma così si fa. Senza entrare nel merito, ci si adegua.

Prima che il nuovo modello di smaltimento dei rifiuti prendesse piede, per le strade del quartiere c’erano cassonetti vecchi, rovinati, mal funzionanti. Se non erano di materiale ferroso, spesso e volentieri recavano i segni di incendi appicati un po’ per “scherzo” un po’ per “risolvere” in maniera poco ortodossa un problema olfattivo od estetico derivante da secchioni particolarmente malandati che l’azienda municipale non sostituiva se non quando erano ridotti a colata informe.

Quindi da ottobre, la rimozione dei vecchi cassonetti e l’istallazione delle nuove campane. Queste ultime non tengono minimamente conto delle esigenze di un mondo che può anche essere disabile, o troppo vecchio, o troppo giovane. Comunque i contenitori, belli o brutti o inutili, erano nuovi.

In fin dei conti, era questione di tempo, anche senza la scusa di farsi cambiare un contenitore schifoso e ai minimi termini.  Non c’è bene comune che prima o poi non subisca le attenzioni del più stupido, del più annoiato, del più frustrato o del più ubriaco dei cittadini.

L’ennesima dimostrazione di impotenza e di non appartenenza ad una collettività da parte di chi compie un gesto del genere. Ora passeranno mesi prima che l’oggetto del vandalismo venga sostituito, con aggravio sul bilancio di un’azienda pubblica in agonia, quindi a carico delle tasche di tutti.

Grazie, veramente. Abbiamo un monumento post moderno alla stupidità in più, nel quartiere.

Luciana Miocchi

Roma – Settebagni IV Municipio: vicino i cassonetti per il vetro e ai giardinetti una montagna di inciviltà e di rifiuti

14 Gen

(pubblicato su http://www.di-roma.com)

foto A. Pino

foto A. Pino

Qualcuno a Settebagni non deve proprio aver mandato giù la recente introduzione della raccolta differenziata spinta che ha comportato la scomparsa dei cassonetti tradizionali dall’intero quartiere. Non si sono ancora placate le polemiche sui ritardi nella raccolta dei sacchetti lasciati fuori la porta di casa dai residenti – conformemente a quanto disposto – che già altre situazioni guastano il panorama di una zona finora estranea a scene che finora si erano viste solo nelle telecronache napoletane ai tempi della crisi dei rifiuti.

Non si spiega altrimenti come in alcuni punti – come vicino ai cestini del giardinetto pubblico in via Sant’Antonio di Padova – si accumulino piccole montagne di spazzatura che superano anche il metro di altezza. Stessa situazione vicino ad alcuni cassonetti per il vetro più isolati.

foto A. Pino

foto A. Pino

Non è verosimile che si tratti solamente di materiale lasciato da chi, dopo aver consumato per strada una bibita in lattina –  per fare un esempio – non voglia portarsi l’involucro fino a casa: quella visibile nelle immagini è indubitabilmente spazzatura che dalle abitazioni proviene. Forse, come ha dichiarato al microfono di Serpentara Tv il presidente del Quarto Municipio Cristiano Bonelli, fatti del genere sono accaduti ovunque in Italia vi sia stato un cambio analogo nello smaltimento dei rifiuti ed è solo questione di tempo prima che tutti si adeguino al nuovo regime. Si spera che abbia ragione perché – posto che così è come augurare buon appetito ai topi – se la situazione perdurasse anche con il caldo sarebbe davvero spiacevole.

foto A. Pino

foto A. Pino

Anche se vi è un’altra ipotesi che pare sommarsi al gesto di qualche incivile: il cambio nella modalità di gestione dei rifiuti sta mettendo in luce, nel territorio cittadino, utenze sconosciute agli uffici contabili Ama, come affitti in nero o abitazioni di cui non è mai stato denunciato l’uso ai fini del pagamento della Tarsu.

A complicare il tutto, la gestione dei rifiuti da strada che non è più competenza Ama ma di una ditta appaltantante, per cui gli operatori addetti alla differenziata possono solo fare segnalazioni.

Intanto, nel piccolo parco di via S. Antonio sono ormai due mesi che si accumulano i rifiuti, così come denunciato e documentato fotograficamente anche sul gruppo facebook Settebagni&Castelgiubileo.

Alessandro Pino – Luciana Miocchi

Se l’immondizia ristagna, si affacciano i topini e tutti si arrabbiano. Riflessioni poco serie su un argomento serissimo

9 Gen

un'allegra famiglia di topini

un’allegra famiglia di topini

Capita che se la spazzatura si moltiplica per le strade si affaccino i topini. Le pantegane, più sfacciate, addirittura traversano sulle strisce pedonali ma qualcuna rimane investita lostesso. Il modello di raccolta differenziata che si sta sperimentando in IV Municipio fa registrare delle criticità, vuoi per la non perfetta organizzazione della macchina Ama, vuoi per la scarsa propensione a piegarsi alle nuove regole di alcuni. Probabilmente le loro apparizioni sono dovute anche in parte alle diminuite risorse per la derattizzazione, tutto poco fa e il risultato non cambia, cominciano gli avvistamenti di ratti e grossi topi, c’è poco da minimizzare o gridare alla strumentalizzazione. In una certa misura i roditori fanno parte della fauna cittadina ma oltrepassata il limite di guardia diventano pericolosi per la salute pubblica. I topi evocano antiche paure, lontani contagi, malattie tremende ormai sconfitte alle nostre latitudini, il solo nominarli provoca invettive contro l’amministrazione. Non si trova nessun animalista disposto a battersi per riabilitarne la figura e scongiurarne la mattanza, come invece capita quando si parla di animali impiegati nei circhi. Non tutti fanno la stessa tenerezza, anzi, ai più fanno proprio un po’ schifo e questi, complice una frizzantina aria di elezioni a breve, rischiano di far fare una brutta figura a Sindaco, vertici Ama e Municipio.

(foto ripresa dal blog di Riccardo Corbucci – http://www.riccardocorbucci.wordpress.com)

Luciana Miocchi

Roma capitale – IV Municipio. Assemblea sulla raccolta differenziata al mercatino di Conca d’Oro e lunedì si parte davvero

17 Nov

Un’assemblea che ha visto una partecipazione notevole nonostante le difficoltà di spostamento dovute all’esondazione di Aniene e Tevere, quella organizzata dal Comitato di quartiere di Serpentara e Legambiente, al mercatino delle Valli, allo scopo di interagire con Ama sulla questione della raccolta differenziata.

Erano presenti, per Ama il presidente Benvenuti ed alcuni funzionari, l’assessore all’ambiente del Comune di Roma Marco Visconti e il presidente del Municipio Cristiano Bonelli, nonché i consiglieri Paolo Marchionne e Riccardo Corbucci, del Pd e Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio.

Tranne il comitato di Vigne Nuove, i cui componenti non hanno partecipato perché condividono il sistema ideato, hanno partecipato tutti i maggiori comitati e le associazioni.

Dopo una breve introduzione a cura di Legambiente, che ha illustrato le varie figure che entrano in campo nell’ambito del riciclo dei rifiut ha preso la parola il presidente Benvenuti ed i suoi funzionari, che hanno illustrato nuovamente il modello che andrà ad applicarsi dal 19 novembre, necessariamente influenzato dalle risorse economiche che possono essere impiegate in questo momento.

Poi è stata la volta dei comitati e dei cittadini, che già contestano le modalità scelte, nemmeno lontanamente simili a quelle del progetto presentato dall’AMA al ministro Clini per ottenere i finanziamenti, in cui tra l’altro si prevedeva un sistema di raccolta con cassonetti per l’organico ad apertura magnetica, con un sistema premiale per l’utenza, del tipo più recuperi meno paghi in bolletta.
L’intervento dell’assessore Visconti ha riguardato principalmente l’impianto AMA di via Salaria. I rappresentanti del comitato spontaneo Villa Spada, presenti in prima fila hanno contestato l’assessore sulla questione spostamento dello stabilimento, il quale ha lasciato l’assise dopo pochi minuti, ed hanno in seguito emanato il seguente comunicato stampa: “Ieri sera nel corso dell’incontro sulla raccolta differenziata in IV Municipio, l’assessore capitolino all’Ambiente ha negato di aver dichiarato di fronte alla delegazione europea che i problemi delle esalazioni siano derivati al 99% da altre aziende limitrofe (vedi depuratore Acea di Roma Nord) e ha affermato che la procura ha scagionato l’Ama. Abbiamo immediatamente contattato l’avvocato Francesca Fragale (l’avvocato che li assiste, ndr)  che ci ha confermato che l’indagine è tuttora in corso.
Siamo sconcertati nel rilevare ancora una volta un atteggiamento così fazioso.”

Il presidente del Municipio, Cristiano Bonelli, ha ribadito che si sta cercando un sito alternativo per lo stabilimento di trattamento dei rifiuti ed ha difeso fermamente il modello di raccolta differenziata che pertirà lunedì in tutto il municipio.

Racconta Mimmo D’Orazio, presidente del comitato di quartiere di serpentara che «Il presidente Bonelli ha invitato Ama a rendere pubblico il sistema di smaltimento ,la quantità di riciclo dei prodotti e la localizzazione degli stessi e Benvenuti si è detto disponibile a mettere in rete tutti i dati.
I cittadini hanno ribadito la necessità di realizzare una raccolta porta a porta, non su piccole aree ma su tutto il territorio e chiunque abbia preso la parola, ha ribadito che il sistema scelto non porterà grossi benefici alla collettività perché anche se si effettua una separazione ottimale dei rifiuti nel proprio domicilio, tutto va gettato nei cassonetti stradali in pieno anonimato.

Sembrerebbe che il sistema sia stato studiato effettuando un censimento civico per civico e analizzando le varie tipologie che hanno poi portato alla stesura del nuovo piano. Però nessuno ha mai avuto sentore degli incaricati del rilevamento e alla segnalazione di alcune criticità locali, i funzionari Ama hanno risposto impegnandosi per una verifica sul posto.
Dice Mimmo D’Orazio, presidente del comitato di quartiere di Serpentara che “alla fine dell’assemblea, che ha sempre mantenuto toni accesi ma costruttivi, l AMA n pressata dai presenti e nella persona del presidente Benvenuti si è resa disponibile nell’immediato a partecipare ad una riunione con i comitati e cittadini per rimodulate il sistema di raccolta rifiuti nella varie zone del municipio prendendo in considerazione l’ipotesi di estendere il porta a porta in altri quartieri di concerto con i comitati e i cittadini. Una piccola ma sostanziale vittoria. Abbiamo dimostrato a Benvenuti e a Fiscon cheil progetto presentato e che ha avuto i finanziamenti non è quello realizzato. Per l’umido anche dove non era previsto il porta a porta era stato programmato il cassonetto con il badge, con un sistema premiale. Non è previsto ora e forse nemmeno dopo, perché i contenitori acquistati e distribuiti non ce l’hanno e rimangono così, aperti a tutti.

Ama ha una fretta tremenda di partire con la differenziata per motivi politici perché il ministro Clini gli ha imposto che entro il 2014 devono arrivare ad una percentuale del 50%, contro i 12 attuali. Diranno che hanno organizzato tutto per bene ma sono i cittadini che non la vogliono fare. Intanto, anche le campane per il vetro sembrano posizionate con poco criterio, specialmente in alcuni punti periferici.

Riccardo Corbucci, vicepresidente pd del consiglio municipale, sul suo blog così ha scritto: «

Nel mio intervento all’assemblea di oggi, alla quale l’Assessore all’ambiente Marco visconti ha partecipato per circa una ventina di minuti per poi andarsene, ho messo in evidenza come non sia più accettabile continuare a discutere con l’azienda dei rifiuti, anzichè con l’amministrazione capitolina e municipale, che è quella che dà gli input politici da seguire.» Continua sulla “rivoluzione” annunciata affermando di aver «fatto notare come sembri davvero singolare la scelta di aver sperimentato il porta a porta proprio in quei quartieri che hanno le maggiori difficoltà nel trovare spazi adeguati per i cassonetti condominiali. Mentre si è deciso di moltiplicare i cassonetti stradali proprio in quei quartieri come Tufello, Valli, Nuovo Salario, serpentara, Vigne Nuove e Montesacro, nei quali grazie ai cortili condominiali e agli androni delle palazzine, il porta a porta si sarebbe potuto certamente fare. Viene il dubbio che così facendo si sarebbero prodotti molti meno kit ed un numero assai inferiore di quei mega contenitori di colore verde, che sono stati portati a casa dei residenti. Peraltro la raccolta differenziata stradale non consentirà, è proprio il caso di dirlo, di differenziare i cittadini modello da quelli indisciplinati». Sulla repressione degli indisciplinati: «non mi ha convinto la risposta del presidente Benvenuti, quando ha minacciato forti repressioni a suon di multe. La sperimentazione del duale nei quartiere Valli-Sacco Pastore sta proprio li a testimoniare il fallimento dell’azione repressiva, che l’Ama non è riuscita a mettere in campo contro gli incivili nemmeno in due soli quartieri del municipio».

Luciana Miocchi

Roma IV Municipio: raccolta differenziata per centri anziani

24 Apr

Iniziativa simbolica ma educativa della consigliera municipale Lina Tancioni

Promuovere la raccolta differenziata nei dodici centri anziani presenti nel Quarto Municipio è quanto si propone la Commissione Servizi Sociali presieduta dalla signora Lina Tancioni, consigliere municipale di maggioranza. L’iniziativa in collaborazione con l’Ama è stata presentata il 13 aprile durante una delle periodiche riunioni della Commissione assieme ai direttivi dei centri: per l’occasione, visto l’alto numero di partecipanti, i lavori si sono svolti nella moderna aula consiliare di piazza Sempione. Il compito di illustrare la novità è spettato a Alfredo Tabarrini, funzionario della municipalizzata specializzato nei servizi alle grandi utenze. Si tratterebbe semplicemente di fornire a ogni centro due scatole di cartone – le cosiddette ecobox – da riempire una di carta e l’altra di contenitori in plastica, metallo o vetro e svuotare poi nei rispettivi bidoni della raccolta differenziata. Data la quantità di rifiuti ovviamente scarsa originata da utenze di questo tipo si capisce il carattere più che altro simbolico ed educativo dell’iniziativa: «Anche se non c’è grande produzione è importante l’interessamento» ha spiegato infatti il Tabarrini. Viene spontaneo immaginare che  ciascun anziano, una volta presa confidenza con la divisione dei diversi tipi di spazzatura, potrebbe a sua volta dare l’esempio ai propri nipotini trasmettendo quelle informazioni fondamentali per una corretta esecuzione della raccolta ma di cui non tutti magari sono in possesso; valga l’esempio dei piatti e delle posate in plastica, che a causa di una mera questione di mancate convenzioni tra produttori e aziende di riciclo non vanno gettati nella differenziata anche se per  struttura molecolare ne avrebbero tutti i requisiti.

Alessandro Pino

Raccolta mobile dei rifiuti in IV Municipio, quando la cura è peggio della malattia: immondizia a mucchi – di Alessandro Pino

28 Dic

È trascorso circa un anno da quando in alcune zone del IV Municipio (Prati Fiscali, Valli, Sacco Pastore) l’Ama ha introdotto un nuovo modello di raccolta dei rifiuti. Caratteristica principale è la consegna dei materiali non riciclabili (compresi gli scarti alimentari e organici) presso una rete di “Punti Mobili di Raccolta” presidiati da operatori: in pratica, automezzi della municipalizzata che sostano in orari e punti prestabiliti coprendo un arco di tempo che va dalle sei e mezza fino alle undici e mezza del mattino nei giorni feriali, dalle sette a mezzogiorno il sabato e i festivi. Ovviamente dalle strade interessate sono scomparsi i cassonetti per la raccolta dei rifiuti in questione, rimanendo soltanto quelli bianchi dedicati alla carta e quelli blu per il vetro, la plastica e i metalli. L’iniziativa probabilmente aveva lo scopo di incrementare le percentuali di raccolta differenziata contrastando il fenomeno delle microdiscariche abusive, non potendo gli addetti ritirare materiali riciclabili assieme agli scarti indifferenziati. In pratica è accaduto l’esatto contrario e per rendersene conto basta fare un giro nelle zone coinvolte dal progetto: in parecchi abbandonano gli involucri colmi di immondizia vicino ai contenitori della raccolta differenziata o lasciandoveli appesi quando non addirittura introducendoveli. Spesso i sacchetti si aprono sparpagliando il contenuto tutto intorno; specialmente in estate ne derivano effluvi non proprio da rose e fiori. Il fatto è che molti residenti non hanno la possibilità di essere presenti negli orari di permanenza dei furgoni. È il caso, ad esempio, di coloro che escono di casa prima che i mezzi dell’Ama arrivino in zona e tornano quando sono andati via da un pezzo. Impensabile che queste persone possano accumulare il pattume nella propria abitazione per giorni fin quando non abbiano l’occasione di affidarlo regolarmente agli operatori. Altrettanto stravagante l’idea che uscendo la mattina presto diretti in un altro quartiere si possa portare a spasso fino a destinazione il proprio bravo sacchetto dell’umido. Qualcuno, come gli arzilli soci dell’associazione bocciofila di via Val d’Aosta – di fronte al quale sono collocati due cassonetti della differenziata – non ci sta a vedere trasformato in immondezzaio il marciapiede antistante l’ingresso; con la franchezza un po’ sfrontata di chi ne ha viste tante non ci pensano due volte a riprendere verbalmente coloro che lasciano i rifiuti nei pressi del circolo. E se c’è chi, colto in flagrante, abbozza e si riprende il materiale, «capita pure di trovare quello che ti dice “fatte li cazzi tua” – riferiscono – perché in effetti non hai titolo per metterti a controllare». A questo proposito lanciano una proposta: «Come davanti alle scuole hanno messo gli anziani che vigilano sull’uscita dei ragazzini, ci vorrebbe che venisse istituita una figura preposta al controllo sullo scarico dei rifiuti. Una specie di ausiliario dell’immondizia, insomma». Forse servirebbe, ma è vero anche che alla prova dei fatti l’idea dei Punti Mobili di Raccolta si è dimostrata velleitaria e utopistica e certi problemi pratici come quelli di non sapere dove gettare la spazzatura non si risolvono a colpi di contravvenzioni. Ci voleva forse la sfera di cristallo per prevedere come sarebbe andata a finire?
Alessandro Pino