
Dopo la protocollazione di una interrogazione urgente scritta sulla vicenda del SerD fantasma e la sparizione di ogni servizio sanitario pre-esistente o lo svanimento delle promesse di ripristinare le visite ambulatoriali cancellate in passato, venerdì 20, ad opera del consigliere del gruppo misto municipale Fabrizio Bevilacqua, sottoscritto anche dal consigliere Fdi Fabrizio Santinelli, per la quale però il tempo di risposta è di venti giorni; dopo l’annuncio di un’assemblea spontanea da tenersi stasera nei pressi della Asl di salita della Marcigliana che già si preannuncia seguitissima; dopo la passeggiata di protesta di alcuni residenti componenti del Cdq che sono andati a verificare l’effettiva apertura del servizio SerD al posto del centro prelievi; dopo la comunicazione delle iniziative di sollecitazione delle istituzioni, per le quali sono state richieste regolari autorizzazioni, qualcosa comincia a muoversi, almeno a livello municipale, l’istituzione di prossimità per eccellenza. Sono stati appena protocollati tre atti ad opera della consigliera Pd Federica Rampini: un ‘odg, una Mozione ex Art. 44 ed una Mozione ex Art. 45, che commenta cosi: «Sulle Case di Comunità ho sempre chiesto di fare chiarezza sui percorsi, non abbiamo mai avuto informazioni chiare o certe, così nel 2022 abbiamo prima fatto una assemblea pubblica sulla chiusura di Largo Rovani e poi come Consiglio del Municipio abbiamo approvato un ordine del giorno per chiedere, fra le altre cose, la permanenza dell’Ares 118 nello spoke di Settebagni, l’apertura di Via Lattuada e tempi certi per la sede di Via Paolo Monelli. Ad oggi, nonostante tutto, la sede di Via Paolo Monelli è ancora chiusa e Talenti è senza servizio sanitario da dicembre 2023, l’Ares 118 è stato tolto da Settebagni per essere spostato al Tufello, il SerD, che dovrebbe essere un servizio facilmente raggiungibile dagli utenti è finito oltre il raccordo, completamente isolato come è isolata Settebagni. Non posso fare a meno di sottolineare come continui a mancare il coinvolgimento dei territori ma anche dei consiglieri municipali, o almeno di alcuni. Siamo sempre tutti all’oscuro di quelle che sono le decisioni dell’amministrazione municipale».

E dal Campidoglio, Riccardo Corbucci, ex presidente del consiglio municipale ai tempi del Marchionne I ribadisce quanto detto nelle prime ore dell’allarme: «come sempre sarò al fianco dei cittadini di Settebagni che meritano di avere i servizi che difendono e chiedono da anni». Ora che l’apertura è ormai un dato di fatto, Fabrizio Bevilacqua, in quanto componente del consiglio municipale in carica nelle file dell’opposizione, specifica: «indipendentemente da chi possa aver fatto questo tipo di accordo, ogni volta che c’è un accordo di rilevanza municipale, questa giunta si contraddistingue per la poca chiarezza. E’ stato cosi per Casale Camerini, è stato così per le case di prossimità, è stato così per il Tmb e lo sarà sempre. Se qualcuno ha fatto un accordo, non lo ha fatto comunque con il Consiglio del Terzo Municipio e soprattutto, coinvolgendo la parte politica del terzo municipio e i cittadini locali. Ad oggi abbiamo l’unica certezza che ci sono stati dei rumors, qualcuno li ha segnalati in qualche modo alla parte politica del governo municipale, che ha preso subito l’iniziativa chiedendo chiarezza da parte della maggioranza e da parte della giunta di questo Municipio. Poi se abbiamo delle situazioni in cui la stessa maggioranza non si ritrova con questo tipo di gestione della cosa pubblica come se fosse cosa loro .. confidiamo in quella parte di cittadini che vogliono rivendicare la partecipazione attiva sulle problematiche dei quadranti che li riguardano in maniera diretta. Ben vengano le interrogazioni degli altri consiglieri. Sarei strafelice che vengano interrogazioni dalla maggioranza, sarebbe la dimostrazione della costante di tener nascosto ai cittadini e al consiglio municipali le argomentazioni piu importanti. Poi aspettiamo quello che arriverà dalla regione e così capiremo il quando e il perchè è stato fatto questo ma non mi stupirei se qualcosa è stato fatto ed è stato fatto all’insaputa dei cittadini e del consiglio».
Luciana Miocchi







Domenica 15, ore 11,30 fermata Metro Conca d’Oro. In una mattinata piovigginosa e con il sole latitante, Giovanni Caudo ha esposto, sul piazzale antistante l’entrata principale, il suo manifesto politico di candidato alla presidenza del III Municipio, che andrà a elezioni il 10 giugno. L’invito è circolato su fb e rilanciato da Leu, Possibile e diversi esponenti del Pd, tra cui alcuni di quelli che non sono andati all’assemblea del Pd municipale che ha deciso la candidatura ufficiale del Pd di Paola Ilari alle primarie di coalizione.
Caudo non lo nomina mai apertamente, ma auspicando che tutte le associazioni e i partiti convergano sulla sua figura fa implicitamente riferimento anche al Pd, che però ha già nominato ufficialmente, con l’assemblea municipale del partito, Paola Ilari, il proprio candidato che andrà alle primarie di coalizione il 28 aprile, aperte a chiunque voglia presentarsi, depositando almeno duecentocinquanta firme a sostegno. Vorrebbe probabilmente cercare di tenersi fuori da quella che invece si sta configurando come una resa dei conti interna al Pd, la stessa che si è consumata a livello nazionale, tra le varie correnti e infatti, tra la gente venuta ad ascoltarlo ci sono, riconoscibili a colpo d’occhio, molti esponenti zingarettiani venuti a portare sostegno al suo progetto, che però, se ritenessero legittime e valide le decisioni prese dall’organo del proprio partito, non dovrebbero nemmeno essere qui, in quanto il nome del professore di Roma Tre non è stato portato tra quelli possibili per la scelta della candidatura ufficiale in seno all’assise minicipale. Ad un certo momento è partita anche la raccolta delle firme necessarie per presentare la candidatura alle primarie di coalizione, tanto che lo stesso Caudo, dopo aver appreso la notizia è salito di nuovo sul palchetto improvvisato e megafono alla mano ha dichiarato che la raccolta non si stava tenendo con il suo benestare. Risulta però difficile credere che possa davvero pensare che il Pd faccia un passo indietro davanti la sua figura, almeno se non vuol perdere la faccia, dopo aver reso di dominio pubblico il nome del proprio candidato ufficiale e fatto uscire diversi comunicati di dirigenti che ribadiscono il sostegno alla Ilari, già segretaria municipale del partito.


Le strade di quello che oggi è il Terzo Municipio della Capitale durante uno dei periodi più bui della storia italiana, quello del terrorismo, videro scorrere una quantità di sangue impressionante, al punto che risulta a volte difficile tenere il calendario delle commemorazioni. Proprio il 24 giugno, giorno successivo a quella in memoria del giudice Mario Amato, si tiene quella dedicata al poliziotto Antonio Galluzzo, vittima nel 1982 di un feroce assalto portato da ben sei terroristi dei Nuclei Armari Rivoluzionari. Antonio Galluzzo aveva 27 anni e quel giorno si trovava in via Val di Cogne (zona Conca d’Oro) per piantonare la residenza di un membro della Olp. I terroristi, arrivati a bordo di due veicoli, investirono lui e il suo collega con decine di colpi di arma da fuoco. Antonio morì sul colpo, il collega rimase gravemente ferito. Da alcuni anni il suo sacrificio viene ricordato per iniziativa di pochi benemeriti: alla commemorazione di quest’anno erano presenti come in passato la consigliera municipale Federica Rampini, il Luogotenente in congedo dei Carabinieri Salvatore Veltri (per decenni al comando della stazione Talenti), il comandante della stazione Città Giardino Claudio Varone e, per la prima volta, la nuova presidente del Terzo Municipio, Roberta Capoccioni.
