[ROMA] Una location esclusiva come la veranda del Circolo Canottieri Lazio, in una di quelle serate di fine ottobre che solo la Capitale sa regalare, hanno fatto da cornice alla presentazione di “Una vita in gioco”, autobiografia del cantautore, attore e conduttore radiofonico Toni Malco, edita da Terre Sommerse.
Assieme all’autore- di fede biancazzurra tanto da aver composto anche l’inno ufficiale della Lazio- sono intervenuti alla presentazione il giornalista Stefano Buttafuoco, lo sceneggiatore Giancarlo Governi, il presidente del Circolo avvocato Raffaele Condemi, il direttore editoriale di Terre Sommerse Niccolò Carosi e il doppiatore Mino Caprio che ha letto alcuni brani del libro.
Un libro autobiografico quello di Malco, si è detto, nel quale di pari passo alle vicende di una carriera che lo ha visto vincere un Telegatto e recitare in diverse fiction televisive, appaiono i nomi e le foto di tante celebrità. Giusto per citarne qualcuna: il suo amico di gioventù a Monte Sacro Rino Gaetano, Maradona, Vasco Rossi, Ennio Morricone. E diversi episodi di vita legati ad esse li ha citati Malco presentando il libro, come quello in cui Massimo Troisi a metà anni Ottanta rifiuta un contratto miliardario come testimonial di una marca di caffè liquidando la faccenda con «nun tengo genio ‘ee fa’ ‘sti cose, pigliammoc’ ‘nu cafè».
Spiega l’autore: «Raccontare il mio percorso non è stato facile perché il mio vissuto è stato frenetico, ho dovuto scavare dentro di me per trovare emozioni che erano immerse negli strati degli anni».
[ROMA] Tornano nella Capitale gli eventi musicali che contano: lunedì 29 novembre nella prestigiosa sede della Casa Argentina (Ufficio Culturale dell’Ambasciata Argentina presso la Repubblica Italiana) in via Vittorio Veneto l’appuntamento è con “Echi Argentini”, omaggio al grande compositore Luis Bacalov.
A esibirsi sarà il Felix Ensemble (Riccardo Bonaccini, violino; Matteo Scarpelli, violoncello; Catia Capua pianoforte; Diego di Paolo, contrabbasso; Amedeo Ariano, batteria) proponendo le proprie “Age&Scarpelli Suite – Sceneggiature in musica”: si tratta di suite (insieme di brani pensati per essere suonati in sequenza) che uniscono le più belle colonne sonore dei film sceneggiati dal celebre duo Age&Scarpelli (Agenore Incrocci e Furio Scarpelli), quelle che hanno fatto la storia del cinema italiano e in particolare della cosiddetta Commedia all’Italiana.
E proprio Luis Bacalov scrisse le colonne sonore per molte pellicole girate durante quella grande stagione, trovandosi in compagnia- per citarne alcuni- di altri mostri sacri come Nino Rota, Ennio Morricone e Armando Trovajoli ai quali viene ora unito proprio nel progetto Age&Scarpelli Suite.
Si tratta di una riuscita amalgama in cui una ensemble classica per eccellenza dialoga con due strumenti tipicamente jazzistici come il contrabbasso e la batteria. É un progetto che nasce da un’idea del violoncellista Matteo Scarpelli (figlio di Furio) e della pianista Catia Capua e vede la presenza di musicisti affermati che vantano collaborazioni e partecipazioni nelle più prestigiose istituzioni e rassegne musicali e sinfoniche come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, esibendosi in sale del calibro della Carnegie Hall di New York e l’Auditorium Parco della Musica di Roma e che hanno lavorato a stretto contatto con autentici padreterni della bacchetta come Leonard Bernstein, Giuseppe Sinopoli e Antonio Pappano, registrando- fra l’altro- per etichette come la Emi e la Rca.
Casa Argentina è a Roma via Vittorio Veneto 7 (angolo piazza Barberini). Scrivere a associazioneamade@libero.it per informazioni. L’inizio è previsto per le ore 19 e 30.
[ROMA] Quarant’anni dopo l’estate romana in cui si svolgono le vicende del film “Un Sacco Bello”, i fan della pellicola di Carlo Verdone diventata fenomeno di costume si sono ritrovati il pomeriggio del 24 luglio a via Giovanni Conti – come accade da tempo- nel punto in cui si trovava il “palo della morte”, il traliccio della corrente dove si danno appuntamento per un viaggio a Cracovia i due amici Enzo e Sergio, interpretati dallo stesso Verdone e da Renato Scarpa. L’elettrodotto di cui faceva parte il “palo della morte” é stato dismesso da anni, la città non si svuota più d’estate come nel 1980 e infatti i fedelissimi del film che partecipano alla scanzonata celebrazione sono stati numerosissimi, attirati dall’annuncio della presenza proprio di Verdone e Scarpa in occasione dello scoprimento di una targa celebrativa del quarantennale. A occhio varie centinaia di persone presenti, qualcuno ha parcheggiato a bordo strada un’Alfasud rossa come quella di Pasquale Ametrano, l’emigrato in Germania di “Bianco, Rosso e…Verdone”, successiva pellicola del regista e attore romano. Altri discutono tra loro sull’esatta collocazione originaria del traliccio, confrontando i fotogrammi del film su YouTube. A dispetto dei puristi, la targa commemorativa viene collocata ad alcuni metri dal luogo preciso. Altri ancora recitano le battute del film imparate a memoria, si intuisce che lo avranno visto almeno un migliaio di volte. Presenti in forze le troupe di più telegiornali. Vigili che regolano il traffico arginando l’assembramento che arriva ad occupare due marciapiedi e lo spartitraffico centrale con tanti saluti al distanziamento anti Covid. A un certo punto il traffico va in tilt ed è quello il segnale che Verdone è arrivato o almeno così dicono: si sente l’ovazione dalla folla sempre più estesa e concentrata, poi però si allontana e riprende l’attesa. Qualcuno mugugna anche perchè il sole picchia ancora sodo e comincia a diventare una prova di resistenza, c’è chi inizia ad arrendersi mentre filtrano attraverso il passaparola notizie sul fatto che Verdone stia rilasciando interviste nei cortili delle case popolari antistanti, quelle coi caratteristici cilindri di cemento, unico elemento del panorama rimasto nelle stesse condizioni del film, girato quando nei dintorni era ancora tutta campagna. Alla fine arrivano davvero, la folla fa spazio e si mette a cerchio: Carlo Verdone accolto dal presidente del Terzo Municipio, Giovanni Caudo, assieme a Renato Scarpa accompagnato dalla scrittore e regista Paolo Silvestrini. La targa viene scoperta e a quel punto gli argini si rompono, tutti si fanno attorno a Verdone ma i fan più attenti braccano Scarpa per foto, autografi e domande. D’altronde è un attore entrato nell’immaginario collettivo degli italiani per le sue interpretazioni in altre pellicole di culto come “Così parlo…Bellavista” di Luciano De Crescenzo e “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi. Ma Renato Scarpa nel 1980 si aspettava che quarant’anni dopo ci sarebbe stato tutto questo? <Quando si fanno le cose si spera che vada bene ma questo è andato oltre, c’era una grande qualità umana sotto, nel grande affetto che Carlo ha per le persone, per la gente. Pieno di umanità e tenerezza, il lato buono della romanità, più zuccheroso di tutti, quando è cinico è più cinico di tutti>. Ci si allontana per tornare a casa con in mente la colonna sonora del film, scritta da Ennio Morricone- scomparso nei giorni scorsi e l’inconfondibile “fischio” di Alessandro Alessandroni.
Carlo Verdone e Renato Scarpa
A lato dell’appuntamento è doverosa una nota politica di precisazione: l’atto originario con il quale si proponeva la collocazione di una targa a ricordo del film “Un sacco bello” fu presentato in Consiglio municipale lo scorso anno dai consiglieri di opposizione Fabrizio Bevilacqua (Lega) e Roberta Capoccioni, ex presidente pentastellata del Terzo Municipio, ora assessore ai Lavori Pubblici nel Quinto.
[ROMA] Il mondo dello spettacolo, della musica e della cultura in genere saluta il celeberrimo compositore Ennio Morricone- Oscar nel 2016 per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight” e nel 2007 alla carriera per la sterminata produzione di colonne sonore per il cinema, anche se altrettanto estesa fu quella per la televisione – mancato nella notte al Campus Biomedico all’età di novantuno anni per le conseguenze di una frattura dovuta a una caduta. Tra le sue colonne sonore, una delle meno conosciute è forse quella composta per “L’Umanoide”, un film di fantascienza del 1979 diretto da George B. Lewis (pseudonimo del regista Aldo Lado) che fu girato in parte nei cinestudi Dear di Talenti, oggi Rai dedicati a Fabrizio Frizzi – nell’attuale Terzo Municipio della Capitale – e in cui recitavano diversi attori apparsi in precedenza in pellicole dell’agente 007: Barbara Bach, Corinne Cléry e Richard Kiel . «Era un bel film girato con grande sforzo, ma non poteva competere con le produzioni americane – ricordava il maestro rispondendo a una mia domanda anni fa dopo aver diretto un concerto all’Auditorium Parco della Musica – io cercai di scrivere una colonna sonora in polemica con queste». Un compositore prestigioso e un cast di grido non bastarono a salvare dall’insuccesso un film che si ricorda per le imbarazzanti somiglianze con Guerre Stellari, a partire dal “cattivo” Lord Graal, interpretato da Ivan Rassimov in un costume spudoratamente simile a quello del ben più famoso Lord Fener.
Il celeberrimo compositore Ennio Morricone è stato premiato con l’Oscar 2016 per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight” dopo che nel 2007 aveva ricevuto il
riconoscimento onorario alla carriera per la sua sterminata produzione di colonne sonore. Di essa fa parte la musica composta per “L’Umanoide”, un film di fantascienza del 1979 diretto da George B. Lewis (pseudonimo del regista Aldo Lado) che fu girato in parte nei cinestudi Dear di Talenti – nell’attuale Terzo Municipio della Capitale – e in cui recitavano diversi attori apparsi in precedenza in pellicole dell’agente 007, come Barbara Bach, Corinne Cléry e Richard Kiel (noto per il personaggio del killer con la dentiera in acciaio) . «Era un bel film girato con grande sforzo, ma non poteva competere con le produzioni americane – ricordava il maestro in una intervista di qualche anno or sono – io cercai di scrivere una colonna sonora in polemica con queste». Un compositore prestigioso e un cast di grido non bastarono a salvare dall’insuccesso un’opera che si ricorda per alcune imbarazzanti somiglianze con la serie di Guerre Stellari, a partire dal “cattivo” Lord Graal, interpretato dallo scomparso Ivan Rassimov vestito con un costume simile a quello del ben più famoso Lord Fener.