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Roma III Municipio: Appena insediata, la Giunta Marchionne già fa parlare di sè. Fortissimo mal di pancia si Sinistra Civica Ecologista – di Luciana Miocchi

11 Nov

E’ passata poco meno di una settimana dalla prima seduta della Consiliatura Marchionne bis e già il parlamentino di piazza Sempione si conferma fucina scoppiettante di politica e fantasia, di compattezza di coalizione, forse, di discontinuità amministrativa, più o meno, di dolori di pancia, per alcuni. C’era fermento nell’aria già prima che venissero aperti i lavori, perché all’ultimo secondo è stata inserita nell’ordine del giorno anche la presentazione della Giunta scelta dal neo presidente Paolo Emilio Marchionne – alla sua seconda esperienza, ché la prima fu bruscamente interrotta dalle dimissioni di Ignazio Marino- Giunta che però non ha la composizione che quasi tutti si aspettavano, compresa l’opposizione.

Infatti, le proporzioni uscite fuori dalle urne hanno assegnato al Pd, partito di maggioranza relativa, undici eletti, compreso il Presidente, di cui soltanto tre del tutto debuttanti : Spizzichino, Cavalieri e Funghi, mentre gli altri sono già stati consiglieri e Rampini e Comito, addirittura assessori nella prima giunta Marchionne. A Roma Futura, la lista di Giovanni Caudo – con la quale ha tentato anche la via delle primarie per la scelta del candidato Sindaco, poi caduta su Roberto Gualtieri – due. Come due per la Lista Civica Gualtieri e uno a Sinistra Civica Ecologista.
Soltanto che a fronte di tale composizione, il Presidente Marchionne ha scelto, come per altro nelle sue legittime facoltà, di nominare ben tre assessori di Roma Futura, sui sei consentiti dal regolamento di Roma Capitale, ovvero Maria Romano, Christian Raimo e Matteo Zocchi. Praticamente più assessori che consiglieri. Cosa subito fatta notare a suon di battute anche dagli scranni dell’opposizione. L’unico tecnico, Bianca Maria Rizzo, architetto e tesserata Pd e i due rimanenti, in quota Pd, Paola Ilari, dirigente Pd e già coordinatrice municipale del partito e Matteo Pietrosante, di LeU ma candidatosi da indipendente nelle liste del Pd. Alcune scelte sono quindi subito sembrate un po’ originali, come se nelle liste del suo partito o in quelle di coalizione non vi fossero altre persone di sua fiducia e a quel punto è lecito domandarsi perché non abbia scelto di aderire formalmente a Roma Futura, forse per un mero calcolo elettorale? E perché il capolista e fondatore di Roma futura, l’ex presidente del Municipio Giovanni Caudo, non appena è stato diffuso l’elenco degli assessori ha sentito la necessità di emettere un comunicato stampa con il quale asseriva la completa indipendenza del presidente Marchionne, le cui scelte sono state prese dallo stesso in totale autonomia e “con elementi di continuità con l’esperienza politica precedente”? Da solo, in quanto esponente e dirigente del partito di maggioranza relativa, Marchionne non era forse in grado di difendere le sue scelte? Qualcosa deve essere successo di sicuro.

Di solito non si cercano frizioni, all’inizio di una consiliatura, né all’interno del proprio partito né tra gli esponenti della coalizione. Fatto stà che Simone Filomena, consigliere di Sinistra civica ecologista, presso la cui sede era addirittura ospitato il comitato elettorale di Marchionne, non l’ha presa bene e dopo essersi consultato con i suoi vertici ha deciso di non appoggiare la giunta “apparentemente bicolore” e di riservarsi ulteriori decisioni. Che potrebbero essere anche quelle di passare armi e bagagli in opposizione. Probabilmente SCE si aspettava di avere un assessore in rappresentanza, tenuto conto delle proporzioni di voto e anche i rapporti con il presidente. Vista da fuori, l’intera questione, a un’occhiata superficiale non avrebbe molto senso. La stessa capogruppo del Pd in consiglio, Federica Rampini, ha chiesto trasparenza nei rapporti, visto che la precedente giunta aveva preso come modus operandi di non comunicare con il consiglio, né con i consiglieri di maggioranza e di avvertire con comodo gli assessori ritenuti critici. Stessa trasparenza e discontinuità chiesta poi dai consiglieri di opposizione che hanno vissuto i tre anni della consiliatura Caudo, a cui contestano l’aumento della disparità tra il centro e la periferia, la mancanza di dialogo con i consiglieri, la presentazione dei progetti a decisioni ormai prese. In questo bisogna riconoscere lo stile della candidata del centrodestra Giordana Petrella, Fdi, che ha tenuto un discorso molto corretto politicamente ma anche quello un po’ guascone del capogruppo della Lega, Fabrizio Bevilacqua, che nei prossimi cinque anni, a meno di eventi straordinari, si troverà a essere capogruppo di se stesso, avendo il suo partito sovvertito l’ordine di rappresentanza in Municipio, riuscendo ad eleggere solo lui, a favore di FdI che invece diviene il gruppo più dell’opposizione. I consiglieri di M5S e Lista Civica Calenda, essendo tutti neoeletti hanno potuto solo testimoniare il proprio impegno futuro con l’entusiasmo di chi non ha avuto ancora modo di toccare con mano quanto possa essere difficile, a volte, il dialogo, soprattutto all’interno del proprio schieramento.

Il presidente Marchionne, nel suo discorso di presentazione ha detto di aver trovato una disponibilità inaspettata, visti i precedenti alle primarie (in cui non era il candidato ufficiale del PD ma un indipendente sostenuto tra gli altri da Roma Futura) e di aver chiesto a qualcuno di ingoiare qualche rospo ma di credere che ci saranno spazi e tempi per recuperare, intorno al fare. Ha anche offerto la sua disponibilità per qualsiasi idea o proposta, fedele al suo stile di sincerità e dovendo badare alle necessità.
In effetti il presidente Marchionne, rimanendo fedele al suo stile di dire tanto con pochissime parole, alla fine ha dato più di qualche indizio, utile anche a organizzare una qualche teoria sull’apparente inizio insensato della consiliatura. E’ chiaro che non ha digerito la scelta della dirigenza di puntare su Francesco Pieroni come candidato ufficiale, altrimenti non avrebbe fatto riferimento alle ormai passate primarie. La pratica dell’ingoio del rospo nel presente, in cambio di possibili glorie future, sembra poi una premessa. A cosa? A un rimpasto? Pratica dolorosa che si attua quando lo scontro ormai è talmente evidente che tocca far saltare qualche testa, sostituendola con un’altra in grado di ristabilire gli equilibri? E allora perché non farlo fin da subito? Sempre più senza senso per i più. A meno che… a meno che l’intero municipio non stia assistendo alla nascita di un altro partito in seno alla sinistra, quel partito di cui apertamente Christian Raimo, assessore alla cultura – assessorato giudicato necessario al posto di altri tradizionalmente strategici come il commercio – e che nella passata consiliatura ha dimostrato di essere piuttosto Tufello- centrico, con alcune incursioni a Talenti ma mai addentratosi nella periferia del Municipio già di per sè periferico – ha sempre parlato, auspicando che il movimento delle associazioni culturali divenisse un partito vero e proprio. E di cui, forte del suo bacino di lettori, oltre che di elettori, perché Raimo può piacere o non piacere ma un suo pubblico ce l’ha, si propone come pensatore e ideologo. Sembrerebbe il delitto perfetto a spese del Pd, che per la seconda volta di seguito viene utilizzato come volano per i voti, salvo poi essere sedotto e abbandonato una volta arrivati davanti all’ufficio di presidenza e che inspiegabilmente rimane a guardare, non sta bene far saltare il banco prima ancora di cominciare, poi si vedrà. Tutto chiaro, perfetto? Caudo leader maximo del partito, Marchionne segretario, Raimo ideologo? Allora perché nelle foto ufficiale della Giunta, pubblicata da Marchionne sul suo profilo social, Raimo non c’è? Svista? Dimenticanza? In politica difficilmente accade qualcosa per caso, ma può capitare. Che sia già cominciata la scissione, come in ogni buona storia di autentica sinistra o che sia stato tutto un fraintendimento, colpa di mosse romantiche ma goffe? Arriverà forse il Sindaco a tirare le orecchie al presidente disponibile ad ogni proposta di miglioramento, domando così malumori pericolosi, come già fatto in X Municipio? Di certo qualcosa accadrà, non resta che rimanere sintonizzati su piazza Sempione.

Luciana Miocchi

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Casal Bertone: cerca di scassinare un bancomat, arrestato | di Alessandro Pino

11 Nov

[ROMA] Un trentenne della Bulgaria senza fissa dimora e con precedenti è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di tentato furto aggravato.

L’uomo, nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, armato di un cacciavite e di un arnese in ferro, ha tentato di scassinare l’estrattore delle banconote di un bancomat in via di Casal Bertone. I rumori provenienti dalla strada hanno allarmato un residente che ha visto la scena dalla finestra di casa e ha telefonato al 112.

Sul posto sono intervenuti i militari della Stazione Roma Casal Bertone con la collaborazione dei colleghi del Nucleo Radiomobile di Roma e della Compagnia Carabinieri Roma piazza Dante che hanno bloccato lo scassinatore portandolo in caserma in attesa del processo per direttissima.
Alessandro Pino

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Don Bosco: sventata occupazione abusiva | di Alessandro Pino

11 Nov

[ROMA] É stata sventata dai Carabinieri l’occupazione abusiva di un appartamento in un palazzo di proprietà di un ente nel quartiere Don Bosco; la casa al momento non era abitata perché in attesa di assegnazione.

I militari del Nucleo Radiomobile di Roma sono intervenuti in via Pisone dopo la segnalazione al 112 di una probabile occupazione abusiva. Sul posto hanno trovato un quarantaquattrenne della provincia di Benevento ma residente a Pisa e già conosciuto alle forze dell’ordine che era riuscito ad entrare nell’appartamento forzando una finestra.

L’occupante abusivo è stato identificato e denunciato a piede libero per invasione di terreni o edifici e dietro invito dei Carabinieri ha lasciato l’abitazione senza opporre resistenza. La disponibilità dell’immobile è stata quindi restituita a un rappresentante dell’ente proprietario.
Alessandro Pino

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