Archivio | novembre, 2011

Casa di riposo di Casal Boccone: tra proteste, malori e esposti alla Procura della Repubblica, si attende l’arrivo di Di Pietro

30 Nov

Prosegue il presidio davanti la casa di riposo di Casal Boccone.

è iniziato lo sgombero delle sale comuni (foto A. Pino)

Nella notte, colto da malore e prontamente trasporato in ambulanza a Villa Domelia, è deceduto uno degli ospiti che non sono ancora stati trasferiti. Questa mattina, un comunicato congiunto di Riccardo Corbucci, vice presidente del consiglio municipale, Pd,  e Teresa Ellul, coordinatrice del circolo Nuovo Salario del Pd, informa del fatto che un’altra anziana, “la Signora Cecilia ha accusato un malore dopo che le era stato tolto il letto per prepararla al trasferimento in un’altra struttura ed é stata attaccata alla bombola dell’ossigeno seduta su una sedia. Queste sono le condizioni degli anziani della Casa di riposo di Casal Boccone in IV Municipio dove procede senza sosta la deportazione degli anziani, nonostante le proteste e le sceneggiate del vicesindaco Sveva Belviso riprese in un video pubblicato su youtube”.

Per questa mattina è prevista la consegna alla direzione della casa di riposo di copia dell’esposto presentato presso la lla Procura della Repubblica, ad opera del senatore Idv Stefano Pedica, con il quale si portano in evidenza le presunte irregolarità emerse nelle modalità di richiesta di trasferimento volontario firmate dagli anziani assistiti. Nel documento il senatore richiama peraltro il parere negativo espresso dal IV municipio alla chiusura della struttura, fa riferimento ai filmati girati il 23 novembre durante la manifestazione tenuta sul piazzale attiguo e ne allega alcuni a sostegno dei punti esposti. Tra le altre cose vengono contestate nero su bianco le cifre delle voci di spesa presentate dalla direzione, in quanto nella casa di riposo non vi è adsl di libero accesso agli anziani né vigilanza notturna, mentre per l’assistenza psicologica viene evidenziata la differenza delle ore dichiarate.

Sono iniziati i lavori di sgombero delle parti comuni.

Nelle prossime ore dovrebbe arrivare l’onorevole Antonio Di Pietro.

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Aggiornamento:  sono giunti in visita agli anziani della casa di riposo il

L'arrivo del senatore Stefano Pedica, Idv, alla casa di riposo (foto A. Pino)

senatore Stefano Pedica, buona parte dei consiglieri Pd municipali, la consigliera comunale  Gemma Azuni, ex Sel,una delegazione dello Spi Cgl.

Per venerdì due dicembre il Pd ha organizzato una fiaccolata di solidarietà che da piazza Talenti partirà alle ore 18,30 e arriverà fino alla casa di riposo in via di Casal Boccone.

Luciana Miocchi

un altra testimonianza di chi quel giorno c’era. Via Ventotene tra gas, fuoco e acqua

29 Nov

Un’altra testimonianza, quasi una confidenza, perchè la persona che ne ha parlato, dietro la più solenne promessa di non essere nominata nemmeno per sbaglio, è molto schiva e convinta che il suo lavoro è un servizio alla comunità e non deve emergere se non come risultato degli sforzi collettivi dei singoli.

“Quella mattina era previsto lo sgombero del mercato rionale di Val Melaina, famoso in tutta Roma, che avrebbe dovuto essere smantellato e trasferito in via Conti. C’era una manifestazione, sul posto c’erano i vigili del fuoco con le autopompe perchè  incendiavano  i cassonetti. Le linee dei cellulari erano sovraccariche, vista la concentrazione di persone e forze dell’ordine, le comunicazioni erano alquanto difficoltose.  

Fummo costretti a rientrare per poter fare una relazione dei fatti. Il tempo di arrivare e viene segnalata l’esplosione. Inizialmente si pensava che qualcuno avesse messo una bomboletta dentro i cassonetti, come spesso accade. Se fossimo rimasti là forse non sarei qui a raccontare di persona. Erano già un paio di giorni che veniva segnalato odore di gas. Dicevano che era una perdita da qualche macchina e invece quella mattina sembrerebbe  che quando hanno misurato il metano nell’aria si siano allontanati in tutta fretta perchè si sarebbe potuta verificare un’esplosione da un momento all’altro, come purtroppo accadde.

Accorsi sul posto, avemmo modo di vedere che l’esplosione aveva interessato una conduttura idrica per cui ai danni che c’erano si doveva aggiungere la fuoriuscita di acqua che non consentiva di passare e di camminare. Abbiamo cominciato a soccorrere quei poveri disgraziati. Prima che l’Acea riuscisse a chiudere il flusso, l’acqua ha creato grossissimi problemi perché si scivolava da tutte le parti. L’intervento dei VvFf è stato come al solito eccezionale, nonostante le gravi perdite hanno continuato a operare con uno spirito encomiabile.

Certamente è stata una scena di guerra. Una macchina sembrava come parcheggiata in un balcone del palazzo di fronte.  Ognuno ha fatto la sua parte con enorme dignità. Portare i corpi inanimati dei colleghi. Vedere le spoglie di una donna che le fiamme avevano talmente rattrappito che sembrava una bambina”. 

Alessandro Pino e Luciana Miocchi

Quella mattina di dieci anni fa in via Ventotene nel ricordo di uno dei primi soccorritori

29 Nov

Quella mattina di dieci anni fa in via Ventotene nel ricordo di uno dei primi soccorritori.

Quella mattina di dieci anni fa in via Ventotene nel ricordo di uno dei primi soccorritori

29 Nov

Dieci anni fa, uno dei primi ad accorrere sul luogo della tragedia fu padre Gaetano Saracino. All’epoca era il vice parroco e direttore del centro giovanile della comunità. Oggi è il titolare della chiesa del Ss Redentore. Quei giorni sono rimasti impressi in maniera indelebile nella sua memoria, giorni in cui un quartiere popolare come tanti fu trasformato in un fondale informe fatto di polvere, sangue, rottami e lacrime. Lui stesso, dopo aver gridato per ore chiamando i nomi dei dispersi, poi trovati privi di vita, rimase due giorni senza riuscire a dire una sola parola. Una delle prove più dure a cui un uomo di fede possa essere sottoposto, vedere la propria comunità travolta da un lutto collettivo, dover consolare e aiutare le famiglie rimaste senza nulla, senza affetti, senza tetto,  consapevole della propria fragile condizione umana. Ma il ricordo di padre Gaetano è anche e soprattutto un messaggio di solidarietà nella disperazione, fatto di sostegno materiale e psicologico, con il centro giovanile trasformato in Unità di crisi funzionante ventiquattr’ore su ventiquattro per più di un mese.

«All’epoca ero viceparroco, responsabile di quello che era il centro giovanile di questa parrocchia. Quella mattina toccava a me la messa delle nove e la celebrai nella cappellina in fondo, un po’ di corsa ma non mi ricordo perché, forse dovevo andare via. Alle nove e venti ero già in sacrestia, stavo salendo sulle scale per andarmi a cambiare. All’improvviso un botto tremendo e vidi tremare tutto quanto. Mandai qualcuno ad informarsi mentre finivo il cambio d’abiti. Mi raccontarono immediatamente di una colonna di fumo dalle parti di piazzale Jonio. Scappai fuori senza prendere nemmeno il giubbetto. In via Ventotene, un paesaggio lunare.

All’improvviso è stato come se si fermasse il tempo, lo spazio, tutto. Tutti attoniti, incapaci di reagire e di dire nulla se non “fermi” perché non sai da dove cominciare». L’istantanea che Padre Saracino non potrà dimenticare è di quelle che rendono appieno il senso della tragedia anche a chi non ha mai visto un solo fotogramma di quella che era iniziata come una mattina qualunque: «tutti quanti fermi come un senso di impotenza e la cosa peggiore è che ti viene da dire “chi mi può dare una mano? Chiamare Polizia! Carabinieri! Vigili del Fuoco! e vedere la camionetta dei vigili del fuoco con le ruote afflosciate per terra, mi dico “porco cane, pure questi stanno male”. Non mi rendo ancora conto di quel che è successo, vedo solo polvere, detriti. Nessuno risponde, l’occhio mi cade subito nel salone di parrucchiera della signora Maria, che conosco benissimo. La sera prima sono stato a casa loro. La chiamo dall’altro lato della strada, perché non ci si può avvicinare, con tutti quelle macerie in mezzo. Il fumo che si alza in una densa colonna, fiamme che vengono per aria e acqua, tubazioni dell’acquedotto divelte, tutta quell’acqua che non spegne il fuoco. Alzo lo sguardo e vedo una Panda in un balcone ad un piano alto, un motorino scaraventato al secondo. Riesco non so come ad arrivare dentro il salone. Ne vien fuori un vigile del fuoco tutto nero dalla fuliggine, gli dico «qui ci sono persone, sono sicuro!» ma quello mi risponde sgomento «non li vedi i miei per terra…». Ero passato affianco e non lo avevo visto! Sull’asfalto, il corpo esamine di un suo collega. Poco più avanti, un altro. Uomini preparati, consapevoli dei rischi che correvano, sorpresi dalla repentinità dell’esplosione mentre accorrevano per mettere in sicurezza l’isolato.

Torno al salone, so che li dentro ci sono delle persone ma non si vede nessuno. C’è una voragine sotto, non so da dove cominciare. La salto, tra le macerie deve esserci la signora Maria. Comincio un po’ a piangere, un po’ a tirare fuori con le mani. Di lei è stato trovato ben poco. La figlia Fabiana invece, che noi credevamo fosse all’università, è stata ritrovata sulla porta, schiacciata dalla trave. L’assistente della parrucchiera, Roberta, viva, con una mano che si intravede appena tra i calcinacci. Chiamo un signore che ho visto fuori: «Leandro vieni, aiutami a spostare ‘sta cosa». Mentre spostiamo questo ha un rimbalzo e si spacca una mano pure lui, ha ancora i segni. Un poliziotto entra, prende Roberta e la porta fuori, le chiedo se sta bene ma lei non risponde. La vado ad adagiare vicino alla gioielleria di Fabio Ricciardi. Io rimango lì dentro, impolverato, disperato. Appena trovo la forza di uscire vedo i familiari di questa signora che erano scesi. Altra gente è stata fatta scendere in un cortile interno che dà su piazzale Jonio perché il portone principale è ostruito.. In questo buco dentro al negozio c’è finita la parrucchiera, la figlia, una cliente che si stava facendo i capelli – Elena,  di 82 anni – e i signori al primo piano del civico 32, Davide Misasi e Michela, la ragazza scozzese sua compagna. Davide si è salvato ma Michela è morta. Mi butto a consolare ma continuo a vedere la macchina dei vigili del fuoco afflosciata come un giocattolo rotto e i componenti della squadra a terra. Provo a salire in casa per cercare di capire dov’è Fabiana, il padre sviene. Chiamiamo il  cellulare della ragazza. Squilla. Ce l’aveva addosso. Poi a un certo punto si scarica. Sconvolto, corro al centro giovanile per cominciare a fare telefonate. Arrivano i soccorsi, il presidente del Municipio mi chiama e mi dice “Gaetano qui stanno facendo evacuare”. Tutti gli evacuati li mandano su al centro giovanile. All’una cominciamo ad arrivare gli sfollati e da lì comincia un regime diverso. Io passo a cercare questa ragazza fino alle due del pomeriggio, poi arriva la notizia che non c’è più. La parrucchiera e la sua cliente le trovano all’una di notte. Non parlo per un giorno e mezzo, quelle immagini mi pietrificano così. Intanto il centro giovanile diventa unità di crisi, al posto di Monte Rocchetta o di via Gottardo, all’epoca municipio e Questura. Arrivano la protezione civile, altre quadre dei vigili del fuoco, vigili urbani, psicologi, ci chidono di fare le cose più umili: andare a svuotare le case delle persone, quando è ripartita la vita mettere a posto i negozi, siamo rimasti aperti  h24 dal 27 di novembre ai primi di gennaio. Si davano informazioni, tutto un mettersi al servizio di queste persone».

I rientri nelle case, secondo i ricordi di padre Gaetano, non cominciarono non prima di cinque o sei giorni. Molti andarono dai parenti. La parrocchia preparava circa cinquecento pasti al giorno. Il campo sportivo fu requisito per l’atterraggio degli elicotteri, il campionato fu sospeso per due settimane. Val Melaina salutò le vittime del quartiere celebrandone i funerali il 5 dicembre, alla mattina quelli dei vigili del fuoco caduti per l’imperizia e la superficialità di chi doveva controllare le tante segnalazioni fatte dai residenti, si tennero in piazza della Repubblica. Gli abitanti del civico 32 finirono a vivere per tre anni in un residence di via Suvereto.

Luciana Miocchi e Alessandro Pino

Via Ventotene, dieci anni dopo – cronaca delle celebrazioni del 27 novembre

29 Nov

Era la mattina del 27 novembre del 2001 quando una disastrosa esplosione dovuta a una fuga di gas metano da una conduttura – scambiata dai tecnici Italgas per una perdita di gpl dal serbatoio di un’automobile – devastò via Ventotene, stradina di Val Melaina alle spalle di piazzale Jonio, causando la morte di otto persone tra civili e Vigili del Fuoco. Macerie, automezzi sbalzati in aria, allagamenti causati dai tubi dell’acqua saltati che rendeva ancora più difficoltosi ricerche e soccorsi. Da allora ogni anno cittadini e autorità si ritrovano per ricordare le vittime. Questa volta la partecipazione generale è stata davvero numerosa, complice la solennità dovuta al decennale. Delle corone sono state deposte sotto la lapide affissa al civico 32 alla presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno e del presidente del Quarto Municipio Cristiano Bonelli.

Anche il primo cittadino di allora, Walter Veltroni, accolto con affetto da diversi residenti che rimasero coinvolti, non ha voluto mancare –  seppur partecipando in veste privata, tanto che ha preferito non prendere la parola nemmeno quando le celebrazioni sono proseguite nella vicina piazza, realizzata al posto dell’ex mercato dove si trova il monumento dedicato alla memoria dei pompieri caduti durante il fatale serivizio. Dal palco allestito per l’occasione Alemanno ha voluto rassicurare i condomini del numero 32 sull’esito di due contenziosi, legati agli eventi successivi al disastro, che da anni turbano la loro tranquillità già minata. Da un lato infatti l’Agenzia delle Entrate aveva elevato nei loro confronti una multa da quasi settecentomila euro, perché considerati corresponsabili di alcune violazioni in materia di comunicazione-dati compiute da chi aveva eseguito i lavori di ricostruzione del palazzo e dall’altro, gli stessi condomini erano stati chiamati – in solido, secondo quanto prescrive la legge – a saldare le ingenti spese legali cui era stata condannata l’Italgas, dagli stessi avvocati da cui erano stati assistiti, poiché allo stato, la società soccombente non lo ha ancora fatto. Striscioni e manifesti appesi al condominio hanno avuto il compito di manifestare tutta l’angoscia e la rabbia di chi, a distanza di un decennio, non riesce ancora a considerarsi al sicuro nemmeno dentro la propria casa. In seguito all’intervento del Comune di Roma l’Agenzia delle entrate ha annullato il provvedimento, mentre per la questione onorari Alemanno ha promesso che farà pressioni perché si giunga a soluzione e per questo ha ricevuto dall’amministratore del condominio un simbolico biglietto di ringraziamento formato gigante. La giornata è proseguita con la messa celebrata dal parroco Gaetano Saracino nella Chiesa del Ss. Redentore, seguita da un saggio di tecniche di salvataggio attuate dai Vigili del Fuoco. Dopodiché, spenti i riflettori, via Ventotene è tornata a essere una breve stradina tranquilla come tante. Il negozio di acconciature femminili c’è ancora, come dieci anni fa, ma ha cambiato proprietaria. L’esplosione avvenne proprio qui di fronte e le prime tre vittime, titolare, figlia e una cliente, non ebbero scampo alcuno. Rimossi da tempo i segni esterni della distruzione, rimangono indelebili invece quelli nell’animo delle persone, così come i ricordi di chi visse in prima persona ciò che per Val Melaina rappresentò una specie di Ground Zero.

I nomi delle otto vittime:

– Maria Grossi, di anni 50, parrucchiera, deceduta nel suo negozio;

– Fabiana Perrone, di anni 22, figlia della signora Maria;

– Elena Proietti, di anni 82, cliente;

– Michela Camillo, di anni 20, abitante del condominio del civico 32;

– Fabio Di Lorenzo, di anni 37, vigile del fuoco della squadra 6A, caduto in servizio;

– Sirio Corona, di anni 27, vigile del fuoco della squadra 6A, caduto in servizio;

– Danilo Di Veglia, di anni 39, vigile del fuoco della squadra 6A, caduto in servizio;

– Alessandro Manuelli, di anni 36, vigile del fuoco della squadra 6A, deceduto cinque giorni dopo  a causa dei gravi traumi riportati in servizio

Alessandro Pino e Luciana Miocchi

Casa di riposo di Casalbertone : prosegue il sit in

28 Nov

Continua anche oggi il sit in di protesta davanti la Casa di riposo per cui Comune, proprietà e gestore non hanno trovato un accordo che salvaguardi gli anziani presenti nella struttura.

Luciana Miocchi

Serpentara: torna a nuova vita il Parco delle Magnolie ?L’assessore capitolino all’Ambiente Marco Visconti ha visitato l’area verde che il locale Comitato di Quartiere ha chiesto in affidamento – di Alessandro Pino

28 Nov

Il Parco delle Magnolie, area verde che si trova in via Nicola Maldacea alla Serpentara, sembra  tornato a nuova vita dopo che a lungo si era trovato in condizioni di abbandono:  frequentato da sbandati che ne avevano fatto luogo di bivacco, invaso da cumuli di rifiuti sparsi in mezzo all’erba alta, recentemente è stato oggetto di ripetuti interventi di riqualificazione ad opera di volontari del Comitato di Quartiere Serpentara presieduto da Mimmo D’Orazio.

 Certo, rimangono inquietanti segni di degrado, come un tavolo da ping pong in cemento armato letteralmente fracassato a martellate, ma rispetto a prima è tutta un’altra cosa. Ovviamente iniziative come questa di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e degli amministratori servono a poco se finalizzate a sé stesse: facile prevedere che in mancanza di una costante manutenzione e sorveglianza il parco tornerebbe presto nelle condizioni precedenti. Al Comitato Serpentara ne sono ben consapevoli e per questo è stato presentata ufficialmente nei giorni scorsi al Comune di Roma e al Quarto Municipio la richiesta di affidamento in gestione del parco allo stesso comitato, in collaborazione con altre realtà associative locali. Il progetto “Orti Urbani” – questo il nome che gli era stato dato originariamente – sebbene allo stato embrionale, prevede oltre alla manutenzione del giardino esistente la creazione di un orto botanico, uno tradizionale e la costruzione di una serra. Lo scopo ovviamente non sarebbe una effimera produzione agricola ma un’attività educativa (rivolta specialmente a scolaresche e disabili).

Se il piano andasse in porto, i residenti del quartiere recupererebbero un elemento importante  di qualità della vita, facendosi parte attiva nella sua salvaguardia accrescendo al contempo il proprio senso di appartenenza a una comunità. Dell’iniziativa è stato interessato anche l’assessore capitolino all’Ambiente Marco Visconti, che su invito della consigliera comunale Gemma Azuni ha visitato il parco lo scorso 21 novembre assieme a una rappresentanza del Comitato Serpentara. L’assessore ha espresso il proprio apprezzamento per l’idea, proponendo anche di  modificarne il nome in “Orto Didattico”: «È un’iniziativa importante perché se i vari comitati ci aiutano a mantenere il verde o a far comprendere alle persone che abitano nei vari quartieri che avere un polmone verde così è una cosa importante e quindi va anche mantenuta e non utilizzata come discarica, credo sia la via che un’Amministrazione deve perseguire. Per cui massima disponibilità concreta verso questo tipo di Comitati fattivi».

A chi esprimeva il dubbio che in tal modo il Comune deleghi ai cittadini la cura del verde pubblico, Visconti ha replicato: «È esattamente il contrario, perché non credo che i cittadini facciano lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione. Più che altro fanno opera di sensibilizzazione verso coloro che magari non hanno il loro stesso senso civico». Non solo i cittadini, verrebbe da dire: sarà stato un caso, ma proprio in occasione del sopralluogo dell’assessore è arrivata a bordo di due furgoni una squadra della cooperativa che attualmente ha in gestione i lavori di manutenzione del Parco delle Magnolie. Muniti tra l’altro di rasaerba a motore e tute protettive integrali, sono stati impegnati sul posto per tutta la mattina.

Alessandro Pino

Domenica 27: due importanti appuntamenti del IV Municipio – di Alessandro Pino

25 Nov

Per Monte Sacro il prossimo 27 novembre sarà una giornata all’insegna della storia del territorio: sono concomitanti infatti due manifestazioni di tenore senz’altro differente tra esse ma che in comune hanno la volontà di mantenere viva l’identità territoriale attraverso il ricordo di fatti sia recenti che remoti ma che hanno lasciato un segno indelebile.

 

Domenica cadrà infatti il decimo anniversario della tragedia di via Ventotene, nel quale persero la vita otto persone a causa di un’esplosione dovuta a una fuga di gas che sventrò letteralmente la strada. Alle nove e ventisette minuti, ora esatta dello scoppio, alla presenza – tra gli altri – del sindaco Gianni Alemanno e del presidente del Municipio Cristiano Bonelli verrà deposta una corona di fiori sotto la targa che ricorda le vittime. Ci si sposterà poi nell’adiacente piazzale dove in passato si teneva il mercato di Valle Melaina per un momento di preghiera davanti al monumento che ricorda i Vigili del Fuoco caduti quella apocalittica mattina. Verrà poi celebrata nella parrocchia del Ss. Redentore la messa in suffragio delle vittime. Alle undici e mezza i Vigili torneranno nel piazzale per tenere un saggio con evoluzioni di automezzi. Sono previste inoltre alcune iniziative tese a perpetuare lo spirito di quella che fu una pagina di solidarietà nella storia di Val Melaina: dalle otto alle tredici sarà possibile donare il sangue presso la scuola Caterina Cittadini di via del Gran Paradiso, mentre la mensa parrocchiale del Ss. Redentore ospiterà il “pranzo dei volontari”. Alle ventitrè è previsto un concerto del cantante Marco Graziosi presso la stazione Nuovo Salario.

 

Un salto breve nello spazio ma senz’altro più lungo nel tempo sarà quello da compiere partecipando invece alla visita del Ponte Nomentano e delle aree limitrofe che sono state teatro di importanti episodi dell’antica Roma prima e del Risorgimento poi. La visita, curata dall’attore e cultore di storia romana Gherardo “Dino” Ruggiero per l’associazione culturale “Il carro dè comici”, è pensata per adulti e bambini e prevede esibizioni di scherma aperte al pubblico e di canti tipici della vita sul fiume, all’insegna del motto “divulgare divertendo”. L’inizio è previsto per le dieci e trenta ed è consigliata la prenotazione telefonando ai numeri 068181853 oppure 3387965614 o ancora scrivendo all’indirizzo di posta elettronica ilcarro@libero.it si potranno avere tutte le informazioni del caso. L’adesione all’iniziativa è gratuita, cosa che in tempi di crisi non guasta.

Alessandro Pino

aggiornamenti sulla casa di riposo di Casalbertone – 24 novembre

24 Nov

Prosegue anche oggi il sit in di protesta

Casa di riposo di Casal Boccone: cronaca della mattina del 23 novembre, giorno di inizio dei traferimenti degli ospiti – di Alessandro Pino

24 Nov

Per tutta la mattina del 23 novembre un posto solitamente tranquillo e isolato come la Casa di Riposo che si trova al civico 112 della via di Casal Boccone è diventato il centro della vita politica cittadina, luogo di animate manifestazioni che hanno visto anche la presenza di diversi equipaggi delle Forze dell’Ordine. Era previsto infatti l’inizio dei trasferimenti – formalmente su base volontaria – degli anziani ospiti in altre strutture di alloggio comunali. Il trasloco era dovuto alla annunciata dismissione della struttura, sottoutilizzata negli spazi a causa della legge regionale

foto A. Pino

41/2003 e il cui canone di affitto – la proprietà è dell’Enpals che lo ha dato in amministrazione alla società Fimit – mesi addietro era stato giudicato dalla giunta Alemanno troppo oneroso per le casse cittadine rispetto al costo di soluzioni assistenziali alternative da proporre agli interessati, ivi compreso il trasferimento in sistemazioni gestite da privati.

Nei giorni immediatamente precedenti, sulle pagine Facebook di alcuni comitati di quartiere c’era stato una sorta di tam tam per attirare l’attenzione di cittadini, stampa locale e politici sulla sorte dei residenti. Il risultato è stato – in parte – quello sperato: una trentina di persone – semplici cittadini, rappresentanti sindacali della Cgil, lavoratori impiegati nella struttura, oltre alla coordinatrice del circolo Pd Nuovo Salario Maria Teresa Ellul – è arrivata praticamente insieme ai furgoni per caricare gli effetti personali di chi doveva partire.

foto di A. Pino

 Sulle  ringhiere dei balconi erano appesi – presumibilmente non da persone anziane, vigorose nello spirito ma non nel corpo – numerosi striscioni con su scritte come “Voglio morire qui” o “Da qui non ci muoviamo”. L’atmosfera si è riscaldata quasi immediatamente nonostante si fosse a fine novembre quando la Ellul si è sdraiata a terra davanti al cancello a simboleggiare la volontà di non fare uscire i veicoli, le cui operazioni di carico sono proseguite in altra parte del complesso. Nel mentre, stimolati anche dai rappresentanti sindacali, i più determinati tra gli ospiti esprimevano ai cronisti presenti il loro stato d’animo, raccontando i percorsi di una vita che –  magari agiata come nel caso di Giuliana, novantenne di aspetto tanto delicato quanto d’animo combattivo, per anni residente ai Parioli – li avevano portati a vivere in una casa di riposo. Storie toccanti che prendevano forma liquida nelle lacrime di chi adesso ai tanti addii dati negli anni  si vedeva costretto a salutare anche gli amici a quattro zampe conosciuti qui: una colonia di gattoni ormai abituati a prendere il cibo da mani rugose. Parole cariche di stanchezza accumulata da chi finalmente aveva messo radici qui dopo aver vissuto tanti, troppi stravolgimenti e sente, come affermato da Enzo, «di essere diventato un pacco postale». 

foto di A. Pino

Man mano che trascorreva il tempo il piazzale antistante si è gradualmente riempito di persone e altri esponenti dell’opposizione municipale e capitolina: la consigliera comunale Gemma Azuni e dopo di lei i consiglieri municipali Riccardo Corbucci, Federica Rampini e Paolo Marchionne. Alcune anziane sono state fatte accomodare su due panchine messe di traverso all’ingresso ed è stato lì che sono iniziati gli screzi che hanno poi caratterizzato il resto della mattina. I primi a prendersi di petto, mentre una stizzita assistente sociale invitava a non filmare la scena, sono stati la Azuni e il direttore della Unità Organizzativa per la terza età e le case di riposo del Comune di Roma, l’economista Michele Guarino, rimasto fino a quel momento defilato. Da quel momento è stato un crescendo di alterazione, alimentato probabilmente dalle dichiarazioni di alcuni ospiti che hanno suscitato qualche dubbio – fermamente respinto da Guarino – sul modo in cui si sarebbero ottenute da loro le richieste di trasferimento in altra sede.

foto di A. Pino

Fatto sta che alcune delle attempate manifestanti hanno voluto che una funzionaria municipale mettesse a verbale la loro volontà di rimanere a Casal Boccone. Che il crescere dei toni andasse di pari passo con il calibro dei politici in campo, lo si è visto quando a rappresentare la maggioranza capitolina è arrivata  la vicesindaco (nonché assessore alle Politiche Sociali) Sveva Belviso che ha esordito chiedendo chi fossero gli organizzatori della sceneggiata; forse resasi conto della battuta non proprio felice si è seduta sulla panchina con le attempate manifestanti, probabilmente in segno di distensione. I battibecchi non sono cessati,  e mentre l’opposizione metteva in campo addirittura il senatore Stefano Pedica si sono viste così la Belviso e la Rampini scambiarsi  battute piccate come «Lei chi é ?» e «No, chi è lei», tanto che solo a tratti nell’accavallarsi di voci si è riuscito a carpire ai vari protagonisti qualche frase priva di aggressività: «Io mi rendo conto del trauma che questi signori subiranno – ha affermato il vicesindaco Belviso –  perché loro ormai qua sono abituati e quindi hanno paura del cambiamento. Una cosa  che invece non ammetto è la strumentalizzazione, la cattiveria di tutti quelli che consapevoli che a loro non mancherà nulla, gli mettono il terrore. Mi dispiace che c’è chi fa leva su quel timore per mettere in evidenza il proprio ruolo». Al vicesindaco hanno replicato gli esponenti dei sindacati, contestando proprio le cifre in base alle quali si è stabilito di chiudere la struttura di Casal Boccone. Sembrava un muro contro muro quando un timido spiraglio è arrivato da una proposta avanzata da Daniele Ozzimo, consigliere comunale del Pd e vicepresidente della Commissione Politiche Sociali: destinare al mantenimento e a un uso più intensivo della casa di riposo i sei milioni di euro previsti per il prossimo acquisto di un palazzo in via Assisi che dovrebbe essere destinato a ricovero di senza tetto. Rivolgendosi alla Belviso ha detto «Fermo restando che è giusto che l’amministrazione si ponga il problema dei costi, sfaldare questo nucleo di persone che vivono insieme mi pare un atto di cattiveria. Cogliamo quest’opportunità e quel servizio lo portiamo qui. Tu Sveva, fatti carico di questa proposta e facciamo tutti contenti».

Il vicesindaco Belviso non ha rifiutato la proposta di Ozzimo, riservandosi di verificarne la fattibilità. Nel frattempo però, a differenza di quanto richiesto da chi ne augurava la sospensione, pare che i trasferimenti da Casal Boccone nei prossimi giorni proseguiranno. 

Alessandro Pino

precisazione della consigliera comunale Gemma Azuni riguardo il sit in alla casa di riposo di Casal Boccone del 23 novembre

23 Nov

dal post di Gemma Azuni pubblicato sulla condivisione fb  sul gruppo Comitato di quartiere di Serpentara dell’articolo di questo blog  http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwp.me%2Fp1ErPX-6R&h=sAQGMTC31AQGWEW4Z2JVO45mgSEVa4VOnQW269yVG4Paapg  “E’ iniziato il trasferimento degli ospiti della casa di riposo di Casal Boccone”

“forse ha dimenticato altre presenze che dalla mattina presto hanno vigilato affinchè non fossero trasferiti gli ospiti della casa contro il loro volere e cioè la sottoscritta, la segretaria regionale dello SPI Cgil, la CGIL regionale, alcune rappresentanze dei sindacati di base, molti operatori etc. L’informazione deve essere completa per essere credibile”

questa la mia risposta:

“Non  era mia intenzione dimenticare nessuno. Sono state indicate le persone riconosciute e si è cercato di fornire l’informazione più completa possibile, pur con i limiti dei tempi della presa diretta. Ringrazio per la precisazione, che renderà sicuramente più credibile la notizia”

(la prossima volta costringerò Alessandro Pino a chiedere le generalità a tutti i presenti)

Casa di riposo Casalboccone – aggiornamenti alle 13.45

23 Nov

sul posto sono giunti il senatore Idv Stefano Pedica, il vice sindaco di Roma Sveva Belviso e il vice presidente della commissione servizi sociali Daniele Ozzimo, Pd. La discussione si è fatta vivace, con uno intenso scambio di battute tra il vice sindaco e la consigliera Federica Rampini. Al momento risultano trasferiti soltanto quattro ospiti che avevano firmato la richiesta di trasferimento volontario.

A breve il resoconto dell’inviato sul posto Alessandro Pino

Questa sera su Serpentara tv, canale web, trasmissione sulla giornata di oggi con ospiti alcuni dei politici presenti oggi. Interventi in diretta possibili tramite chat

Luciana Miocchi

È iniziato il trasferimento degli ospiti della casa di riposo di Casal Boccone

23 Nov

Da questa mattina sono iniziate ale operazioni di trasferimento degli ospiti della casa di riposo di via di Casal Boccone, struttura gestita dal Comunew di Roma, che verrà definitivamente chiusa al 31 dicembre perchè considerata troppo costosa da mantenere a bilancio, soprattutto per via del canone di locazione da pagar all’Enpals, proprietario degli edifici.

Sul piazzale antistante in questo momento ci sono una trentina di persone, tra anziani ospitati, sostenitori e operatori. Il presidio è iniziato presto, con panchine messe di traverso e l’ex presidente del consiglio municipale Teresa Ellul che si è sdraiata per terra.

Alle 11 sono presenti i consiglieri municipali del Pd Riccardo Corbucci e Federica Rampini, nonchè la consigliera comunale del gruppo misto Gemma Azuni. Nessuno della maggioranza municipale nè comunale si è ancora visto.

All’interno dei cancelli è ancora presente il camioncino che dovrebbe provvedere al trasloco.

Molti degli anziani sono in lacrime, altri sono rassegnati. Chi tra loro accudiva dei piccoli animali in giiardino ha avuto la brutta notizia che non potrà portarli con se nella nuova destinazione. Una vecchina continua a ripetere che lei vuole morire li dentro, non vuole andare da nessun’altra parte.

Agli anziani, formalmente  è stata fatta fatta firmare una richiesta per essere trasferiti ma lamentano di essere stati quasi costretti, perchè gli è stato prospettato che a breve sarebbero state staccate le utenze di luce, acqua e gas.

Luciana Miocchi

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Casa di riposo di Casal Boccone: rinvio trasferimenti

20 Nov

I primi trasferimenti degli ospiti della casa di riposo sono stati rinviati da lunedì 21 al mercoledì 23

il 21 novembre cominceranno i trasferimenti dalla casa di riposo di Casal Boccone. Chiude così una delle ultime strutture comunali

19 Nov

La notizia è riportata dal wall fb di Daniela Caramel.  Poche righe che concentrano mesi di incontri e trattative per cercare di salvare la struttura gestita dal Comune e che ospita anche un centro per la cura dell’Alzheimer, punto di riferimento fondamentale per tutta Roma Nord. Niente da fare, l’affitto costa troppo e la decisione presa da mesi, nonostante proteste e manifestazioni comincerà a mostrare i suoi effetti da lunedi prossimo, 21 novembre, con il trasferimetno dei primi ospiti della struttura. ” La CGIL sta preparando dei manifesti, e sarà presente davanti alla casa di riposo dalle 8,30. Sarebbe il caso di mobilitarsi – scrive Caramel – e mostrare solidarietà agli anziani, ovviamente tenendo conto delle loro condizioni di salute e quindi senza porre in essere azioni eclatanti. Tutti quelli che hanno aderito alla raccolta di firme sono invitati a partecipare”.

Luciana Miocchi

Vigne Nuove: l’assassino per dieci euro è stato condannato all’ergastolo – di Alessandro Pino

18 Nov

(foto A. Pino)

Un omicidio è qualcosa che, oltre a sottrarre la vita di qualcuno, sconvolge spesso per sempre quella di chi rimane: non solo l’autore ma anche le persone più prossime a loro, i parenti, gli amici, i vicini di casa. Per gli estranei invece il più delle volte sono solo poche righe in cronaca, per di più   immediatamente risucchiate dal convulso succedersi di notizie proprio del moderno mondo dell’informazione. Solo di tanto in tanto poi si torna a parlare del singolo episodio in occasione di un anniversario o di una scadenza giudiziaria, come accaduto per Emiliano Cappetta, poco meno che quarantenne residente in zona Vigne Nuove che fu accoltellato mortalmente nel marzo scorso e il cui aggressore è stato giudicato il 17 novembre. Ubaldo, questo il suo nome,  imputato con le accuse di omicido aggravato e violazione della legge sulle armi, è stato condannato dal gup Antonella Capri all’ergastolo, oltre al pagamento di duecentocinquantamila euro ai familiari della vittima. L’aver chiesto il rito abbreviato non l’ha messo al riparo dalla massima pena prevista dal nostro ordinamento:  lo sconto di un terzo non è stato applicato. Decisive le aggravanti considerate dal giudicante. La morte di Emiliano Cappetta, avvenuta in seguito a un diverbio per un prestito di alcuni euro fattogli da Ubaldo degenerato in una selvaggia aggressione, aveva suscitato rabbia e sconcerto tra gli abitanti di un quartiere difficile che pure sono abituati a vederne di tutti i colori, soprattutto perché veniva descritto da chi lo conosceva come se fosse rimasto un bambino, una persona che non aveva mai dato problemi.  «Emiliano qui è l’unico che non aveva mai dato fastidio a nessuno, al massimo te chiedeva ‘na sigaretta» aveva detto una ragazza il giorno successivo al fatto, proprio sotto al portico di via Amleto Palermi dove era avvenuto. Difficile pensare che Ubaldo, tossicodipendente e sieropositivo, già arrestato anni fa perché trovato in possesso di stupefacenti che teneva occultati nel volante dell’auto, diventato assassino per pochi spiccioli, possa pagare in alcun modo la sanzione pecuniaria inflittagli. Più facile prevedere che, nell’attesa di successivi gradi di giudizio e per i consueti meccanismi della giustizia, non passerà troppo tempo prima che possa uscire dal carcere, anche se per qualcuno del quartiere sarebbe meglio non si facesse più vedere in giro: «Co ‘ste leggi che c’abbiamo Ubaldo tra poco sta di nuovo fòri, ma qui è meglio se quell’infame nun ce torna».

Alessandro Pino

Salaria Sport Village: il sequestro alle nuove strutture resta. Probabile precedente anche per gli altri circoli coinvolti nel caso Mondiali di Nuoto

18 Nov

Salaria Sport Village: il sequestro alle nuove strutture resta. Probabile precedente anche per gli altri circoli coinvolti nel caso Mondiali di Nuoto.

Salaria Sport Village: il sequestro alle nuove strutture resta. Probabile precedente anche per gli altri circoli coinvolti nel caso Mondiali di Nuoto

18 Nov

Il 17 novembre la IV sezione del Tribunale penale di Roma, per mezzo del giudice Bruno Costantini ha emesso un’ordinanza con la quale viene respinta l’istanza di dissequestro delle strutture del Salaria Sport Villane edificate per il mondiali di nuoto del 2009.

La decisione viene a poca distanza in ordine temporale dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 5799/2011 che dichiarava nulli  gli atti del 2010 del Sindaco Alemanno e della sua giunta, con i quali si dichiarava la competenza di Roma Capitale a rilasciare le autorizzazioni edilizie necessarie, non ritenendo le sue prerogative sufficienti ad interferire con i poteri attribuiti al commissario straordinario. Tale sentenza ribaltava completamente quella emessa dal Tar appena qualche mese prima, contro cui avevano fatto ricorso i legali del centro sportivo e che considerava appunto le strutture prive di autorizzazione perché non rilasciate dagli uffici comunali, forti dell’autorizzazione del delegato a gestire l’evento straordinario dei mondiali di nuoto. Tutto ruota intorno alla qualifica di impianto pubblico, se sia da considerarsi tale anche quando la proprietà è privata ma viene utilizzata per uno scopo che interessa la collettività, quale può essere una manifestazione sportiva di simile portata.

Ad oggi è ancora in piedi presso il Tar-Lazio il giudizio incardinato da Italia Nostra, che ha per oggetto la validità o meno delle ordinanze del presidente del consiglio dei ministri con le quali sono stati attribuiti al commissario straordinario i poteri, tra gli altri, di andare in deroga su qualunque ostacolo di natura burocratica si frapponesse nella gestione dell’evento mondiali di nuoto. Nel caso del Ssv,  i vincoli sono rappresentati oltre che dal prg che destina i terreni ad uso agricolo, dalla presenza di un’area di esondazione del Tevere che ha generato un parere contrario dell’autorità di bacino e da un piano paesaggistico della regione.
Il ritardo con cui si è avuta l’emissione dell’ordinanza penale, attesa per l’inizio dell’estate, è dovuto al fatto che giudice Colaiocco è stato distaccato ad altro incarico ed i tempi tecnici per cui un altro magistrato ha dovuto prendersi carico del faldone hanno fatto si che si arrivasse a metà novembre. Le motivazioni del giudice Costantini contenute nell’ordinanza spiegano che la decisione del Consiglio di Stato deve avere effetto solo sul piano amministrativo. Viene messo in evidenza, infatti, che i magistrati amministrativi non entrano nel merito ma si limitano a considerare “la legittimità della nota del Comune di Roma del gennaio 2010 con la quale si esprimeva parere favorevole all’apertura della pratica di sanatoria per il nuovo impianto sportivo”.

Il mancato dissequestro delle strutture potrebbe influire, quale precedente, anche sulle decisioni riguardanti gli altri quattordici circoli sportivi sequestrati nella medesima inchiesta, tutti con varie presunte pecche nelle autorizzazioni.

Il procedimento penale per il presunto abuso edilizio delle nuove edificazioni, quindi, va avanti. Le attività nelle strutture preesistenti, non oggetto di sequestro, proseguono normalmente.

Luciana Miocchi

Mondo disabile: Tutti vincitori al XVI Torneo dell’amicizia di calcio a sei – di Alessandro Pino

17 Nov

Si è concluso con la finale del 10 novembre il “Torneo dell’Amicizia” di calcio a sei, patrocinato dal Comitato Italiano Paralimpico Lazio e giocato sul campo sintetico della Parrocchia di Sant’Alberto Magno (zona Vigne Nuove) da ragazzi con disabilità intellettive e relazionali. Giunto quest’anno alla sedicesima edizione, il torneo è stato come sempre organizzato dagli operatori del Centro Diurno Lumiére che fa capo alla Asl Roma A e viene frequentato da alcuni degli atleti partecipanti. La finale è stata il culmine di una serie di incontri giocati nei mesi precedenti da sei squadre: Tangram e Ottovolante (entrambe della Asl Roma A), Albano Primavera, Polini Team, Blue Star e De Rossi Asl Roma C. Come nelle precedenti edizioni, nell’ultima giornata le compagini originarie sono state sparigliate in modo da creare delle formazioni miste, esaltando così il valore dello stare insieme facendo sentire tutti vincitori. Al termine degli incontri le squadre si sono trasferite presso il Centro Diurno di largo Fratelli Lumière dove ha avuto luogo la  premiazione.

Alessandro Pino

Quando solidarietà e moda vanno a braccetto. Mostra mercato a Termini – di Alessandro Pino

16 Nov

La Cooperativa Sociale Pandora ha organizzato per domenica venti novembre una mostra mercato di abiti e accessori di seconda mano che si terrà dalle undici del mattino alle otto di sera presso l’Hotel Radisson di via Turati 171, zona stazione Termini. Il materiale in vendita è stato donato da sostenitori di questa onlus e i fondi raccolti serviranno a incrementarne l’attività di sostegno della maternità e della prima infanzia. La Cooperativa infatti dal 1994 opera al fine di facilitare il rapporto tra mamma e bambino  nella convinzione che affrontando tempestivamente eventuali piccole difficoltà relazionali sia possibile evitare  successivi disagi psicologici di difficile trattamento. Si tratta quindi di servizi di prevenzione rivolti sia alle donne in gravidanza che alle neo-mamme e ai loro nuclei familiari, per assisterli in caso di malinconia o depressione post parto e nelle insicurezze legate alla crescita del bambino. Sul campo opera personale qualificato assieme alle cosiddette doule (parola di origine greca che significa “ancella”), volontarie appositamente formate avvalendosi della consulenza di psicoterapeuti, ginecologi e pediatri. L’attività è abitualmente svolta in prevalenza nel Quinto Municipio, con i cui servizi socio sanitari si integra e dal quale è finanziata assieme ad altri enti locali (Comune, Provincia e Regione) oltre a banche, aziende e fondazioni che ne condividono le finalità. La raccolta di fondi servirà ad estendere il servizio su tutto il territorio cittadino e ad attivare una ludoteca. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito http://www.pandoracoop.it oltre che sulla pagina Facebook “Pandora cooperativa sociale onlus”.

Alessandro Pino