Con un post apparso sul suo profilo facebook, l’ex consigliere di centro destra Manuel Bartolomeo, attuale presidente del Cdq Talenti ha messo al corrente la rete di aver effettuato, insieme alla consigliera municipale FdI Giordana Petrella, una visita allo stabile ater di via Rodolfo Valentino-via Conti-via Dina Galli, zona Vigne Nuove, meglio conosciuto come “Le Torri” dopo essere aver ricevuto diverse segnalazioni di residenti
Il complesso, costruito negli anni 70 su progetto dello Studio Passerelli – contemporaneo a quelli di Corviale e Laurentino 38 – è rimasto incompiuto nella parte che avrebbe dovuto dare continuità urbana al quartiere del Tufello.
Scrive Bartolomeo: “Palazzi costruiti nei primi anni 70, nati per ospitare le centinaia di famiglie di Romani in lista d’attesa per un alloggio popolare che attendevano gia da anni.
Un edilizia scellerata che in quegli anni vedeva nascere fabbricati come il famoso “serpentone” di Corviale. Ad inizio settimana abbiamo fatto alcuni scatti che ritraggono il degrado e l’incuria con cui i cittadini sono costretti a condividere la loro quotidianità.
Auto e motorini bruciati e abbandonati, rifiuti sparsi ovunque, Box abusivi, un vero e proprio porto franco per chiunque volesse abbandonare qualsiasi cosa, senza nessun controllo. La manutenzione è praticamente inesistente, infiltrazioni ovunque, le riparazione fai da te sono all’ordine del giorno. Mentre giravamo, diverse persone, onesti cittadini, si avvicinavano per sfogarsi, esasperati da questa situazione invivibile, ci tenevano a sottolineare che la “nomea” di delinquenza che ormai da anni subisce quel frammento di Quartiere, in realtà è solo il risultato di troppo degrado, ma che invece lì di gente corretta ce n’è tanta. La cosa più bella che possa accadere, ci spiegavano due anziane donne, sarebbe quella di non essere più abbandonate dal sistema, “ci sentiamo soli e dimenticati da tutti”.
Infine, l’ex consigliere cosi chiosa: “Storie come queste, non hanno colore politico, non sono un becero strumento di campagna elettorale. Queste sono storie di vita quotidiana, vicine a noi molto più di quello che crediamo.
Diversi i punti di vista espressi nei commenti, tutti interessanti e degni di essere presi in considerazione. Di certo vi è una tecnica edilizia che crea fin troppi anfratti, difficili da sorvegliare, con rifiniture che nell’intento dovevano essere essenziali e connotare la cifra stilistica ma si sono rivelate semplicemente scarne e carenti e un mutamento nella composizione degli abitanti che spesso non sono solo i legittimi affidatari che magari hanno avuto modo di riscattare le assegnazioni ma anche subaffittuari e occupanti a vario titolo.
Le situazioni di disagio e di abbandono della zona non sono però uno stato degli ultimi anni. Ci sono diversi servizi giornalistici, della stampa locale e anche di quotidiani nazionali, che ciclicamente tornano a puntare i riflettori sulle tante problematiche, manifestatesi quasi immediatamente ma peggiorate nel corso degli ultimi dieci anni.
Il quadrante, insomma, meriterebbe un’attenzione speciale in seno a qualche tavolo istituzionale che ne individuasse criticità e possibili soluzioni.
Luciana Miocchi