Tag Archives: Anni di Piombo
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A Conca d’Oro una targa per le vittime degli Anni di Piombo

16 Mar

[ROMA] Il 16 marzo di quest’anno, nella ricorrenza del quarantacinquesimo anniversario della strage di via Fani (in cui fu rapito il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e trucidati i cinque membri della sua scorta) è stata inaugurata presso i giardini della metro Conca D’Oro una targa dedicata alle vittime degli anni di piombo: proprio il territorio dell’attuale Terzo Municipio fu bagnato ripetutamente dal sangue sparso in quella lunga stagione di violenza politica.

L’atto con cui si proponeva l’installazione della targa era stato voluto dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Manuel Bartolomeo e votato dall’intero Consiglio del Terzo Municipio.

Alla cerimonia hanno partecipato parenti delle vittime e associazioni che da anni si interessano per la custodia della memoria storica di quegli anni oltre a politici di maggioranza e opposizione.
A cura di Alessandro Pino

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Approvata una mozione per ricordare gli Anni di Piombo a Monte Sacro | di Alessandro Pino

13 Mag

[ROMA] Il territorio dell’attuale Terzo Municipio è uno di quelli maggiormente legati a vario titolo al periodo noto come “Anni di Piombo”: non solo sulle sue strade- come in quelle dell’adiacente Secondo Municipio- fu sparso il sangue di efferati omicidi politici e di terrorismo brigatista, ma vi è anche conservata la Fiat 130 su cui viaggiava Aldo Moro il giorno del suo rapimento in via Fani e della strage della sua scorta.

Anche per questo, è stata approvata in Consiglio Municipale una mozione- prima firmataria la consigliera di opposizione Marta Marziali- con cui si impegnano il Presidente e gli assessori alla Cultura e alla scuola a farsi promotori di iniziative di approfondimento, incontri e dibattiti, per la costruzione di una memoria storica condivisa su quel nefasto periodo; tutto ciò su base annuale nell’arco di tempo fra il 16 marzo e il 9 maggio, date corrispondenti al rapimento di Aldo Moro e al ritrovamento della sua salma.

Alessandro Pino

(Nella foto: Marta Marziali con la Fiat 130 della strage di via Fani)

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Proposta una targa in memoria di Stefano Cecchetti, ucciso a Talenti negli Anni di Piombo | di Alessandro Pino

27 Gen

[ROMA] Le strade di Talenti e Monte Sacro furono teatro di barbari omicidi durante gli anni di piombo. Tra le vittime della folla violenza politica che inondò di sangue il quartiere vi fu anche lo studente diciannovenne Stefano Cecchetti. Fu ucciso il 10 gennaio 1979 mentre assieme a due amici era seduto a un bar all’angolo tra largo Rovani e via Ludovico di Breme da una raffica di pallottole sparate da una macchina in corsa.

Da allora nessuna amministrazione lo ha ricordato e per questo é stata presentata nel Consiglio Municipale del Terzo la proposta di apporre una targa commemorativa. Primo firmatario é il capogruppo dei Fratelli d’Italia, Manuel Bartolomeo. Assieme a lui gli altri consiglieri di FdI a piazza Sempione: Giordana Petrella, Fabrizio Santinelli e Serena Troiani.

Commenta così Bartolomeo: «Penso sia arrivato il momento che il ricordo di quegli anni bui per il nostro quartiere sia concretamente testimoniato da un monumento simbolico come una targa in ricordo di Stefano Cecchetti».

Alessandro Pino

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È conservata alla Bufalotta la Fiat 130 della strage di via Fani (LE FOTO) | di Alessandro Pino

15 Mar

[ROMA] Come ogni 16 marzo vengono riproposte le immagini di quella mattina del 1978 in cui Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse e della mattanza di via Fani (o di via Stresa, come disse il grande Paolo Frajese in uno storico servizio per il Tg1 condotto da Bruno Vespa) con le foto delle povere salme dei membri della scorta, sanguinanti e riverse a terra o negli abitacoli delle auto sulle quali viaggiavano.

Non tutti sanno peró che la Fiat 130 blu ministeriale su cui sedeva il presidente della Democrazia Cristiana (assieme al maresciallo Oreste Leonardi e all’autista Domenico Ricci, mentre sulla Alfetta bianca di scorta c’erano Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino e Giulio Rivera) si trova da tempo nel territorio del Terzo Municipio, zona Bufalotta: precisamente in una struttura museale della Motorizzazione Civile in via Di Settebagni per la quale era previsto il ritorno alla piena fruibilità da parte del pubblico.

La vettura è conservata come le immagini dei telegiornali la resero tristemente nota, fori di proiettili sul parabrezza inclusi. Le foto di questo articolo sono state scattate dall’autore dell’articolo durante una occasionale apertura nel 2019.
Alessandro Pino

© foto dell’autore

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Anniversario dell’omicidio di Angelo Mancia: una lettera aperta di Manuel Bartolomeo

11 Mar

[Riceviamo e pubblichiamo da Manuel Bartolomeo, dirigente romano Fratelli d’Italia]

Caro Presidente Giovanni Caudo domani è il 12 Marzo e saranno 41 anni dall’uccisione del giovane Angelo Mancia, un ragazzo di 27 anni residente nel nostro Municipio, barbaramente ucciso sotto la propria abitazione a Talenti dall’estrema sinistra “Volante Rossa”.
Vorrei sapere, oltre la corona di fiori che da anni viene posizionata dal cerimoniale del Comune di Roma, lei come intende partecipare?
In questi 3 anni, alla commemorazione di questo tragico omicidio, la sua giunta non ha mai presenziato.
Nell’anniversario del 41º anno possiamo sperare in un gesto da parte sua o della sua giunta?
Grazie.

Manuel Bartolomeo

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Trentotto anni dall’uccisione dell’agente Antonio Galluzzo a Conca d’Oro- di Alessandro Pino

24 Giu

[ROMA] Ricorre oggi il trentottesimo anniversario dell’uccisione dell’agente della Polizia di Stato Antonio Galluzzo a opera di un commando terrorista dei NAR, avvenuto in via Val di Cogne – zona a Conca d’Oro- mentre piantonava l’abitazione del capo rappresentanza dell’Olp in Italia.
In sua memoria  il Vice Questore Vicario Rossella Matarazzo, alla presenza della vedova, ha deposto una corona di alloro a nome del Capo della Polizia Franco Gabrielli sulla lapide posta nel Commissariato Sant’Ippolito, dove l’agente prestava servizio. Era dunque Il 24 giugno 1982 quando un commando di quattro terroristi dei NAR attaccò la pattuglia composta da Galluzzo e dal suo collega Giuseppe Pillon. I due agenti furono disarmati e fatti bersaglio di diversi colpi di arma da fuoco. Antonio Galluzzo morì durante il trasporto in ospedale mentre Pillon rimase gravemente ferito. Le indagini della Digos della Questura di Roma permisero di arrestare gli autori dell’omicidio in meno di una settimana. Alcuni anni or sono in memoria di Antonio Galluzzo fu apposta una targa commemorativa anche nell’aula consiliare del Terzo Municipio a piazza Sempione, poco distante dal luogo dell’agguato.
Alessandro Pino

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Commemorato l’agente Galluzzo, ucciso a Conca d’Oro – di Alessandro Pino

24 Giu

[Roma] Sono passati trentasette anni dall’uccisione dell’Agente della Polizia di Stato Antonio Galluzzo, a opera di un commando terrorista dei Nar, avvenuta il 24 giugno 1982 in via Val di Cogne (zona Conca d’Oro) sotto l’abitazione di Nemer Hamad, capo della rappresentanza in Italia dell’Olp. In sua memoria stamane, il Vice Questore Vicario Rossella Matarazzo ha deposto una corona di alloro a nome del Capo della Polizia Franco Gabrielli sulla lapide posta presso il Commissariato Sant’Ippolito, dove l’agente Galluzzo prestava servizio. Quella mattina del 1982 un commando composto da quattro terroristi dei NAR attaccò la pattuglia della Polizia di Stato in servizio di vigilanza. Dopo aver disarmato i due agenti, i terroristi esplosero alcuni colpi d’arma da fuoco contro di loro, ferendoli entrambi. Antonio Galluzzo, a seguito delle ferite riportate, morì durante il trasporto in ospedale, mentre l’altro agente, Giuseppe Pillon, rimase gravemente ferito. Tra i primi a giungere sul luogo dell’agguato ci fu Salvatore Veltri, protagonista degli Anni di piombo sul fronte istituzionale e oggi luogotenente in congedo dei Carabinieri. Le indagini della Digos della Questura di Roma permisero in meno di una settimana di arrestare gli autori dell’omicidio. Tra questi ultimi Gilberto Cavallini e Walter Sordi nel 1988 furono definitivamente condannati alla pena dell’ergastolo, mentre Vittorio Spadavecchia e Pierfrancesco Vito, coinvolti ad altro titolo nell’attentato, subirono una condanna rispettivamente a 14 e 10 anni di reclusione.

Alessandro Pino

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Riapre il Museo Storico della Motorizzazione Civile in via Di Settebagni – di Alessandro Pino

16 Giu

[Roma] È stato riaperto il 15 giugno dopo una lunga chiusura il Museo Storico della Motorizzazione Civile, situato al civico 333 della via Di Settebagni. La riapertura, consentita dalla collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Automotoclub Storico Italiano, nella giornata in questione era ristretta alla stampa e a una élite di membri dei club federati ma prelude a un prossimo ritorno a una piena fruibilità, dedicata specialmente alle scuole. <È un evento che non è un punto di arrivo ma l’inizio di una esperienza> ha commentato infatti l’ingegner Giovanni Lanati, dirigente generale della Motorizzazione Civile. Ha preso poi la parola – davanti a un parterre di soci giunti con le loro auto storiche in un tripudio di blazer blu sociali refrattari alla calura praticamente estiva, chiome cotonate e orologi di gran marca – il presidente dell’Asi, Alberto Scuro: <Abbiamo agito nel rispetto della storia effettuando interventi conservativi, curando la pulizia e la lucidatura> ha dichiarato, aggiungendo successivamente che <stiamo valutando di riaprire dopo l’estate avendo come target le scolaresche>. Significative le parole del professor Gino Scaccia, Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: <Il tratto che accomuna queste auto è la passione di chi le cura come fossero figlie e con la riapertura stiamo cercando di trasmettere questa passione>. Dopo i discorsi di rito e il taglio del nastro tricolore è stato possibile vedere da vicino i veicoli e i materiali conservati nel Museo: tra questi la Fiat 500 A “Topolino” del 1937, la Fiat 508 “Balilla” del 1934, un camioncino Om “Lupetto” del 1962 sezionato a scopo didattico, l’autocarro Fiat 18 BL del 1914 che durante la Grande Guerra fu guidato in versione ambulanza anche da Ernest Hemingway, il prototipo della granturismo Alfa Romeo Montreal, definita all’epoca della presentazione (1967) “la massima aspirazione dell’uomo in fatto di autovetture”. Si tratta di veicoli che hanno contribuito a scrivere pagine di storia e di vita quotidiana italiane, anche le più drammatiche:

conservata come le immagini dei telegiornali la resero tristemente nota – fori di proiettili sul parabrezza inclusi – c’è la Fiat 130 blu ministeriale della strage di via Fani sulla quale viaggiava Aldo Moro con il caposcorta maresciallo Oreste Leonardi e l’autista, appuntato Domenico Ricci quella mattina di marzo del 1978 quando il leader democristiano fu rapito dai brigatisti rossi e gli uomini della scorta trucidati. In occasione della riapertura, è stata portata nel piazzale antistante il Museo un’altra vettura legata ad Aldo Moro e recentemente ritrovata: la sobria Peugeot 403 giardinetta blu carta da zucchero targata Bari appartenuta alla famiglia dello statista pugliese, a bordo della quale fu ritratto con la moglie Eleonora alla guida. Un rinfresco all’aperto cui si è unito anche l’architetto Valerio Moretti – ultimo superstite tra i soci fondatori dell’Asi e autorevole firma della lettratura di settore – ha concluso la mattinata: prima di andare via un ultimo sguardo al salone espositivo dal quale il pubblico è uscito, sperando che presto torni ad affollarsi. Non appena saranno diffusi gli orari e le date della apertura effettiva seguiranno aggiornamenti.
Alessandro Pino

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Riapre il Museo Storico della Motorizzazione Civile in via Di Settebagni – di Alessandro Pino

16 Giu

[Roma] È stato riaperto il 15 giugno dopo una lunga chiusura il Museo Storico della Motorizzazione Civile, situato al civico 333 della via Di Settebagni. La riapertura, consentita dalla collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Automotoclub Storico Italiano, nella giornata in questione era ristretta alla stampa e a una élite di membri dei club federati ma prelude a un prossimo ritorno a una piena fruibilità, dedicata specialmente alle scuole. <È un evento che non è un punto di arrivo ma l’inizio di una esperienza> ha commentato infatti l’ingegner Giovanni Lanati, dirigente generale della Motorizzazione Civile. Ha preso poi la parola – davanti a un parterre di soci giunti con le loro auto storiche in un tripudio di blazer blu sociali refrattari alla calura praticamente estiva, chiome cotonate e orologi di gran marca – il presidente dell’Asi, Alberto Scuro: <Abbiamo agito nel rispetto della storia effettuando interventi conservativi, curando la pulizia e la lucidatura> ha dichiarato, aggiungendo successivamente che <stiamo valutando di riaprire dopo l’estate avendo come target le scolaresche>. Significative le parole del professor Gino Scaccia, Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: <Il tratto che accomuna queste auto è la passione di chi le cura come fossero figlie e con la riapertura stiamo cercando di trasmettere questa passione>. Dopo i discorsi di rito e il taglio del nastro tricolore è stato possibile vedere da vicino i veicoli e i materiali conservati nel Museo: tra questi la Fiat 500 A “Topolino” del 1937, la Fiat 508 “Balilla” del 1934, un camioncino Om “Lupetto” del 1962 sezionato a scopo didattico, l’autocarro Fiat 18 BL del 1914 che durante la Grande Guerra fu guidato in versione ambulanza anche da Ernest Hemingway, il prototipo della granturismo Alfa Romeo Montreal, definita all’epoca della presentazione (1967) “la massima aspirazione dell’uomo in fatto di autovetture”. Si tratta di veicoli che hanno contribuito a scrivere pagine di storia e di vita quotidiana italiane, anche le più drammatiche:
conservata come le immagini dei telegiornali la resero tristemente nota – fori di proiettili sul parabrezza inclusi – c’è la Fiat 130 blu ministeriale della strage di via Fani sulla quale viaggiava Aldo Moro con il caposcorta maresciallo Oreste Leonardi e l’autista, appuntato Domenico Ricci quella mattina di marzo del 1978 quando il leader democristiano fu rapito dai brigatisti rossi e gli uomini della scorta trucidati. In occasione della riapertura, è stata portata nel piazzale antistante il Museo un’altra vettura legata ad Aldo Moro e recentemente ritrovata: la sobria Peugeot 403 giardinetta blu carta da zucchero targata Bari appartenuta alla famiglia dello statista pugliese, a bordo della quale fu ritratto con la moglie Eleonora alla guida. Un rinfresco all’aperto cui si è unito anche l’architetto Valerio Moretti – ultimo superstite tra i soci fondatori dell’Asi e autorevole firma della lettratura di settore – ha concluso la mattinata: prima di andare via un ultimo sguardo al salone espositivo dal quale il pubblico è uscito, sperando che presto torni ad affollarsi.
Alessandro Pino

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Riapre il Museo Storico della Motorizzazione Civile in via Di Settebagni – di Alessandro Pino

16 Giu

[Roma] È stato riaperto il 15 giugno dopo una lunga chiusura il Museo Storico della Motorizzazione Civile, situato al civico 333 della via Di Settebagni. La riapertura, consentita dalla collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Automotoclub Storico Italiano, nella giornata in questione era ristretta alla stampa e a una élite di membri dei club federati ma prelude a un prossimo ritorno a una piena fruibilità, dedicata specialmente alle scuole. <È un evento che non è un punto di arrivo ma l’inizio di una esperienza> ha commentato infatti l’ingegner Giovanni Lanati, dirigente generale della Motorizzazione Civile. Ha preso poi la parola – davanti a un parterre di soci giunti con le loro auto storiche in un tripudio di blazer blu sociali refrattari alla calura praticamente estiva, chiome cotonate e orologi di gran marca – il presidente dell’Asi, Alberto Scuro: <Abbiamo agito nel rispetto della storia effettuando interventi conservativi, curando la pulizia e la lucidatura> ha dichiarato, aggiungendo successivamente che <stiamo valutando di riaprire dopo l’estate avendo come target le scolaresche>. Significative le parole del professor Gino Scaccia, Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: <Il tratto che accomuna queste auto è la passione di chi le cura come fossero figlie e con la riapertura stiamo cercando di trasmettere questa passione>. Dopo i discorsi di rito e il taglio del nastro tricolore è stato possibile vedere da vicino i veicoli e i materiali conservati nel Museo: tra questi la Fiat 500 A “Topolino” del 1937, la Fiat 508 “Balilla” del 1934, un camioncino Om “Lupetto” del 1962 sezionato a scopo didattico, l’autocarro Fiat 18 BL del 1914 che durante la Grande Guerra fu guidato in versione ambulanza anche da Ernest Hemingway, il prototipo della granturismo Alfa Romeo Montreal, definita all’epoca della presentazione (1967) “la massima aspirazione dell’uomo in fatto di autovetture”. Si tratta di veicoli che hanno contribuito a scrivere pagine di storia e di vita quotidiana italiane, anche le più drammatiche:
conservata come le immagini dei telegiornali la resero tristemente nota – fori di proiettili sul parabrezza inclusi – c’è la Fiat 130 blu ministeriale della strage di via Fani sulla quale viaggiava Aldo Moro con il caposcorta maresciallo Oreste Leonardi e l’autista, appuntato Domenico Ricci quella mattina di marzo del 1978 quando il leader democristiano fu rapito dai brigatisti rossi e gli uomini della scorta trucidati. In occasione della riapertura, è stata portata nel piazzale antistante il Museo un’altra vettura legata ad Aldo Moro e recentemente ritrovata: la sobria Peugeot 403 giardinetta blu carta da zucchero targata Bari appartenuta alla famiglia dello statista pugliese, a bordo della quale fu ritratto con la moglie Eleonora alla guida. Un rinfresco all’aperto cui si è unito anche l’architetto Valerio Moretti – ultimo superstite tra i soci fondatori dell’Asi e autorevole firma della lettratura di settore – ha concluso la mattinata: prima di andare via un ultimo sguardo al salone espositivo dal quale il pubblico è uscito, sperando che presto torni ad affollarsi.
Alessandro Pino

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La Fiat 130 della strage di via Fani? È alla Bufalotta – di Alessandro Pino

14 Mar

Sono passati quarant’ anni da quella mattina del 16 marzo 1978 in cui Aldo Moro fu rapito in via Fani e la sua scorta barbaramente trucidata. Tutti abbiamo ben presenti le immagini dell’ immonda mattanza, con le foto delle povere salme sanguinanti riverse negli abitacoli delle auto sulle quali viaggiavano. Non tutti sanno peró che la Fiat 130 blu ministeriale su cui sedeva il presidente della Democrazia Cristiana (assieme al maresciallo Oreste Leonardi e all’ autista Domenico Ricci) si trova da tempo in Terzo Municipio, zona Bufalotta: precisamente in una struttura della Motorizzazione Civile in via Di Settebagni. Vedere dal vero l’ imponente ammiraglia legata a quella tragica pagina di storia non è però facile: come confermatoci per mail dal Ministero dell’ Interno servono autorizzazioni speciali.

Alessandro Pino

(foto da Twitter)

Una targa a piazza Sempione per l’agente Galluzzo ucciso nel 1982 – di Alessandro Pino

24 Giu

La mattina del 24 giugno nell’aula consiliare di piazza Sempione è stata scoperta una targa commemorativa dell’agente di Polizia Antonio Galluzzo, ucciso da terroristi dei Nuclei Armati Rivoluzionari esattamente trentacinque anni prima nella vicina via Val di Cogne. Alla breve cerimonia hanno partecipato la presidente del Terzo Municipio, 

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Roberta Capoccioni, il presidente del Consiglio Municipale Mario Novelli, l’assessore municipale all’Ambiente Mimmo D’Orazio, la consigliera di maggioranza Daniela Michelangeli e rappresentanti delle Forze dell’Ordine in servizio e in congedo tra cui il Luogotenente dei Carabinieri Salvatore Veltri che dei cosiddetti Anni di Piombo fu tra i protagonisti sul fronte istituzionale (oltre ad essere tra i primi a giungere sul luogo dell’omicidio nel 1982). «Questo è il secondo anno in cui in qualità di rappresentante delle
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istituzioni vengo a onorare la memoria di persone del nostro Municipio che hanno dato la vita per lo Stato – ha detto la presidente Capoccioni nel suo discorso ufficiale – molte persone ancora oggi non hanno cognizione di quanto sia avvenuto a quel tempo sul nostro territorio…se noi oggi siamo qui, eletti ed elettori nelle legittime differenze di opinione, lo dobbiamo a loro. È  nostro preciso dovere far conoscere a tutti il sacrificio di chi nel proprio ruolo è caduto per le istituzioni democratiche».
Alessandro Pino

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Trentasette anni dall’omicidio del giudice Amato in viale Jonio – di Alessandro Pino

23 Giu

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Si è svolta la mattina del 23 giugno a viale Jonio (Terzo Municipio della Capitale) l’annuale commemorazione del giudice Mario Amato del cui assassinio ad opera dei Nuclei Armati Rivoluzionari ricorreva il trentasettesimo anniversario. A deporre la corona di fiori sul monumento “Grido al cielo” – eretto sul marciapiede teatro nel 1980 del barbaro omicidio – sono state la presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni assieme
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all’assessore capitolino Flavia Marzano che ha fatto le veci del sindaco Virginia Raggi (presente lo scorso anno).
Alessandro Pino

(Immagini concesse dal Luogotenente Salvatore Veltri)

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