Il temuto impianto per il trattamento dei rifiuti da spazzamento, in grado di lavorare nelle previsioni almeno 30.000 tonnellate l’anno di materiale, che era stato previsto sorgesse al posto del TMB di via Salaria 981, andato distrutto in un incendio, non sorgerà più li. Lo ha dichiarato l’Assessora Capitolina all’ambiente e ai rifiuti Sabrina Alfonsi, in audizione alla Commissione Ambiente di Roma Capitale. Sono state cosi recepite le osservazioni avanzate dal III Municipio di Roma Capitale Monte Sacro, approvate all’unanimità dal consiglio di piazza Sempione il 14 settembre e citate anche nella mozione n. 124 del 21 novembre u.s. approvata in Campidoglio all’unanimità, a firma dei Consiglieri Caudo, Palmieri, Baglio, Parrucci, Luparelli, Michetelli, Bonessio, Converti e Fermariello.
Nell’immediatezza della rivelazione, grande soddisfazione per la capacità di ascoltare il territorio, tornando di conseguenza sulle proprie decisioni è stata espressa dai consiglieri del III Municipio Pd Federica Rampini, Filippo Maria Laguzzi, Giancarlo Cesarei e Nicoletta Funghi e dai capigruppo della maggioranza municipale Simona Sortino, Pd, Martina Testa, RF, Simone Filomena, SCE, Maria Tarallo, Lista Civica Gualtieri. Con due note separate, infatti, hanno ribadito l’impegno del territorio perché nel sito del tristemente famoso e famigerato TMB non venga installato mai più nessun impianto che tratti rifiuti di qualsiasi tipologia, anche la più innocua all’apparenza, vista la vicinanza alle abitazioni e alle attività lavorative della zona e alla particolare conformazione geofisica del territorio che crea flussi e vortici di aria in grado di trasportare e concentrare le molecole odorigene anche a distanza di centinaia di metri se non di chilometri, a seconda delle correnti ascensionali del momento, rendendolo insostenibile dal punto di vista dell’impatto ambientale. Paolo Marchionne, presidente del III Municipio di Roma Capitale – Monte Sacro così si esprime al riguardo: “Sono molto soddisfatto di quanto emerso dalla commissione Ambiente Capitolina di oggi convocata dal Consigliere Giammarco Palmieri. Sono state recepite le osservazioni promosse dal Municipio e redatte insieme all’Osservatorio permanente municipale, che puntavano ad evidenziare l’impossibilità di insediare un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti in un centro densamente abitato come quello di Fidene, Villa Spada, Castel Giubileo e Serpentara, e per questa ragione non si farà. Ero convinto fin dall’inizio che questo sarebbe stato l’esito, perché sia come Municipio, con voce univoca, che come cittadinanza, con l’Osservatorio permanente che ringrazio per la tenacia e la serietà, mai abbiamo fatto prevalere nell’analisi della proposta di Ama di un nuovo impianto presso l’area del Salario ed evidenziando le criticità e le incongruenze, mai siamo stati animati da localismi o da sindrome ‘nimby’, ma dalla volontà di fare la nostra parte nella chiusura del ciclo dei rifiuti su cui per primo nella storia della città, il Sindaco Gualtieri, insieme l’Assessora Alfonsi, sta lavorando”.
Dichiara in una nota il presidente della commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione tecnologica Riccardo Corbucci, ex presidente del Consiglio del parlamentino di piazza Sempione: “Un grande risultato raggiunto dopo un lungo e articolato lavoro portato avanti dall’Assemblea Capitolina, dopo varie attività di verifica e sopralluoghi e soprattutto dopo numerosi confronti con il Sindaco che ha ascoltato i consiglieri comunali, il Municipio e i cittadini che da anni lottano perché l’area del Salario non abbia nessuna impiantistica.
Comincia cosi, la ricerca di una nuova location ove collocare l’impianto.
[ROMA] C’era da aspettarselo: sta suscitando un vespaio di polemiche il progetto della Nuova Ztl Estesa e prolungata che il Comune di Roma sta attuando con l’installazione lungo la Fascia Verde di telecamere per rilevare le targhe dei veicoli fanno scattare multe salatissime per quelli non in regola e che inizierà a entrare a regime dal prossimo novembre con una serie di inasprimenti progressivi.
Sono state annunciate petizioni on line e raccolte di firme mentre si moltiplicano gli interventi inferociti via social dove esplode la rabbia e la frustrazione dei possessori delle auto più vecchie che di fatto saranno da buttare.
E grazie a Dio, ci sarebbe da aggiungere. Perché l’iniziativa della Giunta del sindaco Gualtieri è sacrosanta, è una scelta di civiltà coraggiosa e responsabile che guarda all’ambiente e al futuro delle nuove generazioni di romanə senza curarsi del becero ricatto delle parti più retrive della popolazione che minacciano già di vendicarsi nella cabina elettorale non votando più per il Partito Democratico.
I numeri che vengono sventolati con modalità tra il terroristico e il pietistico da chi proprio non vuole saperne di ecologia e ambiente parlano di trentamila residenti che non potranno più usare le loro vecchie auto- e dovranno cambiarla o decidersi finalmente a prendere i mezzi pubblici, si spera pagando l’abbonamento come si usa nei Paesi che vogliano dirsi civili- arrivando poi a una cifra che oscilla tra i 300mila e i 350mila titolari di auto vecchie che entrano nella Fascia Verde da zone periferiche o da fuori Roma.
Beh, a fronte degli ululati di lamento che più o meno recitano tutti “Non posso permettermi una macchina nuova, il sindaco colpisce i più deboli con un provvedimento egoistico da fanatici rossi col Rolex” ci sarebbe invece da rispondere che l’egoismo è proprio quello di chi continua a voler anteporre i propri meschini interessi e la propria pigrizia al bene comune e vuole proseguire ad avvelenare il prossimo con i gas di scarico di catorci vecchi e inquinanti anziché dotarsi di un veicolo elettrico o meglio ancora usare i mezzi pubblici che a Roma ci sono e vengono rallentati proprio dal traffico privato.
E se vogliamo parlare di “più deboli” questi sono proprio coloro che devono subire l’arroganza indolente degli inquinatori a oltranza, che oltretutto sfogano platealmente e in modo eclatante il fatto di non potersi permettere non diciamo il Rolex ma nemmeno una macchina nuova: mera conseguenza del fatto che se si fossero impegnati di più nella vita studiando, adesso potrebbero cambiare auto e soprattutto capire la bontà di un provvedimento che finalmente renderà respirabile l’aria della Capitale, come grazie al cielo sta invece facendo la parte più responsabile, istruita e consapevole dei cittadinə che sono la stragrande maggioranza delle romane e dei romani.
Ce lo chiede l’ambiente ed è doveroso nei confronti di coloro ai quali lasceremo la città in eredità. E allora diciamolo chiaramente: se c’è una petizione che andrebbe promossa è quella per assegnare il Nobel per l’Ecologia al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Alessandro Pino
[ROMA] È stato commemorato a Val Melaina la mattina del 27 novembre il ventunesimo anniversario della disastrosa esplosione di via Ventotene: era il 2001 quando per una fuga di gas persero la vita otto persone fra residenti e Vigili del Fuoco della squadra 6A del Distaccamento Nomentano. La strada fu devastata dallo scoppio e numerose persone rimasero a lungo senza casa.
Sono state deposte due corone floreali in memoria delle vittime sotto la targa commemorativa in via Ventotene e una corona d’alloro presso il monumento nello slargo di via Scarpanto.
Erano presenti alla cerimonia il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente del Terzo Municipio Paolo Emilio Marchionne con gli assessori municipali Paola Ilari, Matteo Zocchi, Maria Romano, i dirigenti dei Vigili del Fuoco, i Comandanti Provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Roma Capitale. A cura di Alessandro Pino
[ROMA] Verrà realizzato alla Muratella il primo ospedale veterinario pubblico della Capitale.
Lo ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri con un post via social, precisando che la Giunta ha avviato il percorso per arrivare alla riqualificazione e all’ampliamento del canile comunale, realizzando una struttura unica in Italia che permetterà di curare gratuitamente gli animali: al momento è stato dato il via libera al progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Il progetto nasce dal confronto con la rete delle associazioni di volontariato. Il nuovo servizio occuperà spazi oggi non utilizzati e sarà dotato di pronto soccorso H24, laboratori di diagnostica e analisi, sala gessi, due sale operatorie, un locale per la degenza post chirurgica e per la terapia intensiva. È inoltre prevista un’area per l’isolamento dei cani con malattie trasmissibili. A cura di Alessandro Pino
[ROMA] Ha suscitato sdegno unanime il vile atto vandalico perpetrato nelle scorse ore a piazza Bologna contro il murale raffigurante Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il dipinto-realizzato alcuni anni fa dal disegnatore noto come Gojo- è stato imbrattato con secchiate di vernice rossa e scritte riconducibili alla galassia anarchica.
Tra le reazioni sia ufficiali che a titolo personale vanno segnalate quella del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, della presidente del Secondo Municipio Francesca Del Bello e dello stesso autore del murale.
[ROMA] Sono trascorsi ormai quarantadue anni da quella tragica mattina del 23 giugno 1980 in cui il magistrato Mario Amato fu assassinato a colpi di pistola da esponenti dei Nuclei Armati Rivoluzioari in viale Jonio mentre aspettava l’autobus per recarsi in ufficio.
Alla consueta cerimonia di commemorazione che si tiene sul luogo del barbaro omicidio, durante la quale viene deposta una corona del Comune di Roma sul monumento in ricordo di Amato, quest’anno hanno presenziato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente del Terzo Municipio Paolo Emilio Marchionne, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il presidente della associazione Vittime della Strage del 2 agosto 1980 Paolo Bolognesi, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi, l’avvocato Sabrina Cavalcanti della Segreteria Particolare del sindaco. Presente anche il luogotenente in congedo dei Carabinieri Salvatore Veltri che fu tra i primi ad accorrere sul posto. A cura di Alessandro Pino
{ROMA] Domani 23 giugno ricorre l’anniversario dell’omicidio del giudice Mario Amato, avvenuto in viale Jonio all’altezza del civico 272 nel 1980.
Alla commemorazione interverranno Paolo Marchionne, Il Presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne, Il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi, Il Presidente Associazione familiari vittime della strage 2 Agosto 1980 Paolo Bolognesi, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Ha inoltre dato conferma della sua presenza anche il luogotenente dei Carabinieri in congedo Salvatore Veltri, tra i primi a intervenire sul luogo dell’omicidio. A cura di Alessandro Pino
Ci è voluto tutto l’impegno del Municipio, con il dialogo costante con la Città Metropolitana e l’Ufficio Scolastico Regionale, nonchè la disponibilità della dirigente dell’IC Munari, dott.ssa Eva Pasqualini, che ha acconsentito ad accogliere sette classi del liceo Nomentano – togliendo così dall’imbarazzo un po’ tutte le parti coinvolte nella surreale vicenda verificatasi alla chiusura delle preiscrizioni al primo anno di liceo, qualche settimana fa. In quel frangente, infatti, ci si accorse che circa duecento studenti sarebbero rimasti fuori graduatoria, un po’ troppi rispetto ai numeri che si verificano normalmente e difficili da ricollocare, se non con grande disagio delle famiglie, segno che qualcosa nella programmazione non era andato per il verso giusto. Tanto più che a pagare, come sempre, sarebbero stati i ragazzi provenienti dalle zone più lontane dagli istituti superiori, sempre in fondo a tutte le graduatorie di istituto, colpevoli di non averne uno vicino, considerabile di prossimità con le scuole medie, come Settebagni e Castel Giubileo che per uno strano caso dell’ufficio scolastico provinciale, sono a una distanza media di dieci chilometri e senza collegamenti pubblici agevoli con le superiori del III Municipio. Una situazione a cui l’amministrazione dovrà porre rimedio, prima o poi.
L’impegno preso personalmente dall’assessora municipale alle scuola, nonché vice presidente del Municipio Paola Ilari e dal presidente Paolo Marchionne ha portato, piuttosto che allo smistamento verso altre strutture anche fuori Municipio, a cercare locali alternativi, in modo da non penalizzare le famiglie che avevano optato come prima scelta, per il liceo di via della Bufalotta. Con una nota congiunta Ilari e Marchionne esprimono tutta la loro soddisfazione: t”utte le studentesse e gli studenti, come ci eravamo impegnati a fare fin dall’inizio, saranno iscritti al liceo Nomentano. Ce lo avevano chiesto le famiglie e ragazzi e ragazze, per questo abbiamo quotidianamente interloquito con le altre Istituzioni per individuare esclusivamente nel Municipio III la soluzione migliore che garantisse il reperimento delle aule necessarie, affinché i gli oltre 200 studenti avessero la loro scuola“. Il problema era la quantità di spazio necessaria, infatti proseguono i due “Ci è voluto tempo ma ci siamo riusciti: sono stati effettuati diversi sopralluoghi, non era semplice trovare nelle scuole del territorio spazi così grandi. La scelta della struttura scolastica di via Rina de Liguori dell’I.C. Munari a Vigne Nuove era l’unica ad avere 7 aule e le caratteristiche necessarie a garantire la sicurezza“. All’inizio di giugno cominceranno i lavori di adeguamento, i locali erano destinati in origine a scuola elementare, in modo che tutto sia pronto per l’inizio del nuovo anno scolastico. Presidente e vice Presidente del III Municipio hanno tenuto a precisare che non si tratta di un risultato scontato, in quanto è stato “raggiunto grazie al Sindaco Roberto Gualtieri, al consigliere Daniele Parrucci e ai tecnici che si sono prontamente messi al servizio, ma il più importante ringraziamento va alla Dirigente dell’IC Munari, Eva Pasqualini che ha subito capito l’esigenza e si è messa a completa disposizione“.
Dall’opposizione municipale, i consiglieri di FdI Giordana Petrella e Manuel Bartolomeo sui social si manifestano critici nei confronti della soluzione trovata, proprio per via dell’ubicazione delle aule, prossime a una scuola primaria, anche se concordano che per gli studenti è meglio alle elementari in III piuttosto che sparsi per tutta Roma. Soprattutto, fanno notare che è il secondo anno che viene commesso un errore di valutazione. Questo è un discorso, che andrà affrontato sicuramente, in modo da non doversi trovare nuovamente nella stessa scomoda posizione.
[ROMA] Il tempo che passa trasforma la cronaca in ricordi e a volte anche in Storia: venti anni esatti sono trascorsi questo 27 novembre da quella mattina apocalittica in cui il soffio della morte e della distruzione totale spiró prepotente in una stradina del quartiere Val Melaina proprio dietro viale Jonio.
Venti anni da quel 27 novembre 2001 in cui lo scoppio dovuto a una fuga di gas devastò via Ventotene e portò via otto vite tra residenti e i Vigili del Fuoco intervenuti, la squadra 6A del distaccamento Nomentano, entrata da quel giorno nella leggenda come accade solo ai grandi che vanno via tragicamente.
Pur nella ricorrenza del doppio decennale pieno, lo svolgimento della cerimonia di commemorazione tenutasi la mattina del 27 novembre 2021 ha ricalcato quello degli anni precedenti, magari con più persone presenti.
Cittadini, autorità, la stampa, le associazioni di Protezione Civile della zona (Caer, Avs Cosmos, NSA Roma Nord), le Forze dell’ordine e naturalmente i Vigili del Fuoco con due automezzi: tutti si sono radunati davanti alla lapide in memoria delle vittime per la deposizione delle corone offerte dal Sindaco di Roma e dal Corpo dei Vigili del Fuoco.
Sono le nove e mezza, la stessa ora del disastro, quando il vocío e le chiacchere tacciono e vengono deposte le due corone all’angolo tra via Ventotene e via Scarpanto. Nel silenzio, la voce del Padre Gaetano Saracino vibra davanti alle autorità schierate al completo, in primis il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il Presidente del Terzo Municipio Paolo Emilio Marchionne.
Ci sono anche l’onorevole Antonello Aurigemma del Consiglio Regionale del Lazio, il consigliere capitolino Riccardo Corbucci, il presidente del Consiglio Municipale Filippo Maria Laguzzi, oltre all’allora presidente del Municipio Benvenuto Salducco, il comandante di allora del distaccamento Nomentano Luigi Liolli, il luogotenente in congedo dei Carabinieri Salvatore Veltri e all’ispettore di polizia in congedo Aldo Mugeo che quella mattina di venti anni fa furono tra i primissimi ad accorrere sul posto.
Quella di Padre Saracino é la voce che il pubblico televisivo conosce bene, quella di uno degli opinionisti più richiesti a apprezzati nelle trasmissioni che contano, nei talk show più seguiti dagli italiani. Al tempo della tragedia Padre Gaetano era il viceparroco della adiacente Chiesa del Redentore e anche lui fu uno tra i primi a arrivare sul luogo del disastro ma non ha voluto mancare oggi nella sua Val Melaina tra quella che è ancora la sua gente anche se il quartiere da allora ha mutato aspetto e non c’è più la collina di via Scarpanto, sostituita da una artificiale che racchiude la stazione Jonio della metropolitana.
Alle sue parole sono affidati il ricordo delle vittime, la preghiera per i defunti e la benedizione delle due corone e dei presenti.
Poi l’aria viene lacerata dall’urlo delle sirene dei due mezzi dei Vigili del Fuoco e sembra di rivivere le scene folli e surreali viste in televisione all’epoca. Le sirene infine ammutoliscono e viene suonato il silenzio dal trombettiere dei Vigili del Fuoco. Nel pubblico alcune persone in lacrime: chi conoscevano, delle vittime?
Forse Fabiana Perrone, Maria Grosso, Elena Proietti, Michela Camillo? Oppure la squadra 6A del distaccamento Nomentano: Fabio Di Lorenzo, Sirio Corona, Danilo Di Veglio, Alessandro Manuelli?
Dopo la deposizione, tutti si spostano nella vicinissima piazza antistante la stazione della metropolitana, dove c’è il monumento in ricordo dei caduti di quella mattina: altre due corone vengono deposte e intervengono brevemente il sindaco Gualtieri, il presidente Marchionne e Francesco Notaro, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco. Viene infine recitata la preghiera del Vigile del Fuoco e così si conclude la cerimonia.
Forse a questo punto la nebbia del tempo che ormai ci separa da quei giorni torna ad addensarsi. Sta alle parole del Padre Gaetano Saracino, rilasciate al nostro microfono, diradarla ancora: «Proprio pensavo in questi giorni che quando una persona va via e ancora di più in una tragedia, la domanda che si fanno tutti, soprattutto chi geme di più per quella perdita è “come andremo avanti?”.
Siamo andati avanti e siamo arrivati a venti anni, segno che le persone quando ci rinascono dentro di noi non se ne vanno più e anzi più aumentano gli anni più la loro presenza cresce perché cresciamo noi e cresciamo con loro.
Quindi fare memoria non è solo un andare indietro con il ricordo ma è davvero un rivivere con loro che ci ha segnato per tutta la vita segno che queste esperienze di dolore non sono degli stigmi che restano sempre tali ma possono anche trasformarsi e qualcuno questo lo fa.
Da un punto di vista anche di convivenza sociale questa esperienza nel particolare ci ha dato la prova anche di una solidarietà che è possibile, che nel dolore non si resta da soli. Quando si fanno le promesse “non vi lasceremo soli”, ecco qui possiamo dire che dopo venti anni ma con la stessa intensità di tutti questi anni -e ancora di più quest’anno mi sto rendendo conto- questa vicinanza è stata di aiuto in tutto questo tempo a queste persone che sono i parenti delle vittime, il Corpo dei Vigili del Fuoco e la comunità di Val Melaina sconvolta da quell’evento; ecco la solidarietà, la vicinanza possono dare senso a qualcosa che non deve accadere ma che se accade può trovare una risposta nelle braccia delle persone che se le rimboccano e si sostengono».
La chiosa alla commemorazione ventennale spetta al luogotenente dei Carabinieri Salvatore Veltri: «Contrariamente a quanto ci si aspettava è stata una cerimonia come tutti gli anni, a cui da diciannove anni presenzio.
Ho gradito che sia stato fatto un invito ma sostanzialmente era una comunicazione di un evento al quale ho partecipato tutti gli anni. Ma non c’è stato nulla di diverso».
Nel pomeriggio una delegazione con il capogruppo di Fratelli d’Italia in Terzo Municipio, invece, ha deposto un omaggio floreale davanti la caserma dei Vigili del Fuoco in via Ettore Romagnoli a Talenti, dalla quale partì la 6A quella mattina senza farvi più ritorno.
Cantieri notturni e lavori in contemporanea che partiranno a distanza di sei giorni dalla firma degli accordi
Partiranno lunedì 29 novembre gli interventi urgenti di messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria di alcune principali arterie stradali di Roma Capitale oggetto della Convenzione tra Roma Capitale ed Anas, firmata lo scorso 23 novembre. I lavori, che si terranno nella fascia oraria notturna tra le 21.00 e le 6.00 di mattina interesseranno via Salaria dall’innesto del Grande Raccordo Anulare fino all’aeroporto dell’Urbe; via Portuense dal GRA in direzione fuori Roma fino all’altezza di via Arconati; via Tuscolana dal Gra fino alla fine della competenza comunale in corrispondenza del civico 1483 e via Casilina, dal Gra fino all’altezza di Borghesiana. All’opera, 8 squadre e 40 operai, affinché i lavori siano realizzati in contemporanea, divisi in tratte con cantieri notturni, in modo da non intralciare il traffico diurno. “La collaborazione tra Roma Capitale e Anas è un’occasione importante per avviare tempestivamente azioni urgenti di messa in sicurezza e di manutenzione straordinaria di alcune delle principali arterie stradali della nostra città. Un risultato rilevante per cui ringrazio Governo e Parlamento” ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “È un primo passo – ha aggiunto l’assessora ai Lavori Pubblici Ornella Segnalini – del nostro impegno per migliorare la viabilità della Capitale. Proseguiremo nella stessa direzione, per andare sempre più verso azioni cicliche, programmate nel tempo e attuate tenendo conto delle esigenze delle romane e dei romani”.
Per via Salaria si spera che sia giunto a fine il limite cautelativo sel 30 km all’ora.
[ROMA] Un dipendente della sede municipale di via Fracchia a Talenti é stato aggredito da un utente lo scorso venerdì. Ne ha dato notizia Il Messaggero.
I fatti sono accaduti nella tarda mattinata: il dipendente, un trentasettenne assunto da alcuni mesi, era all’ingresso della sede per controllare i Green Pass e regolare gli accessi. A un tratto si è presentato un uomo che senza aver prenotato l’appuntamento voleva fare rinnovare la carta d’identità della figlia.
La sua richiesta è stata accolta con l’unica limitazione che la pratica sarebbe stata lavorata in coda a quelle degli utenti arrivati con prenotazione.
Improvvisamente però l’uomo ha preteso di andare allo sportello ed è stato fermato dal dipendente: da lì i due si sono trovati a contatto faccia a faccia e l’impiegato ha ricevuto una spinta e una lieve testata che gli ha procurato quattro giorni di prognosi. Sul posto sono intervenuti i sanitari e le Forze dell’ordine.
Il sindaco di Roma Gualtieri ha chiamato l’impiegato per esprimergli solidarietà. Alessandro Pino
Un candidato ufficiale del Pd, un ex presidente del Municipio e due donne impegnate e battagliere
dall’alto in senso orario Francesco Pieroni, Marina D’Ortenzio, Paolo Marchionne, Angela Silvestrini
Nell’imminenza delle primarie che decideranno la candidatura per il centro sinistra alle elezioni municipali dell’autunno 2021, si presentano i candati espressione del III Municipio. Per restituire un’informazione corretta ed equidistante, ai quattro candidati sono state rivolte le stesse domande: una breve descrizione di se e delle cose che più li rappresentano e il quesito principe, ovvero “perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?”. L’ordine di risposta è scaturito semplicemente dall’ordine di invio, per iscritto, delle risposte fornite, cosi come le foto sono quelle inviate. A tutti e a tutte, gli in bocca al lupo più sinceri e un “vinca chi può”
Francesco Pieroni
«Sono tra i fondatori del PD nel III Municipio e questo è un punto che rivendico con orgoglio. Da giovanissimo, tra il 1997 e il 2002, sono stato già consigliere municipale e assessore ai lavori pubblici. Per molti anni ho lavorato in Regione Lazio come capo della segreteria dell’assessorato all’urbanistica prima, della commissione agricoltura, poi. Dal 2018 sono l’unico assessore del PD nella Giunta di Giovanni Caudo».
Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?
«Per me è una grande responsabilità rappresentare il partito democratico come suo candidato ufficiale. Sono convinto della necessità che sia il più grande partito della coalizione a dover guidare la rinascita della città, partendo dal Municipio ed arrivando al Comune di Roma Capitale con Roberto Gualtieri, anche lui candidato ufficiale del partito democratico, già ministro dell’economia e commissario a Bruxelles, con una squadra competitiva e credibile, che sappia mettersi in rapporto in sinergia e senza complessi con la regione Lazio e con il governo nazionale»
Marina D’Ortenzio
«La mia storia è una storia di militanza da sempre. Ho iniziato giovane il percorso politico spinta dal bisogno e dall’esigenza di cambiare il qui e l’ora delle nostre esistenze, dal sogno di realizzare l’irrealizzabile. Per me la politica, l’impegno, hanno senso solo se riescono a incidere sulla vita delle persone e il territorio è il punto di partenza, ora come molti anni fa. Non si tratta solo di una questione di incarichi istituzionali o di dirigenza politica, che pure ho avuto tanto con i Verdi che all’interno di SEL; non sono questi la condizione necessaria e sufficiente per occuparsi della cosa pubblica, per aspirare al bene comune. La vita è una imprevedibile scala di priorità, a volte chiare e nette altre volte meno, che si diverte a cambiare la distanza da salire. Cambiano gli orari, l’organizzazione delle giornate, gli incontri ma ciò che non passa mai è la tensione alla comunità, è lo scegliere i compagni e le compagne di viaggio con cui andare in mare aperto, senza paura, senza pregiudizi. Questa è la mia storia ed è lo spirito di Liberare Roma. Uno spirito attento con l’assillo di ricostruire e riannodare quei fili che sembravano spezzati. A partire proprio dai territori, dai Municipi, veri avamposti e presìdi irrinunciabili di mutuo soccorso, socialità, comunità. Come lo è il III Municipio. Per questo mi candido: per riannodare un’esperienza con radici forti e obiettivi reali. Che hanno a che fare con la vita».
Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio Lei?
«Da settimane sento dire, da più voci, che queste primarie sono ‘finte’ o quantomeno hanno un risultato in larga parte già scritto. È tutto vero fino a prova contraria. Ebbene, io assieme ai compagni e alle compagne di Liberare Roma siamo proprio quella prova contraria. Siamo la sfida, la voglia di contendere un campo che sembra essere assegnato, per provare a incidere da dentro, senza subalternità, senza paura ma con le idee ben chiare per una città e un municipio femminista, ecologista e di sinistra! Mi candido, ci candidiamo, per ridare a Roma l’amore e la dignità che merita. Una Roma che torni ad essere capitale dell’inclusione sociale, dei diritti, della lotta alle disuguaglianze».
Angela Silvestrini
«Da 25 anni lavoro all’Istat, dove, come primo ricercatore, svolgo la mia attività nel campo della demografia. Vivo con mio marito Rafael, nostra figlia Amaya di 12 anni, mia madre, due gatte e una cucciola di Labrador. Credo nell’importanza di una famiglia dove le diverse generazioni possano vivere sostenendosi vicendevolmente. Credo nell’amicizia fedele e leale, dove ognuno deve impegnarsi per restituire agli altri quello che ha ricevuto. Nel dialogo e nella politica come strumento per rendere migliore la vita di tanti, soprattutto i più deboli. Nel 2018 sono stata eletta consigliera nel III Municipio, dove sono vice presidente del Consiglio, della Commissione bilancio e della Commissione Politiche Sociali. Questa esperienza è stata per me molto positiva e occasione di crescita personale. Mi ha dato modo di confrontarmi su temi rilevanti, specialmente nell’ambito sociale, su cui si deve investire di più, avendo come obiettivo la cura a domicilio e la creazione di reti di cooprogettazione con l’associazionismo e il Terzo settore. Da questa esperienza si è rafforzata la convinzione che per governare bene un territorio bisogna essere e fare squadra».
Perché chi vota alle primarie della sinistra dovrebbe scegliere proprio lei.
«Innanzitutto, per una questione di metodo che applico nella mia vita e nell’azione politica: cercare ciò che unisce e lasciare ciò che divide, facendo prevalere la forza del noi, mettendo la solidarietà e gli interessi degli ultimi in primo piano. Se una città è costruita a misura delle persone più fragili è una città che funziona per tutti. Poi per la credibilità di una vita nella quale ho dedicato molto del mio tempo all’impegno gratuito per gli altri, per i più poveri, impegnandomi da quando avevo 15 anni con la comunità di Sant’Egidio. Fare politica per me non è una carriera personale, è mettermi a servizio degli altri. Non prometto mai successi, ma solo impegno personale. E non dico mai cose che non penso. Chi mi ha conosciuto in questi anni in Consiglio può testimoniarlo. E infine perché penso che la politica abbia bisogno delle donne. Una politica al femminile è una politica che non batte il pugno sul tavolo per intimorire, è una politica che ascolta, cerca di risolvere i problemi in modo pratico e si prende cura anche attraverso la capacità, tutta femminile, di affrontare contemporaneamente situazioni diverse ».
Paolo Marchionne (già presidente del III Municipio durante la breve sindacatura Marino, ndr)
«Sono nato nel 1981, sposato con Sara e papà di Enrico e Andrea. Fin da quando avevo 20 anni mi sono impegnato in politica e nell’associazionismo di quartiere. Appartengo al Partito Democratico, sono nella segreteria romana, e sono convinto che solo costruendo un fronte ampio di forze democratiche e progressiste, possiamo vincere e governare bene il territorio. Mi sono messo a disposizione di tante e tanti proprio per questo, ho risposto alla richiesta di chi, dentro e fuori il Pd, nelle altre forze politiche della sinistra, nelle esperienze civiche, nelle reti del volontariato, nei movimenti, avverte la necessità continuare quanto di buono e innovativo fatto dalla Giunta Caudo in solo tre anni, dal 2018, con un nuovo spirito unitario. Per queste ragioni la mia sia una proposta politica plurale, non nata solo all’interno di ristretti gruppi di partito e su compromessi. Ma per stare, come sempre, nelle strade, tra le persone, facendosi carico delle esigenze del territorio e dei bisogni delle persone. Veniamo da un anno terribile, insieme ne stiamo faticosamente uscendo. Il Municipio può essere uno strumento fondamentale per rafforzare la rete di supporto alle persone più in difficoltà, contrastare le disuguaglianze, per tutelare il commercio di quartiere e favorire nuove reti di impresa, rendere sicure le scuole pubbliche e magari tenerle aperte anche il pomeriggio, promuovere sport e cultura per tutti. Ecco sono questioni che partono dalle persone, dai loro bisogni, e solo in parte stanno nelle competenze burocratiche del Municipio. Spero che avremo modo di usare i prossimi cinque anni della nuova consiliatura per tramutare i Municipi in enti più utili e forti, con le competenze necessarie. Per fare questo salto occorre visione, esperienza e determinazione. La nostra è di certo la proposta più coraggiosa in campo».