Archivio | giugno, 2015
Galleria

Trentacinquesimo anniversario della strage di Ustica

27 Giu

Sono  trascorsi trentacinque anni  dalla maledetta sera d’estate in cui fu stroncata la vita di 81 persone che viaggiavano su un Dc-9 dell’Itavia in volo da Bologna a Palermo, brutalmente spazzato via dai cieli del Tirreno Meridionale nei pressi dell’isola di Ustica. Fin da quel 27 giugno 1980 cominciarono occultamenti di prove, misteriose morti di testimoni e depistaggi: ancora si ricorda la ridicola tesi della corrosione dovuta alle cassette di pesce trasportate in precedenza dall’aereo e che all’epoca ebbe invece

I resti del Dc 9 Itavia nel Museo per la Memoria di Ustica a Bologna

I resti del Dc 9 Itavia nel Museo per la Memoria di Ustica a Bologna

credito per l’abilità di chi era interessato da una parte a nascondere le cause reali e dall’altra a eliminare uno scomodo concorrente per l’Alitalia. L’Itavia infatti interferiva con il monopolio di fatto sulle rotte interne esercitato dall’allora compagnia di bandiera. Il linciaggio mediatico ai danni del suo presidente Aldo Davanzali – accusato di utilizzare delle carrette – portò infine alla revoca della licenza di navigazione aerea e alla conseguente cessazione delle attività. «Papà mi disse subito che era stato abbattuto – ricordava la figlia Luisa nel 2010 – non avrebbe mai fatto volare un  mezzo inefficiente ». Proprio l’Alitalia in quegli anni sulla stessa rotta per Punta Raisi subì due disastrosi incidenti sulle cui cause ancora permangono dubbi e nei quali persero la vita complessivamente più di duecento persone, eppure le fu riservato ben diverso trattamento. I dipendenti Itavia riuscirono a transitare in altre compagnie aeree ma rimase saldo in loro il senso di appartenenza per quella che consideravano e considerano tuttora una grande famiglia più che un’azienda, tanto che ancora oggi si incontrano periodicamente, uniti nell’associazione “Noi dell’Itavia”. L’unico aereo che ancora porta la livrea Itavia è paradossalmente proprio quello che fu distrutto quel 27 giugno: recuperati dopo una lunga permanenza sul fondo del Tirreno, i frammenti di fusoliera, ali e i due motori furono ricomposti su un traliccio riproducente la sagoma del velivolo. Rimasti per anni in un hangar PINOMIOCCHIitavia2 dell’Aeronautica Militare vicino Roma, dal 2006 sono tornati simbolicamente a Bologna – città da cui partì l’ultimo tragico volo – per essere esposti nel Museo per la Memoria di Ustica. La prima volta che ci si entra è come ricevere un pugno nello stomaco:  i resti di quello che fu un aereo giacciono come un enorme cadavere meccanico in decomposizione, le cui forme originarie si intuiscono soltanto. All’inizio suscita quasi repulsione, poi girandogli attorno e osservando le fiancate accartocciate con i finestrini ormai opachi il pensiero va ai passeggeri e all’equipaggio, a ciò che attraverso di essi hanno visto prima della fine; ci si rende conto che ciò che davvero repelle è chi ha causato tutto ciò e gli inganni che ne seguirono. L’elenco di vittime letto tante volte cessa di essere PINOitavia3soltanto tale, diventando volti e sguardi di persone vere. Persone che al momento di salire a bordo hanno gettato un’occhiata alla freccia rossa stilizzata che ancora oggi campeggia sull’impennaggio di coda, voltandosi a salutare chi li aveva accompagnati all’aeroporto. Non è immaginazione: è quanto appare in un filmino familiare inserito in “Ustica – tragedia nei cieli” , documentario uscito all’epoca del trentesimo anniversario.  «Ormai si è scritto tutto e il contrario di tutto – spiega Alberto Alpozzi, fotografo oggi noto per documentare le missioni militari italiane all’estero e che aveva avuto il compito di seguire la lavorazione  del film con i suoi scatti – ma è diverso sentire di persona chi vi è rimasto coinvolto, come Pasquale Diodato che perse la moglie, i tre figli e la cognata o Elisabetta Lachina, rimasta orfana di entrambi i genitori». Già, si è PINOitavia4 scritto di tutto: nel corso degli anni anche le versioni più oscenamente  inverosimili e irriguardose verso i familiari delle vittime –- sono state propinate a un pubblico dal palato grosso, una tra tutte quella che vede il Dc 9 ammarare senza danni rilevanti finendo poi affondato da un sommergibile per non lasciare itavia 011testimoni. «Gli stessi tecnici della McDonnell Douglas, la casa costruttrice dell’aereo, esclusero tale ipotesi perchè sarebbe riuscito a galleggiare tre o quattro minuti al massimo» afferma il giudice Rosario Priore che condusse le indagini sul disastro e che della vicenda trattò anche nel libro “Intrigo internazionale” scritto con il giornalista Giovanni Fasanella.  Paradossalmente la linea di Priore, basata sull’abbattimento da parte di un missile e sconfitta in sede di giudizio, è stata di fatto sposata recentemente dai giudici civili chiamati a decidere sui risarcimenti ai familiari, anche se ancora si attende un pronunciamento definitivo al riguardo che comunque non restituirà i loro cari o allevierà  le sofferenze subìte.  Il resto è solo roba da romanzi di fantapolitica, tanto che alla fine si è tentati di allungare una mano verso i resti dell’aereo, sfiorando ciò che resta della verità.

Luciana Miocchi  e Alessandro Pino

 

III Municipio di Roma Capitale: Cassonetto equilibrista

26 Giu
cassonetto equilibrista

cassonetto equilibrista che nemmeno al circo..

Via Painetti, zona Vigne Nuove. Il cassonetto viene svuotato automaticamente e riposizionato sulla strada. Un imballo non ridotto in pezzi si trova sul ciglio della strada in una posizione che nemmeno al più fantasioso degli sceneggiatori sarebbe venuta in mente di scrivere. L’operatore comanda al braccio meccanico di depositare il grande contenitore nuovamente in terra. Non si rende conto che quello non è atterrato sull’asfalto ma su uno scatolone. Qualcuno fotografa il proprio stupore. Dopo poco, il cassone, prepotentemente riguadagna il suolo.

(Si ringrazia la Signora Carolina Neri per la prontezza di riflessi!)

Luciana Miocchi

Sul Family Day a Piazza San Giovanni – di Cherubino Di Lorenzo

26 Giu
Galleria

Terzo Municipio di Roma Capitale : due vetture spolpate in via di Settebagni – di Alessandro Pino

26 Giu

Non proprio una immagine da intervallo della Rai con le pecorelle, quella che appare da alcuni giorni in Via di Settebagni – Terzo Municipio di Roma Capitale, tra la Bufalotta e Porta di Roma – quasi di fronte PINOfotonotiziaautomobili A alla scuola “Uruguay”: come sul piazzale di uno sfasciacarrozze, si trovano due vecchie automobili apparentemente abbandonate e prive di numerose parti.Quella ridotta peggio è una Ford Focus letteralmente spolpata di fari e ruote, malamente adagiata nemmeno sui classici quattro mattoni ma su una bombola di gas esausta. Un metro più avanti, una Renault Clio che pur avendo conservato le ruote è rimasta orba dei fanali e di altri particolari. All’interno di entrambe evidenti segni di manomissione della plancia, del volante e dei fianchetti  delle portiere.

Alessandro Pino

PINOfotonotiziaautomobili (1)

PINOfotonotiziaautomobili (2)

Galleria

Terzo Municipio di Roma Capitale: 35 anni fa l’assassinio del giudice Mario Amato – di Alessandro Pino

24 Giu

pubblicato su http://www.di-roma.com

DSC_1112

La deposizione della corona davanti al monumento “Grido al cielo”

Commemorato da cittadini e autorità stretti attorno ai familiari

DSC_1124

Interventi delle autorità

Trentacinque anni sono passati dalla mattina del 23 giugno 1980 in cui il magistrato Mario Amato fu assassinato a Roma su un marciapiede di viale Jonio – nel quartiere di Monte Sacro – mentre aspettava l’autobus che lo avrebbe dovuto condurre in ufficio a piazzale Clodio; cinque anni soltanto invece da quando fu scoperto il monumento intitolato “Grido al cielo” – opera dello scultore Antonio Di Campli –  proprio nel luogo in cui fu versato il suo sangue dai terroristi dei Nuclei Armati Rivoluzionari sui quali indagava. Nell’anniversario della feroce esecuzione si è tenuta una breve cerimonia alla quale hanno partecipato, oltre alla famiglia Amato, cittadini e autorità: sulla stele è stata deposta una corona dal presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne e dal consigliere comunale Fabrizio Panecaldo, in rappresentanza del sindaco Ignazio Marino e dell’assessore capitolino alla DSC_1127Legalità Alfonso Sabella. Hanno preso la parola anche il vicepresidente della Anm, Valerio Savio, il presidente della Associazione 2 Agosto onorevole Paolo Bolognesi, Giampiero Cioffredi, direttore dell’Osservatorio Sicurezza della Regione Lazio e Francesco Avallone, presidente del comitato per la commemorazione del giudice Amato. Tra il pubblico c’era anche chi quella mattina si trovò a passare per servizio sul marciapiede di fronte pochi secondi dopo l’agguato: Salvatore Veltri, per tanti anni Comandante dei Carabinieri di Talenti. Fu uno dei primi a vedere da vicino l’immagine – poi passata dalla cronaca alla storia – del corpo del magistrato riverso a terra, con le scarpe dalle suole consunte.

Alessandro Pino

DSC_1115

Galleria

L’ordinanza antialcol a Monte Sacro scontenta tutti – di Alessandro Pino

24 Giu

Polemiche per l’esclusione dai controlli di locali e strade adiacenti a quelli sottoposti al provvedimento

Vivaci polemiche per l’entrata in vigore a Monte Sacro della cosiddetta ordinanza antialcol del Comune di Roma: vietata dalle 22 alle 7 del mattino la vendita da asporto di alcolici (anche attraverso distributori automatici) e il loro consumo per strada se contenuti in vetro, divieto rafforzato dopo le 24 (no al antialcolconsumo in strada di alcolici con qualunque contenitore) e ancor più dopo le due di notte (proibita anche la somministrazione). Il provvedimento era stato preso anche per dare ascolto alla voce di numerosi residenti di Città Giardino che avevano raccolto oltre mille firme con cui sottoscrivevano un ordine del giorno di iniziativa popolare approvato dal Municipio e sarebbe stato deterrente anche contro gli schiamazzi di una movida distorta: il condizionale è d’obbligo perché a un rapido esame dell’ordinanza si è scoperto che esclude alcune strade del quartiere – come viale Gottardo – adiacenti a quelle sottoposte al divieto e nelle quali esistono numerosi locali pubblici, di fatto vanificando lo scopo prefissato e creando una disparità tra esercizi soggetti o meno alla norma pur distando pochi metri tra loro. Il presidente del Consiglio Municipale, Riccardo Corbucci, in una nota firmata assieme ad altri consiglieri ha parlato di “svista talmente grave, da sembrare persino volontaria”. Dal Campidoglio è arrivata la promessa di controlli accurati anche sulle strade rimaste escluse insieme a una precisazione degli uffici preposti che lascia perplessi: “…le rappresento che l’assessore competente, Marta Leonori, a cui era stata segnalata la mancata inclusione di alcune vie segnalate, tra gli altri, anche da molti cittadini della zona, ha riferito che l’esclusione dall’ordinanza di cui trattasi delle vie di cui trattasi è stata determinata dalla mancanza di adeguata documentazione da parte della Polizia Locale  – si legge nella risposta inviata a Corbucci e da questi riportata in rete – che, anzi, ha escluso che nella zona ci fossero riscontri dei fenomeni segnalati”. Rimane il dubbio su come si possa far rispettare una ordinanza in un dato luogo se essa in effetti non lo riguarda.

Alessandro Pino

Galleria

Scompare Pierluigi Monaco, vicepresidente della associazione “Sulla Buona Strada”

22 Giu

Lo scorso dicembre aveva ritirato il “Premio Montesacro” nella categoria senso civico

Monaco

Pierluigi Monaco intervistato da Alessandro Pino dopo aver ritirato il “Premio Montesacro”

Capita a volte di trovarsi a scrivere un articolo in memoria – come questo che state leggendo – di quelli che ti lasciano sgomento non solo per certe morti che  colpiscono come fulmini a ciel sereno per l’età di chi scompare ma soprattutto perché si era da poco concordato un incontro per una intervista: «Allora possiamo sentirci anche stasera». La telefonata  però non arriva, diciamo fra noi “vabbè chiameremo domani” e invece il giorno dopo veniamo a sapere che l’intervista non si farà mai: perché a soli quarantasette anni è scomparso per un malore nella casa paterna di Ateleta (in provincia de L’Aquila) Pierluigi Monaco, graduato della Polizia Stradale in servizio a Roma e vicepresidente della associazione “Sulla buona strada”, attiva nella sensibilizzazione alla sicurezza in auto e nella promozione di iniziative benefiche. Nel suo ruolo di dirigente della associazione aveva ritirato lo scorso dicembre al teatro Viganò di Roma il “Premio Montesacro” nella categoria senso civico per il quale dovevamo intervistarlo. Recentemente era stato eletto come consigliere comunale di opposizione ad Ateleta, suo paese natale, confermandosi come uomo dai numerosi impegni pubblici e che dispiace sinceramente – in aggiunta all’amarezza per la morte in sé – di non aver potuto conoscere più a fondo. Lo vogliamo ricordare così, con in mano il Premio appena ritirato mentre si concede al microfono quasi sorpreso dalla nostra attenzione.

Luciana Miocchi e Alessandro Pino

Galleria

Arrivano le streghe alla biblioteca “Casa dei Bimbi” di Cinecittà Est – di Alessandro Pino

22 Giu

Il 23 giugno una serata per riscoprire, genitori e figli, le antiche tradizioni romane

Dici “notte delle streghe” e pensi alla ricorrenza un po’ artificiosa – almeno da noi – di Halloween, ma in realtà a Roma i bambini temevano le malefiche vegliarde munite di scopa parecchi secoli prima che l’usanza americana venisse imposta a suon di telefilm. Accadeva durante la vigilia della festa di San Giovanni del 24 giugno  quando secondo la tradizione le streghe giravano in caccia di anime; gli abitanti dei vari rioni dell’Urbe recandosi fino a San Giovanni in Laterano muniti di lanterne la sera del 23 perstreghe pregare (e fare scorpacciate di lumache), lasciavano allora sulla soglia di casa un po’ di sale grosso e uno scopino di saggina che le streghe curiose avrebbero perso tempo a contare, non avvedendosi del sorgere del sole – mortale per loro – e finendo così disintegrate. Per illustrare ai bambini di oggi e ai loro genitori le antiche tradizioni romane, la biblioteca pubblica “Casa dei Bimbi” di Cinecittà Est – si trova in via Libero Leonardi 153 – ha organizzato un’apertura straordinaria chiamandola appunto “Aspettando la notte delle streghe”: la sera del 23 giugno, dalle 19 e 30 fino alle 21 e 30 che vedrà la partecipazione della Accademia Romanesca e il goloso contributo della pasticceria Cinque Stelle. Chi è interessato a trascorrere in modo intelligente e divertente una sera di inizio estate e vuole altre informazioni può chiamare la biblioteca “Casa dei Bimbi” allo 06 45460381.

Alessandro Pino

Galleria

I servizi per “Roma Chiama 88.100”: l’aeroporto di Fiumicino verso la normalità dopo l’incendio del 7 maggio – di Alessandro Pino

21 Giu

Romachiama copertina

All’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino la situazione sembra migliorata rispetto ai disagi e al caos lamentati nei giorni successivi al grande incendio dello scorso 7 maggio. La 20150617_145042conferma viene da un addetto di uno dei banchi informazioni della società Aeroporti di Roma presenti nello scalo: «Qualche ritardo ma niente di eccezionale, piano piano la situazione si sta normalizzando». Anche i passeggeri – per lo più turisti stranieri – intervistati per la  trasmissione radiofonica Roma Chiama 88.100, al più lamentano i “normali” ritardi – entro i  sessanta minuti circa – che possono affliggere le procedure di imbarco e sbarco ma niente di eccezionale. Se si esclude ancora un certo odore di  20150617_144335materiale bruciato percepibile nel terminal 1 – dove il personale che vi trascorre il turno di servizio indossa mascherine protettive – oltre alle scale mobili ferme per manutenzione e i teli in plastica bianca a coprire le aree danneggiate in riallestimento, c’è solo l’ordinaria confusione di un grande scalo internazionale.

Alessandro Pino

Galleria

Un giorno d’estate all’autogrill – racconto di Alessandro Pino

21 Giu

(pubblicato su europagiovani.it)

Felice azionò la freccia ed entrò nell’area di servizio sull’autostrada per riempire il serbatoio della macchina ormai vuoto e svuotare la sua vescica, ormai piena. Era una giornata di esodo agostano, c’erano parecchi veicoli in coda alle colonnine del carburante e lui veniva dopo due motociclisti sigillati dentro scafandri ai quali mancavano solo le bombole. A uno dei due centauri squillò il cellulare e Felice si aspettava che quello rispondesse «Houston, abbiamo un problema». Arrivò il suo turno di rifornirsi e mentre il benzinaio armeggiava con la pompa, Felice ne approfittò per un salto al bagno. In quel momento una Lamborghini decappottabile, condotta da un figuro a torso nudo, urtò in retromarcia una signora che stava attraversando il piazzale. La malcapitata rotolò in terra esibendosi in alcuni pregevoli carpiati che nemmeno la Cagnotto dal trampolino. La povera donna terminò il suo volo in posizione seduta, sotto shock; un camperista tedesco, sceso da una specie di baracca su ruote probabile residuato dell’Afrika Korps di Rommell, le allungò una moneta da un euro scambiandola per una funambola di strada. Vedendo che era accorso un volontario del 118, Felice non ritenne di doversi fermare a darle assistenza e proseguì per i bagni. PINOautogrillDopo aver espletato con suo grande sollievo quella pratica, uscì dai servizi incrociando una matrona che, discesa da un caravan grande quanto un trilocale, reggeva a mò di trofeo una boccia con un pesce rosso bisognoso di un cambio d’acqua. Tornando alla macchina vide che la signora investita poco prima, nonostante zoppicasse vistosamente, affermava di stare benissimo mentre cercava di liberarsi dalla morsa del volontario del 118, cui non pareva vero di poterla massacrare con la storia della propria vita disgraziata e del perchè il suo matrimonio fosse naufragato. A Felice il motivo di quel divorzio apparve subito chiarissimo pur non  avendo mai visto prima quel logorroico rossocrociato. Pagò il benzinaio dando un commosso addio a un biglietto da cinquanta, trattenendosi dall’inviargli un paio di bacetti di commiato, non rispose nemmeno a un sedicente inglese che con accento di Mondragone voleva cambiare delle sterline autentiche come gli auguri tra vicini a Natale e risalì in auto. Girò la chiavetta di accensione ma non si udì alcun suono. Era una vettura molto silenziosa, è vero, ma adesso lo era anche troppo. Fece altri tre o quattro tentativi, ma il coupè svedese che lui aveva scelto per la fama di affidabilità (accollandosi alcuni anni di rate per assicurarsene gli efficienti servigi) non ne voleva sapere di mettersi in moto. I guidatori delle vetture che seguivano, targate Milano ma dai cui altoparlanti stranamente provenivano i ragli di squallidi neomelodici, fecero capire con discrezione (avvitando infatti il silenziatore alle pistole) che non intendevano attendere oltre. Era il caso che lui si togliesse di torno. Felice accolse immediatamente il cortese invito e scese per spingere la non leggera vettura, aiutato da un paio di nerboruti bikers selvaggi che sui gilet in pelle avevano cucite le toppe di un motoclub di Abbiategrasso. Ringraziò i due e con uno stato d’animo che non faceva onore al suo nome chiamò l’assistenza stradale dell’assicurazione; gli rispose dal call center una tale Jessica o Samantha o Deborah alla quale riferì l’accaduto, fornendo precise indicazioni su dove si trovava e si rassegnò ad attendere l’arrivo del carro attrezzi. Il sole picchiava peggio del Tyson dei tempi d’oro e l’autogrill climatizzato gli apparve come un’oasi nel deserto. Vi si diresse mugugnando antiche maledizioni abruzzesi alla volta di chi gli aveva venduto quella baracca, prodigio di tecnica scandinava. Davanti l’ingresso del punto ristoro trovò un capannello di gente. Si aspettava il solito banchetto di truffatori delle tre carte, ma non ve n’era l’ombra: tutte quelle persone, appoggiate a un grosso portarifiuti, si affannavano a controllare i biglietti del “gratta e vinci”, perdendo puntualmente contro quell’invisibile biscazziere che era diventato lo Stato. Felice lasciò al loro destino quei forsennati dello sfregamento ed entrò nell’autogrill. Su uno scaffale alcuni orribili pupazzi elettronici, azionati da qualche sensore, ghignarono sinistramente al suo passaggio. Gli parve che ce l’avessero proprio con lui e proseguì infastidito. Il locale era una bolgia dantesca, il bancone preso d’assalto da orde di gozzovigliatori che brandendo scontrini da infarto arraffavano focacce e panini risalenti probabilmente al Neolitico preceramico ed erano disposti a pagare un caffè freddo come a Porto Cervo o Cortina PINOautogrill2 d’Ampezzo. Proseguendo lungo le corsie del negozio diede un’occhiata alla merce in vendita, sulla quale si avventavano selvaggiamente i tapini caduti come lui in quella trappola; Felice non si capacitava di come quegli sconsiderati facessero man bassa di ciarpame che mai in città si sarebbero sognati di acquistare e arrivò a pensare che dai condizionatori venisse nebulizzata qualche sostanza che induceva allo shopping compulsivo. Lui stesso si sorprese a osservare interessato dei dozzinali salumi, esposti su un bancone fintamente rustico e il cui prezzo era tale che il peso era espresso in carati anziché in etti. Decise di uscire per non cadere anche lui vittima del misterioso morbo, preferendo affrontare l’afa, sacrificandosi, con grave sprezzo del pericolo, al posto del  portafogli già arido di suo. Si fece coraggio e aprì la porta a vetri dell’autogrill, lanciando un ultimo sguardo di commiserazione a un tale che indossando mocassini in cuoio marocchino sotto un atroce spezzato ton sur ton blu in due materiali diversi attendeva di pagare in cassa un’enciclopedia medica in ventiquattro volumi più appendici. Un vero affarone. Ritornò alla vettura in panne ma non osò entrarvi per la temperatura da crematorio che aveva raggiunto l’abitacolo, rifugiandosi invece all’ombra di una tettoia sotto la quale erano seduti alcuni camionisti incattiviti, allo stato brado. Felice ascoltava distrattamente i loro discorsi, dei quali riusciva a capire solo qualche parola, nonostante avesse fatto il militare assieme a calabresi, veneti e napoletani, di quello che era un dialetto autostradale, non riconducibile ad alcuna zona in particolare. Abituati a rapportarsi con clienti e colleghi delle più svariate località italiane ed estere, parlavano ormai tutti gli idiomi del mondo e nessuno nello stesso tempo. Guardò l’orologio: erano trascorse quasi due ore dalla richiesta di assistenza. Finalmente avvistò il camioncino del soccorso stradale convenzionato e gli andò incontro sbracciandosi come se avesse rivisto un vecchio amico. Indicando al conducente quale fosse la sua vettura, si accorse con desolazione che la stessa poggiava tristemente su quattro cavalletti: gomme e cerchi erano stati asportati da mani sapienti quanto rapide. «Ci hanno fregato le ruote?»chiese un anziano inserviente appoggiandosi a una ramazza. Felice annuì con la testa, ammutolito. «Eh, lo fanno, lo fanno. Lo fanno» replicò il vecchio…

 

Alessandro Pino

Galleria

Terzo Municipio di Roma Capitale: “Festa delle Codine” per tanti piccoli amici che aspettano solo voi – di Alessandro Pino

15 Giu

La “Festa delle Codine” è una iniziativa che si tiene due volte l’anno (con una edizione estiva e una invernale) presso il Rifugio delle Code Felici, piccolo canile – ospita una cinquantina di DSC_0905animali salvati dalla strada – gestito dai volontari di una onlus che si trova da circa trent’anni nei pressi della zona oggi conosciuta come Porta di Roma, nel territorio del Terzo Municipio di Roma Capitale. Lo scorso 14 giugno l’appuntamento si è ripetuto e la struttura ha accolto i visitatori con un ricco e variopinto buffet sia dolce che salato, intrattenimento e animazione specie per i più piccoli (si è esibito un prestigiatore mentre venivano svolte prove di tiro con l’arco e ad aria compressa), una esposizione di oggetti di artigianato e una pesca. Tutto questo ovviamente al fine di reperire fondi e materiali per il funzionamento DSC_0899 del Rifugio  -anche tramite adozioni a distanza – e farlo conoscere specialmente a chi non ha mai avuto il coraggio di andare in un canile, esperienza sempre toccante: seppure accudite con amorevole dedizione, si rimane immancabilmente colpiti vedere tante creature avvicinarsi alle reti DSC_0893quando passano i visitatori, alcune in modo festoso, altre in maniera più aggressiva  che fa immaginare cosa possano avere subìto in passato prima di arrivare al Rifugio. Ma i cani che probabilmente lasciano maggiormente il segno nel visitatore sono quelli più diffidenti, che se ne rimangono in disparte mentre gli altri cercano invece di farsi notare. Per chi vuole saperne di più ed eventualmente visitare il Rifugio delle Code Felici ci sono il sito http://www.codefelici.org e anche una pagina Facebook.

Alessandro Pino

DSC_0888

Galleria

Tra i cittadini per “Roma Chiama 88.100” : che ne pensate di Mafia Capitale e…se Marino si dimettesse? – di Alessandro Pino

15 Giu

Romachiama copertinaChe cosa ne pensano i cittadini romani dell’ultima tornata di arresti – assolutamente bipartisan – relativa all’inchiesta sulla cosiddetta “Mafia Capitale”, calderone ribollente e maleodorante dal quale sta uscendo letteralmente di tutto? E cosa farebbero se il sindaco di Roma Ignazio Marino decidesse di dimettersi? E in tal caso chi vorrebbero sulla poltrona di primo cittadino della Capitale? Sono le domande poste in un servizio andato in onda durante una puntata di RomaChiama 88.100, trasmissione radiofonica di approfondimento sulle vicende politiche e di attualità capitoline condotta dal giornalista Enrico Pazzi. Ovviamente le interviste sono state effettuate senza un campionamento scientifico ma si è cercato comunque di rendere varia l’estrazione sociale e culturale degli intervistati al fine di rendere l’idea dell’aria che tira in città:  le risposte alla prima domanda erano abbastanza scontate, avendo espresso la maggioranza delle persone il proprio sdegno (“schifo” è stata la parola più usata, a voler esser precisi) per il disastroso panorama emerso dall’inchiesta e che in un certo modo era intuibile dai più ancor prima che fosse ufficializzato dalle carte giudiziarie. Del resto occorre considerare che nessuno o quasi esprimerebbe ai microfoni di una radio – seppure in forma anonima –  il proprio consenso nei confronti del sistema delinquenziale raffigurato dalle accuse. Dalla seconda domanda è emerso un ben scarso consenso nei confronti dell’attuale sindaco di Roma, visto che per la stragrande maggioranza le dimissioni di Ignazio Marino sarebbero un bene e più di qualcuno si è spinto a dichiarare che festeggerebbe, ma è doveroso ricordare che ci sono state delle elezioni e qualcuno lo avrà pur votato: sembra quasi quando si parla del festival di San Remo, che nessuno ammette di guardare ma alla fine è seguito da molti. La sorpresa vera è stata invece la popolarità raggiunta – piaccia o meno – da Matteo Salvini, indicato in più casi, tra cui quello di una intervistata dal chiaro accento dell’est Europa, come ideale successore di Marino: si tratta certo di fantapolitica, ma ascoltare che una parte del pubblico propone il segretario della Lega Nord come sindaco di Roma – circostanza semplicemente impensabile fino a poco tempo fa – dovrebbe indurre a una seria riflessione.

Alessandro Pino

Galleria

RomaChiama 88.100 Fm: in radio le voci della Capitale

13 Giu

 

Nel nuovo talk show radio del venerdi sera condotto dal giornalista Enrico Pazzi anche  due vostre conoscenze…

DSC_0867

Enrico Pazzi in studio con Luciana Miocchi

Abbiamo deciso di inserire nel blog anche una serie di articoli legata agli argomenti dei quali ci siamo occupati per conto di Roma Chiama 88.100 Fm, trasmissione radiofonica – ma si può ascoltare e riascoltare anche in versione podcast sul sito http://www.radiokaositaly.com – di approfondimento sui grandi temi dell’attualità e della politica romana   condotta dal giornalista Enrico Pazzi. Il programma va in onda tutti i venerdì sera alle 20.00 e prevede l’intervento di ospiti e collaboratori presenti in studio o collegati al telefono per misurare il polso alle diverse zone di Roma: vi sono due rubriche fisse, una intitolata spiritosamente “I tre minuti del condor” è affidata al presidente del Consiglio del Terzo Municipio di Roma Capitale, Riccardo Corbucci, anch’egli giornalista, l’altra affidata a Matteo Scarlino, direttore responsabile di RomaToday, prende in considerazione le tre notizie più cliccate della settimana. Diversi i servizi audio che raccolgono le testimonianze di addetti ai lavori e cittadini, curati da giornalisti locali attivi da tempo sul territorio. Tra questi, ci siamo anche noi. Siete avvisati, quindi: le vostre opinioni ci interessano e stiamo venendo a intervistarvi!

Luciana Miocchi e Alessandro Pino

Galleria

Tartaruga Ohana: un guscio per i piccoli pazienti dell’Ospedale Bambino Gesù e le loro famiglie – di Alessandro Pino

10 Giu

DSC_0514

Si trova presso la Misericordia di Castel Giubileo nel Terzo Municipio di Roma Capitale

Per venire incontro alle necessità alloggiative di famiglie disagiate provenienti da fuori Roma e che hanno un bambino in trattamento in regime di day hospital presso l’Ospedale Pediatrico BambinoDSC_0509 Gesù è stata recentemente inaugurata una casa famiglia chiamata Tartaruga Ohana.  La struttura – il cui nome richiama l’idea di guscio protettivo unita alla traduzione di “famiglia” in lingua hawaiana –  si trova all’interno della Misericordia di Castel Giubileo, lungo la via Salaria nel territorio del Terzo Municipio di Roma Capitale e può alloggiare due nuclei familiari contemporaneamente, ognuno con  zona notte (per un totale di sette posti letto) e bagno indipendenti mentre l’ambiente cucina e il soggiorno sono in comune. In questo modo si evita a famiglie già  provate dalla malattia e dalle difficoltà  economiche l’ulteriore spesa per un alloggio in albergo. Viene inoltre fornito un servizio di navetta da e per l’ospedale secondo il calendario delle visite e delle terapie dei piccoli pazienti.

Alessandro Pino

 

Galleria

Settebagni torna a festeggiare Sant’Antonio di Padova – di Alessandro Pino

8 Giu
Immagine di una delle scorse edizioni

Immagine di una delle scorse edizioni

Le luminarie tornano a decorare la via Salaria dentro Settebagni – periferia nord del Terzo Municipio di Roma Capitale –  dove ci si appresta a iniziare la settimana di celebrazioni in onore di Sant’Antonio di Padova, cui è intitolata la locale parrocchia. Il programma, curato dal Comitato dei festeggiamenti, prevede l’usuale alternarsi di appuntamenti sacri – come la distribuzione del pane benedetto e la processione di sabato 13 – e profani: la tradizionale pennata offerta dal Comitato, tornei di giochi con le carte, spettacoli musicali, tra cui quello con l’imitatrice televisiva Emanuela Aureli nella serata conclusiva di domenica 14, per finire con i fuochi d’artificio. Nulla di clamoroso, dunque ma – come si tiene a sottolineare ogni anno – qualcosa di adeguato alla dimensione quasi paesana dell’ambito in cui si svolge.

Alessandro Pino

Settebagni: stazione senza pace, lampada in bilico nella stazione fs

8 Giu

E’ rimasta li, appesa per il filo di alimentazione, penzolante come una decorazione triste post
image

natalizia, una delle lampade al neon lunga circa un metro che illuminano il sottopasso che  conduce ai binari della stazione ferroviaria. Al momento non é dato sapere se si tratta di un crollo dovuto ad un cattivo ancoraggio o una mano malevola l’ha divelta volontariamente.
L.M. (foto A.P.)

Galleria

201 candeline per i Carabinieri – di Alessandro Pino (FOTOGALLERY)

7 Giu

Car9(Copertina)

L’Arma dei Carabinieri ha festeggiato il cinque giugno i duecento e uno anni dalla propria fondazione con una cerimonia tenutasi presso la caserma “Salvo d’Acquisto” di Roma, in forma più dimessa rispetto all’anniversario “importante” del 2014 ma sempre di grande effetto, soprattutto per le evoluzioni dei reparti a cavallo con lo storico Carosello e la Carica che evoca quella vittoriosa a Pastrengo nel 1848. Sulle tribune, i ministri della Difesa Roberta Pinotti, della Giustizia Angelino Alfano e dei Beni Culturali Dario Franceschini. Per una volta di parole ne usiamo poche lasciando spazio all’ampia galleria di immagini, porgendo un sentito ringraziamento al Luogotenente in congedo Salvatore Veltri che ha voluto fossimo presenti anche noi tra gli inviati delle testate più importanti.

Alessandro Pino

Car20

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti

Car5

Dimostrazione di ubbidienza simulando il riparo di cavallo e cavaliere in battaglia

Car19

Il palco con il pubblico e le autorità

Car1Car2Car3car4car6Car7 (2)Car8car10Car11CarACarBcar18Car17Car16car15car12

 

Galleria

Terzo Municipio di Roma Capitale: ingorghi pazzeschi per Rino Gaetano – in compagnia di Alessandro Pino

3 Giu

Manifestazione affollatissima per ricordare il cantante ma traffico e parcheggi selvaggi in tutto il quadrante attorno piazza Sempione

20150602_225037A

parcheggiati a piffero

La premessa doverosa è che al posto di questo breve scritto avreste dovuto leggerne un altro: quello sulla manifestazione (riuscitissima) in ricordo di Rino Gaetano, tenutasi a piazza Sempione la sera del 2 giugno. Nel pomeriggio di quel giorno avevo ricevuto infatti un subdolo messaggino dalla titolare di questo blog che dietro la cordiale forma “Ti andrebbe di andarci e scattare un paio di foto, ci sta anche Marco Baldini che presenta” nascondeva un ben più autoritario “Se non ci vai ti sego i rami, Pino”. Mangiata dunque la foglia con tutto il tronco e le radici, avevo programmato di essere in zona per le ventuno e qualcosa, fare i famosi due scatti e sgomberare il campo.

20150602_225313

In lontananza si scorge l’orologio luminoso di piazza Sempione

Effettivamente ero uscito (così credeva il solito candido) per tempo, previo controllo della schedina di memoria dentro la reflex onde evitare repliche di una recente figura da chiurlo da me rimediata. Dall’autoradio arrivavano le prime note di un’opera lirica in quattro atti, “Adriana Lecovreur” di Francesco Cilea: prendere nota di questo dato perché vedrete risultare non secondario. Già a più un chilometro di distanza dalla piazza, arrivando dalla Nomentana, mi era sorto il sospetto che non sarebbe stato facile trovare un buco dove lasciare la vettura: dopo numerosi giri – in compagnia di parecchi altri  sprovveduti – mi sono reso conto che l’intero quadrante da Sacco Pastore fino a via Cimone, da piazzale Adriatico a Conca d’Oro era diventato un monolitico blocco di vetture affastellate nei parcheggi più improbabili, segno inequivocabile del successo della manifestazione. Auto in tripla e quadrupla fila, micidiali ingorghi a croce uncinata (come in “Così parlò Bellavista”) talmente serrati da non permettere nemmeno il passaggio dei motorini. Le tento tutte (tranne quella di parcheggiargli sul palco) ma qualunque rotta si mostra disastrosamente inutile, sia vicino all’Aniene dove con la marea di pedoni scorre più birra che acqua del fiume, sia allontanandosi nell’illusione che un posto si trovi. Come nelle vecchie strisce di Disegni & Caviglia, ogni tanto arrivano dalla piazza le strofe del compianto Rino nazionale, ma subito sono sovrastate dal concerto di clacson che va in scena 20150602_222912inesorabile. Guardo le cifre verdi dell’orologio sul cruscotto e vedo che sono passate due ore: ormai l’obiettivo non è più scattare le foto ma riuscire almeno a svicolare da quella autocalisse (neologismo da me coniato per indicare una apocalisse automobilistica), essendo inchiodato su via Cimone: davanti a me qualcuno la prende più sportivamente, un gruppo di ragazzi fa amicizia con delle coetanee nella vettura affianco, mi trovo a riflettere che se scocca una scintilla è probabile che anche i battesimi si tengano qui. A un certo punto mi sorprendo a esaminare con interesse dei volantini pubblicitari che avevo portato per buttarli nella differenziata, rovistando sul sedile saluto con sollievo la scoperta di quello consegnatomi giorni prima dal divulgatore di storia romana Dino Ruggiero che illustra la Casa del Ferro a Fidene e mi garantisce almeno cinque minuti di lettura. Un altro tapino si arrende e spegne il motore dichiarando urbi et orbi che si accamperà qui trascorrendovi la notte, io tengo duro guardando fiducioso non tanto al futuro quanto all’autobus rimasto in mezzo a piazza Menenio Agrippa: è l’ultimo ostacololo verso la salvezza, se ce la fa lui a liberarsi posso svoltare in direzione di Talenti e andarmene, cosa che avviene dopo un’altra decina di minuti.  E l’opera lirica in quattro atti di cui parlavo prima? Iniziata quando ero uscito, termina esattamente mentre imbocco i vialetti di casa, il che può fare intuire la durata di questa piccola odissea semiseria…l’articolo sul memorial per Rino Gaetano mi sa che lo faccio l’anno prossimo.

Alessandro Pino

Galleria

Un frammento di storia recente del Terzo Municipio di Roma Capitale – di Alessandro Pino

3 Giu

PINOlapidequartiereangeliniB

Una stele in marmo ricorda la costruzione del quartiere Angelini negli anni Cinquanta – l’area ripulita da volontari del Nucleo Sicurezza Ambientale

PINOlapidequartiereangeliniA

Prima della pulizia…

Nel cuore del Terzo Municipio di Roma Capitale, all’angolo tra le vie Ivanoe Bonomi e Giovanni Faldella si trova un frammento (letteralmente) di storia dimenticata della zona tra Val Melaina e i Prati Fiscali: una stele in marmo bianco attraversata da vistose crepe e di fianco l’asta arrugginita di sostegno per una bandiera scomparsa da chissà quanto. Transennata con delle reti probabilmente per lo stato di decadenza, fino a pochi giorni fa era

L'intervento di pulizia del Nucleo Sicurezza Ambientale

L’intervento di pulizia del Nucleo Sicurezza Ambientale

nascosta dalle erbacce al punto che nemmeno ci si faceva caso passandovi accanto, magari scambiandola a causa del colore e della forma per un qualunque armadietto elettrico fuori uso. Un gruppo di volontari del Nucleo Sicurezza Ambientale Roma Nord – associazione di protezione civile con sede a pochi passi dal sito – ha provveduto a ripulire l’area circostante usando anche un decespugliatore, rendendo più visibile l’iscrizione scolpita nella pietra pur deteriorata: “Quartiere Angelini  – la denominazione di questo quartiere, deliberata all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione delle Ferrovie dello Stato il 22 luglio 1959, può testimoniare insieme alla gratitudine dei ferrovieri la tenace volontà del ministro dei trasporti Armando Angelini per realizzare questa sua felice iniziativa”. Nei programmi del Nucleo Sicurezza Ambientale c’è un secondo intervento, questa volta per restaurare il monumento.

Alessandro Pino

III Municipio di Roma Capitale – incendio all’impianto Ama di via Salaria

2 Giu

Un vasto incendio é scoppiato stamattina all’alba nello stabilimento di via Salaria, nella zona del Tmb ove sono stoccati i rifiuti indifferenziati in attesa di essere lavorati. Come da
image

comunicato diffuso dal presidente del consiglio municipale, Riccardo Corbucci, nel grande capannone sarebbe giá crollata la sala macchine. “I vigili del fuoco sono impegnati nello spegnere l’incendio, ma alte colonne di fumo nero si innalzano dall’impianto ed hanno già raggiunto viale Somalia e la Salaria” spiega Corbucci
image

“moltissimi cittadini sono costretti a stare con le finestre chiuse edh abbiamo già consigliato di fare altrettanto agli abitanti di Villa Spada, Fidene e Castel Giubileo-Settebagni, mentre sono preoccupato per la salute dei dipendenti in servizio”. “Questo ennesimo grave episodio dimostra come Ama debba fare in fretta e provvedere alla chiusura dell’impianto, che si trova troppo vicino ad abitazioni, scuole e luoghi lavoro, entro il 31 dicembre di quest’anno, come già
image

preannunciato dal Sindaco Marino”. Anche se gli addetti dichiarano che l’incendio é stato domato, una colonna di fumo denso é ancora ben visibile dalla strada, l’odore acre suggerisce la presenza nell’aria di sostanze nocive per la salute. Automezzi dei VVFF continuano ad affluire all’interno della struttura, interdetta a quanti si recano sul posto a chiedere informazioni. Nessuno degli operatori sembra essere preoccupato. Nessuna ipotesi viene esclusa sulle cause, inclusa la eventuale presenza di una bombola esausta di gas tra i rifiuti (la cui dispersione nei cassonetti è peraltro vietata dalla normativa vigente).
Luciana Miocchi – Alessandro Pino